25 ottobre 2017

It - Capitolo Uno

Andiamo al Cinema

Il mio primo horror al cinema.
Il mio primo trauma infantile, come in molti nati negli anni '80 o nel loro finire, da esorcizzare.
L'attesa, lunga mesi, lo schivare metodicamente ogni teaser, ogni trailer, ogni recensione o ogni commento.
Per arrivare quanto mai vergine in sala.
E poi quello che non ti aspetti: ché i brividi non te li dà la paura, ma la nostalgia, te li dà la storia di un'amicizia di quelle vere e genuine, come solo quelle dell'infanzia sanno essere.
Il romanzone di Stephen King no, non l'ho letto, quindi non aspettatevi confronti, rimpianti o delusioni varie.
It l'ho apprezzato avendo dimenticato praticamente tutto della trama. A parte quei "galleggia", quella barchetta, quel tombino, che da vent'anni a questa parte mi fa paura.
L'ho visto, e sì, ho comunque tremato.
Per quell'atmosfera tesa, per quella musica che incalza, si fa silenzio, si alza, e quel clown, o peggio -nel mio caso- per quella donna alla Modigliani, che avanzano veloci, aprono la loro bocca, mostrando denti aguzzi pronti a succhiare vite.



Siamo a Derry, per chi non lo sapesse, siamo in una città in cui bambini, ragazzini, adulti, spariscono nel nulla. Quasi all'ordine del giorno, ogni 27 anni.
Ma sparisce Georgie, il tenero Georgie, inseguendo la sua barchetta, e Bill -il fratello maggiore- non ci sta.
Non ci sono adulti ad ascoltarlo, a proteggerlo, ci sono però i suoi amici, sempre al suo fianco, anche quando si tratta di affrontare paure, di addentrarsi in acque grigie e fetide.
È estate, sarà l'ultima della loro innocenza.
Al loro quartetto sui generis si aggiunge presto il ragazzo che studia a casa -e che sì, ha la pelle scura-, il nuovo arrivato -che sì, ha qualche chilo di troppo- e la ragazza dalla brutta reputazione -che è bella sì, ma non facile.
Insieme sono in tutto e per tutto dei Perdenti, dei Losers, ma capiscono che i mostri che li perseguitano, che le paure che prendono vita, sono qualcosa di più grande di semplici incubi ad occhi aperti.
È l'età adulta che chiama, che chiama a una missione di quelle grandi davvero.


Lo stomaco si contrae, le mani cercano conforto in quelle del giovine, che stringono a volontà, e ci si avventura in quella casa abbandonata, in quelle fogne, contro quel pagliaccio che ha fame, che sa come e dove ferire, chi attaccare.
L'ultima parte del film è quindi quella più tesa, quella più da tachicardia, con Bill Skarsgård impegnato in mosse, balletti, in salti e rincorse per superare se stesso e il fantasma di Tim Curry, mentre l'unità fa la forza, scaccia la paura.
Almeno momentaneamente.
Perché un capitolo due, com'era ovvio aspettarsi, è già in cantiere.
Prima di scoprirli adulti, però, questi Losers li si conosce con tutti i loro problemi, con le ansie e i difetti che li rendono un bersaglio facile per i bulli che meritano la peggiore delle fini, che li rendono chiusi in case dove un mostro già c'è, e se si ride di fronte a un untore di germi, di fronte a Eddie finalmente reattivo e vendicativo, subito si tace, con il mostro del tutto reale che deve affrontare una volta per tutte Beverly.
Muschietti era atteso al varco dagli esperti, dai fan, dai paladini del Re.
Io, che non rientro in nessuna di queste categorie, lo ringrazio e lo applaudo, per la bellezza di scene in cui l'effetto nostalgia scatta spontaneo, per un uso moderato di effetti speciali e uno sapiente della musica, intensa e poetica, per una fotografia dalla giusta grana e dai giusti colori.
Soprattutto lo ringrazio per la scelta di un cast azzeccatissimo in cui la minor età non si fa sentire, anzi, e per uno script che riempie il cuore di chi certi anni, certe avventure, certe estati, le ha vissute.
E finisce così per commuoversi, passata la paura, passata l'ansia, per questi Losers pieni di amore.


Regia Andrés Muschietti
Sceneggiatura Chase Palmer, Cary Fukunaga, Gary Dauberman
Musiche Benjamin Wallfisch
Cast Jaeden Lieberher, Bill Skarsgård,Sophia Lillis, Finn Wolfhard
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14 commenti:

  1. Direi che la tua prima volta al cinema con un horror è andata alla grande.
    Paradossalmente, ho qualcosa da rimproverargli giusto nella gestione della tensione e nella resa delle paure dei bambini, aggiornate sì, ma troppo consuete (nel romanzo si andava di omaggi al cinema degli anni Cinquanta, tra mummie e mostri della palude). Il resto, tanta emozione. Che belli, questi perdenti.

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    1. A dir la verità, mi aspettavo qualche brivido in quel senso in più, ma posso dirmi più che soddisfatta visto che il mio primo horror va oltre il genere horror.

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  2. Bello. Piaciuto tanto anche al marito che mai aveva letto il libro. I Perdenti sono meravigliosi, Sofia Lillis illumina letteralmente il film,ma ho trovato azzeccatissimo anche il Pennywise di Skarkoso. Una vera sorpresa, adesso attendiamo con ansia la seconda parte.

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    1. Quella ragazzina che é una piccola Amy Adams ha già la carriera spianata. O almeno spero. Tutto il cast non fa mai sentire la sua piccola età, anche per questo il film é un gran film.

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  3. Davvero il tuo primo horror al cinema?
    Comunque per me pecca proprio nella sezione orrore, la miniserie era molto più inquietante, paradossalmente.
    Questo è davvero ben fatto nella storia dei ragazzi.
    Ma avrei osato molto molto di più.

    Moz-

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    1. Sono una fifona patentata e i pochi horror che vedo preferisco vederli al sicuro di casa e scortata.
      La storia per ragazzi è sicuramente più riuscita, ma per fortuna visto come mi ha fatto apprezzare tutto il film.

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  4. ne ho parlato anche da me ^^ e devo dire che mi è piaciuto ^_^

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    1. Al fascino di It -il film, che Pennywise fa scappare a gambe levate- non si resiste!

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  5. Bellissimo post con una chiusura molto fordiana. ;)
    Brava.
    E bravo anche Muschietti, che ha rischiato e ha portato a casa la pagnotta.

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    1. Vedi che di fordianità ne ho sotto strati di snobismo? ;)
      Il film -sopratutto a chi come me è cresciuto in campagna e in sella a una bici alla ricerca di avventure- non poteva che colpire per il suo lato nostalgico. Muschietti sa il fatto suo, fin dai titoli di testa, curatissimi, mi ha conquistato.

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  6. Non sapevo bene cosa aspettarmi inzialmente, ma sono uscita dalla sala soddisfatta come un bambino con la pancia piena di pop corn, benchè non ne avessi mangiati.
    L’ho trovato equilibratissimo e violento in modo disturbante, una paura diversa dal solito horror, benchè anche io non abbia ancora letto il libro.

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    1. Esattamente. Se penso che la vera paura me l'ha data tra tutte le trasformazioni finali di It, il padre di Beverly, il lavoro si fa ancora più interessante.
      Pienamente soddisfatta, e pure un po' commossa nel finale.

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  7. Davvero era il primo horror che vedevi in sala?

    Comunque nemmeno a me ha fatto molta paura.
    Quindi sarà stata una delusione?

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    1. Ebbene sì, già ne vedo pochi e ben selezionati in base al successo qui nella blogosfera, e se devo farlo, preferisco la sicurezza di casa.

      Come prevedevo siamo d'accordo anche in questo caso, e non lo dico solo perchè rispondo a recensione già pubblicata ;)

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