I titoloni continuano a mancare, e allora Favino e la commedia romantica sono gli assi da calare.
Padrenostro
Il solito Favino fa il solito Favino, questa volta un giudice che negli anni di piombo viene attaccato.
Il solito Favino fa il solito Favino, questa volta un giudice che negli anni di piombo viene attaccato.
Il punto di vista è però quello del figlio, che deve reagire ai silenzi, alle assenze, alle paure. Non male, ma più lungo e pesante del dovuto, sembra iniziare solo nella bucolica Calabria.
Ne ho parlato QUI
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Il titolo fa già pensare a quei film romantici, indie, on the road.
Mettici poi la strana coppia Jasmine Trinca-Clive Owen e la curiosità cresce.
Peccato che pure qui la struttura sia impacciata e le tappe non così memorabili.
Ne ho parlato QUI
C'è una nuova coppia di fratelli nel cinema italiana: i Miyakawa che fanno il loro esordio con un piccolo film che parla di immigrazione senza appesantire.
Tre giovani mettono insieme le loro forze per aiutare un migrante a ricongiungersi con la moglie in Francia.
Curiosità ce n'è.
Altro film veneziano, ma dello scorso anno.
Lo ricordo come fra i più soporiferi dell'edizione, e anche dei più ben pubblicizzati visto che "l'acclamato" Johnny Depp compare per pochi minuti lasciando la scena a Mark Rylance.
Un Deserto dei Tartari noioso e inconcludente, ne ho scritto QUI
Lui, lei, un incidente, la convinzione di sentirlo ancora accanto come un fantasma.
Non è Ghost né City of Angels in versione teen o giovanile, ma è il solito filmetto a target teen, drammatico al punto giusto.
Un triangolo d'amore con Berlino e il suo museo sullo sfondo. Una donna che cerca di ricostruirsi dopo una rottura, ma non sarà facile.
Protagonista Paula Beer, vincitrice proprio alla Berlinale, ma il tutto sembra troppo pesante per tentare.
Russel Crowe incarognito contro una donna perché ha osato suonargli il clacson.
Che trama, signori!
Vendetta e tentativi di giustificarla, di certo fuori tempo massimo.
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