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5 settembre 2020

Venezia 77 - Saint-Narcisse | Oasis

Saint-Narcisse

Il mio battesimo a Venezia è stato con Bruce LaBruce.
Ero appena arrivata, non sapevo orientarmi fra sale, orari, accrediti e in una giornata in cui ricordo la mia disperazione, l'impossibilità ad entrare da qualche parte, l'unico film visto è stato il suo, Gerontophilia.
La storia di un ragazzo con la propensione ad innamorarsi degli anziani.
Bruce il doppio torna dopo 7 anni al Lido e se lui mi ritrova più sicura negli spostamenti anche se in piena pandemia, io ritrovo lui raccontare un'altra storia assurda ed estrema.
Quella di un ragazzo che ama se stesso, come un moderno (anche se siamo nei libertini anni '60) Narciso e che alla morte della nonna scoprirà più di una sconcertante verità.
La prima è che la madre creduta morta è ancora viva.
La seconda che pure lei lo pensava morto, nato prematuro.
Ora vive nei boschi, i paesani la credono una strega, la sua coinquilina o amante, chi lo sa, sembra non invecchiare aumentando il mistero.
Si ritrovano, con le ovvie tensioni della convivenza.



Ma Dominic ha da sempre delle visioni: vede un ragazzo incappucciato, che lo osserva, lo tormenta. In un saio come quelli indossati dall'ordine che sta nel monastero lì fra i boschi.
Chi è?
Cosa vuole?
Quella che sembra una trama seriosa con una propensione alla soap-opera, nella mani di Bruce diventa un film grottesco e pieno di ironia.
Le situazioni assurde non mancano, la tensione sessuale è sempre palpabile, ed esplode in modo blasfemo, incestuoso.
L'occhio di Bruce conferma la sua firma, indugia sui corpi e sulle fantasie, regalando immagini bucoliche che risollevano nuovamente una giornata della mia Mostra.

Oasis

Al suo arrivo in un istituto per persone con disabilità mentali, Maria diventa presto amica di Dragana, con la quale condivide la stessa impetuosità. La loro relazione è presto sconvolta quando scoprono di essere entrambe innamorate del più introverso Robert. Le due ragazze trasformano il loro giocare a nascondino in qualcosa di sempre più pericoloso.


Così si presentava nel programma Oasis.
Nella mia mente, si sviluppava in un film in versione adolescenziale, in un triangolo che sfida l'amore e l'amicizia.
Dimenticavo però che il film in questione era serbo, che l'Istituto dove i tre giovani protagonisti sono rinchiusi non è come quello di Ragazze interrotte, ma è quanto mai veritiero nel mostrare chi di malattia e ritardi mentali è affetto.
Così il triangolo in questione è fatto di ossessioni e silenzi, di vendette sanguinolente e martiri.
I tre protagonisti in balia di infermieri non propriamente attenti, si alternano nella complicità e nei dolori da affrontare in una narrazione a capitoli che non alleggerisce il racconto.
Stancante e spossante, Oasis non è stato certo una sosta piacevole.

2 commenti:

  1. Oasis è una visioncina proprio leggera...
    E io che immaginavo-speravo una pellicola sui fratelli Gallagher. XD

    Meglio puntare sull'altro, a questo punto.

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    Risposte
    1. Magari fosse stato un film sulle diatribe dei Gallagher! Invece malati mentali, vene tagliate e pesantezza non richiesta.

      Saint-Narcisse folle ed erotico è decisamente un'altra cosa!

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