Mi ci sono voluti 16 anni, ma alla fine, Six Feet Under l'ho finita.
Perché c'era un tempo in cui lo streaming non esisteva.
C'era un tempo in cui ci si doveva piazzare davanti alla TV o impostare il videoregistratore per vedere settimana dopo settimana la serie TV preferita.
E c'era un tempo in cui la programmazione subiva continue modifiche, di giorni e di orario, di ritardi.
E alla fine, o sia aveva pazienza, o si gettava la spugna.
Io l'ho mollata mio malgrado alla fine della seconda stagione, senza sapere se quel bus tanto ricorrente, quello che aveva ucciso un padre a inizio serie, avrebbe portato via pure Nate, sotto i ferri per fermare un'aneurisma.
Sono rimasta con il dubbio tutti questi anni, lontana da spoiler, sapendo che prima o poi i Fisher li avrei ritrovati.
Ed eccomi qui, grazie alla Promessa 2020 di nuovo a Los Angeles.
Lo avevo pensato come un viaggio più breve, complice il primo lockdown e le prime due stagioni divorate velocemente e una cotta che non passa mai per Peter Krause.
Poi, neanche a farlo apposta, ci sono stati altre serie TV, altri film, altri libri a mettersi di mezzo, c'è stata una riapertura, un'estate, Venezia, e così, di nuovo mi sono ritrovata ferma a quel bus.
Ho sciolto il dubbio con qualche mese di ritardo e forse anche per questo ormai un mio finale me l'ero creato.
Più perfetto di quello effettivo?
Non so, forse.
O forse hanno ragione tutti i critici, tutti gli appassionati a definirlo il migliore di tutti.
Ma che viaggio è stato!
Six Feet Under non ha niente da invidiare ai titoli che si definiscono pioneristici oggi:
omosessualità?
Omofobia?
Rappresentazione etnica (Keith, Federico, Nikolai)?
Razzismo?
Malattia mentale (Billy, George)?
Aborto (di Claire, di Nate)?
Adozione?
Ambientalismo?
Guerra (in Iraq)?
Politica (contro Bush)?
Diffusione delle armi (con omicidi multipli)?
Violenza sulle donne (con una morte assurda per finta-aggressione)?
Questi temi ci sono tutti, e sono trattati e approfonditi con una sensibilità che ti aspetti da un team che comprende il creatore Alan Ball.
Un Ball che parla di vita e di morte, temi che lo hanno toccato così da vicino, lui che ha visto la sorella morirgli affianco all'età di 13 anni dopo un incidente stradale.
Si parla di religione in tutte le sue sfumature, che sia quella ebraica, quella di una setta mistica, di motociclisti innamorati, di quaccheri, buddhisti o altro ancora.
Si parla di famiglia, di amore, di tentativi di sopravvivere.
Attraverso l'arte, gli altri, quello che si fa.
E ne escono cinque stagioni in cui la densità è palpabile, in cui quella casa, quelle stanze, questa famiglia, si pensa davvero di conoscerla come la propria.
Lacrime?
A volontà.
Applausi?
A scena aperta.
E allora, a questi Fisher rendiamo onore con un po' di classifiche:
IL FISHER MIGLIORE
6. Nathaniel
Il padre che non c'era, che non c'è più e che a volte c'è.
Enigmatico, ironico, pieno di misteri.
In vita come in morte.
Giudice e rotta morale per ogni Fisher rimasto.
5. David
David il rigido conquista simpatia poco a poco.
Lasciandosi andare, aprendosi, e uscendo pure allo scoperto.
Ci vuole un po' per apprezzarlo, lui che è forse il più matto di tutti, che immagina musical, che è una versione altrettanto repressa e irritabile di Ruth, che lancia frecciatine velenose appena può.
Uno dei personaggi gay più dirompenti della TV, a mostrare ogni sfaccettatura del caso, tra accettazione e coming out, crisi personali e attacchi di panico, libertinaggio e monogamia.
Ma alla fine, lui che trova la stabilità, che si fa una famiglia, si finisce per amarlo, soprattutto negli scambi con…
4. Claire
La più giovane dei Fisher, quella lasciata da parte dai fratelli più grandi, quella poco considerata da una madre che poi finisce per riporre in lei tutte le sue frustrazioni.
Sceglie ragazzi e uomini sempre sbagliati, ma si interroga come non mai sulla vita, sulla morte, con quello sguardo artistico che la rende ancor più bella e con la macchina da presa a innamorarsi di Lauren Ambrose e della sua bellezza rossa.
Sì, nelle ultime due stagioni scoperta la droga, scoperto il suo talento, si trasforma in un mostro pieno di ego da dar fastidio, ma sotto sotto, c'è ancora la stessa ragazza insicura che cerca di conoscere la sua famiglia e di fermare gli attimi attraverso le fotografie.
Basta trovare la persona giusta per ricordarglielo, anche se è un repubblicano.
2. Nate
Questa cena resta insuperabile |
Il figliol prodigo che torna per Natale, si ferma per un funerale e per gestire l'attività di famiglia da cui aveva preso ogni distanza.
Nate che ricorda sua padre, che lo immagina, lo sente e di cui finisce per avere lo stesso destino.
Lui che con la morte non vuole aver niente a che fare, ma che ci si trova circondato e si trova pure così bene a consolare chi ha bisogno di lui.
Lui che sembra avere tante certezze possibili, ma anche una realtà che lo ingabbia, a partire dalle donne: dall'amore impossibile per Brenda, gli obblighi a cui si sente legato con Lisa, l'ultima speranza prima di andarsene rappresentata da Maggie.
1. Ruth
È lei -senza alcun dubbio- la mia Fisher preferita.
Repressa nei panni di una casalinga ferma agli anni '50, nasconde amanti, doppie vite, rimorsi e rimpianti.
Colleziona uomini sbagliati, a cui finisce per sottomettersi, prova droghe e cerca amicizie, cerca di reinventarsi e di stare al passo con i figli.
Lei che quando si arrabbia strepita e sbotta, lei che rinasce e trova finalmente l'equilibrio.
GLI AMANTI...
... di Ruth
4. Hiram
Un parrucchiere focoso che ama fin troppo il campeggio.
3. Nikolai
Un fioraio irascibile fin troppo dipendente.
2. Arthur
Uno stagista fin troppo naif e vergine.
(sì, è proprio lui: Rainn Wilson!)
1. George
Un professore fin troppo academico, ma che nelle sue debolezze, nella sua malattia mentale, nasconde anche l'uomo giusto.
... di Claire
4. Russell
L'artista artistoide fastidioso.
(sì, è proprio lui: Ben Foster!)
3. Billy
L'artista artistoide pazzo (ma pazzo sul serio) e incestuoso.
2. Gabriel
Il giovane bullo scapestrato a cui il karma gioca un tiro bruttissimo
1. Ted
Il repubblicano, guerrafondaio, yuppie che però capisce meglio di tanti Claire e il suo dolore.
(sì, è proprio lui: Chris Messina!)
... di Nate
3. Brenda
Sarà che Rachel Griffiths non riesco a trovarla bella, non come Peter Krause almeno, sarà che la sua Brenda è piena di complessi, con la sua infanzia terribile, i genitori che è meglio non giudicare, il fratello che spaventa, insomma... non poteva certo uscirne un personaggio stabile.
Sarà che è ninfomane e traditrice seriale, ma Brenda con il suo continuo ripresentarsi non l'ho mai sopportata.
2. Lisa
Non che Lisa sia meglio.
Dipendente e consapevole che l'amore di Nate non è abbastanza, non è sincero.
Non litiga, non alza la voce, mistica e insicura non si meritava però una fine simile.
1. Maggie
Silenziosa e devota, arriva in punta di piedi e affascina Nate.
Poteva essere quella giusta?
Forse no, forse Nate avrebbe finito per tradirla e stancarsene, ma almeno erano entrambi felici.
... di David
(il migliore)
Keith
Senza ombra di dubbio il compagno dei Fisher più centrato e sicuro.
Quello che asseconda paure e follie, che dietro l'aria da macho nasconde un cuore d'oro.
Le sue confessioni con Claire e con Ruth sono meravigliose.
GUEST RICORRENTI
+ Federico e Vanessa
Federico non riuscirò mai a vederlo come un Fisher protagonista, anche se con i Fisher lavora, finisce per esserne socio, finisce pure per vivere in quella casa.
Lui che cerca il suo posto, che sgomita per farsi valere, aizzato da una moglie che passa tutte le sfumature possibili (sexy e innamorata, depressa e in crisi, tradita e arrabbiata, compiacente e riconoscente).
5. Sarah
La sorella mistica e hippie che non ti aspetti da una come Ruth.
(sì, è proprio lei: Patricia Clarkson)
4. Margaret Chenowith
La madre -e la suocera- che nessuno vorrebbe avere.
Facciamo pure la psicologa che nessuno vorrebbe avere.
3. Olivier
Artista artistoide pazzo e scatenato, ma dal cuore d'oro.
(sì, è proprio lui: Peter Macdissi compagno di Alan Ball e presente anche in Uncle Frank)
2. Bettina
La migliore amica dedita a tequila e furtarelli che tutti vorremmo avere.
(sì, è proprio lei: Kathy Bates!)
1. Edie
L'amica artistoide sicura di sé che mette in dubbio la sessualità di Claire.
(sì, è proprio lei: Mena Suvari!)
GUEST STARS D'ECCEZIONE
Sandra Oh
Anna Gunn
Josh Radnor
Jenna Fischer
Bobby Cannavale
Justin Theroux
LA MUSICA MIGLIORE
6. SIA - Breath Me
(il finale perfetto, anche se la canzone la si apprezza, ma non troppo)
5. Arcade Fire - Cold Wind
(una nascita inaspettata, un aiuto in sala parta inaspettato)
4. Coldplay - A rush of blood to the head
(Tutte le vite possibili in un episodio)
3. Nirvana - All Apologies
(Muore Kurt, Nate offre la prima sigaretta a Claire, Claire lo ricorda al suo funerale)
2. Radiohead - Lucky
(bruciare il passato, bruciare tutto)
1. La Sigla
+ Beatles - I am the Walrus
LE MORTI PIU ASSURDE
5. Sangue dal naso
(3x06)
Come se non bastassero già tutte le paure che si hanno, sì: si può morire per emorragia nasale.
4. Pallina da golf
(1x13)
Un tiro a golf finito male, che causa la morte istantanea di una donna, che tranquillamente sorseggia il suo the.
3. Scarico aereo
(3x13)
Una semplice spinta, che provoca una macchia su una giacca, che porta ad entrare in un bagno, che porta a intasare quel bagno, che porta a chiamare a casa, che porta ad uscire in giardino per sentire meglio, che porta ad essere il bersaglio imprevisto dello scarico di un aereo.
2. Ascensore
(4x12)
Intrappolati in un ascensore.
Fa già paura così.
Ma l'ascensore non crolla.
No.
Si apre, e trancia in due l'unico uscito per chiamare i soccorsi.
Tensione a mille.
1. Anziano ingegnere decide di morire
(4x08)
Un ingegnere così preciso e ligio che decide che è il suo momento di morire.
Parcheggia fuori casa dei Fisher, lascia una lettera con le sue ultime volontà in vista, e muore.
Wow.
MOMENTI CHE LASCIANO A BOCCA APERTA
7. Questa scena
per spaventare Gabe a scuola.
5. Ruth sorprende Nate e Brenda
in atteggiamenti… intimi.
4. Questa scena:
3. Ceneri di Lisa
L'episodio si apre con una morte avvenuta negli anni '70 per un volo a causa dell'LSD che non si capisce.
Fino a fine episodio, in cui le volontà di Lisa vengono rispettate.
2. Verità sulla morte di Lisa
Così assurda, così inaspettata da rendere ancor più vero nella mia mente il finale che mi ero creata.
1. Morte Nate
Inaspettata, anticipata, prevista, evitata e poi, con lo schermo che si fa bianco e la scritta che arriva si resta a bocca aperta.
CURIOSITA'
- Tanto fa rabbrividire il rapporto incestuoso fra Brenda e Billy (in quella scena del penultimo episodio ci ero cascata con tutti i piedi!), quanto fa sorridere che nella vita vera sia Peter Krause che Michael C. Hall hanno finito per sposare le proprie sorelle di set.
Nate con Lauren Graham, insieme in Parenthood.
David con Jennifer Carpenter, insieme in Dexter.
- La paura ogni volta che David dice di voler uccidere, Dexter me lo ha rovinato.
O arricchito.
- David che guarda ammaliato Julia Stiles al cinema, per poi ritrovarla come unico amore in Dexter.
EPISODI MIGLIORI
6. The Invisible Woman
(2x05)
La solitudine di una donna morta sola che rimette in discussione la vita di Ruth.
5. That's my dog
(4x05)
David viene rapito da uno psicopatico e non si capisce quanto oltre si possa spingere la sua follia.
4. I'm Sorry, I'm Lost
(3x13)
Le visioni di Claire di un paradiso in cui ritrova il primo amore, il padre, il figlio appena abortito.
E Lisa.
Mentre Ruth si sposa, mentre Nate deve fare i conti con la disperazione.
3. Nobody Sleeps
(3x04)
Il funerale magnifico di un membro del coro gay di Los Angeles, casa Fisher che si trasforma nel set della Turandot, un elogio in cui è impossibile non piangere e un Nessun Dorma che mette i brividi.
2. The Room
(1x06)
L'amore quello vero.
Quello di un anziano che non lascia la mano della moglie, mai, e che decide di accompagnarla.
1. Perfect Circles
(3x01)
Tutti i futuri possibili di Nate mentre è sotto operazione, morte compresa che avviene per qualche minuto.
Tutti i futuri che può scegliere, che possono capitare e che quindi mi hanno portato a formulare un finale più perfetto ai miei occhi del finale perfetto che in tanti hanno amato.
IL FINALE
Everyone's Waiting
(5x12)
Il finale più bello di tutte le serie TV.
Così mi era stato presentato.
Un finale che definire esaustivo è dir poco mentre scorrono le note di Breathe Me e vediamo in sequenza chi e come e quando se ne va.
Ma prima, c'è spazio per risolvere nodi e questioni, per rinnovare una casa, per decidere del proprio futuro, per mentire e andarsene, per salutare tutti in un'ultima cena che lascia in lacrime e fa alzare il proprio bicchiere immaginario "A Nate!".
Poi, c'è quella frase, che basta da sola a far rabbrividire per la sua verità:
E poi, ancora, c'è Claire che se ne va, ma sarà l'ultima a farlo.
Neanche a confermare l'amore che ha Alan Ball per il suo personaggio, per come lo inquadra, lo sfuma di tante sfaccettature.
Un finale che lascia in una valle di lacrime, e che pur finendo con tutte quelle morti (lontane), inizia come nessun episodio era mai iniziato:
con una nascita.
IL MIO FINALE
Lo so, lo so, come pensare di superare questa perfezione?
Io, che ero rimasta incantata dall'inizio della terza stagione, con tutti i futuri possibili scelti da Nate, mi ero immaginata però la mia perfezione.
Che lui fosse già morto in realtà, o in procinto di esserlo e che quello che abbiamo visto nelle successive tre stagioni, era una via scelta, un possibile futuro in cui non a caso i pezzi andavano a collimare con le sue volontà ma anche con il destino che lo attendeva.
Il matrimonio con Lisa che non va e quindi la sua morte, il senso di colpa e quindi la rivelazione su chi l'ha veramente uccisa, il ritrovarsi con Brenda ma un altro matrimonio che non va e quindi l'arrivo di Maggie e poi, ovviamente, di nuovo il senso di colpa che vince e che porta ad un altro aneurisma.
Nel mentre, dà a Claire e a David il loro lieto fine, la loro famiglia e il loro amore, dà a Ruth un George così simile al padre.
O mi aspettavo che se ne andasse, con la consapevolezza che tutte le sue scelte, giuste o sbagliate, le donne che ha amato o cercato di amare, avrebbero comunque portato a quel momento:
alla sua fine.
Lo so, lo so.
Non tutto quadra, ma non mi si toglie dalla mente che questo finale poteva essere ancora più giusto.
Scusa Alan Ball, non volevo rubarti il lavoro, non mi metto comunque di mezzo ai tanti elogi ricevuti. In fondo, fra questi, a scorticarmi le mani per gli applausi, a finire in lacrime pacchetti e pacchetti di fazzoletti, ci sono anch'io.
Grazie!
Mamma mia, quanto tempo è passato. Quanto tempo avevo, allora, per poter guardare le serie come tutti gli esseri umani. Per me un recupero sarebbe impossibile, ahimé, anche se sono anni che vorrei riguardare Buffy, I Sopranos, Lost, questa... eh, quando andrò in pensione, se la vita non sarà beffarda con me come con i protagonisti di Six Feet Under, facendomi morire proprio quando la mia esistenza potrebbe ricominciare.
RispondiEliminaSei già la seconda che la cita e allora posso fare un piccolo spoiler: prossimo recupero Buffy.
EliminaIncastrarli tra le altre visioni non è facile, però dà una soddisfazione enorme arrivare a quella fine che Italia1 mi aveva privato. E i Fisher valgono molto più di tante serie di oggi.
Okay, mi sa che mi tocca recuperarla.
RispondiEliminaPosso unirmi finalmente al coro: una delle serie migliori di sempre!
EliminaQuindi sì, devi :)
Ecco dopo una recensione simile mi tocca vederla
RispondiEliminaUn recupero doveroso e che mi dovevo.
EliminaVedrai che i Fisher finirai per amarli anche tu.
Grazie per spalleggiare il mio finale, più che il trucco, io ho mal sopportato la fotografica angelica anni '90 di quello vero... Ma meglio se non dico quanti fazzoletti c'ho speso!
RispondiEliminaI Fisher tutti strani, tutti belli, tutti rossi, sono una famiglia insuperabile. Quanto mi ha fatto bene finirla!
Io sono rimasto agli episodi videoregistrati e alla visione interrotta per non essere riuscito a stare dietro alla programmazione ballerina - a dir poco - di Italia 1.
RispondiEliminaPrima o poi magari la recupererò pure io. Per questo 2020 non mi sembrava la scelta più allegra e spensierata possibile per cercare di alleggerire l'atmosfera. :D
Effettivamente questo non era l'anno più adatto al recupero, o forse sì, per come aiuta a fare i conti con la morte e il lutto.
EliminaDi certo, uno spiraglio importante di bellezza me l'ha dato.