4 dicembre 2020

Uncle Frank

Andiamo al Cinema su Prime Video 

Non solo un road movie, non solo un coming out movie, non solo un coming of age movie.
Uncle Frank sa soltanto quello che non è?
No, Uncle Frank è un mix di tutti questi generi, condensati in appena 95 minuti.
Il merito di questa asciuttezza ma anche di questa confusione, è di Alan Ball.
Uno che le cose le sa scrivere e pensare bene, prendere American Beauty, prendi Six Feet Under (che sto per finire) come esempio.
Uno che lavora poco, ma bene. Anche se la sua ultima Here and Now è stata preventivamente cancellata.
Uno che in fondo parla sempre delle stesse cose: di chi muore, di chi sopravvive.
Lo fa anche qui, puntando la sua macchina da presa ad altezza adolescente, con gli occhi di Beth a scrutare quel suo zio così diverso, così simile a lei.


Lui che vive a New York, che insegna all'università, che legge e non è sposato.
Lui che sembra sempre fuori posto alle cene di famiglia e che sembra capirla, ascoltarla davvero, consigliarla.
Finisce a New York anche lei, finisce all'università pure lei e finisce per scoprire quel segreto tanto nascosto: Frank è gay, vive assieme al compagno Wally e in famiglia nessuno lo sa.
Finge da sempre, arrivando ad assumere un'eccentrica amica come compagna.
[coming of age movie]
Ma il velo deve cadere.
E cade, quando il padre di Frank, il nonno di Beth, muore.
E i due partono in auto per tornare nel South Carolina, per conoscersi meglio, per parlare davvero.
[road movie]
Iniziano così ad affiorare ricordi, tragici e romantici, inizia a farsi capire quel senso di frustrazione, quel nascondersi, quel mentire e quell'astinenza forzata dall'alcool di Frank che era solo accennata.
C'è di più nel passato di Frank, e Frank lo deve superare se vuole stare bene, se vuole dare di più al suo Wally, a se stesso.
[coming out movie]


Il materiale in questione è tanto.
Ma non troppo.
Ma tanto che verrebbe da chiedersi com'è che Alan Ball abbia voluto ridurre tutto ad appena 95 minuti. O come non sia riuscito a spalmare meglio tutte queste tematiche, che vengono aperte come dei capitoli, con pochissimi dettagli a rendere più sicura la narrazione.
Per fortuna la storia è forte e commovente il giusto già di suo, per fortuna quel passato magico, quel presente difficile e i tanti componenti della famiglia Bledsoe aiutano ad accasarsi senza problemi.
Il merito è non solo di una ricostruzione precisa e nostalgica, ma anche delle interpretazione dell'ormai sicurezza Sophia Lillis -quanto è brava, senza strafare-, di un simpatico Peter Macdissi che fa da spalla comica (ed è spalla nella vita vera di Alan Ball) e da un credibile e in forma Paul Bettany.
Uscito in sordina, forse più estivo che natalizio, Uncle Frank è comunque un bel racconto di accettazione e redenzione che fa bene al cuore scoprire.


Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Nella sua semplicità, mi è piaciuto molto. Anche il finale tarallucci e vino, di questi tempi, fa benone.

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    1. Anche se si inizia con un Natale soleggiato e atipico, è perfetto per questo periodo natalizio. Semplice ed efficace.

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  2. Tre film in uno, ma per fortuna Alan Ball non ha voluto strafare e ha fatto un piccolo film solo. Che poi non è nemmeno tanto piccolo.
    Sì, una distribuzione estiva non avrebbe guastato, però ci sta anche adesso.

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    1. Per un Natale alternativo, tanto sempre di buoni sentimenti si parla.
      Alan Ball lo credevo più prolifico, com'è che gli hanno cancellato tutto negli ultimi anni?

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