Sei George Clooney.
Anzi, sei George.
Basta il nome ormai.
Ti prendi una pausa di 4 anni: sei diventato padre dopo essere stato lo scapolo d'America per decenni, ti vuoi godere il meritato riposo, hai una moglie politicamente impegnata e si parla pure di un tuo eventuale impegno politico.
Però, dopo 4 anni, decidi di tornare.
Al cinema, anche se su Netflix.
Lo fai e lo fai in grande: produttore, regista, protagonista.
E decidi di farlo… con una storia che sa di già visto.
Di già visto tante volte, pure con te, George, protagonista nei panni di un astronauta in pericolo che si sacrifica per il bene di Sandra Bullock.
Questa volta, però, George se ne sta sulla Terra, e non gli va certo meglio: la Terra è ormai inabitabile, il genere umano si è nascosto in rifugi sotterranei, ma c'è ancora una speranza.
C'è quella missione spaziale, che sta per tornare, che ha provato a rendere abitabile la lontana luna di Giove. Li si deve avvertire, li si deve aspettare.
Lo fa George, in una base artica, nonostante un cancro all'ultimo stadio, accompagnando la solitudine con bicchieri d'alcool e l'improvvisa presenza di una bambina, da gestire, da aiutare.
E gli astronauti nello spazio?
Non gli va certo meglio abbandonati dai supporti via Terra come sono: fuori rotta, con gli equilibri interni mantenuti stabili, ma con la nostalgia e l'apprensione verso quello che può essere successo a casa.
Due ambienti, due piani narrativi.
Mettici un terzo se si contano quei brevi flashback che dovrebbero preparare a un colpo di scena piuttosto prevedibile.
Il silenzio del gelo e della disperazione, il silenzio dello spazio profondo e dell'ignoto.
E la speranza, ad animare tutti i protagonisti.
Quel George moribondo ma volitivo, nel suo viaggio impossibile attraverso tempeste di neve, quell'equipaggio che deve vedersela con meteoriti, ferite, nuove rotte e decisioni importanti.
George, barbuto e segnato da una parte, Felicity Jones, David Oyelowo, Kyle Chandler, Tiffany Boone e Demiàn Bichir, dall'altra.
Tutti piuttosto stereotipati nei gesti e nei modi, nonostante una certa ironia, una certa Caroline a spezzare la tensione e ad interrompere la fastidiosa, pomposa e stucchevole colonna sonora di un irriconoscibile Alexandre Desplat che rovina più di una scena ben girata.
Peccato, appunto, che tutto questo sia già stato visto.
Le tragedie nello spazio, gli asteroidi a colpire la nave spaziale, il morto importante e i personaggi scalfiti.
Che è successo, George?
Sei rimasto ai tempi di Gravity e un tuo Gravity, ambientalista, lo hai voluto fare pure tu?
Di non farti la barba, di guidare motoslitte e di farti un goccetto dopo l'altro l'hai pensato come il set ideale dopo la lunga pausa?
Il mondo, caro George, è andato avanti e da certe storie che poco sembrano dire o aggiungere, non si lascia più ammaliare.
Nemmeno da te, nonostante tu sia tu.
George.
Voto: ☕☕½/5
Eppure la bambina, per un po' mi ha fregato.. poi hanno voluto disseminare troppi indizi ;)
RispondiElimina.. invece fa un po' ridere lui che esce dai ghiacci polari in camicetta e una incinta mandata ad aggiustare antenne in mezzo ai meteoriti..
Già, qualche esagerazione di troppo c'è: un malato terminale che sopravvive a quelle temperature, vabbè.
EliminaLa bambina non me la contava giusta essendo in una base artica con un vestitino estivo all'inizio, i "personaggi immaginari" non mi fregano più dopo il tanto utilizzo nelle serie.
Già, l'ho visto anche io, anche se di sicuro le intenzioni erano buone (il messaggio ecologista) il film è un compendio di cose già viste in altri film di fantascienza. Anche se è meno peggio di quel che mi aspettavo dalle varie critiche lette. Ne parlerò anche io a breve comunque, se riesco.
RispondiEliminaIl vero problema è che non è né bellissimo né bruttissimo. Si lascia guardare e dimenticare, senza aggiungere niente al genere.
Eliminanon è certamente un film perfetto, però a me non è dispiaciuto :)
RispondiEliminaCome riempitivo funziona, ma sa di già visto. E in modo migliore.
EliminaNonostante Felicity, potrei farne a meno.
RispondiEliminaPotrei definirlo un Gravity con più personaggi. E non vuole essere un pregio.
EliminaBeh, poteva anche fare un film più inutile e già visto...
RispondiEliminaanche se al momento non mi viene in mente come. :)
Chissà perché puntare proprio su un ritorno così piatto. O c'ha messo così tanto a prepararlo che nel mentre è diventata vecchia anche l'idea.
Elimina..eppoi George la figurona l'aveva già fatta con Suburbicon, anche se là aveva messo praticamente solo il nome .. ahah
RispondiEliminaSai che Suburbicon l'ho quasi del tutto rimosso?
EliminaLo ricordo pochissimo, e so che non mi era dispiaciuto dopo la visione.
George si è rifatto anche con Catch-22, pure lì ci metteva più il nome che la presenza, ma la serie non era affatto male.
Un frullato di tutta la fantascienza apocalittica degli ultimi anni, da The Road a Gravity a Mad Max... con un colpo di scena telefonatissimo e fuori tempo massimo. Più che brutto, inutile.
RispondiEliminaGià, viene da chiedersi perché fare un film simile, soprattutto se sei George.
EliminaOk non è un capolavoro, ma a me è piaciuto dai🤔
RispondiEliminaTutto sommato non posso bocciarlo né criticarlo negativamente, ma mi ha dato poco, se non la sensazione di già visto.
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