Andiamo al Cinema su #IoRestoInSala
Come faccio?
Come rendo appetibile la visione di un documentario romeno che tratta dello scandalo della malasanità romena?
Potrei fare come i "giornalisti" di oggi, quelli che creano allarmismi e mettono paure, un bel titolo acchiappa-click e il gioco è fatto:
Il più bel film dell'anno!
Il miglior documentario mai prodotto!
Una storia che dovete conoscere!
Funziona?
Che a ben guardare, una parte di verità in questo titolo c'è, cosa che mi rende già moralmente più accettabile rispetto alla maggior parte dei titolisti italiani di questi giorni.
Ma siamo onesti, lo so che un documentario romeno che tratta della malasanità romena non è facile da vendere.
Non so nemmeno se bastano le due nomination guadagnate dall'Academy ieri, per il miglior documentario e per il miglior film straniero, alla faccia dell'incomunicabilità e della ricerca estetica di Rosi che no, non funziona per tutti. Di certo non con me.
Ma se il lavoro del giornalista è quello di scavare, di capire, analizzare e trovare la notizia e non solo di urlarla ai quattro venti, di indagare e di portare un sano cambiamento, allora è quello che nel mio piccolo, pur non essendo giornalista, proverò a fare.
Collective parte da un'inchiesta.
Un'indagine da parte dei giornalisti della Gazzetta dello Sport (sì, avete letto bene, della Gazzetta dello Sport) su quanto accade negli ospedali della Romania.
La scintilla la dà l'incendio al club Collectiv nella notte del 30 ottobre 2015.
Muoiono in 27, ma altri 37 giovani muoiono nei giorni, nelle settimane, nei mesi successivi dentro quegli ospedali dichiarati un'eccellenza da parte del governo, in grado di curare e soddisfare tutte le esigenze degli ustionati.
Era una bugia.
Giovani che potevano salvarsi, a cui bastava essere trasferiti all'estero, in reparti più equipaggiati e preparati, sono morti anche per delle banali ustioni.
Come?
Perché?
È quello che Cătălin Tolontan e la sua squadra decidono di appurare.
Trovando testimoni e medici e talpe che non ce la fanno più a sentirsi le mani sporche di sangue, risalendo una lunga catena di corruzioni e bugie che arriva ai vertici del governo, e che ha le sue radici in un disinfettante che non disinfetta.
Diluito così tanto da essere inefficace, utilizzato per rendere sterili sale operatorie e interi ospedali che sono così alla mercé di ogni malattia.
Sì, avete letto bene.
Quello che travolge la Romania anni prima del coronavirus, è un batterio subdolo che poteva essere facilmente fermato se la cupidigia del prossimo avesse avuto un po' di clemenza. Arricchirsi sulla pelle di pazienti facendo arrivare il tasso di mortalità in terapia intensiva al 90%.
Vengono i brividi a pensarci con una pandemia in corso.
A seguire Tolontan e a seguire le tappe di queste scoperte, è il documentarista Alexander Nanau in un lavoro di squadra a cui prende parte anche il Ministro tecnico della Salute incaricato a gestire la patata bollente dopo le dimissioni del ministro precedente, e che capisce che la cooperazione, il registrare e immortalare telefonate e riunioni ha e avrà la sua forza.
Ed infatti, sentire, partecipare, osservare l'indignazione e i tentativi di comunicare e migliorare è un'immensa lezione. Il segno positivo è che il lavoro di Nanau ha l'approvazione e il sostegno del governo.
Ad inserirsi in questa inchiesta dal vivo che ricorda il lavoro di redazioni viste e amate in Spotlight come in Newsroom, è la vicenda personale di Tedy Ursuleanu, sopravvissuta a quell'incendio, con il suo percorso di rinascita attraverso l'arte da quelle cicatrici e menomazioni sempre visibili.
Collective è quindi doloroso e quanto mai necessario non solo per mostrare in che mondo viviamo, i danni della corruzione, il livello a cui può abbassarsi l'essere umano, ma anche per ricordare a tanti giornalisti qual è la loro missione.
Lo sapevo.
Il post ora è troppo lungo.
Mi sono lasciata prendere dalla rabbia, dal dolore, che la visione ha comportato.
Esiste ancora chi legge tutto, chi ascolta consigli che non arrivano stringati sopra qualche foto o GIF?
Se sì, se siete arrivati in fondo o se leggete solo queste righe che metto appositamente in grassetto, il consiglio è lo stesso: cercate, guardate, condividete l'importanza di questo documentario.
Voto: ☕☕☕☕/5
Il film è visibile a noleggio QUI
Il tuo post Non è troppo lungo, ma appassionante. Ora cerco il film, cosa che sono negata a fare se è difficile da trovare. Ma ci provo!
RispondiEliminaGrazie mille!
EliminaQui sopra in fondo al post c'è il link per vederlo (anche se io l'ho fatto tramite il sito del mio cinema di zona, che lo proponeva allo stesso modo). Si paga quasi più del biglietto in sala, ma questa volta ne vale la pena.
Hai ragione, non avevo visto.... 🙄
RispondiEliminaLa sua visione non mi sembra troppo appetibile, ma comunque sempre più delle 4 ore della versione estesa di Justice League. :)
RispondiEliminaVisto al momento giusto, mi sa che mi potrebbe piacere.
Meglio di un film DC qualunque lo è.
EliminaNon ha il ritmo alla Newsroom, ma ha un lavoro di indagine e ricerca degno dei giornalisti di Sorkin.