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25 giugno 2021

The Mauritanian

Andiamo al Cinema su PrimeVideo

Il miglior modo che ha, l'America, per far pace con le sue ferite è attraverso il cinema.
Se schiavitù e razzismo sono cicatrici ancora aperte e che non smettono di darci titoli su cui riflettere e affrontare pagine di storia che non devono essere dimenticate, c'è una storia molto più recente con cui l'America dove iniziare a fare i conti.
Quella di Guantanámo.
Quel campo di detenzione che si è rivelato un campo di tortura, i cui colpevoli, le cui conseguenze, ancora non sono state del tutto individuate.
Ci pensa il cinema, allora.
Ci pensa PrimeVideo.
Che dopo aver distribuito il più tecnico The Report che raccontava di come torture e tecniche di interrogatorio tutt'altro che ortodosse sono state utilizzate e poi censurate, qui decide di puntare sul singolo.
Parlare di una persona, per parlare di un caso.
Una sineddoche.
E la storia di Mohamedou Ould Slahi andava raccontata.


Mauritano, mujahideen ai tempi della Prima Guerra del Golfo, prelevato dal matrimonio di un parente nel 2001 e poi più restituito alla madre.
Passa 14 anni in prigione. 
Ripeto: QUATTORDICI ANNI.
Senza mai essere accusato di niente.
Viene interrogato, viene torturato, viene portato qua e là per l'Europa e l'America, ma un'accusa formale, che lo vorrebbe coinvolto negli ingaggi dei terroristi che hanno poi dirottato gli aerei la mattina dell'11 settembre, non viene mai fatta.
Finché l'amministrazione Bush non ha bisogno di una condanna esemplare, e il suo nome sembra quello su cui puntare.


Persone, si diceva.
Perché in una storia davvero brutta, fatta di assenza di leggi, di dignità, di etica e di morale, i numeri come i tecnicismi possono fare fin là.
Ma parla di una persona e farai breccia nel cuore dello spettatore.
Mohamedou è la persona giusta: lui che l'inglese lo impara grazie al canale scandalistico E!, lui che non sembra perdere il buon umore, lui che si fida poco a poco di Nancy.
E Nancy Hollander è la seconda persona che aiuta a far breccia. Avvocato specializzato nei diritti umani, crede soprattutto che la legge dev'essere davvero uguale per tutti, e anche il presunto attentatore delle Torri Gemelle ha diritto a un processo equo.
Ad assisterla, Teri Duncan, che per la mezza cotta che sembra prendersi per Mohamedou, per il suo credere alla sua innocenza, aiuta ad essere coinvolti.
Infine, Stu Couch, avvocato dell'accusa, militare integerrimo e  proprio per questo capace di ammettere che un caso senza uno straccio di prova non ha fondamento.


Queste le persone coinvolte, ma sono le amministrazioni Bush-Rumsfeld e poi quella Obama-Biden ad essere chiamate in causa, in un doppio finale che fa parecchio male.
Ma soprattutto, un luogo come Guantanámo in cui la giustizia, l'umanità, sono state sospese.
The Mauritanian non calca la mano, mantiene un giusto equilibrio tra persone coinvolte e fatti. 
Le scene di tortura che si temono e ci si aspetta, non fanno il film. Non sono il punto su cui ci si focalizza e su cui si cerca per far clamore.
Il film, lo fanno le persone.
Quelle coinvolte e gli attori che le interpretano, a partire dal camaleontico, anzi serpentesco, Tahar Rahim, passando poi per Jodie Foster che meritatamente si è vinta un Golden Globe, Shailene Woodley e Benedict Cumberbatch.


Senza esagerare, senza scadere nel retorico, nello stucchevole, ma svolgendo il suo compito informativo come un pezzo d'inchiesta solido e secco, The Mauritanian aiuta a far luce su una ferita su cui ancora sarà da scavare.

Voto: ☕/5

4 commenti:

  1. Ispira una certa pesantezza, ma che cast!

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    1. Rispetto alla serie di Jenkins, qui si riesce a stare più in equilibrio, e proprio grazie al cast e a un protagonista che non si abbatte.
      La durata non lo faceva pensare.

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  2. C'è una scena poetica che mi è piaciuta parecchio. Per il resto guardabile, ma non particolarmente memorabile...

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    1. Uhm... quale? Punto sul Natale o su quello che sembra un finale prima delle scritte che mettono ancora più amarezza.

      Non memorabile, ma impegnato senza risultare pesante, e soprattutto necessario per quell'America che dovrebbe imparare certe lezioni.

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