Pagine

26 ottobre 2021

Random Acts of Violence

La Settimana di Halloween

Basta con queste serie TV violente, fermiamole!
I nostri figli crescono con la sete del sangue!
Basta con questa musica metal, boicottiamola!
I nostri figli fanno le stragi!
Basta con questi videogiochi sparattutto!
I nostri figli vogliono uccidere!
Basta con questi fumetti!
I nostri figli ci perdono la testa!

Ah, quanto poco cambia la società dei genitori che vedono la pagliuzza ma non la trave nei loro occhi!
Se Squid Game, serie TV in una piattaforma a pagamento debitamente provvista di parental control, è l'ultimo titolo finito nella Santa Inquisizione delle mammine pancine, un tempo, o meglio, ciclicamente ci finiscono anche i fumetti.


Ci finisce per davvero anche quello di Todd Walkley.
Fumettista pronto a chiudere il suo ciclo sanguinolento di Slasherman, dedicato a un serial killer efferato che per ogni morte truculenta crea un'opera d'arte altrettanto sanguinolenta.
Il problema è che non sa, Todd, come finirlo il suo fumetto.
Parte per un tour promozionale assieme al manager, all'assistente e alla fidanzata, andando in quei luoghi dell'America profonda che lo hanno ispirato.
Perché la storia di Slasherman è vera: macabri omicidi sono avvenuti per quelle strade anni e anni prima, fino a fermarsi del tutto, senza mai trovare un colpevole.
Che Todd ne abbia tratto vantaggio, abbia creato una saga che i critici dichiarano mera violenza gratuita fine a se stessa senza alcun messaggio di fondo, non può che tormentarlo.
E quando l'assassino torna in azione, imitando quanto lui ha inventato nelle sue pagine, il senso di colpa e la paura hanno la meglio.


Una trama così, densa di spunti e di cicatrici, sembra ben interessante.
Anche perché a sua volta tratta dal fumetto omonimo di  Jimmy Palmiotti e Justin Gray.
Il fatto che dietro la macchina da presa (ma anche davanti, in un ruolo marginale) ci sia il buon Jay Baruchel a cui grazie al meraviglioso Man Seeking Woman si vuole un gran bene, ha spinto alla visione.
Peccato che Baruchel abbia scelto il resto del cast più per la bella presenza che per la capacità espressiva, con Jesse Williams reduce da Grey's Anatomy poco credibile come fumettista, la fidanzata Jordana Brewster lampadata fin troppo e una giovane Niamh Wilson sprecata e presto sacrificata.
Ma si vede che Baruchel voleva concentrarsi su altro.
Sul macabro che questo film ha, con scene raccapriccianti, slasher, tra sangue finto a non finire, decapitazioni e macellazioni che sono pane per i denti di chi il genere lo apprezza.


Io, che cerco di essere meno fifona per due settimane l'anno, qui non ho avuto alcun problema di venir spaventata, d'inorridire quello sì.
Pur sentendo il divertimento di certe messe in scena, di una scenografia quanto mai brutale e tracotante che ha chiaramente assorbito gran parte del budget di un filmettino di serie B, che vorrebbe diventare cult ma condensato com'è, mal recitato com'è, non ci riesce.

Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. A me non era dispiaciuto, e onestamente Jesse Williams mi ha fatto venire voglia di vedere Grey's Anatomy XDXD
    Scherzi a parte, è un film che vuole essere un po' troppe cose, ma è sicuramente meno superficiale del fumetto da cui è tratto, che è di una faciloneria imbarazzante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Jesse Williams è il motivo per cui con piacere qualche replica di Grey's Anatomy me la sono sorbita ;) ma nei panni del fumettista tormentato non mi ha proprio convinto... Sul fumetto mi fido, diciamo che qui gli elementi per diventare cult c'erano ma se li gioca male, restando un film guardabile.

      Elimina
  2. Jay Baruchel in versione anche regista?
    Sono incuriosito!
    Quasi quasi lo cerco...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è idolesco come l'indimenticabile Man Seeking Woman, ma slasher a livelli assurdi che a certi palati gusterà più che a me.

      Elimina