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11 maggio 2022

Mean Girls

#LaPromessa2022

È mercoledì e vado sul classico.

Il mercoledì ci vestiamo di rosa!

E che classico mi sono vista!
Aveva ragione il Cannibale, che il titolo lo ha proposto per la mia Promessa: se non ricordavo di averlo visto, ovviamente non lo avevo visto.
Impossibile dimenticarlo, impossibile non citarlo a ruota libera.
Che mi era successo, quindi, nel 2004, anno in cui il fenomeno Lindsay Lohan spopolava e questo film diventava un cult?
Forse ero già troppo snob per perdermi in certi fenomeni pop che poi avrei rimpianto, forse avevo perso la serata con le amiche in cui lo si vedeva, evitato chissà come le repliche in TV?
Chi lo sa.


Sta di fatto che di Mean Girls conoscevo il canovaccio (ragazza per bene che cambia per farsi accettare dalle più popolari della scuola) senza sapere che c'era altro.
Che non era un altro classico film americano e adolescenziale sul trasformismo in cui conta poco come sei fuori se dentro resti la stessa (vedi Kiss Me), ma dentro c'era un folle studio socio-antropologico sulle scuole con tanto di parallelismi con gli animali dalla Savana che gli anni in Africa di Cady (si legge come Katie) portano a fare.
Il tutto, scritto da Tina Fey che forte delle collaborazioni con il Saturday Night Live, rimaneggia il manuale di Rosalind Wiseman Queen Bees and Wannabes e se ne esce con una sceneggiatura che non sbava e che non cede, con i tempi comici e le trovate esilaranti, concedendo pure il classico lieto fine al ballo studentesco.
L'amicizia e l'influenza con Amy Poehler (qui camuffata come madre giovanile) si sente anche in quel Moxie di cui è regista che mostra la ribellione punk e femminista ai giorni nostri, spingendo sempre sui tormentati anni scolastici.


Ma la domanda è:
Come avevo fatto a perdermi le Plastic, la reginetta perfida Rachel McAdams, la svampitissima Amanda Seyfried e la ciarliera Lacey Chabert, come avevo fatto a non volere degli amici come Lizzy Caplan e Daniel Franzese e un'insegnante come Tina Fey?
Certo, a voler puntare il dito sui difetti, qualcuno meglio di Jonathan Bennett come cotta generale nel film lo si poteva trovare, di certo, resta il meno fortunato di un cast che di strada -buona o brutta che sia- ne ha fatta parecchia.


Visto a distanza di quasi vent'anni, Mean Girls mantiene la freschezza che cloni su cloni al cinema come in TV non ha scalfito.
Merito di una protagonista come la Lohan di cui è impossibile non innamorarsi e che lontana dai ruoli Disney, ancora ignara del futuro caotico con la giustizia, è perfetta nel ruolo della ragazza spaesata facilmente influenzabile che passa dall'amore per la matematica alle peggiori word vomit.


In mezzo ai grandi classici, alle lacune importanti da riempire, non mi vergogno di poter mettere anche la visione di questo cult, che anche senza superpoteri e strani mostri mi ha fatto tornare ai primi tempi di Sunnydale, a quelle scuole americane che sembrano sempre un sogno e un incubo.
Ah, questi sono i classici che fa bene concedersi!
Anche perché, diciamolo, non li fanno più i film per adolescenti come una volta.
O forse, siamo così vecchi da potersene uscire con una frase così da vecchi.

4 commenti:

  1. E che recupero! Brillantissimo, e invecchia da paura. Da anni non mi imbatto in una commedia scritta così. Mi viene in mente soltanto Easy A, con una sconosciuta e esilarante Emma Stone, che può gareggiarci a testa alta.

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    1. Ecco un altro titolo che dovrei recuperare da tempo! Di queste commedie leggere e che reggono gli anni che hanno ho un gran bisogno.

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  2. Ottimo, felice che ti sia piaciuto!
    D'altra parte, bisogna essere proprio delle Mean Girls per non apprezzarlo. XD

    Sono felice anche che abbia retto il passare del tempo, visto che ridendo e scherzando e citando le espressioni cult (cosa che ora potrai fare anche tu) sono passati già quasi 20 anni.

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    1. Grazie ancora per avermi fatto colmare questa grossissima lacuna!
      Vorrei già rivederlo, capisco l'effetto che fa anche a 20 anni di distanza :)

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