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27 giugno 2022

Il Lunedì Leggo - La Fame Che Abbiamo di D. Eggers

A Dave Eggers devo delle scuse.
Non per quella sua opera struggente di formidabile genio che qualche anno fa mi ha colpito e affondato, rendendolo finalmente un autore di cui sentivo di dover recuperare tutto.
Ma proprio perché lo scorso anno, nel cercare di recuperare altro, l'ho mollato lì.
Ho iniziato un suo romanzo, me lo sono portata a Venezia, ma tra un film e l'altro, tra un vaporetto e l'altro e un treno e l'altro, non riuscivo ad ingranare.
Provavo anzi un leggero fastidio per i protagonisti che ritenevo irrispettosi, per una lungo viaggio che urtava i nervi del mio essere una pianificatrice organizzata.
Non era il momento, e cosa che mi capita assai di raro, ho deciso di tenere il romanzo lì, con il segnalibro fisso, e di farlo decantare.
Ora, gli chiedo scusa, e lo faccio cercando di ricucire il rapporto attraverso una raccolta di racconti.


Brevi e brevissime, altre più corpose, le 15 storie che compongo questa raccolta sono un modo per tornare a sentire la sua voce, per riconnettermi alla sua scrittura creativa che è fonte di ispirazione.
C'è del genio anche qui, nel suo piccolo.
Anche se ci sono molti appunti, molti esercizi, molte storie che inquadrano momenti e di cui ovviamente, da poco avvezza ai racconti, avrei voluto di più.
Ma come sempre sono le storie a largo respiro che danno il meglio.

Tra una scalata del Kilimangiaro che fa tornare la sete di montagna e riporta ai fasti de La Vetta degli Dei (sì, continuerò a sponsorizzarlo e consigliarlo), al viaggio in Scozia di un eterno innamorato spiato dalla Luna, fino a ritrovare, quasi come un segno, quasi come un caso, uno di quei protagonisti irrispettosi di prima, che ora abita in Sud America e che ingaggia una storia d'amore, ben studiata, ben calibrata, con quella che è una migliore amica d'infanzia. A narrarlo, però, è lei, con una voce femminile consapevole di ciò che vuole.

Inutile dirlo, a spezzarmi il cuore è però la storia di un uomo, malato, che decide di non voler morire da solo.
Spendendo le sue energie per riuscire a mettere in piedi un grande spettacolo per la sua morte, che non sia melenso, che non sia di cattivo gusto, in una preparazione di un addio che si rivede in quelli che sono veri e proprio appunti per costruire questa storia, e che alla fine sono la storia in sé.
Scrittura creativa, si diceva, quella che alla fine mi esalta e mi fa provare una sana invidia.
Scrittura creativa americana, soprattutto, a cui mi piace tornare.
Scusami Dave, resti uno struggente e formidabile genio, e prometto che non ti mollerò più sul comodino.

2 commenti:

  1. Ho letto tutto il post pensando a Robert Eggers. Poi ho capito. X--D

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    1. Ahahah! Che io sappia Robert non ha ancora scritto niente, ma Dave è un gran leggere!

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