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22 agosto 2022

Il Lunedì Leggo - IT di Stephen King

Questa estate sono stata in vacanza a Derry.
Potevo essere a Berlino, come a spasso per il Belgio, ma il mio cuore rimaneva lì, nel Maine.
A seguire le avventure, a leggere degli incubi, del Club dei Perdenti.
Una promessa che avevo fatto a me stessa dopo aver amato IT - Capitolo Uno, e una promessa che avevo fatto ai tanti che avevano assicurato che su carta, era ancora meglio.
Una frase fatta, ma quanto mai vera.
Più spaventoso?
Anche.
Pur sapendo già troppo della trama e dei suoi sviluppi, ho ritrovato Georgie con la sua barchetta, ma ho sentito tutti i suoi timori, verso una cantina buia, verso una voce e degli occhi arancioni che brillano sul fondo di un tombino.
E ho sentito il dolore di Bill, attanagliato dalla sua balbuzie, le paturnie di Ben per il suo corpo, la sua timidezza, ma la sua intelligenza, l'amore che scocca per Bev, la ragazza coraggiosa con cui identificarsi, consapevole del suo potere.


Il mio cuore, però, non ha cambiato idea rispetto al film: ha continuato a battere per quell'ipocondriaco di Eddie, a lui guardavo, per lui tremavo, fino a piangere calde lacrime per il suo sacrificio. Certo, Mike è il saggio che tutto tiene in ordine, e Richie con la sua boccaccia mi ha strappato risate e sospiri distensivi in mezzo all'ansia. Ma Eddie dal braccio spezzato e dal fiato corto, dall'orientamento impeccabile, ha la meglio.
E così, ho macinato pagine su pagine, capitoli su capitoli, dimenticando parte del film, accogliendo le modifiche e i tagli che Muschietti ha apportato, liberando la mente e leggendo di un'estate che segna la fine dell'infanzia e la nascita di un'amicizia profonda che verrà poi dimenticata, e il suo ritorno che coglie impreparati e con grosse lacune. E quanto ho preferito questa versione originale con passato e presente che si fondono, fino a diventare quasi un tutt'uno nello scontro finale sotto Derry, tra le fogne maleodoranti nel 1958 come nel 1985.


La vera paura, a sorpresa, non è arrivata da It e dalle sue mille forme, non dal ragno finale o dai più terrorizzanti morti affogati (se proprio devo sceglierne una). A farmi paura, a terrorizzarmi, era la cattiveria del bullo Henry, il suo palesarsi a inseguire uno dei perdenti, il suo essere via via sempre più fuori controllo e instabile, con la sua carica di realtà a renderlo più temibile di un pagliaccio da sconfiggere a suon di risate e barzellette.
E se devo scegliere i brividi più forti, restano lì, in casa Marsh.
In quel bagno sanguinante e in quella vecchia dai modi gentili che si trasforma.
Una Bev consapevole del suo potere e della sua bellezza, con quelle scene di sesso giustamente tagliate dal film che mi hanno lasciato piuttosto di stucco.
Per amicizia, per sopravvivere, la forza va cercata anche così. 
Sembra.
Mi fido di Stephen, così come ammetto che, in quel mondo oltre, nei confini con l'universo, mi sono persa un po', tra una tartaruga osservatrice e una presenza che guida e tifa. Ma sono i limiti di una metafisica che non mi appartiene, non tanto quanto credere a presenze maligne che infestano una città intera.


Una città che con il suo essere di campagna e campagnola, mi ha riportato ancora una volta alla mia infanzia.
Non i Barren ma il Brenta, non le fogne ma le roste, le case abbandonate senza spiriti maligni, le corse in bici fino a non avere fiato. E quelle amicizie speciali che formano e che cambiano un'estate.
Un viaggio nel tempo ancora più speciale perché universale, visto quanto dista il Maine da Marostica.
La parte storica di Derry, le lunghe ricerche di Mike che vanno fino agli albori della colonizzazione d'America, sono quei tasselli che l'annunciata serie TV andrà ad indagare e già so che sarò in prima linea per tornare in vacanza lì dove è pericoloso e poco ospitale, dove si rischia la vita. 
Ma è pur sempre lì dove crescono le amicizie migliori, anche quando vengono dimenticate, lì che nascono i primi batticuori, lì che andare su uno skateboard, o a bordo di Silver, non fa paura.
Una città vissuta a misura di bambino e di ricordi, con gli adulti che voltano le spalle e chiudono gli occhi, parte di un incantesimo che si spezzerà spezzando Derry stessa.
Che viaggio è stato!
Che amici mi sono fatta, che avventure che ho vissuto.
Grazie Stephen.

2 commenti:

  1. Anche io quest'anno sono tornata a Derry. Per la... boh, ormai ho perso il conto ma probabilmente per la ventesima volta. E ogni volta mi perdo, in quel passato che sento un po' mio, quella bella infanzia (anche nel terrore) che non tornerà più e che purtroppo i nostri figli e nipoti non potranno mai conoscere, perché ormai anche l'infanzia è cambiata.
    Eeee no. Non cercare giustificazioni per il sesso nelle fogne. Era probabilmente la droga.

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  2. Anche io dopo aver visto It - Capitolo uno ero tentato di recuperare il libro.
    Ma It - Capitolo due mi ha fatto cambiare idea... :D

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