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5 settembre 2022

Venezia 79 - The Banshees of Inisherin

In un'isola irlandese poco popolosa sono poche le cose da fare mentre infuria la guerra civile. 
Andare al pub con il proprio migliore amico è una di queste. 
Ma se quell'amico, da un giorno all'altro, decide di tagliare i ponti, tutto crolla. 
Pandraic non capisce, chiede spiegazioni, testardo e lento nei ragionamenti non ci sta. Lamentandosi in continuazione, anche con lo scemo del villaggio. 
Ma chiede silenzio, Colm, silenzio per comporre una sua canzone, che possa rimanere e lasciare testimonianza della sua vita. 
Se il silenzio non lo ottiene, si taglierà un dito, uno per volta, ogni volta che Pandraic lo disturberà.


Siamo in un film di Martin McDonagh, e quindi la sceneggiatura è impeccabile. 
Fatta di continui equivoci, di battute fulminanti, di ironia a spezzare i silenzi di due personaggi burberi e testardi.
Facile ritrovarci i due beniamini del regista, un Colin Farrell splendido con il suo miniasino, e il più solitario Brendan Gleeson, con il valore e la coscienza detenuto da una sorella che in quell'isola sta ovviamente troppo stretta.

Basta poco, per sentirsi a casa in sentieri sterrati e pub polverosi, con il villaggio intero ad interessarsi alla disputa e alle minacce.
E poco a poco, io dubbio si insinua anche in Colm: può bastare una gentilezza per farsi ricordare? 
Di certo, basta un altro grande film. 

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