Pagine

2 dicembre 2022

Bros.

Andiamo al Cinema

Lui, Bobby, è un attivista dalla parlantina esagerata, che di innamorarsi non ha voglia, fedele solo al suo gruppo di amici che è la sua famiglia, con cui lamentarsi di tutto e tutti.
Lui, Aaron, è un avvocato dalla vita grigia ma dal fisico perfetto, che di innamorarsi non ha voglia, che finisce spesso e volentieri per fare il terzo "comodo" per altre coppie.
Aaron e Bobby si conoscono in discoteca, si scrutano, flirtano e anche se così diversi -intellettualmente preparato uno, fisicato l'altro- nasce qualcosa. Qualcosa che, nonostante i giorni, le settimane, le feste e le cene che passano, a fatica riconoscono come amore.
Ma, si sa, siamo in una commedia romantica, e gli ostacoli stanno tutti dentro i caratteri difficili di questi protagonisti, che non si lasciano andare, o si lasciano andare troppo, in un tour natalizio a tema LGBTQ+ per New York per dire, provocando la crisi, il tradimento, la prima rottura.
Ma, si sa, siamo in una commedia romantica, e gli ostacoli servono per unire e rafforzare un rapporto, mentre sullo sfondo un museo a tema LGBTQ+ deve essere creato e inaugurato.


Presentato come la prima commedia romantica gay e con un cast apertamente dichiarato prodotto da una major, Bros. arriva in realtà dopo Fire Island e dopo Love, Simon se dobbiamo fare i precisini, dimostrando però come qualcosa stia finalmente cambiando al cinema, ora capace di investire in storie che mostrano l'amore in tutte le sue sfumature.
Bros. resta così una commedia romantica che rispettando i canoni del genere, punta soprattutto su Billy Eichner, che il film lo ha pure scritto e prodotto, e sull'impegno che mette nel parlare della lotta per i diritti, le discriminazioni subite, ma anche i vari aspetti di una comunità ovviamente varia e colorata.
Ma unita.


I momenti comici non possono mancare, e trovarmi la beniamina Debra Messing nei panni di se stessa, non può che aumentare il mio entusiasmo.
Ma nonostante l'impegno, nonostante una commozione finale con tanto di lacrimuccia, c'è da ammettere che Bros. non riesce a reggere a dovere tutti i 115 minuti di durata, perdendo così di ritmo, tra pause e siparietti di troppo.


Sforbiciato a dovere, ricompattato, la commedia romantica che sbeffeggia le altre commedie romantiche etero (comprese quelle natalizie) e non disdegna momenti calienti, sarebbe stata perfetta.
Accontentiamoci, almeno per questa volta, di un'imperfezione romanticamente leggera, ma impegnata.

Voto: ☕☕½/5

3 commenti:

  1. Poteva davvero essere una bella commedia, solida, piacevole, magari da rivedere negli anni, ed invece sfiora la noia. Peccato

    RispondiElimina
  2. Quante cose mi mancano, quante. Due risate con questo le farò volentieri!

    RispondiElimina
  3. Non ho capito bene perché hanno cercato di venderla come la prima romcom gay di una major della storia, visto che qualche precedente c'era già, ma pazienza... :)
    Considerando che le romcom e ancor più le romcom che si prendono gioco degli stereotipi delle romcom sono tra i miei guilty pleasure preferiti, mi sa che un'occhiata gliela darò.

    RispondiElimina