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6 dicembre 2022

Partiamo dalle Start-Up: The Dropout - WeCrashed - Super Pumped - The Playlist

Mondo Serial

Ah, il dorato mondo delle start-up!
Grandi idee per grandi menti, pronte a cambiare il mondo.
Nella realtà: grandi idee, difficili da mettere in pratica in modo legale, e grandi menti non in grado di sostenere la pressione e la successiva bolla dorata in cui finiscono, trasformandosi in pessime persone su cui investire.

Le serie Tv quest'anno sembrano aver trovato un nuovo filone d'oro, andando a raccontare storie freschissime di grandi imprese non sempre finite bene:


The Dropout 


La Start-Up: Theranos, ovvero la possibilità di avere con una sola goccia di sangue il check-up della propria salute.
Una rivoluzione medica su cui in molti hanno scommesso.

Il Creatore: Elizabeth Holmes, brillante studentessa e destinata a grandi cose fin dall'infanzia, nella realtà molto diversa dalle ragazze delle sua età alla ricerca della giusta idea per diventare milionaria.


Gli Aiutanti: l'investitore, procacciatore di finanziamenti e infine pure amante Sunny Balwani. E poi, ovviamente, tutti quelli che decidono di scommettere su un'idea alla base perfetta ma che nella pratica impossibile da realizzare anche rubando, truffando, mentendo spudoratamente.

Gli Interpreti: un'incredibile Amanda Seyfried che rende bene i tic e la strana parlata di Holmes, Naveen Andrews che resta sempre inquietante anche fuori dall'Isola, e poi ci sono Dylan Minnette, Sam Waterstone e William H. Macy a comparire in piccoli ma cruciali ruoli.

La Serie: che arriva prima della sentenza definitiva ai danni di Holmes emessa giusto un paio di settimane fa, racconta in modo lineare la solita ascesa, la solita caduta, di un'impresa. Puntando sì su un personaggio controverso dalle mire megalomani, ma anche contro un sistema d'azzardo nella Silicon Valley che sta mostrando tutti i suoi limiti quando in gioco ci sono milioni e reputazioni.

Funziona? Sì, più seriosa delle altre, più impostata pure nel trasformismo, rende chiaro il suo messaggio di denuncia di un sistema malato e fuori controllo.

Voto ☕☕½/5


WeCrashed
 


La Start-Up: WeWork, ovvero la rivoluzione dell'ambiente del lavoro.
Basta uffici asettici, basta sale riunioni costose, qui abbiamo uffici da affittare o postazioni libere attorno a cui si costruisce una filosofia di vita e di condivisione volte alla creatività e all'affiliazione.

Il Creatore: Adam Neumann, propositivo creatore di idee, capace di venderle anche, ma bisognoso di denaro e di aiuto. Che arriverà, portando però il suo ego a crescere a dismisura, a comprare metri quadri su metri quadri a New York e nel mondo, e a non sapere come gestire davvero gli investimenti fatti, se i conti alla fine non tornano.


Gli Aiutanti: Miguel McKelvey, che WeWork lo crea davvero, passando notti insonni a rivedere spazi e metrature, e i soliti finanziatori boccaloni, tra cui spicca Anthony Edwards, che dopo essere stato fregato da Anna Delvey ci ricasca.
Ma soprattutto, Rebekah, cugina di Gwyneth Paltrow nonché moglie di Adam, alla ricerca del suo lavoro che sarà quello di musa e guru, qualunque cosa voglia dire.

Gli Interpreti: il solito trasformista Jared Leto, la solita impressionante Anne Hathaway, anche se i due si calano fin troppo nei panni eccentrici di eccentrici milionari dalle tasche bucate e a vedere le interviste dei veri personaggi, voci e modi sono ben diversi.

La Serie: rende bene il mondo dorato e completamente staccato dalla realtà in cui i milionari pensano di vivere, anche quando i milioni che spendono non sono i loro.
Mostra le difficoltà inziali, le controversie e l'inevitabile caduta di una start-up senza fondi e senza soprattutto la base finanziaria per rimanere a galla facendo della sua caduta uno spettacolo di cui godere con i popcorn alla mano.

Funziona? Sì, come tutte le cadute di chi si crede grande, è uno spettacolo da gustare.
Anche se si eccede, si esagera, si fa di Katy Perry l'inno che non ti aspetti da un filosofo della vita...

Voto ☕☕½/5


Super Pumped



La Start-Up: Uber, ovvero la rivoluzione nel mondo del trasporto che ha reso ogni proprietario di un auto un possibile lavoratore, ogni auto un possibile mezzo di trasporto immediato e disponibile.

Il Creatore: Travis Kalanick, inizialmente timido ottimizzatore di idee altrui, poi sempre più agguerrito capo di un'azienda che non accetta di essere sconfitta, di stare alle regole, di dover supplicare per finanziamenti.


Gli Aiutanti: I finanziatori, ovviamente, tra cui Bill Gurley, che investe e pretende di poter dire la sua all'interno dell'azienda dove vengono assunti solo degli stronzi che, va da sé, da stronzi si comportano.
Non stupisce quindi che la percentuale di impiegate femminili sia bassissima dentro Uber, creando un ambiente decisamente tossico.

Gli Interpreti: il buon Joseph Gordon-Levitt riesce ad essere uno stronzo poco sopportabile che mente sapendo di mentire. Al suo fianco, il solito solido Kyle Chandler e il compagno di merende Babak Tafti.
Ma i nomi che attirano sono anche quelli di una trasformista Uma Thurman e lui, sì, proprio il signor Quentin Tarantino, in veste di narratore ufficiale.

La Serie: la voice over di Tarantino ci guida nella giungla della creazione e delle guerre che Uber deve sostenere contro i taxisti, contro i sindaci inviperiti, contro app rivali.
Rendendo più pop e più frizzante il racconto che nella discesa verso il credersi un Dio in Terra (nella realtà: rivelarsi l'ennesimo megalomane incapace di gestire il successo) ha poco di diverso rispetto agli altri creatori di app.

Funziona? Sì, nonostante il senso di già visto, aspetti torbidi che passano quasi sotto silenzio, Super Pumped ha una sua personalità che la rende godibile.
Potrebbe parlare anche la fangirl di JGL che è in me, però, capace di apprezzarlo anche in vesti poco simpatiche.
Aiuta anche una colonna sonora molto stilosa composta da gran pezzi dei Pearl Jam.

Voto ☕☕½/5


The Playlist



La Start-Up: Spotify, ovvero l'accesso legale a un archivio musicale potenzialmente infinito che ha rivoluzionato il modo di ascoltare e usufruire della musica.

Il Creatore: Daniel Ek, brillante programmatore svedese capace di creare e vendere la sua prima società a soli 22 anni guadagnandoci 10 milioni da reinvestire nella creazione che cambierà il mercato musicale internazionale.


Gli Aiutanti: un finanziatore dai modi poco ortodossi e entusiasta della vita, un programmatore molto più geniale di Ek, un produttore musicale che tra dinosauri del settore è deciso ad abbracciare il cambiamento pur di non finire in bancarotta per la pirateria, un'avvocatessa che i diritti di licenza li conosce bene.

Gli Interpreti: si tratta di attori svedesi che poco si conoscono, Edvin Endre, Ulf Stenberg, Joel Lützow, Christian Hillborg, con la sola Gizem Erdogan a risultare un volto noto già incontrato in Love & Anarchy.

La Serie: decide di raccontare genesi, creazione e evoluzione dell'app, dalle iniziali difficoltà burocratiche, con le case discografiche a non credere al progetto e poi un balzo in avanti, fino al 2025, a mostrare come il grande cambiamento e i grandi ideali nel voler proteggere gli artisti, non siano poi così veritieri se i soldi guadagnati da ascolti e streaming risultano poca cosa rispetto al guadagno di chi l'app l'ha creata.

Funziona? Sì.
L'idea di dividere la serie in 6 punti di vista, uno ad ogni episodio, rende più intrigante la visione soprattutto per come la nuova voce si presenta andando a sbugiardare quella precedente.
Un po' di confusione avviene quando si passa dai difficili anni di preparazione dell'app a quelli del successo con sguardo sul futuro, ma l'intento e la ricostruzione restano chiare e precise.

Voto ☕☕/5

2 commenti:

  1. Playlist vista e piaciuta. Mi sa che vedrò anche le altre perché il genere mi piace molto

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  2. Queste storie vere di start-up sono state tra i miei passatempi televisivi preferiti quest'anno. :)
    Mi manca solo Super Pumped, le altre tre mi sono piaciute decisamente!

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