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18 febbraio 2023

Broker

Andiamo al Cinema

A Hirokazu Kore'eda piace cambiare.
Piace spostarsi, almeno geograficamente.
Ma resta sempre legato a sé stesso, ancorato a un tema universale che tanto può essere declinato come sono le famiglie.
Quelle che non ti scegli, ultimamente.
Quelle che si formano al di là dei legami di sangue, che aiutano a crescere, prendere coscienza di sé.
Dopo essere passato per la Francia ed essere tornato in patria per un Giappone più tradizionale, ora approda in Corea del Sud.
Dove i bambini vengono abbandonati, dove diventano un business.


Ma che fare se una madre torna indietro e rivuole suo figlio?
Che fare se la polizia è alle calcagna di questi trafficanti di esseri umani e vuole arrestarli?
Inizia così un road movie dove un piccolo non voluto da una madre ferita, riunisce attorno a sé più orfani, più genitori mancati, permettendo loro di guardarsi dentro, di cercare risposte e di prendere una decisione.
Ad osservarli a distanza, una coppia di poliziotte pronte a tutto che tirano i fili con la malavita. Quella vera.


È una storia che parte piano, che mostra lunghi appostamenti e tante indecisioni, avvicinamenti e scambi di questa famiglia atipica che vorrebbe essersi formata prima. Conosciuta prima.
Prima dei tanti errori fatti che vanno pagati, per salvarsi.
Prima di capire che non si è dei criminali senza scrupoli.
Anzi.


I tocchi genuini e umani sono quelli che pure io ho imparato a riconoscere e che rendono così pieni di calore i film di Kore'eda.
Fatti di piccole frasi, di gesti o di sguardi che rendono speciale un personaggio, una scena.
Forse per l'ambientazione e le risoluzioni è meno incisivo e meno poetico, ma questi broker dal cuore d'oro riescono comunque a conquistare.

Voto: ☕☕☕/5

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