Mondo Serial
Makanai:
la cuoca che cucina i pasti in una okiya
Okiya:
sono così chiamate, a Kyōto, le residenze nelle quali vengono addestrate e ospitate le giovani maiko
Maiko:
apprendista geisha
Geisha:
Ragazza colta e raffinata, addetta a intrattenere gli ospiti di una casa da tè
Sembra un Giappone sospeso nel tempo, quello che Hirokazu Kore'eda ci mostra.
E quello che Kiyo e Sumire sognano.
Giovani ragazze che decidono di trasferirsi a Kyōto, anche contro il volere della famiglia, di abbandonare il liceo, e di entrare in una Okiya, per cui dovranno studiare canti e recitazione, in cui dovranno vivere osservando e servendo le maiko che lì abitano.
Un sogno che le due coltivano da tempo, rimaste affascinate dalla bellezza di Momoko, che diventa ora la loro maestra.
La maiko da osservare, aiutare, accompagnare nelle sue uscite.
Ma come ogni mondo ancorato alle tradizioni, è un mondo in cui non mancano i problemi.
Loro, giovani volenterose, cercano lì il loro posto nel mondo, ma che succede quando Kiyo capisce di non avere la grazia, la pazienza, di non essere portata per essere una maiko?
Per sua fortuna, scopre la cucina.
I piatti che assieme alla nonna preparava, diventano una delizia per le giovani della casa stanche dei take away e a Kiyo viene così offerto il posto di Makanai, portando sulle sue esili spalle e dentro il suo ingombrante zaino, la spesa quotidiana, la preparazione dei pranzi, degli spuntini.
Un passo indietro?
No, perché la passione che Kiyo ci mette, la cura nei dettagli e la dedizione fanno capire a lei come alle madri della casa che il suo posto nel mondo l'ha trovato, dietro fornelli in cui sperimentare, in cui conoscere nuovi ingredienti.
In cui prendersi cura prima di tutto di Sumire, un'amica che è quasi una sorella, dal cuore rotto ma dal fascino classico.
Non è l'unico dissidio interno che nella casa - si consuma, fra vecchi amori e nuove proposte in cui giovani Maiko vengono tentate ad abbandonare il loro mondo, per abbracciare uno sposo, la gioventù, un amore che chissà se è quello vero.
In un continuo confrontarsi con se stesse, i loro desideri.
Dando così spazio a personaggi sfaccettati di ogni età, osservandoli nei loro dubbi.
Immersi in questa atemporalità, in questi piatti tipici, ci si sente come attorno ad un focolare in cui scambiarsi storie e pettegolezzi, in cui fare il tifo per debutti e lotterie vincenti, in racconti che scaldano il cuore nella loro genuinità.
Il merito è sì di protagoniste che danno onore a una professione e a un sogno, qualunque esso sia, ma sta soprattutto in Kore'eda che instancabile regista mostra una parte del suo Giappone dove le tradizioni non hanno ceduto il passo alla modernità, in cui la femminilità è una forza.
E ancora una volta, dove la famiglia non è fatta di parentele di sangue, ma si forma, si costruisce e si trova per affinità. Non a caso, si forma attorno ad un tavolo, a dei fornelli sempre accesi, in cui ogni piatto ha una sua importanza.
Un suo respiro.
Riuscendo ad unire personaggi silenziosi e misteriosi, a curare piccole ferite di cuore, a conquistare anche la più diffidente delle maiko.
Nel modo in cui i piatti accompagnano la storia e nel modo in cui ci viene mostrata la loro preparazione, il pensiero corre a Midnight Diner, altra piccola serie Netflix tratta da una serie di fumetti in pubblicazione da Bao, che mi aveva incantato.
Il Giappone continua ad esercitare il suo fascino, a invitarci a scoprirlo.
E quando lo fa con queste storie senza tempo e deliziose, il richiamo è ancora più forte.
Aspettami, prima o poi arrivo.
Promesso.
Voto: ☕☕☕½/5
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