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8 luglio 2023

Shakespeare a Colazione

#LaPromessa2023

Come lo spieghi al mondo intero che un film considerato di culto lo hai trovato al limite del sopportabile?
Come confessi che hai dovuto riguardarlo due volte, perché al primo tentativo sei finita addormentata con un mal di testa rintronante e con il giovine che non si è voluto prestare a porgere un'altra guancia serata? E che le cose non sono migliorate alla seconda visione, con i due personaggi, le loro urla, i loro modi, la loro propensione a combinarne di ogni, siano arrivati a toccare nervi scoperti?
Lo dico e lo confesso così, in queste prime righe che demoliscono un piccolo film uscito nel 1987 e che si è poco a poco guadagnato il titolo di film cult inglese fuori dai suoi confini, travolgendo regista e attori di un amore e di una serie di citazione da urlare loro in strada.


Parte tutto da una novella di Bruce Robinson stesso, che racconta i suoi anni di aspirante attore, in attesa del copione giusto, del giusto provino.
Questo sono i due protagonisti: disoccupati e sfaccendati, coinquilini che vivono nel caos e soprattutto nella dipendenza. Dall'alcool e probabilmente anche dalle droghe.
Nel gelo del loro misero appartamento, con i soldi che stanno per finire e lo sporco che li attacca, decidono di sfruttare lo zio di Withnail per una fuga in campagna, dove respirare aria pulita. Ovviamente, andrà in modo diverso, con il fango, la pioggia, la mancanza di cibo, di alcool, di vicini gentili, a rendere un Paradiso un Inferno. E con la visita inaspettata dello zio di cui sopra a complicare ulteriormente il quadro, viste le avances e gli approcci viscidi che tenta con… & I? 


Sì, perché il titolo originale Withnail & I non lascia spazio al nome del coinquilino del cinico, snob, eccentrico Withnail. È lui al centro dell'attenzione, lui che sta sempre sopra un palcoscenico, che rovina o risolve le questioni. Il personaggio di Paul McGann si limita a cercare tra un urlo e l'altro, fra una crisi isterica e l'altra, di tenere il controllo e di non ammattire più del dovuto.
Quindi sì, Richard E. Grant è perfetto per la parte e proprio tramite i viaggi su Wikipedia che spesso mi concedo, sono finita a scoprire questo film culto che culto non posso ritenere, partendo dal presto dimenticato e in realtà molto più meritevole Copia Originale.


Ma torniamo a Bruce Robinson, al suo film fatto in economia, dichiarando alla troupe intera di essere alla sua prima esperienza e quindi bisognoso di aiuto, e che ha basato il personaggio del viscido zio Monty sulla sua esperienza sul set di Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli.
Per noi degli anni '90 impossibile non pensare a Trainspotting e a quegli scalmanati di Mark & Co., anche se il ritmo, le dipendenze, sono diverse.
Con la musica a fare la differenza, permettendosi per ultimi le musiche di Jimmy Hendrix da qui in poi ritirate dalla famiglia per non essere associate alla droga, e quelle dei Beatles fra i pochi, vista la presenza di George Harrison fra i produttori.


Le urla e le esagerazioni tra sporcizia, noncuranza e dissipamento di energie e risorse faticano a conquistare la nostra simpatia.
Ci pensano le situazioni, quello sì, i dialoghi in cui frasi ad effetto lasciano il segno.
E un finale, amaro ma il più giusto possibile, in cui le strade di due amici che amici faticano a esserlo, si dividono.
Non ci fossi arrivata con un mal di testa che ha continuato a rimbombare all'accento inglese, magari.

4 commenti:

  1. Ma sai che non l'ho mai visto perché immaginavo mi avrebbe fatto proprio quest'impressione? :D
    A questo punto continuo a perdermelo, anche se il paragone con Trainspotting mi incuriosisce...

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    1. Urlano tanto e io i film urlati mal li sopporto... Situazioni assurde e dialoghi cult da Trainspotting ci sono, ma Ewan sapeva unire tutto.

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  2. L'ho visto ormai dieci anni fa ma a me era piaciuto tantissimo. Richard E. Grant è immenso, pensare, poveraccio, che è anche astemio!

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    1. Lui bravissimo, e alla fine qualche risata amara me l'ha strappata, ma le urla e la disorganizzazione hanno reso la visione troppo agitata per godermi davvero un film.

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