23 febbraio 2019

Copia Originale

Andiamo al Cinema

In un mondo invaso da copie, un film originale.
Che così originale forse non è, visto che è tratto da una biografia, ma tant'è.
La storia lo è senz'altro, e fa la sua figura in mezzo a remake, sequel, prequel, reboot, saghe infinite, biopic che celebrano celebrità.
E cosa c'è di più originale se non parlare di copie? Di chi copia, poi, in modo del tutto originale?


Lee Israel è una falsaria.
Prima di tutto è un'affermata biografa, ma il suo successo si è arenato da almeno una decina d'anni, colpa di un brutto carattere, di una misantropia eccessiva che non risparmia nessuno, tranne la sua gatta di 12 anni.
Lee è quindi una scrittrice senza successo e senza più un soldo. Prova a vendere i suoi libri per raggranellare qualcosa, prova a minacciare la sua agente. Finché una rivelazione: una lettera originale le sfrutta quanto il suo affitto e la soluzione è semplice: fare copie. Abbellire originali, creare originali fasulli.
E una scrittrice con il blocco dello scrittore, che non riesce neppure a vendere un'idea, finisce per mettere tutte le sue energie, la sua intelligenza, la sua bravura, imitando gli altri, anzi, diventando più brava e arguta dei comici a cui ruba la voce.
A darle man forte, un amico inaspettato. Un altro scrittore decaduto, che come lei trova consolazione al bancone di un bar, libertino ed egocentrico che starà al gioco quando il gioco inizia a farsi pericoloso e i falsi di Lee iniziano ad essere sospettati come tali, tanto da arrivare agli occhi dell'FBI.


Insomma, una storia originale, assurda, che meritava di essere raccontata.
E se Lee srael l'ha fatto per prima nell'autobiografia Can you ever forgive me? (titolo decisamente più adatto e poetico), ora lo fa questo film che procede quasi classicamente si potrebbe dire, come una piccola avventura in cui non mancano ostacoli e tragedie e pure una traccia d'amore.
Ma l'originalità ce la mettono due attori sorprendenti: quella Melissa McCarthy fuori dai soliti ruoli da commedia godereccia, incredibilmente forte e fragile, stronza e dal cuore d'oro. Una nuova rivelazione. E il ciarliero, viziato e fannullone Richard E. Grant in un ruolo che lo consacra. Entrambi meritano la nomination ricevuta e forse anche la vittoria, perché due stronzi così, che l'FBI persegue, sanno far ridere, sanno inaspettatamente far piangere. La vittoria la merita soprattutto una sceneggiatura -non originale- calibratissima, ritmata e brillante. Senza facili buonismi, anzi, in un finale in cui tutto -stronzaggine, risate, lacrime- si mescola.
Sarà anche una copia, questo film, ma quanto è bella!

Voto: ☕☕½/5

8 commenti:

  1. Una delle maggiori sorprese di questi Oscar spentissimi. Non vincerà, ma quanto meriterebbe? Lai bravissima, davvero.

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    1. Meriterebbe davvero, e almeno sulla sceneggiatura potrebbe avere qualche possibilità in più, l'unica ad essere arguta e bilanciata. Speriamo, intanto è stato un ottimo modo per chiudere questa carrellata triste.

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    1. Lo è davvero, la distribuzione non gli gioca a favore purtroppo.

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  3. Che copia, e che coppia!
    Un biopic troppo cattivo per gli Oscar, e infatti sono riusciti a non nominarlo tra le migliori pellicole, ma se non altro s'è preso 3 meritate nomination. Quest'anno è già un piccolo miracolo.

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    1. Visto che i titoli son sempre quelli e han lasciato fuori titoli importanti, accontentiamoci. Ma che sorpresa, che sceneggiatura!

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  4. Wow, davvero strana ed interessante questa storia, e non posso assolutamente perdermela ;)

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    1. Non devi, davvero originale, davvero ben raccontata!

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