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15 novembre 2023

Beckham

Mondo Serial

Da Los Angeles a Manchester, dagli anni '80 ai '90, dal campo da basket a quello da calcio.
Se Winning Time ha dimostrato che non di soli documentari può essere fatto il racconto sportivo, David Beckham si è affidato al mezzo più sicuro per raccontare la sua storia.
Lo fa tramite Netflix, consapevole di aver trovato il passo giusto con questo tipo di prodotti, lo fa grazie a Fisher Stevens attore prezzemolino e appassionato documentarista, uno che il suo lavoro lo sa fare e che scavando in mezzo a un materiale d'archivio sconsiderato, riesce a raggruppare un ragguardevole numero di stelle sportive da intervistare.
Ma il centro è lui, David Beckham, classe 1975, protetto di Sir Alex Ferguson, giocatore tanto bravo quanto bello.
E posso dirlo?
Mica lo sapevo che era così bravo!


Accecata da poster, gridolini, spot pubblicitari e collaborazioni varie, l'ho sempre visto come il prototipo del bel giocatore che se la cava, non come il tiratore portentoso che era.
Colpa mia, colpa mia.
E pensare che in gioventù neanche mi piaceva troppo, troppo mainstream direbbe Calcutta, tanto che da tifosa sfegata del Real Madrid quale ero, papà mi regalò la sua maglietta (chi altro poteva tifare, se non lui, una ragazzina?- parola del commesso) quando ero molto più interessata al portiere Casillas.
Eccolo, il potere dei documentari sportivi come The Last Dance: sono una macchina del tempo perfetta, che riportano con nostalgia e un certo furore a quegli anni che sembrano sempre più spensierati.


David e Victoria, una coppia d'oro che ancora si vuol bene nonostante le tante crisi superate, commentano, spiegano, amplificano la loro storia d'amore e viene da chiedersi come e cosa sarebbero diventati l'uno senza l'altra.
Le riflessioni in 30 anni di carriera non mancano di certo, loro che hanno monopolizzato i tabloid spinti a capire chi non li conoscesse nel mondo.
Ma con gli occhi adulti, con gli occhi di oggi, si va a parlare di salute mentale, pressione sociale e sete di rivincita, in un clima come quello inglese noto per paparazzi senza scrupoli e ultras che non fanno certo invidia.
Victoria si prende volentieri la parte della cattiva, che però si alterna ad allenatori che non proteggono, non difendono, non spronano a dovere un calciatore con un ego piuttosto grande cresciuto con un padre che il suo sogno glielo ha inculcato.
Ma non mancano di difendersi, di giustificare scelte e commentare decisioni avventate, con Ferguson a redimere e Capello a fare una grande entrata in campo, pardon, sul lago.


Gioca con i suoi intervistati, Stevens, mostrandoci anche il dietro le quinte delle interviste, i primi piani intensi di chi si rivede in campo.
Sa che il materiale è tanto, e sceglie una narrazione che condensa molto, tiene i punti salienti, che siano uno scontro diretto ai Mondiali o un taglio di capelli, per dire.
In soli 4 episodi si riassume una vita e una carriera, e vien da chiedersi com'è che si sia scelto questo formato che porta il minutaggio ad essere sentito più del dovuto, con le molto svolte, i molti colpi di scena a venire toccati anche troppo velocemente.


Non c'è lo stesso respiro visto in The Last Dance, ed è l'unica pecca di un racconto sì di parte, ma decisamente emozionante.
Sono pur sempre gli anni '90 inglesi, quelli con la colonna sonora giusta, con lo stile giusto, dei pub affollati che sono il materiale d'archivio più bello da vedere.
Solo ora capisco le amiche e le compagne di classe che sbavavano dietro questo prototipo del calciatore invecchiato benissimo.
Mi redimo e salto sul carro dei vincitori come il mio solito, scoprendo finalmente il calciatore, dietro l'uomo da copertina, il padre precisetto oltre il marito da fotografare.

Voto: ☕☕½/5

3 commenti:

  1. Non avendo mai subito il fascino dei calciatori (trovo in realtà assurdo subire il fascino di qualcuno solo per quello che fa) o del calcio, l'ho guardato per pura curiosità e non è dispiaciuto anche a me, interessante il lato umano che hanno colto

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    1. Hanno bilanciato bene pubblico e privato, campo e casa. Quanto al fascino, diciamo che subisco facilmente quello dei bei faccini :)

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  2. Ebbene sì, Beckham era un grandissimo calciatore, anche se fondamentalmente era la cosa di cui ai tempi si parlava di meno XD

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