Andiamo al Cinema
Il film che più è stato visto in Italia, battendo sia Oppenheimer che Barbie.
L'esordio migliore di sempre.
Macina record da un mese a questa parte e sembra inarrestabile, riportando al cinema quella fascia di età che dal COVID-19 in poi non era più tornata.
Merito del passaparola, di una pubblicità mirata, di interviste e, ovviamente, del film.
Ho aspettato a parlarne, aspettato che il fenomeno si sgonfiasse, della gente che corre in sala a vederlo due-tre volte dimenticando che c'è anche altro, oltre C'è ancora domani.
Ma alla fine, con i numeri che crescono e le feste che porteranno al cinema anche chi ci va solo sotto le feste, eccomi qui.
E com'è, allora, questo film di Paola Cortellesi?
Un bel film.
Un esordio notevole, soprattutto, che guarda ai classici senza dimenticare l'oggi, che gioca bene le sue carte, che gioca con lo spettatore, che riesce a essere leggero nell'importanza di quello che racconta, importante nella leggerezza che ci mette.
La storia, ormai, la sappiamo.
È ambientata nella Roma del dopoguerra, nelle palazzine affollate dove tutti sanno tutto, nelle vie ancora presidiate dall'esercito americano, nei tinelli dove basta poco, per prenderle.
Siamo in una famiglia come tante, con una madre che si barcamena con più lavori oltre quello di sistemare la casa, la famiglia, un marito che avendo combattuto due guerre si prende il lusso di essere ombroso, accigliato, e di picchiare. Poi ci sono i figli, quelli chiassosi che devono crescere, quella cresciuta che potrebbe sposarsi e ritrovarsi nella stessa situazione. E un suocero relegato a letto che non fa che lamentarsi. E poi ci sono i vicini, che chiacchierano e spargono zizzania, e ci sono le amiche, a cui basta un gesto, una sigaretta, un vaso di confettura, una lettera consegnata di persona, per fare del bene.
La giornate di Delia corrono sempre uguali, rischiando ogni giorno di avere un ematoma in più, di sbagliare qualcosa.
Ma qualcosa, può ancora cambiare.
Lei che è succube, lei che non si ribella e che pensa pure di meritarle, osserva un mondo femminile che fatica ad alzare la testa.
Fino a una chiamata che tutto cambia.
Gioca, dicevamo, Paola Cortellesi.
Gioca con il cinema, in un bianco e nero più patinato di un tempo in cui inserisce una colonna sonora moderna che ha il suo apice nella voce di Daniele Silvestri che sul finale non può che emozionare.
Gioca con gli attori, dando a Valerio Mastandrea un ruolo viscido e odioso, a Emanuela Fanelli un ruolo di cuore, e a quel fascinoso di Vinicio Marchioni, beh, un ruolo fascinoso.
Ma gioca, dicevamo, facendo delle botte un passo di danza, delle situazioni più semplici come un pranzo, come una puntura, situazioni degne ad alta tensione, coinvolgendo lo spettatore, che si fa partecipe, che commenta, che urla, che si arrabbia contro lo schermo.
Sarà che La Promessa me lo ha fatto vedere per la prima volta quest'anno, ma il pensiero è corso spesso a Una giornata particolare, alla Roma domestica, la Roma delle palazzine, del quartiere popolare e di una donna che è più della sua casa polverosa che cade a pezzi, che sa rivalersi. Lì, tutto accadeva in una giornata particolare, quella di Hitler nella capitale, qui, tutto porta a una giornata particolare, quella del 2 giugno 1946.
Le didascalie sui titoli di coda aumentano il senso storico di commozione, di orgoglio e di speranza per un'Italia che sa cambiare, sa farsi valere. Se lo vuole.
Se ne sono dette tante, su questo film, si sono usate parole abusate che da queste parti si pronunciano poco, lo si è definito capolavoro, necessario, da mostrare nelle scuole, insomma, quelle frasi fatte che fanno un titolo.
C'è ancora domani è per me un bel film.
Un film semplice e intelligente.
Un film importante, un film che segna una rinascita e che mostrandone una, che ha il rossetto rosso, il vestito migliore, cerca di risvegliarne un'altra.
Esce nel momento in cui più ce n'era bisogno, per i cinema, per noi spettatori.
E forte di un'ondata emotiva che spinge quel pubblico ritornato a gremire le sale ad applaudire e asciugarsi le lacrime, consegna un messaggio di speranza, di lotta, che non può che far bene.
Voto: ☕☕☕½/5
Certo, se è un "capolavoro" ce lo dirà il tempo, sicuramente è un bellissimo film (potevi dargli mezzo punto in più, dai ;) ). Tra le cose che mi hanno lasciato un po' perplesso c'è proprio la scelta che citi di inserire brani musicali contemporanei, e poi il McGuffin del soldato nero cade un po' dal cielo (come poteva Delia fargli fare quello che fa se manco si capiscono?).
RispondiEliminaMi ha un po' inquietato la magrezza della Fanelli in alcune scene, ma ovviamente non incide sulla qualità del film.
Fatico a pronunciare la parola con la C, soprattutto se qualche difettuccio e qualche ingenuità ci sono, ma non toglie che sia un gran bel film che si merita il successo che ha.
EliminaIl film è indubbiamente bello. Ora bisogna aspettare il prossimo sperando che non abbia già detto tutto di quello che aveva da dire.
RispondiEliminaLe aspettative saranno altissime per il prossimo e spero si prenda tutto il tempo per pensarlo e scriverlo al meglio, intanto che si goda questo successo.
EliminaParadossalmente, a film terminato, ho avvertito il peso dei fin troppi disinneschi a salvaguardare dalla storia il potentissimo segnale finale, fulcro della pellicola.
RispondiEliminaIl film si fa vedere, sia chiaro, un affresco purtroppo reale di patriarcato becero e ancora tristemente vegeto, dove comunque ogni ceto femminile paga pegno a suo modo, e nonostante la messaggistica sia ancora acerba e stereotipata, tantissimi i segnali di freschezza e iniziativa; la Cortellesi, costantemente in scena, ci offre un’opera prima capace di imbrigliare e sedurre, coinvolgendo con la scelta del bianco e nero, di un mix di musiche, d’epoche e moderne, a creare ritmo e atmosfera, una scenografia frizzante che non teme neanche i campi lunghi.
Mastandrea purtroppo diventa un po’ macchietta e tante scelte sottolineate, modello spiegone, pagano probabilmente il timore del troppo azzardo, ma rimane una prima prova superata alla grande, e se poi la Cortellesi piace (ed è il mio caso) si perdona anche qualche ingenuità..
Grazie per il commento, preciso e puntuale. Sottoscrivo tutto, anche il piacere che dà la Cortellesi.
EliminaQuindi sono rimasto l'unico in Italia a non averlo ancora visto.
RispondiEliminaVa beh, dai, tanto... c'è ancora domani :D
Probabile! Io ho fatto fatica a trovare posto, ma la visione partecipata ha aumentato la bellezza.
EliminaVisto il primo giorno di programmazione, quando ancora non sapevo il successo che sarebbe diventato. Per me, tra i film dell'anno. Importante, equilibrato, bellissimo. Martedì torno al cinema con quattro classi e non vedo l'ora.
RispondiEliminaAllora il "devono farlo vedere a scuola" si fa vero, bravo!
EliminaHo voluto aspettarlo al cinema di zona e evitare il multisala, ne ho guadagnato la visione con commenti, e la sensazione di grande attesa generale dopo il tanto parlarne.
Bel film, sono andato a vederlo con i miei genitori
RispondiEliminaRaramente vanno a vedere bel cinema e questa volta lo abbiamo fatto insieme^^
La forza di un film capace di parlare a tutti e di riportare in sala tutti, ne sono felice, speriamo diventi una buona abitudine :)
EliminaConcordo, la sensazione è proprio di un film di cui avevamo bisogno. Non ho tempo di rivederlo al cinema per cui spero finisca presto in streaming su qualche piattaforma (anche se visto il successo, ci sarà da aspettare)
RispondiEliminaSarà da aspettare, sicuramente dopo le feste in cui ci sarà un'impennata di pubblico, c'è da scommetterci!
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