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1 giugno 2024

Eileen

Andiamo al Cinema

Eileen, giovane segretaria in un carcere minorile, tornata in provincia per accudire il padre, ex poliziotto, vedovo, e tutt'altro che amorevole.
Timida e riservata, non è quello che sembra.
Sogna, fantastica, spia, in una sessualità repressa che in un piccolo paesino pesa ancora di più, mentre con quel padre sembra siglato un patto suicida in cui è lei stessa a comprare l'alcool che si scola una bottiglia dopo l'altra.
La sua vita cambia quando come medico per il carcere arriva Rebecca, newyorchese, fascino misterioso, modi da femme fatale, che simpatizza per Lee Polk, silenzioso reo confesso di aver ucciso il padre, senza dare spiegazioni.


Eileen la osserva, ne rimane soggiogata, diventa la sua protetta, sua amica anche.
Bastano poche parole, qualche consiglio, un'uscita che mette fantasie nella mente di una giovane non propriamente stabile.
Ma non è quel che sembra.
Rebecca è abituata a manipolare gli altri, tanto gli uomini quanto i colleghi, e in Eileen sembra trovare qualcuno con cui passare il tempo e una complice.
Per cosa?
Per una serata che sembra una vigilia finalmente lieta per Eileen e che con una sola parola, con un solo colpo di pistola, fa prendere al film tutta un'altra piega.


Come in Mothers' Instinct anche qui è l'atmosfera che conta.
William Oldroyd ricostruisce a partire dal romanzo di Ottessa Moshfegh (che collabora alla sceneggiatura) degli anni '60 pieni di stile e di interni poco luminosi. Pieni di fascino, però, che sembra uscire da altri tempi come i thriller a cui si fa riferimento.
Tesi, per una colonna sonora che riempie i silenzi e i pensieri della protagonista.
Intriganti, per come si sviluppano e per come cambiano pelle all'improvviso.
In un gioco di seduzione e di fantasie ad occhi aperti, con bruschi risvegli nella realtà.
E poi ci sono loro, Thomasin McKenzie che dopo Ultima Notte a Soho avevo perso di vista che supera in sguardi glaciali e in presa di coscienza un'Anne Hathaway che gioca con il ruolo della femme fatale, avendo lo stile e la figura dalla sua parte.
Ma a sorpresa, l'ennesima di questo film, è Marin Ireland a rubare la scena in un monologo magnetico e raggelante.


Torbido come non ci si aspetta, sporco che quell'alcool, quelle nuvole di gas, quella casa chiusa e quel sangue te lo fa sentire addosso, Eileen sorprende e diventa qualcosa di diverso, qualcosa che non ti aspetti.
Nel suo piccolo, come un thriller lato B che esce tardi e fuori stagione, convince.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Non sembra niente male!
    Al cinema non mi pare stia avendo una distribuzione enorme, ma vedo se riesco a recuperarlo da qualche parte... :)

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    1. Purtroppo è il classico esempio di titolo sacrificato, ma merita e ho come la sensazione che il tuo lato cannibale ne sarà entusiasta.

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