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12 luglio 2024

Somewhere in Queens

Andiamo al Cinema a Noleggio

Siamo da qualche parte nel Queens e un uomo si sente sempre fuori posto.
Come figlio, non il prediletto, non il migliore nel gestire il lavoro di famiglia.
Come marito, che non sa capire e soddisfare la moglie.
Ma non come padre. Come padre è un tifoso sfegatato e soprattutto rispettato, perché il figlio è il campione della squadra di basket della scuola, osannato con tanto di cori ad hoc e ora ha pure una ragazza.
Un figlio che gli somiglia più di quel che sembra: entrambi timidi, taciturni, silenziosi. 
Ma per Sticks, quella ragazza sicura di sé, sul suo futuro, sulle sue scelte, che non si fa intimidire dal capofamiglia e dal resto dei parenti, rappresenta la possibilità di una svolta.


L'occasione ancora più reale per una svolta radicale si presenta sotto forma di borsa di studio per l'università che farebbe di Sticks il primo dell'ingombrante, vivace, rumorosa, in una parola italiana famiglia Russo ad andarci. 
E di Leo un padre orgoglioso che ha finalmente un motivo per cui vantarsi con i parenti.
Ma come si mettono insieme le aspettative di un padre per un figlio che vede come una seconda occasione?
E di un figlio verso una ragazza che forse è troppo per lui?
Con inevitabili equivoci, con patti non propriamente morali, fra un ricevimento all'insegna del baccano  e momenti di imbarazzo non facili da gestire.


Per il suo esordio alla regia, Ray Romano ha deciso di aspettare un bel po'. 
E ha deciso di giocare in famiglia, coinvolgendo la famiglia sul set, parlando di una famiglia, di dinamiche complicate che conosce bene e aspettative e strade da riuscire a prendere in mezzo a tanto rumore.
Ma aspettare l'idea giusta ha premiato.
Lo sport si dimostra una metafora perfetta nel cinema, se poi si parla di basket e siamo in America, beh, non siamo certo alla prima volta.
Qui, riesce a farsi strada dentro due generazioni, quella ormai disillusa che non crede più di avere possibilità per brillare e le sue possibilità pensa di averle sprecate, e di chi invece sta faticando a trovare il suo posto, la sua voce.
Jacob Ward, alto e timido com'è, gioca bene le sue carte, anche se ovviamente sono le donne di una famiglia patriarcale a brillare: Laurie Metcalf con le sue fragilità e Sadie Stanley con la sua sicurezza.


Sono i dialoghi, allora, a essere il cuore del film. 
Facile se a dirigerlo è un comico che conosce bene l'importanza del ritmo.
Tra battute fulminanti, dialoghi toccanti e altri decisamente più imbarazzanti che rendono quel padre ancora più imbarazzante ma ancora più buono ai nostri occhi, ne esce una commedia semplice e genuina in cui si ride e in cui ci si commuove inaspettatamente.
Niente di rivoluzionario, ma il titolo che vorresti vedere in famiglia, per far parlare i tuoi silenzi. 
E per riderci su con gli occhi lucidi.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Ray Romano è famoso soprattutto per la serie Tutti amano Raymond, che io non ho mai visto. Io invece lo associo a un'altra serie, Parenthood, e questo suo film mi sembra possa essere abbastanza in quello stile. Tutto questo per dire: promette bene :)

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    Risposte
    1. Tutti amano Raymond la vedevo la mattina su Canale 5 facendo colazione o nei giorni da ammalata e mi faceva sempre sorridere. Una programmazione non certo felice.
      In ogni caso, il film promette e mantiene!

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