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13 settembre 2024

Stars at Noon

Andiamo al Cinema a Noleggio

Claire Denis è una di quelle registe di cui ho sempre sentito parlare.
Presente ai Festival o come giurata nei Festival, ma questo è il primo film che vedo.
Colpa o merito degli attori protagonisti.
Di Margaret Qualley in particolare, con cui il colpo di fulmine è scattato fin dai tempi di The Leftovers per poi consolidarsi nel tempo grazie all'exploit di Maid e alle collaborazioni con Yorgos Lanthimos recentemente.
Qui, la si vede in coppia con Joe Alwyn e la (poco) appassionata di gossip che è in me si è immaginata la strana scelta di casting fra chi è sposato con il produttore di Taylor Swift e chi con Taylor Swift ha avuto una lunga, silenziosa relazione finita con il solito strascico di polemiche, canzoni, fan scatenati e un nuovo chiacchieratissimo amore.
Insomma, la prendo larga perché c'è più da dire sul dietro le quinte di questo film che del film in sé.


Che non è brutto, per carità.
Non è nemmeno una perdita di tempo che è la cosa peggiore che può essere il film scelto da vedere in una serata in cui non si sa cosa vedere e si pesca fra i titoli rimasti in sospeso.
È semplicemente un film fatto di situazioni, ma soprattutto di corpi.
Quello di Trish in particolare, che usa, che muove, che non lava e che copre e che suda e che gode.
È il suo lasciapassare per rimanere in un Paese sull'orlo del collasso, un Paese come il Nicaragua dove un colpo di Stato sembra dietro l'angolo, la corruzione impera e i pochi stranieri devono avere qualche protezione.
Ufficialmente lì come giornalista, è lei stessa nel mirino della politica per un articolo che questa corruzione la espone e impossibilitata a lasciare il Paese, vive alla giornata, bevendo, godendo, intascando soldi che sperpera senza pensieri.
Trish si concede a generali e clienti dell'hotel internazionale della città in cambio di protezione e qualche dollaro che al mercato nero funziona bene, arrivando a conosce Daniel DeHaven, che decide di proteggerlo, lui che ignaro è lì per affari e rischia invece di essere catturato, rapito, e chissà che altro.
Scappare si può?
Non senza passaporto, non senza dollari.
Ma scappare si deve, in confini in cui bastano i giusti contatti per andarsene anche se il gioco diventa sempre più pericoloso, più grande. Soprattutto per una tipa sveglia come Trish che capisce quanto c'è in gioco davvero.


Girato ai tempi del COVID con il COVID inserito anche in sceneggiatura, Claire Denis ha dovuto spostare le riprese previste proprio in Nicaragua, a Panama per evitare problemi di tipico politico e logistico.
Il caldo asfissiante, il sudore dei corpi, la naturalità di Qualley più che Alwyn, disorientato come dev'essere il suo personaggio incastrato in questi meccanismi burocratici, Stars at Noon figura bene come un thriller vecchia scuola, quasi fosse uscito dagli anni '70 altrettanto libertini in cui denunciare le interferenze statunitense nel sud dell'America.
Non a caso, è tratto dal romanzo di Denis Johnson del 1986, e forse per questo funziona meno per il pubblico poco smaliziato, poco politico di oggi.


Pur non esaltando e non facendosi indimenticabile, regala l'ennesima conferma che Margaret Qualley ha una naturalezza davanti la macchina da presa che le farà fare altra strada.
Quanto alle cene in casa Antonoff, avrei voluto esserci nel 2022.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Mi incuriosiva più che altro per Margaret Qualley, che ancora non ho capito perché si sia sposata con l'irritante Jack Antonoff, ma qualcosa mi tratteneva, e quindi mi farò trattenere ancora

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    1. Incuriosiva anche me e un'estate chiusa in casa a smaltire i titoli fermi gli ha dato il via. Niente di ché, in fondo, ma Margaret convince anche qui.

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