Pagine

29 novembre 2024

Una

Una è una donna infelice.
Una è stata prima di tutto una tredicenne innamorata, di un amore proibito, di un amore impossibile, che ha lasciato i suoi segni.
Una era innamorata di Ray.
L'amico dei genitori, con cui flirtare, con cui iniziare a vedersi, a scriversi, a parlare. 
Di nascosto.
Un amore lungo tre mesi che ha cambiato tutto.
Per Ray, che viene incriminato e finisce in carcere, che deve ricostruirsi una vita, cambiare nome, traslocare e cercare di ricominciare.
Per Una, che da lui si è sentita abbandonata, che lo ha sempre difeso e sempre cercato.
Ora l'ha trovato, con il suo nuovo nome, con la sua nuova famiglia, nel suo posto di lavoro.
E decide di stanarlo.


Chi è, ora, la vittima?
È Ray che ha pagato il suo conto con la giustizia e viene importunato da Una, rischiando di perdere tutto se tutti vengono a sapere quello che ha fatto in un giorno decisamente complicato a lavoro e in famiglia?
È Una, troppo piccola per processare quanto fosse sbagliato il loro rapporto e ora troppo fragile per accettare di andare avanti? Lei che la sessualità la vive in modo non sano, tra incontri di una notte e seduzioni facili?
I due, si scontrano, si parlano, rivivono una storia dolorosa in cui la paura di entrambi, il senso di colpa di entrambi e l'amore di entrambi, fa sentire a disagio.
Non è questione di vendetta.
E in fondo neanche di amore.
Solo di dolore.


Nei giorni delle sentenze di oggi, in cui tutto è bianco o nero, in cui Ray è un lupo e Una una vittima, David Harrower -sceneggiatore della pièce teatrale Blackbird prima, e di questo adattamento poi- ci mostra tutte le sfumature di grigio che una storia così difficile comporta.
Benedict Andrews esordisce alla regia e si porta dietro il suo passato teatrale, in una distinzione di luoghi e di tempi, in una fabbrica che diventa palcoscenico, un passato immerso nella natura e in un motel di bassa lega in cui nascondersi per arrivare allo sfarzo di una festa in cui tutto potrebbe rompersi.
Se il film colpisce e non molla più, facendo pensare, tormentare e riflettere è merito di Ben Mendelsohn e di Rooney Mara, la loro fragilità, le loro cicatrici, il loro sentirsi persi si scontra in lunghe diatribe verbali e fisiche, con lo spaesato Riz Ahmed a finire in mezzo.


In lista da anni (almeno otto, visto che è del 2016), Una è una visione che spezza, che come il giurato di Clint chiede allo spettatore di ragionare, di immedesimarsi, di non sputare sentenze e di cercare di capire.
Di mostrare quanto è complicato andare avanti, quante cicatrici restano.
Non è più questione di ragione e di giustizia, e nemmeno di amore, solo di capire.

Voto: ☕☕½/5

3 commenti:

  1. Visto anni fa. Loro veramente bravissimi, ma ricordo poco.

    RispondiElimina
  2. Visto anni fa, però sinceramente non me lo ricordo quasi per nulla...
    Cosa che non significa per forza che non sia una visione memorabile, è solo che la mia memoria fa pena XD

    RispondiElimina