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7 maggio 2025

Death of a Unicorn

Andiamo al Cinema

Che sta succedendo alla A24?
Torno a chiedermelo, visto che la più che prolifica casa produttrice ci aveva abituato bene, con piccoli titoli pieni di talento e originalità.
Ora sembra aver capito la sua formula di successo, sembra puntare allo strano ma non troppo, alle piccole star da far brillare e alle grandi star da rispolverare, nel dare spazio a film d'esordio sulla carta interessanti ma che finiscono per non avere quell'allure di un tempo.
È il caso di questo Death of a Unicorn, ennesimo film prodotto nell'anno 2025 (siamo già a 5, con 4 in arrivo) in cui la formula è più o meno quella anche se la venatura horror è mitigata rispetto a Heretic e Opus, con cui va a braccetto.


C'è infatti la giovane starlette Jenna Ortega nel solito ruolo della figlia arrabbiata e con il broncio e che però ha ragione e finisce per essere la più intelligente del film, c'è il solito cattivone di turno che è un Richard E. Grant che può avvalersi di una copia più giovane e più scema in Will Poulter e in una più leziosa in Tea Leoni e infine c'è il personaggio di mezzo, quello né così buono né così cattivo che deve redimersi e ha il volto qui molto fastidioso di un indeciso Paul Rudd. 
Poi ci sono gli unicorni, come da titolo. 
Quello che viene investito da Paul Rudd in ritardo per un weekend di lavoro in una remota baita fra i boschi che chissà perché non ammette con i datori di lavoro di aver investito un animale accampando invece scuse inutili, e poi ci sono gli unicorni arrivati per salvare quel piccolo unicorno dai soliti esperimenti malvagi di noi esseri umani.
Perché non basta essere investiti, ma essere portati nella baita di una famiglia che gestisce una multinazionale farmaceutica che scopre che sei la cura per il cancro e ogni altro problema (dall'acne alla miopia), è proprio sfortuna.
Non aspettatevi unicorni carini e pucciosi, colorati e che sbandierano i colori dell'arcobaleno, quindi. Qui sono neri in tutti i sensi, di pelliccia e di rabbia, e ce l'hanno con chi non ha un cuore puro.
Perché?
Secondo il piccolo genio che è la solita figlia tutta d'un pezzo che trova indizi fortuitamente in una vecchia foto e in un vecchio arazzo, perché così vuole un'antica leggenda; secondo il regista Alex Scharfman perché così ci si può lasciar andare in un bagno di sangue e in morti cruente che elettrizzano il pubblico.


Non me, purtroppo, annoiata più che dalla trama da personaggi stereotipati, da una sceneggiatura che li imprigiona in questi ruoli non facendo respirare gli attori, per un tuttoinunanotte che diventa un inutile macello di corpi e di pessimo uso degli effetti speciali.
Forse di soldi da investire in mezzi più efficaci l'A24 ancora non ne ha nonostante i tanti successi, e vedere unicorni che fanno il verso ad alieni d'altri tempi risulta ben poco credibile visto come sono realizzati in economiarispetto agli anni '80. Che è successo alla computer grafica di oggi?
Capisco com'è che John Carpeter è uscito dal progetto, lui che doveva curare la colonna sonora e dare un tocco forse più dark, sicuramente più serio, non c'entrava più con i toni da commedia quasi goliardica, con tanto di messaggio all'acqua di rose contro i ricchi, contro gli oligarchi, contro i potenti che controllano anche la salute delle persone sfruttando e passando sopra tutto e tutti.


Verrebbe da dire che è un peccato, perché poteva venirne un film diverso, che gioca con un immaginario collettivo paradisiaco ben diverso e infernale, ma la verità è che i toni sembrano decisi dalla scelta degli attori dalle limitate capacità di uscire da ruoli macchietta, dalla location che grida lusso da invidia come sempre più si vede nei film e nelle serie TV di oggi e dalla produzione in sé, puntando su richiami a un pubblico più facile, con tanto di immancabile gadget accessorio (vedi il corno dell'unicorno in formato lampada) come nelle più tristi derive dei film che diventano contenuti.
Spero che i flop degli ultimi titoli facciano da campanello d'allarme all'A24 e si torni a produrre qualità, più che quantità.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Finalmente qualcuno fa un horror su un unicorno seguendo la lezione di "Quella casa nel bosco", purtroppo viene fuori una cosina molto ma molto dimenticabile, tanto che dopo un paio di settimane dalla sua uscita, me lo sono già quasi dimenticato (storia vera). Cheers!

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  2. Considerata la presenza di Jenna Ortega lo vedrò comunque, anche se il rischio di delusione con i prodotti A24 è sempre più dietro l'angolo :(

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