Mondo Serial
Ci ha dato una mamma e una figlia per amiche, ci ha trasportato nei comici anni '60, e ora torna a raccontarci il mondo della danza.
Sì, perché Amy Sherman-Palladino con il marito Daniel Palladino le scarpette, i tutu e soprattutto gli chignon ce li avevano già raccontati nella poco fortunata Bunheads, serie del 2013 che nemmeno io ho visto, sarà che in Italia è stata trasmessa sul canale a pagamento Mya.
Forse lo sapeva, Amy, che il mondo della danza aveva altro da offrire e come dice un personaggio di Étoile riguardo alla sua carriera altalenante: quando una serie viene cancellata, ce n'è sempre un'altra da scrivere o da guardare, e quindi eccoci qui.
A New York ma anche a Parigi, in una fusione un filo complicata ma decisamente gustosa dove due grandi teatri come il New York Metropolitan Ballet e Le Ballet National si scambiano talenti, che siano ballerini o coreografi, pur di riportare pubblico -e quindi soldi- nelle loro casse.
Da una parte abbiamo Jack McMillan, una vita ben spesa dietro le quinte, a cercare di far rigare dritto un teatro che deve essere svecchiato, che ha bisogno di una stella luminosa e francese come quella di Cheyenne per far battere il cuore di finanziatori e di spettatori.
Dall'altra abbiamo Geneviève Lavigne, che fatica a far accettare cambiamenti e nuove idee al suo, di pubblico, ma anche a una politica fin troppo invasiva, anche perché il talento scambiato con Cheyenne è la figlia stessa della Ministra della Cultura, Mishi, esiliata da Parigi e cresciuta come talento a New York.
Come da copione, sono numerosi i personaggi da seguire, tra vecchie e nuove glorie del balletto, filantropi con doppi fini, vecchietti dalle mie passioni e famiglie ingombranti, che siano americane o francesi.
Quasi troppi, a ben guardare, questi personaggi in questi 8 episodi densi, davvero densi, che potevano essere 10 e gestiti meglio a livello di minutaggio che sfora spesso i 60 minuti.
Per dire, il coreografo Tobias Bell (Gideon Glick, il mago con veri poteri di Mrs. Maisel) con le sue fisime nello spettro dell'autismo e il rapporto burrascoso con un ballerino burrascoso che sembra però capirlo, scompare spesso di scena, così come i dubbi esistenziali di Mishi, ballerina nell'anima che si accorge di quanta vita vera ha perso solo abitando in casa Cheyenne con la più strampalata della madri, meritava un filo più spazio.
Lo spazio, ovviamente, se lo prende la danza. E non è un male.
Coreografie nuove e moderne, grandi classici, da Lo Schiaccianoci -vero incubo per ballerini- agli Sparks direttamente sul palco, lo sguardo di Amy Sherman-Palladino illumina passi e prese, corpi e gesti, in danze che diventano metafore, che fanno da contrappunto continuo alla vita di chi nella danza è immerso.
La regia durante queste coreografie è ancora più magica che durante prove in palazzi storici, escursioni in città o dietro le quinte frenetiche fatte di piani sequenza e carrelli continui.
Ovviamente, il mio sguardo innamorato è puntato su Luke Kirby, l'indimenticabile Lenny Bruce che trova finalmente un ruolo da protagonista e non lo sbaglio, portandosi dietro espressioni e parlantina, non riesce a fare scintille in coppia con Charlotte Gainsbourg come con Mrs. Maisel, ma perché il finale rivela ben altro interesse su cui fare il tifo.
Le caratteristiche di Palladino sono come sempre ben presenti: dialoghi serrati, riferimenti pop, ironia a profusione e personaggi strampalati di contorno che rendono due teatri storici degni eredi di Stars Hollow per quanto sono popolai e per quante tradizioni si portano appresso. Fa sorridere quindi che la stessa Sherman-Palladino abbia dovuto chiedere agli attori francesi di rallentare in velocità di recitazione, in una doppia lingua che aumenta la follia della storia anche se spesso non si capisce com'è che a Parigi, due colleghi francesi, si parlino in inglese.
Misteri americani che è meglio non approfondire, che l'offesa è facile.
Avrei da ridire anche su un ritmo, serrato sì, ma altalenante, con mesi che passano, creazioni che nascono, e un paio di episodi necessari per orientarsi nella cronologia che si vuole seguire, non diretta, non puntuale, ma immersiva nei momenti più significativi. Vuoi che di mezzo ci sia un compleanno spaventoso da festeggiare o un balletto da provare.
Questi gli unici difetti che mi sento di additare a una serie più complessa del previsto, che chiede e dà tanto e che riesce a coinvolgere in un mondo apparentemente alto e distante come quello della danza classica.
Un'operazione che proprio PrimeVideo aveva già affrontato -e vinto- con il Mozart in the Jungle con l'indimenticabile Maestro di Gael Garcìa Bernal, serie a cui è impossibile non pensare con un filo di nostalgia, anche se sono passati "solo" 10 anni.
Cheyenne è la degna erede di Rodrigo e a interpretarla è una Lou de Laâge che ha dovuto rimettere le scarpette di danza abbandonate a 18 anni, anche se nelle coreografie più complesse è sostituita da una ballerina professionista. Non poteva essere così perfetta, ma con un personaggio così folle, così pazzo, glielo si perdona con facilità, basta anche solo vederla in coppia con la piccola Susu Li, altro personaggio da approfondire ma che regala un episodio pilota perfetto.
Il finale resta aperto e resta bellissimo, con una Rivoluzione avvenuta su palco e una promessa infranta che poteva cambiare una carriera, mentre esplodono i baci più attesi e pure il cattivo della situazione (Crispin Shamblee, cattivo sì, ma in modo irresistibile) si prende la sua rivincita.
Resta da sperare che si vada avanti in questo doppio racconto, calibrando gli episodi, le storie, trovando quell'equilibrio che ogni tanto è sembrato mancare.
Voto: ☕☕☕½/5
Io purtroppo la sto trovando insopportabile. Proprio non so se proseguirò!
RispondiEliminaSe nemmeno tu hai visto Bunheads, mi sa che sono l'unico al mondo ad averlo fatto :) E tra l'altro era anch'essa un gioiellino.
RispondiEliminaÉtoile ha i suoi alti e bassi e i suoi difetti, come a ben vedere tutte le serie dei Palladino, però per fortuna possiede anche parecchi pregi. Tipo un finale fantastico. E poi Cheyenne, uno dei personaggi più memorabili degli ultimi tempi.