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2 luglio 2025

Elio

Andiamo al Cinema

I want to believe.
Voglio credere che un mondo di film d'animazione originali sia ancora possibile.
Voglio credere che la Pixar non si stia adagiando su un piano marketing condiviso con Disney fatto solo di sequel/prequel/remake.
Voglio credere che le voci nuove, le storie speciali, trovino ancora spazio.
Anche se c'è un Gatto in arrivo, è sempre più difficile.
Prendi Elio, per esempio.
Una storia nuova, originale, speciale relegata a un'uscita estiva.
Un'uscita estiva non certo felice anche se la stagione si sta cercando di reinventarla, ma minata dal fatto di uscire a pochissima distanza da Dragon Trainer e Lilo & Stitch, remake che si sono presi non solo gran parte del pubblico ma anche gran parte del marketing.
Che pubblicità ha avuto, Elio?
Da mesi siamo inondati di ogni tipo di gadget con il faccione di Stitch sopra, quanto a Elio l'alieno Ooooo che viene usato come personaggio acchiappa-dolcezza non è nemmeno tra i protagonisti della serie, è più un coltellino svizzero/aiutante per ambientarsi nel mondo alieno.
Per assurdo, sembra una situazione che lo stesso Lilo & Stitch ha dovuto passare, sì, ma nel 2002.
Film d'animazione originale, nuovo, fresco, per tematiche, personaggi e caratteristiche di quei personaggi, costato un terzo rispetto ai classici d'animazione Disney e diventato un cult insperato tanto da generare a 23 anni di distanza il successo che sta avendo ora.
Succederà lo stesso con Elio?


Chissà.
Io voglio crederci.
Perché la sua storia è speciale.
La storia di un orfano che si sente fuori posto sulla Terra. 
Figlio di astronauti, cresciuto ora da una zia militare che aveva ben altri piani per la sua vita, come quello di andare nello spazio a sua volta, sogna di essere rapito dagli alieni. Di trovare una nuova vita con la vita che là fuori, da qualche parte, sembra esserci.
Si aggrappa alle speranze dei messaggi del Voyager, costruisce radio, segnali, caschetti e nel suo turbinio irrefrenabile e tutto suo, rende la vita difficile a quella zia che non riesce a capirlo, ad accudirlo come lui avrebbe bisogno, e fatica a trovare amici, non bulli purtroppo, che vanno a compromettere il suo occhio.
Finché quegli alieni non arrivano davvero sulla Terra, lo rapiscono credendolo il nostro leader e... e meglio non dire di più sulla missione che lo aspetta, sul mondo che trova, sulle amicizie che si crea e sulle bugie con cui è chiamato a confrontarsi.


Meglio non dire di più su alieni strani ma strani davvero, caratterizzati in quel modo unico e speciale come solo gli animatori Pixar preferiscono, lasciando galoppare la fantasia, basandosi su insetti, abitanti del mare, pure certi politici dall'esoscheletro fin troppo gonfiato.
Il punto è che Elio crede, crede in se stesso e nelle sue capacità anche se è solo un bambino che si sente solo e incompreso, crede nel suo nuovo amico, il tenero, troppo tenero Glordon, e crede di poter finalmente avere una famiglia che lo accetta per quello che è. Ci crede fino a barare, a evitare di dire la verità.
Il viaggio per arrivarci è di quelli che gridano avventura! colore! azione! in scene piene di adrenalina e pure un filo di tensione (per non parlare di un omaggio horror da brividi), e che conquista con poco.
Poco?
Con originalità, fino a far affondare in un mare di lacrime.


Non ha bisogno di magia o di superpoteri, l'Universo che ci mostra Elio e che è anche il nostro, è quello regolato da leggi fisiche e biologiche che tutto possono spiegare e che possono essere usate per sopravvivere e per farcela. Ma con l'aiuto degli altri è meglio.
Anche questo è il tipico espediente Pixar, che prende un mondo, lo capovolge, e rendere l'essere rapito dagli alieni un sogno diventato realtà.
Voglio credere che Elio con il suo amore per la scienza, per lo spazio, con le sue scene che tolgono il fiato per quanto l'universo sa essere grande e maestoso, riesca a conquistare una fetta di nuovi piccoli scienziati, ma anche chi, come me, ama semplicemente le storie ben scritte, ben raccontate, originali.

Voto: ☕☕/5

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