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23 dicembre 2025

Brian di Nazareth

#LaPromessa2025

Ne sento parlare da anni e da anni lo tenevo in serbo come film di Natale.
O forse come film di Pasqua.
Mi sono sempre chiesta come classificarlo visto che si parte dalla nascita di Gesù Cristo con i Re Magi che sbagliano indirizzo e bambino, e si conclude con una crocifissione più allegra del previsto.
Nel dubbio, la facciamo pre-natalizia e soprattutto film finale che sancisce che anche La Promessa 2025 è stata mantenuta.
Ne sentivo parlare da sempre, con toni entusiasti, come la migliore commedia di sempre, come il film più divertente di sempre, come l'apoteosi della comicità blasfema, più eretica a detta dei Monty Python stessi. E se faccio un preambolo così si sa già dove voglio arrivare: ad un certa delusione e una certa poca predisposizione verso una comicità caotica e fisica, confusionaria e assurda che non è del tutto nelle mie corde. Ho riso, a volte sguaiatamente, a volte sbigottita, altre per un filo di imbarazzo.


La trama è presto detto e segue il vicino di casa in quella stalla di Gerusalemme dove nasce Brian Cohen, con una madre non certo bellissima, non certo simpatica, che ama le lapidazioni. Brian cresce e cresce in una Gerusalemme occupata dai romani e combattuta da più fronti di liberazione della Giudea a cui Brian vuole aderire più per l'invaghimento verso la  bella Judith che per convinzioni politiche più pure. Invischiato in piani di rivolta che vanno dai graffiti sui muri al rapimento della moglie di Pilato, si ritroverà ricercato e poi predicatore e infine Messia osannato che finisce in croce per errore. Proprio come il suo vicino di casa.
Un destino beffardo a cui però porgere l'altra guancia, o meglio, di cui vedere il lato positivo, in una scena finale fatta di liberazioni mancate che fa sorridere ma anche chiedere: ah, si finisce così?
Sì, si finisce così, con i più religiosi a scagliarsi contro i Monty Python per la loro blasfemia, per rendere giocosa e divertente una crocifissione. Fortuna che hanno risposto per le rime ai detrattori e hanno cavalcato in modo furbo la pubblicità che ne è venuta dai vari Paesi che si sono rifiutati di distribuire Brian di Nazareth, ("Così divertente che in Norvegia l'hanno censurato!") tra cui l'Italia dove il film del 1979 è arrivato solo nel 1991. 


Polemiche come sempre esagerate verso un film in cui ci si prende molte libertà, certo, ma più che Gesù Cristo che resta in disparte, anzi, in fondo, così in fondo per cui le sue parole non riescono ad arrivare al suo pubblico, ci si prende gioco dei suoi fedeli che vedono miracoli, reliquie e insegnamenti in modo cieco, che osservano così tanto i suoi credi da arrivare ad uccidere in nome di una fede che professa l'amore verso gli altri.
Sì, che sia una comicità intelligente e geniale non lo nego, con gag magari caotiche e urlanti, ma divertenti anche per questo. Per chi ama il caos e la confusione.
Devo farci pace con questi toni dei Monty Python, con il loro giocare con voci e camuffamenti, prendendosi più di un ruolo e muovendosi in un set che è stato lo stesso di Franco Zeffirelli in modo ovviamente diverso, come facevano notare pure le comparse locali che hanno lavorato in entrambi i film.


Un film miracoloso poi per davvero, nel salvare Graham Chapman dall'alcolismo, che per avere la parte del protagonista ha promesso una sobrietà mantenuta fino alla fine dei suoi giorni, mentre sulla sedia del regista ci si è seduto Terry Jones, dopo la complicata regia a due con Terry Gilliam per Il Sacro Graal. Un'attenzione la sua verso la ricostruzione di palazzi e fondali e di costumi concessa anche da un budget molto più ampio in cui c'è lo zampino di George Harrison, fan del gruppo comico al punto da fondare una sua casa produttrice pur di vedere il film finito una volta che la EMI si era tirata indietro per paura di una sceneggiatura così religiosa a modo suo, facendo del suo sforzo economico il biglietto del cinema più costoso di sempre.
Quanto a Gilliam, il suo zampino è nelle animazioni, a partire dai titoli di testa con la folle Life of Brian a riecheggiare, ma soprattutto nella sequenza più assurda che vede Brian salvato da una navicella aliena.
Un film che stupisce, che diverte e che con i suoi 45 anni invecchia bene visto il mondo di benpensanti in cui viviamo. Continua a graffiare, continua a divertire, anche una restia a una certa comicità come me. 
Accetto però le sfide, in attesa di un Graal, di un senso della vita o anche solo di una Wanda da recuperare. Non sarà certo un po' di confusione a farmi paura, se in quella confusione c'è tanta genialità.

3 commenti:

  1. E' una comicità particolare, senza dubbio, e non tutti l'apprezzano. Io sono tra quelli che la considerano geniale ed esilarante. Non saprei dire se sia il miglior film dei Monty Phyton, se la gioca con Il Senso della Vita, ma di sicuro ha alcune gag che non ti togli mai più dalla testa. Non ho amato particolarmente il Sacro Graal, ma di sicuro Un pesce di nome Wanda è una chicca imprerdibile!

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  2. Terry Gilliam a parte, con i Monty Python ho sempre fatto fatica, ma magari non ho beccato il film giusto... Chissà, quello giusto magari potrebbe essere questo.

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  3. Lo amo incondizionatamente, i Monty Python per me rappresentano lo zero comico assoluto, vado pazzo per la loro geniale comicità e questo film lo cito di continuo, il suo finale da musical è leggenda ;-) Cheers

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