Pagine

31 agosto 2013

Venezia 70 - Quarta Giornata

La quarta giornata in quel di Venezia ha un po' il sapore del diludendo, visto che si incontra il primo film davvero inguardabile fin'ora e altri due che convincono solo in parte.
La delusione maggiore è però non essere riuscita a entrare in sala per Night Moves e rischiare grosso anche per l'ultima fatica di James Franco vista la velocità con cui i biglietti sono andati esauriti.
Nella speranza di svegliarsi per tempo domani per il recupero, ecco cosa è passato sugli schermi oggi:

The Canyons
Fin dal trailer si gridava allo scandalo, a film pornografico con una Lindsay Lohan senza regole. In realtà il film ricalca molto lo stile e i temi di American Psyco (e non a caso, visto che alla sceneggiatura c'è Bret Easton Ellis) parlando di un giovane rampante di Los Angeles, abituato ad avere tutto e che non conosce freno alla sua fame sessuale. Quando però scopre il tradimento della fidanzata con il futuro protagonista di un film in programma, le cose prenderanno una piega noir, con sangue al seguito.
Tecnicamente eccellente, con una fotografia molto '80's e delle musiche azzeccate, The Canyons pecca per una trama che sa di già visto e che non calca la mano quanto promesso (le bollenti scene di sesso tanto acclamate sono solo un paio) tranne per un finale in qualche modo a sorpresa.
James Deen e la Lohan, ovviamente, in parte.


Joe
Visto che si parla di film che sanno di già visto, anche Joe calza a pennello con questa definizione. La nuova pellicola di David Gordon Green (quello di Strafumati e Lo Spaventapassere tanto per intenderci) innalza sicuramente la sua filmografia raccontando un'America violenta e sporca, in una cittadina imprecisata dove ubriacarsi è all'ordine del giorno, ma per l'appunto, convince fino a lì. 
Il Joe del titolo, interpretato in un sorprendentemente in forma (non fisica, però) Nicolas Cage, è un uomo a suo modo buono, che dà onesto lavoro in un impiego illegale e che prende a cuore il destino di Gary, giovane con la testa sulle spalle che cerca quotidianamente di aiutare madre e sorella vessate e allo sbando a causa di un padre alcolizzato e violento.
Il racconto non è però nulla di nuovo, con una popolazione alla deriva che ricorda quella di Killer Joe, e che anche all'apice della sua spietata brutalità sembra non avere fine.


Algunas Chicas
Se mai il film arriverà nelle sale, vi prego, statene alla larga!
Un trip senza capo né coda, in cui non si capisce dove il regista voglia andare e cosa raccontare. La trama a prima vista riguarderebbe il dramma di una giovane che ha tentato il suicidio che incontra nell'amica della matrigna -una donna in crisi e fuga matrimoniale- qualcuno che la può aiutare. Ma tra scene di sesso improvvise, abuso di droghe, uso di fucili, festini in piscina e incubi a non finire di chi non bene si capisce, il film non prende una linea precisa e lascia confusi e in balia della noia.
Confusione anche a livello tecnico, causa uso continuo di macchina a mano, una fotografia che vorrebbe ispirarsi all'horror e montaggio a c***o che non salva nemmeno il finale, trito e ritrito nell'ultima scena.
Perchè sono andata a vederlo? Me lo chiedo anch'io.


Con il Fiato Sospeso
Mediometraggio prodotto dalla Jole film e diretto da Cristina Quadroglio che espone in modo semplice e diretto il caso di Emanuele, giovane laureando all'Università di Catania che a causa dell'incuria del laboratorio di analisi si ammalò e morì di cancro ai polmoni. La sua storia, e quella di altri giovani, è raccontata dalla voce di Michele Riondino e interpretata da Alba Rohrwacher che bucano lo schermo con l'intensità della loro voce.
Approfondendo i disagi e i problemi dell'Università italiana, il film lascia davvero con il fiato sospeso, merito anche delle bellissime musiche composte da Paolo Buonvino.


Redemption
Il cortometraggio di Miguel Gomes lascia inizialmente interdetti.
Quello che si vede sono immagini di repertorio che spaziano dal Portogallo all'Italia, dalla Francia alla Germania.
Quello che si sente sono voci che leggono lettere indirizzate ai genitori, all'amata, alla figlia e al marito.
Il trucco viene svelato solo alla fine, con una stoccata piena di ironia, in cui si scopre che i testi inventati dagli autori sono affidati come atto indiretto di redenzione a Marcelo Caetano, Silvio Berlusconi, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.
Geniale!


30 agosto 2013

Venezia 70 - Terza Giornata

Il Festival prosegue all'insegna del buon cinema, con sorprese e graditi esordi, e finalmente tra le visioni iniziano ad esserci anche film in concorso. Il punto centrale della Mostra sembra essere a questo punto il ruolo della donna, sempre protagonista -nel bene e nel male e in solitudine- della maggior parte di quanto visto. Oggi in particolare.

Via Castellana Bandiera 
Lo ammetto, da una regista italiana al suo esordio e da un film con come protagonista Alba Rohrwacher non mi aspettavo granchè. L'iniziale titubanza non è stata del tutto smentita, ma solo per un dubbio a livello di progetto che continua ad essere presente.
L'idea di partenza -tratta comunque dal romanzo della stessa Emma Dante- è piuttosto intelligente: due donne -una anziana, l'altra sull'orlo di una crisi di nervi- finiscono per incontrarsi in macchina in una via a senso unico. Nessuna delle due vorrà cedere il passo all'altra, facendo nascere un mondo a sé nel colorato mondo del quartiere siculo, tra scommesse, litigi e faccia a faccia. Ben realizzato, certo, ma qualcosa non quadra del tutto e la sensazione di insoddisfacimento prende piede.


Tracks
Il film di John Curran racconta la storia vera di Robyn Davidson che nel 1977 decide di attraversare a piedi e con la compagnia del suo cane e di 4 cammelli il deserto australiano per 2700 chilometri fino ad arrivare all'Oceano. Aiutata finanziariamente da National Geographic, la ragazza diventò un vero e proprio caso, facendo della propria avventura un simbolo. La pellicola ne ripercorre specularmente le tracce -basandosi sulle bellissime foto di Rick Solomon, il fotografo che la aspettava nelle varie tappe- diventando così un incanto a livello visivo. Quello che non funziona del tutto è però la trama, per quanto vera, a tratti scontata e piatta, con incidenti di percorso e perdite che non vanno ad approfondire come si dovrebbe la personalità solitaria di Robyn.
Mia Wasikowska conferma in ogni caso la sua bellezza e la sua bravura di nuova stellina di Hollywood e non solo!


Class Enemy
Il vero motivo di stupore di questa pellicola? Oltre alla nazionalità slovena, il fatto che il suo regista Rok Biček sia un esordiente di 28 anni. Ci si stupisce perchè il film riesce a catturare e non mollare mai lo spettatore, rinchiudendolo nello spazio a tratti angusto della scuola dei protagonisti e in un ambiente carico di tensioni. Tutto parte dal nuovo professore di tedesco che la classe si ritrova, rigido e bacchettone quanto basta, tanto da -forse- spingere al suicidio una ragazza. Da qui nasceranno una serie di reazioni a catena in cui gli alunni si rivolteranno contro un sistema scolastico che non li capisce e li rende numeri, ma soprattutto incapace di ascoltarli. La critica di Rok Biček è però molto più sottile, con i protagonisti che valicano più volte il confine tra bene e male, con sprazzi di ironia involontaria -geniale la scena con i genitori simili ai propri figli- che rendono Enemy Class godibilissimo e veramente un bell'esordio da vedere! Da menzionare poi l'attenzione anche a livello simbolico, con il colore giallo ocra che ricorre nei vari moneti a ricordare e sottolineare la presenza/assenza della suicida.


The Police Officer's Wife
In molti hanno abbandonato la sala dopo pochi minuti e pochi capitoli. E inizialmente anch'io ne ero tentata visto che il minutaggio complessivo dell'opera di Philip Gröning è di ben 175 minuti. Ma superata la decina di capitoli (59 totali) il film ha iniziato non solo a macinare interesse ma anche a sconvolgere ogni aspettativa. 
La trama, ridotta all'osso proprio perchè lo sviluppo è tutt'altro che lineare, racconta di un'apparente famiglia bella e felice, che a momenti di semplice gioia alterna però una violenza cieca, fisica e psicologica.
Il marito poliziotto riesce ad essere un padre e marito premuroso, ma anche un carnefice che si sente vittima e colpevole ad ogni abuso. 
La moglie, devota e madre perfetta -pura poesia e tenerezza nei momenti con la figlia- risulta così fragile e segnata da un destino che non vuole abbandonare e che coinvolgerà la figlia.
Diviso per l'appunto in capitoli, Gröning racconta il tutto in modo inizialmente ostico facendo infine combaciare ogni più piccolo pezzo del puzzle al posto giusto, creando un affresco atrocemente reale e assordante di una quotidianità tanto precaria.
Se non basta il tema e la scelta di narrazione, a rendere imperdibile il film è poi la fotografia, perfetta ad ogni capitolo, anche il più breve, e capace di regalare sempre attimi di magia.
Straordinari gli interpreti, comprese le gemelle Pia e Chiara Kleemann che danno corpo alla tenera Clara.
Fin'ora decisamente il più sconvolgente e intenso.


29 agosto 2013

Venezia 70 - Seconda Giornata

Seconda giornata molto più ricca di visioni, e soprattutto di belle visioni!
In attesa di vedere qualche film in concorso, oggi nessuna delusione!
Bando alle ciance, ecco qua:

Future Reloaded - Venezia 70
70 registi sono stati chiamati a celebrare l'anniversario tondo della Mostra. Quello che ne esce è un caleidoscopio di visioni, tra chi si attiene sul tema -che futuro aspetta il cinema?- a chi esce dalle righe in modo comunque poetico. Tra i migliori sicuramente la Breillat, il materno Kim Ki-Duk, l'autobiografico Bertolucci. Alcuni, inevitabilmente, lasciano a desiderare.



Gravity
Alfonso Cuaròn riesce a fare l'impossibile. Rendere un film ambientato nello spazio e in 3D qualcosa di appetibile per la sottoscritta. Lo stesso cast -George Clooney e Sandra Bullock- non attirava poi molto ma in realtà, sia visivamente che a livello di sonoro- Gravity lascia con fiato sospeso per la sua intera visione.
La storia è quella della sopravvivenza di due astronauti improvvisamente soli nel mezzo del nulla, con piogge di detriti ad attaccarli e i loro disperati tentativi di tornare sulla Terra.
La Bullock conferma di meritare quell'Oscar che ha mantenendo alto lo standard della sua interpretazione, dando vita ad una dottoressa volitiva e piena di risorse. George, poco presente nel minutaggio totale -scusate lo spoiler- gigioneggia come sempre alla grande.
Ma come detto, è a livello tecnico e psicologico che il film ha la sua marcia in più e che riesce a immergere e tenere sulle spine lo spettatore!
In uscita il 4 ottobre.


Why don't you play in Hell?
La mia ormai conosciuta avversione verso il cinema orientale continua nella strada della redenzione grazie a questa pellicola che diverte come non mai! Una storia che è poi metacinematografica e si compone a matrioska, in cui il destino di un gruppo di aspiranti registi/operatori va a scontrarsi con spietati clan di mafia in contrapposizione. Ne esce una bagno di sangue ricco di ironia, in cui vederci una spruzzata (rossa, ovviamente) alla Tarantino è inevitabile!
Minuti e minuti di applausi, meritatissimi, per Sono Sion.



Sorcerer
Premiato proprio nel giorno del suo compleanno con il Leone d'oro alla carriera, William Friedkin si fa adorare dal suo pubblico e dai giornalisti. Per l'occasione la Mostra ha proiettato in versione restaurata il suo film del 1977. 
Nonostante la ventata di freschezza data all'immagine, però, il tempo per il film è passato inesorabile e infatti riesce a coinvolgere solo a metà tempo. La storia è quella di quattro sconosciuti che, per sfuggire alla loro sorte di morte o prigione, si ritrovano in un paese disperso nella giungla. L'occasione per guadagnare un po' di soldi si presenta nel dover trasportare della pericolosa dinamite per le dissestate strade del Paese, e loro, nonostante il passato e il presente, dovranno iniziare a cooperare.
Il finale, come Killer Joe insegna, non sarà però così lieto.

Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema

Tra un film e l'altro qui a Venezia, c'è tempo anche per spulciare le nuove uscite. In attesa infatti che qualcuno dei partecipanti alla Manifestazione trovi il suo spazio in sala, ecco che cosa si può gustare al cinema da oggi:

In Trance 
Danny Boyle torna alla regia dopo i super successi di The Millionaire e 127 ore. Inutile dire quanto alta sia l'attesa per il re Mida del cinema britannico che assolda per questo thriller ambientato nel mondo dell'arte James McAvoy, Vincent Cassel e Rosario Dawson.






Elysium 
Film fracassone e futuristico con un pelato Matt Damon come protagonista e una temibile Jodie Foster al governo. Come per Upside down il mondo è diviso in due, da una parte i ricchi, dall'altra i poveri. Scatterà la rivoluzione.









Una canzone per Marion 
La vecchiaia trova spazio in pellicole sempre più declinate a questa età. Dopo Quartet, anche qui ci troviamo davanti un coro di anziani frizzante che riuscirà, ovviamente, a farci versare qualche lacrima. Vanessa Redgrave a capitanare il tutto.







Royal Affair
Candidato all'Oscar come miglior film straniero, questa pellicola danese sa come indagare sul regno di Christian VII e i suoi tramacci, tra malattie mentali, promiscuità e tradimenti orditi dal suo medico personale interpretato dal sempre inquietante Mads Mikkelsen.







Foxfire
Sulla stregua di Thriteen, un altro film che vuole esplorare il lato oscuro dell'adolescenza. Le vendicatrici in questione made in France, ma ambientate a New York, sanno come cavarsela!








Infanzia Clandestina
Arriva dall'Argentina un altro film che riguarda i turbamenti dell'adolescenza. Qui centra però anche la politica, visto che i genitori di Juan sono dei clandestini. Al ritorno in patria, per smobilitare la situazione, non tutto sarà così facile, anche perchè l'amore ci metterà lo zampino.







Starbuck - 533 figli e non saperlo
Commedia un po' goliardica made in Canada su un eterno Peter pan che, donatore di seme, si ritroverà ad avere all'attivo ben 533 figli, di cui buona parte lo vuole conoscere e uno dalla sua compagna. Sicuramente si ride!








La Variabile Umana
Protagonisti Silvio Orlando,Giuseppe Battiston e Sandra Ceccarelli per un noir all'italiana che non convince del tutto.

28 agosto 2013

Venezia 70 - Prima Giornata

Come promesso In Central Perk è in diretta dal Lido per cercare -nonostante un accredito poco potente e il solito zero senso di orientamento- di vedere quanti più film possibili!


La prima giornata inizia all'insegna di George, George Clooney, vero mattatore della kermesse (in conferenza stampa si chiede come mai nessuno gli chieda dell'amico Ben, futuro Batman) ma soprattutto in gran spolvero per il film di apertura Gravity.
Ovviamente il mio cronico ritardo me lo ha fatto perdere, ma domani lo si recupera di sicuro visto l'entusiasmo che ha scatenato in rete!
In attesa di godere dei 70 cortometraggi che celebrano l'anniversario tondo della Mostra, mentre in sottofondo la conferenza stampa si affolla e apre ufficialmente il tutto, ecco a voi gli splendidi film che ho potuto vedere oggi, che fanno parte de Le giornate degli autori, vero fiore all'occhiello della competizione.

La Belle Vie
Ispirato da una storia vera, il film francese fa immergere completamente il pubblico nella natura, e mai termine fu più appropriato visti i numerosi bagni che i protagonisti si fanno.
Al centro della storia due figli adolescenti e il loro padre, che da 11 anni scappano dalla polizia e trovano rifugio in luoghi isolati. Questo padre li ha infatti sottratti alla madre e, ricercato, rischia almeno due anni di prigione. Cresciuti in continua fuga, sono ormai avvezzi alla vita da girovaghi, lavorando saltuariamente come allevatori o coltivatori. All'ennesima prospettiva di partenza, però, qualcosa si inceppa, e il figlio maggiore Pierre fugge, lasciando Sylvain alle prese con dubbi sempre più grandi sul da farsi. La vita con il padre prosegue così in modo tormentato, tra scelte difficili e l'incontro inaspettato con una ragazza che gli fa aprire gli occhi.

Un film che è la formazione in divenire di un ragazzo abituato da sempre ad essere grande, che mostra il suo lento aprirsi al mondo e la contraddizione del vivere perennemente nella menzogna.
Grazie a delle musiche incantevoli ma sopratutto a una fotografia naturale che emoziona, La Belle Vie colpisce, lasciando emozionati con un finale potente nella sua silenziosità.
Da tenere d'occhio i due giovani protagonisti Zacharie Chasseriaud e Solène Rigot, che annoverano nel loro curriculum già film importanti come Tango Libre e 17 ragazze.


Gerontophilia
Il discusso regista Bruce LaBruce stupisce con un film delicato e toccante in cui non mancano però sprazzi di umorismo. Gerontophilia è infatti una classica commedia romantica, ma che nulla ha di classico. Perchè? Perchè i protagonisti di questa storia d'amore sono un ragazzo ventenne e un ottantenne. 

Lake è un santo, o almeno così lo definisce la sua ragazza, sempre pronto a salvare e aiutare gli altri. Attratto da uomini più che maturi -e lo scopriamo nel modo più assurdo possibile- finisce, grazie alla madre alcolizzata, a lavorare in una casa di riposo dove conosce e si innamora del signor Peabock. La loro storia non sarà così facile da mantenere ma troverà sulla strada le più classiche (e il termine ritorna) delle problematiche, dalla gelosia allo scontro con i genitori.
Frizzanti le battute e i copratogonisti (su tutti ovviamente la ex di Lake e la sua fissa con le donne rivoluzionarie), con un velo di tristezza che si fa vedere nel finale e che ammanta il tutto, nonostante tutto, nella purezza della neve.
Nota di merito anche in questo caso per le musiche, azzeccatissime e bellissime!


27 agosto 2013

Breaking Bad - Stagione 4

Quando i film si fanno ad episodi.


Causa malessere pseudoinfluenzale, sono riuscita in tempo record a recuperare questa quarta -e penultima- stagione. Ma forse dare tutto il merito ai miei acciacchi non è giusto, perchè questa stagione sembra davvero mettere il turbo, diventando molto più corposa e intrigante delle precedenti, almeno per la sottoscritta.
Che il signor White sia diventato una persona irreprensibile, quasi inattaccabile dal punto di vista emotivo e davvero pronta a tutto pur di proteggere se stesso e la sua famiglia è ormai cosa nota; quello che invece è più interessante da notare in questi 13 episodi è l'involuzione e l'evoluzione del personaggio di Jesse, incapace rispetto al suo socio di accettare certe scelte e azioni, e assillato dai rimorsi. Il ritorno nel baratro della droga diventa così inevitabile, ma c'è chi, in quanto a doppi giochi e soluzioni estreme, ne sa più di Walt. Gus Fring è la sua perfetta metà, speculare in freddezza e attenzione agli affari, riuscirà a capire Jesse e a trovare il modo per tirarne fuori le vere qualità. Gus diventa così il vero protagonista della stagione, con un lungo flashback che mostra il vero motivo della sua lunga guerra con il cartello messicano e il suo modo di metterne fine da pelle d'oca.
Ma ovviamente ci sono anche gli altri, in primis un Hank inizialmente depresso e insopportabile nella sua situazione di semiparalisi, poi incredibilmente lungimirante, e niente affatto stupido nel riuscire a ricreare tutti i legami tra il signor Los Pollos Hermanos e i cristalli blu; poi, ovviamente, Skyler, ora complice del merito e alla ricerca dei sotterfugi per proteggere la sua famiglia.


La stagione sfreccia via così in un attimo, tra episodi al fulmicotone e i sentimenti sempre più contrastanti per un protagonista a cui difficilmente si vuole bene, ma che riesce comunque a catturare e a far -nella maggioranza dei casi- patteggiare per lui. Il finale è poi qualcosa di letteralmente esplosivo, con tanto di colpo di scena alla stregua dei migliori film, come sono poi tutte le scelte di montaggio e di fotografia.
Inutile sprecare altre parole di enfasi sull'interpretazione di Bryan Cranston e Aaron Paul, meglio buttarsi dritti dritti nell'ultima stagione che è lì che scalpita e tiene già con il fiato sospeso milioni di fan (me compresa, ovviamente)!

26 agosto 2013

Biglietti, Prego! - Il Boxoffice del Weekend

Ora che anche gli acquazzoni avvisano che l'estate sta per finire, la programmazione cinematografica si risveglia e qualche piccola perla ne esce. Ecco così che il boxoffice migliora, non solo a livello di titoli ma anche di numeri!
E visto che quest'estate di film di animazione di qualità ce ne sono stati gran pochi, non stupisce che i primi due posti siano occupati dalle certezze Pixar e DreamWorks (con la prima, uscita dopo, che batte in tutti i sensi l'altra). A seguire il caso horror della stagione e le grandi glorie ancora in forma. Delude, sia le aspettative che commercialmente, il secondo capitolo di Kick-Ass.
I dettagli:

1 Monsters University
week-end € 2.303.625 (totale: 3.324.961)

2 Turbo
week-end € 1.072.452 (totale: 2.266.058)

3 L'evocazione - The Conjuring
week-end € 1.025.001 (totale: 1.426.263)

4 Red 2
week-end € 800.239 (totale: 1.091.405)

5 Wolverine - L'immortale
week-end € 193.418 (totale: 4.785.913)

6 Kick-Ass 2
week-end € 160.238 (totale: 520.241)

7 Now You See Me - I maghi del crimine
week-end € 149.830 (totale: 4.294.550)

8 Open Grave
week-end € 73.689 (totale: 237.802)

9 Titeuf - Il film
week-end € 54.090 (totale: 169.586)

10 La notte del giudizio
week-end € 48.128 (totale: 1.067.567)

25 agosto 2013

Rumors Has It - Le News dal Mondo del Cinema

E' la notizia della settimana, o forse addirittura dell'estate e sta infuriando nel web. Ben Affleck sarà il nuovo volto di Batman in Man of Steel 2 e andrà così a sostituire nell'immaginario il perfetto e combattuto Christian Bale della trilogia di Nolan. La notizia ha creato grosso fermento e sono già partite parecchie petizioni per dire no all'attore, che vista la strada di regista affermato dopo l'Oscar di Argo lascia perplessi con la scelta.
Più positiva invece la reazione al nuovo Lex Lutor che avrà la pelata d'onore di Bryan Cranston/Walter White (Breaking Bad).

Altra notizia che sorprende è quella che riguarda il nuovo e settimo episodio di Star Wars. Forse per calmare i bollenti spiriti dei fan, J. J. Abrams ha deciso provocatoriamente di rinunciare al digitale e di produrre e dirigere il film con il caro e vecchio 35mm. Una rivoluzione al contrario che fa felici gli estimatori del cinema ma anche la -quasi crollata- Kodak.

Passiamo a parlare di due donne che sono un ottimo pilastro della loro generazione. Abbiamo infatti da un lato Amy Adams (The Master) che avrà il pesante fardello di far rivivere Janis Joplin sul grande schermo diretta da Lee Daniels in Get it While You Can; dall'altra Rachel Weisz (Midnight in Paris) che continua a collezionare grandi registi -Allen, Malick- lavorando con Wim Wenders e affiancando James Franco e Charlotte Gainsbourg in Every Thing Will be Fine.

Ad unirsi al duo c'è anche la francese Marion Cotillard pronta a vestire i panni di Lady MacBeth nella nuova rivisitazione del dramma shakespeariano dopo l'abbandono di Natalie Portman. Decisione più che sensata visto che a farle da marito ci sarà il dotato Michael Fassbender!

Degli impegni in casa Ritchie si era parlato anche qualche settimana fa, e pare proprio che il divorzio stia portando bene al regista inglese. Dopo la fortunata saga di Sherlock Holmes e il prossimo remake di Man from the U.N.C.L.E. si aggiunge in agenda anche Empire Rising tratto dal romanzo di Thomas Kelly ambientato negli anni '30 della costruzione dell'Empire State Building.

Agenda fitta di impegni anche per Bradley Cooper che si sdoppia e diventa produttore anche per due prossimi film. Il primo, American Sniper, con protagonista un cecchino di guerra, potrebbe avere nientemeno che la regia di Clint Eastwood dopo l'abbandono del progetto da parte di Steven Spielberg; il secondo, Red Blooded American, vedrà l'attore interpretare il discusso Lance Armstrong.
Scelte davvero poliedriche!

Concludiamo la carrellata di news per una lettera che colpisce più per la profondità delle parole che per il coming out presente. Si tratta della risposta di Wentworth Miller (il bel protagonista di Prison Break nonchè sceneggiatore di Stoker) all'invito del San Pietroburgo Film Festival:

August 21, 2013

Re: St. Petersburg International Film Festival / "Guest of Honor" Invitation

Dear Ms. Averbakh:

Thank you for your kind invitation. As someone who has enjoyed visiting Russia in the past and can also claim a degree of Russian ancestry, it would make me happy to say yes.

However, as a gay man, I must decline.

I am deeply troubled by the current attitude toward and treatment of gay men and women by the Russian government. The situation is in no way acceptable, and I cannot in good conscience participate in a celebratory occasion hosted by a country where people like myself are being systematically denied their basic right to live and love openly.

Perhaps, when and if circumstances improve, I'll be free to make a different choice.

Until then.

Wentworth Miller

24 agosto 2013

Bolt

E' già Ieri. -2008-

Eccola la Disney che non ti aspetti!
La Disney del 2000 che riesce finalmente (il mitico Le follie dell'Imperatore a parte) a creare qualcosa di bello prima di tornare ufficialmente in forma con Rapunzel.
Merito della nuova direzione artistica di John Lasseter? O dell'influenza che la Pixar riesce a emanare?
Forse, ma quello che importa è che con Bolt si assiste a una perfetta alchimia di storia originale, che si sviluppa in modo spettacolare e ricco di azione, con una buona dose di ironia e momenti comici al seguito.
Il risultato è quindi qualcosa di travolgente, che riesce, come si suol dire, a conquistare grandi e piccini nonostante un'animazione non proprio dettagliata che risente del passare del tempo (e che ne ha di strada da fare per eguagliare la minuziosità pixariana).


L'ispirazione del film, come è facile intuire, arriva nientemeno che da The Truman Show, con un eroe inconsapevole protagonista in realtà di una serie televisiva.
Questo protagonista è però un cane, dotato su schermo di superpoteri con i quali riesce di volta in volta a salvare la sua amata padroncina Penny. Le giornate passano quindi lisce, con i tecnici nascosti e pronti a simulare il suo super-latrato e la sua forza, in modo che, a riprese finite, Bolt possa addormentarsi felice per aver fatto il suo dovere. Peccato però che i produttori decidano di rinunciare per una volta al lieto fine, facendo rapire Penny dal suo arcinemico Calico e lasciando il cane solo e in preda ai rimorsi. Ecco così che, colta l'occasione, fugge dagli studios e si ritrova ad affrontare per la prima volta il mondo vero. Convinto di essere un eroe, di dover salvare la sua amata padroncina, troverà sulla lunga strada per il ritorno a casa una serie di fan del suo personaggio, ma anche la giusta compagnia con cui affrontare le numerose avventure on the road: il nerd Rhino, un criceto buffissimo e speciale, e la gatta Mittens, diffidente ma dal cuore d'oro, più gli ignari piccioni picciotti.


Partendo da un tale e divertente misundestending, la Disney riesce a creare un mondo a misura di animale, riuscendo a raccontarne gli espedienti e le caratteristiche in modo convincente. Animali domestici trasformati così in protagonisti come nell'epoca d'oro di padre Walt, non possono non entrare da subito nel cuore, e utilizzando ancora una volta il sempre valido sentimento dell'amicizia in formazione, Bolt è un classico con i controfiocchi che sa sorprendere e stupire fino alla fine!


23 agosto 2013

Barcellona... in film #2

Nonostante sembra non se ne sia mai andato, In Central Perk torna operativo solo oggi dopo una settimana di relax, visite e tanto sole in quel di Barcellona!
La città molto commerciale e molto affollata, non ha soddisfatto tutte le aspettative, ma di certo a livello artistico e culinario è una miniera d'oro! Gaudì è entrato dritto dritto nel mio cuore, così come la magia di cascate e fontane che rendono ancora più romantici i numerosi parchi che ravvivano la città...

Ma siamo qui per parlare di cinema, e visti i luoghi e i film citati qualche post fa, eccoli ripresi dal vivo:

La Pedrera
Molto più turiste di me, anche Vicky e Cristina si sono lasciate incantare dal tetto geniale e unico progettato da Gaudì in Casa Milà. Ma le notizie cinefile non mancano per questa opera, perchè pare che anche George Lucas si sia lasciato ispirare da comignoli tanto arditi per il suo Guerre Stellari...


Parc de la Ciutadela
Il tour fotografico di Scarlett non finisce qui, e con la sensuale Penelope finisce a fotografare uno dei posti che più mi hanno fatto sbarluccicare gli occhi: la cascata del Parc de la Ciutadela.


Hospital de la Santa Creu i Sant Pau e Fundaciò Mirò
Infine, le due visitano anche l'imponente ospedale di Sant Pau (al momento in ristrutturazione) e la fondazione che ospita le opere più importanti e geniali di Mirò, che hanno saputo incantare e far sciogliere il mio cuoricino.


La Sagrada Familia
Se Parigi ha la Tour Eiffel e Roma ha il Colosseo, Barcellona ha il suo simbolo nella grande e incompiuta opera di Gaudì, un cantiere a cielo aperto che sa incantare dall'esterno come dall'interno, dal basso come dall'alto. Impossibile quindi per Woody, per Pedro e per i giovani de L'appartamento Spagnolo non includerla nei loro film!


Montjuïc
Ma il luogo che più mi ha incantato è stato sicuramente la collina che sovrasta Barcellona, con le sue fontane magiche, la sua imponenza e la sua perfetta geometria è stato uno spettacolo da godere di notte e di giorno, capace di dare una vista sulla città da togliere il fiato!
Unico rimpianto? Non averne visto il cimitero, dove riposano Rosa (Penelope Cruz) e Salvador Puig.


Park Güell
Per concludere in bellezza questa carrellata di immagini, il pezzo da 90, quello in cui perdersi (letteralmente -zero senso dell'orientamento- e non) è così  semplice grazie a una perfetta fusione di architettura e natura.
Il Park Güell, opera inconfondibile di Gaudì, fa da sfondo all'amore di Xavier e Anne-Sophie.

22 agosto 2013

Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema

Nel giorno di ritorno dalle mie amate ferie, anche il cinema sembra venirmi incontro iniziando a proporre qualche pellicola degna di nota.

Si parte ovviamente con Monsters University, uscito al cinema già ieri e la cui recensione in anteprima trovate QUI.









Ma che altro ci aspetta?
Ecco qualche consiglio:

L'evocazione 
Uscito ieri, questo horror estivo made in USA ha qualche asso nella manica. La storia è sempre quella di una casa infestata, ma il cast guidato da Vera Farmiga (Bates Motel) e Patrick Wilson dà una ventata di originalità.
Trailer






Red 2 
Tornano assieme gli scalmanati Bruce Willis, Anthony Hopkins, Helen Mirren, John Malkovich, Catherine Zeta-Jones, Mary-Louise Parker nei panni degli ex agenti speciali della CIA. Questa volta dovranno ritrovare un congegno nucleare rubato facendo un vero e proprio giro per il mondo combattendo spietati assassini e terroristi.
Divertimento assicurato.
Trailer






Fiabeschi torna a casa
Il non più così giovane Fiabeschi è costretto a tornare a casa, un piccolo paese calabro. Lasciato dalla fidanzata, abbandonato l'università, si ritrova a fare i conti con una famiglia e un luogo in cui nulla sembra cambiato ma in cui forse può trovare il suo posto nel mondo.
Trailer







In another country
In concorso all'ultimo festival di Cannes, questo film coreano si avvale di una protagonista di eccezione: Isabelle Huppert. Straniera in un luogo in cui difficilmente riesce a farsi capire, farà amicizia e incontrerà persone che la arricchiranno e la affascinano.
In uscita domani.
Trailer

21 agosto 2013

Monsters University

Andiamo al Cinema.


Non posso non negare quanto alta fosse la mia attesa per questo film. Da fan di primo pelo della Pixar (a cui se non avete già notato ho pure dedicato una tesi e un abito ad hoc), dopo la non così eccellente prova di The Brave veder sfumare anche Mike e Sulley nel banale sarebbe stato troppo.
La casa di produzione di Emeryville con il suo ultimo lavoro originale era andata fin troppo incontro ai gusti Disney, con una principessa protagonista, canzoni a far da sottofondo e una storia per quanto intrigante sicuramente minore rispetto a quelle scaturite in passato da menti tanto geniali. La virata poi che si sembra aver preso ultimamente verso sequel e prequel, aveva fatto vacillare anche la sottoscritta, ma per fortuna la Pixar è sempre la Pixar e mai come questa volta sono stata felice di essermi ricreduta... in fondo da chi aveva saputo fare di un Toy Story 3 un capolavoro assoluto che fa sciogliere in lacrime, cosa c'era da aspettarsi!


Ecco quindi che ritrovare quegli scalmanati di Mike e Sulley all'opera non solo fa battere il cuore di noi nostalgici di Monsters & Co., ma fa anche ridere a crepapelle con gag geniali e esuberanti.
Monsters University se non fosse per l'utilizzo di personaggi già conosciuti potrebbe benissimo essere un film a sé stante, con riferimenti e citazioni al suo seguito che arricchiscono però lo trasbordante mondo creato.
Già, perchè sembra che niente possa essere più divertente o anche solo facile nel ritornare a Mostropoli e mostrarne l'università e l'educazione di chi un giorno diventerà spaventatore!
Il film diventa quindi un classico college movie molto americano, ma ovviamente con qualcosa in più. Tra mostri di tutte le forme e colori, scopriamo a poco a poco l'origine speciale dell'amicizia unica che lega Mike e Sulley, con l'iniziale antipatia e sfida all'interno del corso di spavento a dividerli. Tra giornate di studio (per il primo) e feste (per il secondo), il futuro per loro non sembra così liscio, sopratutto perchè finiscono nel mirino della temibile preside Tritamarmo. Per tornare nelle sue grazie -ma soprattutto a frequentare il corso tanto agognato- i due si troveranno loro malgrado, e con una squadra tutt'altro che impressionante, a competere alle Spaventiadi, le olimpiadi di spavento. Da qui il film mette il turbo e sfida dopo sfida il tifo e la simpatia verso i protagonisti principali ma anche per i buffi secondari, cresce in continuazione portando ad un finale per niente scontato, anzi, che non ci si aspetta, che riesce a regalare l'ennesimo sorriso!


La scelta di fare di Mike il motore del film risulta più che azzeccata e Monsters University ha quindi tutto per riuscire a conquistare: una tecnica grafica sempre più precisa e perfetta, ritmo e humor (la scena della madre metallara mi ha fatto sbellicare), personaggi bislacchi e per questo irresistibili (Art è il mio preferito, ma se la compete con il baffuto Don Carlton), sfide e sentimenti messi in gioco e una morale sulla forza del crederci sempre e la dedizione al lavoro che oggi come oggi non può essere ignorata.
Perciò, lasciate a casa tentennamenti e pregiudizi, perchè questo prequel è assolutamente all'altezza dell'originale!



P.s.: Come da tradizione il film è introdotto da un cortometraggio, romantico e sognante al punto giusto. In The Blue Umbrella i protagonisti sono dei dolci ombrelli, che si muovo in una città animata in modo stupendo, da non perdere!

20 agosto 2013

Friends - Quinta Stagione

Quando i Film si fanno ad episodi.

Li avevamo lasciati a Londra, con il fiato sospeso per l'errore più madornale che un uomo possa mai compiere davanti all'altare.
E li ritroviamo lì, ammutoliti dall'imbarazzo, in quella chiesa indecisi se tifare per il cuore sussultante di Rachel o quello pieno di sensi di colpa di Ross.
La quinta stagione parte proprio dall'Europa per raccontare un altro anno in compagnia dei sempre divertenti sei amici, e, ancora una volta, il tira e molla tra Ross e Rachel ha la meglio. Ma c'è un'altra coppia ora che può rubare loro il trono, è quella non così impensabile che proprio all'ombra del Big Ben si è formata: Monica e Chandler.
I due dovranno faticare parecchio al ritorno a New York per mantenere segreta la loro relazione, e solo Joey avrà il privilegio, anche se sarebbe meglio dire il peso, di sapere la verità. Ne nascono così gag esilaranti e misunderstandig che sfiancheranno l'italiano, tranne poi trovare il consenso e la felicità di tutti una volta che le carte verranno scoperte.
Questa stagione segna quindi la crescita di Monica e Chandler pronti ad affrontare la vita da adulti, ma anche di Phoebe che finalmente partorirà i gemelli del fratello e quella lavorativa di Rachel la cui strada nell'alta moda sembra spianata. Pure Ross avrà il suo bel da fare alle prese con un trasloco provvidenziale (ritorna il ciccione nudo!!) e una rabbia da sbollire e lasciar sfogare.
Ogni episodio è così ricco di grasse risate che portano in un baleno ad un altro finale da lasciare a bocca aperta ambientato questa volta nientemeno che a Las Vegas, baby, e con sempre un matrimonio di mezzo!


18 agosto 2013

Barcellona... in film!

Per rimarcare ancora una volta la mia vacanza, ho pensato di riunire in questo post alcuni film girati nella splendida città spagnola e che inevitabilmente hanno segnato la mia visione di Barcellona e il mio desiderio di vederla.

Si parte ovviamente con lui, con Woody, che alla città ha dedicato un capitolo della sua trilogia della capitali europee (dopo quella di Londra ci sono state Parigi e Roma). Un triangolo amoroso scoppiettante e ricco di passione che ha valso alla bella Penelope un Oscar e l'incontro dopo anni con quello che è e sarà l'uomo della sua vita.



Javier Bardem è il protagonista anche di Biutiful, film molto più cupo e non troppo riuscito dove la Barcellona mostrata e tutt'altro che solare e da cartolina.



Più frizzante e colorata ma allo stesso tempo malinconica la Barcellona descritta da Almodovar. Il regista spagnolo solitamente preferisce la capitale Madrid per i suoi set, ma in Tutto su mia madre fa della città un personaggio silenzioso mostrandone i luoghi più belli (la Sagrada Familia, Parco Guell e il cimitero di Montjuic).



Ma il primo posto va al film che ha inevitabilmente segnato il mio immaginario e che ha spinto giovani e giovani all'esperienza dell'erasmus: L'appartamento spagnolo.
Commedia di formazione intelligente e capace di raccontare i turbamenti giovanili e mostrare gli angoli più belli di Barcellona.



Infine, cercherò e seguirò i luoghi più belli -il luna park di Montjuic, parco Guell- raccontati con dovizia di particolari negli splendidi libri di Carlos Ruiz Zafón.

Detto ciò, buon viaggio a me!
Ma voi non abbandonate In Central Perk che continua a distanza la sua normale programmazione.

17 agosto 2013

Bee Movie

E' già Ieri. -2007-


Ormai il vero scopo di questa rubrica è rispolverare titoli per lo più DreamWorks che avevo evitato al momento dell'uscita.
Come per gli altri, questo Bee-Movie non aveva l'appeal necessario per spingermi in sala, primo fra tutti perché i film con protagonista il mondo degli insetti sono ormai passati di moda dopo i fasti di A bug's life e Z la Formica.
Non paga della rivalità ancestrale con la Pixar, la casa di produzione di Spielberg e soci se ne è uscita nel 2007 con questo lungometraggio che ruota attorno all'infelice e insoddisfatta ape Barry. Giovane e inesperta, si ritrova davanti un futuro che si basa solo ed esclusivamente sul miele. Amareggiato da tanta monotonia, Barry lascia l'alveare per un giro in città finendo per conoscere la fioraia Vanessa Bloom e scoprire così che gli esseri umani sfruttano e usano i suoi simili per accaparrarsi e mangiare il miele prodotto con fatica.
Convinto dell'ingiustizia di questo fatto, Barry si lancia in una causa contro l'umanità, vincendo e privando gli uomini del nettare degli dei e dando finalmente delle meritate vacanze alla sua comunità. Ma come Einstein insegna, se le api smettono il loro frenetico lavoro, non mancherà molto alla fine del mondo e infatti mancando l'impollinazione, il verde inizierà a scarseggiare e così la vita ad ingrigirsi che verrà messa a rischio mancando il primo anello della catena alimentare.
Riportare le cose al loro posto non sarà così facile, ma con l'aiuto di Vanessa e dei suoi amici, Barry sistemerà le cose trovando anche un lavoro a lui più consono.


Nonostante le citazioni con personaggi famosi nei panni di loro stessi (Sting e Larry King tra gli altri), Bee Movie resta sostanzialmente un film di animazione per bambini che non ha la stessa forza emotiva e sognante di altre produzioni DreamWorks. Gli stessi disegni appaiono infatti non perfettamente curati, con un protagonista ape divertente, certo, ma esteticamente datato e la cui infatuazione con la fioraia umana è scontata e impossibile.
Tralasciando però questi punti negativi che si basano soprattutto sull'assurdità di alcune scene e la non originalità dei personaggi, la serata in compagnia di Barry e soci la si passa tranquillamente e si ride anche, ma, come si suol dire, c'è di meglio in giro.



16 agosto 2013

Marigold Hotel

E' già Ieri. -2012-


Prendete un manciata di attori inglesi un po' datati ma sempre in forma e... piazzateli in India. Per la precisione nel lussureggiante Marigold Hotel, che tanto lussureggiante non è.
Questa è l'idea alla base della commedia corale che vede riuniti in una volta sola Judi Dench, Bill Nighy, Tom Wilkinson e Maggie Smith più il giovane Dev Patel, visto in Skins e di fama mondiale dopo The Millionaire.


I quattro più Celia Imrie, Penelope Wilton e Ronald Pickup sono degli anziani che, per un motivo o per l'altro, si vedono costretti e decidono di investire i loro risparmi nella permanenza nel lussuoso Marigold Hotel.
Dalla coppia sposata e in crisi i cui risparmi si sono volatilizzati, alla vedova in cerca di un inizio fino alla single sfiancata dal lavoro extra di nonna e al provolone impenitente, passando per una domestica vecchio stampo che si deve operare e un giudice d'alta corte ora in pensione che vuole ritrovare le sue radici.
Tutti loro dovranno però fare i conti con un hotel che non è esattamente come si aspettavano. Il nuovo direttore è infatti un giovane che sogna di riportare alla gloria di un tempo il residence del padre, facendone un resort in cui altri anziani inglesi possano passare i loro ultimi giorni felici.
Adattarsi non sarà così facile, soprattutto vista l'età degli ospiti, ma l'amicizia che si creerà man mano tra loro e i problemi che si troveranno ad affrontare li unirà.
A splendere su tutti sono la sempre bella e elegante Judi Dench, il cui personaggio è il più umano e il più restio ad abbattersi, e quello romantico e sognatore di Wilkinson, che regala qualche lacrima svelnado poco a poco la sua vicenda personale e il vero motivo che lo ha spinto a partire.
A dispetto delle attese, le risate sono meno del previsto, perchè Marigold Hotel non è propriamente una commedia british, si avvicina di più allo stile di Love Actually dove al posto dell'amore e del Natale, si vira verso lidi meno battuti come per l'appunto quelli della terza età.
Ne escono così malintesi e cuori che non smettono di sussultare, con l'adattamento e la metamorfosi che finisce per colpire in modo inatteso anche la sempre bisbetica di classe Maggie Smith (qui in un ruolo che molto ricorda quello in Downton Abbey).
Il risultato è un film dolceamaro, che sa divertire e far riflettere, in parte prevedibile in parte ammaliante, complice la bellezza estetica di un'India da cartolina.