Poche ma fresche le news di questa domenica mattina, le gite fuori portano chiamano, e pare che anche ad Hollywood e dintorni il fermento si sia un po' placato.
Anne Hathaway come in Castaway?
L'attrice sembra essere la prescelta per il difficile ruolo di Grace Winters, una donna appena sposata che si salvò dal naufragio del transatlantico Empress nel 1914. Assieme ad altri superstiti trovò rifugio in un'isola, dovendo qui compiere scelte difficili pur di sopravvivere.
Se The Lifeboat vi sembra un film non troppo interessante, sappiate però che è tratto dal bestseller di Charlotte Rogan e che vede alla regia un certo Joe Wright.
L'interesse è aumentato, vero?
Woody Harrelson vive sicuramente un periodo d'oro viste le critiche positive dopo il suo True Detective.
Gli impegni al cinema aumentano e fra questi va ad aggiungersi il ruolo di un ex marito burbero e solitario, che in visita all'ex moglie capirà di avere avuto una figlia da lei dopo il divorzio, ora adolescente, e deciderà di riformare la famiglia. Pur con la costrizione.
Tratto dalla graphic novel di Daniel Clowes, Wilson vede alla regia Craig Johnson e alla produzione nomi come Alexander Payne e Sam Raimi.
Ad affiancare Woody, Laura Dern, anche lei di nuovo sulla cresta dell'onda.
Un amico immaginario così strano e particolare che nessun bambino sa immaginarlo e quindi questo vaga in solitudine alla ricerca di compagnia.
Sembra una favola triste ma dai molti possibili aspetti comici che ha della genialità e del grosso potenziale.
Non a caso, The Adventures of Beekle: The Unimaginary Friend è stato premiato con la Caldecott Medal, il premio più importante per i testi dell'infanzia e ora è in sviluppo alla DreamWorks Animation.
Ma non finisce qui, visto che alla regia c'è quel Jason Reitman abituato alle commedie intelligenti tra Juno e Tra le Nuvole, che ora approda al magico mondo dell'animazione.
E lo si aspetta con ansia.
Si fa sempre più interessante Doctor Strange, l'ennesimo comic movie ma che solo per il cast decisamente di spessore merita attenzione.
Ad affiancare Benedict Cumberbatch nel ruolo del protagonista, potrebbero esserci Tilda Swinton in quello del suo mentore Ancient One (per l'occasione trasformato in una donna), mentre Chiwetel Ejiofor sarebbe il cattivo da sconfiggere.
Qualcosa mi dice che potrei cedere al genere.
Concludiamo con una notizia che fa battere i cuori di tutti i fan, compreso il mio.
Una mamma per amica potrebbe tornare in TV per una speciale reunion. A parlarne e Scott "Luke" Patterson, che ha dichiarato in un'intervista che dopo la messa in onda su Netflix di tutti gli episodi, il fermento è iniziato, e sono molti i colloqui in atto. Lui ha già dato conferma di partecipazione, ora non resta che incrociare le dita e sperare che un altro caffè, o un'altra abbuffata, assieme alla famiglia Gilmore sia possibile.
Pagine
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31 maggio 2015
30 maggio 2015
Il Libro della Vita
Andiamo al Cinema
La morte.
Non ci potrebbe essere tema meno indicato per una favola da raccontare a dei bambini.
La morte la si evita, si spera che i propri figli la possano incontrare nel loro percorso il più tardi possibile.
Della morte non si parla.
Nonostante questo, il signor Walt Disney ha disseminato nelle sue di favole il tema, traumatizzando generazioni vuoi per la dipartita di Mufasa, vuoi per quello sparo nel buio alla madre di Bambi. Sadico quanto basta, poi, ha fatto della maggior parte dei suoi personaggi degli orfani, che si sostengono solo sulle loro forze, che quella morte l'hanno incontrata, troppo presto, troppo vicino.
Ma c'è chi della morte invece parla, c'è chi la morte, o i morti, li festeggia, in un giorno colorato e pieno paradossalmente di vita: i messicani.
Teschi colorati, decorazioni floreali, cimiteri addobbati fanno della notte del primo di novembre, una notte che non si può dimenticare, e nelle loro cultura, quindi, la morte non fa così paura.
La morte.
Non ci potrebbe essere tema meno indicato per una favola da raccontare a dei bambini.
La morte la si evita, si spera che i propri figli la possano incontrare nel loro percorso il più tardi possibile.
Della morte non si parla.
Nonostante questo, il signor Walt Disney ha disseminato nelle sue di favole il tema, traumatizzando generazioni vuoi per la dipartita di Mufasa, vuoi per quello sparo nel buio alla madre di Bambi. Sadico quanto basta, poi, ha fatto della maggior parte dei suoi personaggi degli orfani, che si sostengono solo sulle loro forze, che quella morte l'hanno incontrata, troppo presto, troppo vicino.
Ma c'è chi della morte invece parla, c'è chi la morte, o i morti, li festeggia, in un giorno colorato e pieno paradossalmente di vita: i messicani.
Teschi colorati, decorazioni floreali, cimiteri addobbati fanno della notte del primo di novembre, una notte che non si può dimenticare, e nelle loro cultura, quindi, la morte non fa così paura.
29 maggio 2015
Lo Straordinario Viaggio di T.S. Spivet
Andiamo al Cinema
Era il 2001 quando Jean-Pierre Jeunet si impose nel cinema mondiale con un piccolo gioiello visivo e di trama come Il Favoloso Mondo di Amelie. Una piccola storia, che rubò il cuore di molti, compreso il mio.
Prima, il regista francese si era fatto notare per una storia molto diversa, molto più cupa, quel Delicatessen che a differenza del titolo non era una visione particolarmente gustosa, anzi.
Poi, invece, il regista francese ha dovuto fare i conti con l'essere all'altezza di un cult, di soddisfare quel pubblico che da lui chiedeva la stessa magia, ma non in serie, non in ripetizione.
Se con Una lunga domenica di passioni, affidato ancora una volta alla sua beniamina Audrey Tautou c'è in parte riuscito, poi con quell'Esplosivo Piano di Bazil, qualcosa si è inceppato.
Gli ingredienti erano gli stessi: voce fuori campo, piani machiavellici esposti, padronanza della fotografia, con sovrimpressioni, flashback, fantasie ad occhi aperti che si materializzavano su schermo.
Ma forse la presenza di Dany Boon, forse una trama non del tutto avvincente, Bazil fallì nella sua impresa e in Italia, da quel 2009 di Jeunet non si seppe più nulla.
Era il 2001 quando Jean-Pierre Jeunet si impose nel cinema mondiale con un piccolo gioiello visivo e di trama come Il Favoloso Mondo di Amelie. Una piccola storia, che rubò il cuore di molti, compreso il mio.
Prima, il regista francese si era fatto notare per una storia molto diversa, molto più cupa, quel Delicatessen che a differenza del titolo non era una visione particolarmente gustosa, anzi.
Poi, invece, il regista francese ha dovuto fare i conti con l'essere all'altezza di un cult, di soddisfare quel pubblico che da lui chiedeva la stessa magia, ma non in serie, non in ripetizione.
Se con Una lunga domenica di passioni, affidato ancora una volta alla sua beniamina Audrey Tautou c'è in parte riuscito, poi con quell'Esplosivo Piano di Bazil, qualcosa si è inceppato.
Gli ingredienti erano gli stessi: voce fuori campo, piani machiavellici esposti, padronanza della fotografia, con sovrimpressioni, flashback, fantasie ad occhi aperti che si materializzavano su schermo.
Ma forse la presenza di Dany Boon, forse una trama non del tutto avvincente, Bazil fallì nella sua impresa e in Italia, da quel 2009 di Jeunet non si seppe più nulla.
28 maggio 2015
Silenzio In Sala - Le Nuove Uscite al Cinema
Tante le uscite in questo lungo fine settimana caratterizzato da un ponte ch si estenderà fino a martedì.
I programmatori hanno deciso di darci dentro e tra piccole ma interessanti opere, e blockbuster di sicura presa, ce n'è un po' per tutti.
Per andare sul sicuro, però, meglio avvalersi di qualche consiglio:
Lo Staordinario Viaggio di T.S. Pivet
Jean-Pierre Jeunet è tornato.
Come chi è Jean-Pierre Jeunet?
Per scoprire se il regista di quel capolavoro del Favoloso mondo di Amelie è riuscito a mantenere stile e genio pur trasferendosi in Canada e con una storia molto americana (con tanto di Helena Bonham Carter protagonista), basta passare da queste parti domani.
Intanto ringraziamo i distributori per l'attesa di due anni dall'uscita del film in Francia.
Trailer
Il Libro della Vita
Dal Messico arriva invece un film di animazione che non ti aspetti: divertente, ironico e pronfondo e che parla della... morte.
Il tema tabù per l'infanzia viene qui sdoganato, quindi non temete.
A produrre Guillermo del Toro, a dare le voci Diego Luna, Channig Tatum e Zoe Saldana.
Prossimamente da queste parti.
Trailer
Il Fascino Indiscreto dell'Amore
Amelie è nata a Tokyo ma ben presto è tornata nel famigliare Belgio. Compiuti 20 anni decide di tornare nel Paese che ha sempre amato, cercando di integrarsi e di far fronte a una cultura che è cambiata e che lei ha mitizzato. Ad aiutarla, il giovane Rinri, con cui scatterà l'amore.
Fascinoso quanto basta per dargli una chance.
Trailer
The Tribe
Un film muto, ma non perchè come The Artist vuole far rivivere un'epoca d'oro, ma perchè i suoi protagonisti sono giovani muti, che affrontano problemi e iniziazioni forse ben più difficili dei loro coetanei, tra bullismo e prostituzione.
Esordio ucraino, da segnare e vedere.
Trailer
Louisiana
Presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, il nuovo film di Paolo Minervini si sofferma ai margini della società americana, mostrando veterani, soldati, adolescenti e famiglie in un habitat di sopravvivenza e assuefazione.
Uno sguardo di quelli poetici, ma non per tutti. Purtroppo.
Trailer
Pitza e Datteri
Venezia fa da sfondo a un incontro/scontro tra culture: quella islamica più tradizionale, quella turco-mussulmana più moderna e femminista, quella italiana.
Il tutto in una commedia non delle più becere, ma nemmeno delle più allettanti.
Trailer
Hybris
Thriller italiano?
Thriller italiano che sembra copiare Quella casa nel bosco, con una baita sperduta piena di segreti e inspiegabilmente senza via di uscita?
Thriller italiano con Guglielmo Scilla?
Anche no. Grazie.
Trailer
Pitch Perfect 2
Evitato senza rimorsi il primo capitolo, questo secondo sul coro delle Bellas pur avendo sbancato i botteghini americani (battendo pure Mad Max) interessa gran poco.
La regia nel frattempo è passata nelle mani di Elizabeth Banks.
Trailer
San Andreas
Interessa ancora meno la nuova avventura tutta muscoli di Dwayne Johnson visto quanto è trita e ritrita la trama: lui, nel mezzo di un devastante terremoto che ha sconvolto San Francisco, parte con l'ex moglie a salvare la figlia. In elicottero.
Anche no.
Trailer
I programmatori hanno deciso di darci dentro e tra piccole ma interessanti opere, e blockbuster di sicura presa, ce n'è un po' per tutti.
Per andare sul sicuro, però, meglio avvalersi di qualche consiglio:
Lo Staordinario Viaggio di T.S. Pivet
Jean-Pierre Jeunet è tornato.
Come chi è Jean-Pierre Jeunet?
Per scoprire se il regista di quel capolavoro del Favoloso mondo di Amelie è riuscito a mantenere stile e genio pur trasferendosi in Canada e con una storia molto americana (con tanto di Helena Bonham Carter protagonista), basta passare da queste parti domani.
Intanto ringraziamo i distributori per l'attesa di due anni dall'uscita del film in Francia.
Trailer
Il Libro della Vita
Dal Messico arriva invece un film di animazione che non ti aspetti: divertente, ironico e pronfondo e che parla della... morte.
Il tema tabù per l'infanzia viene qui sdoganato, quindi non temete.
A produrre Guillermo del Toro, a dare le voci Diego Luna, Channig Tatum e Zoe Saldana.
Prossimamente da queste parti.
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Il Fascino Indiscreto dell'Amore
Amelie è nata a Tokyo ma ben presto è tornata nel famigliare Belgio. Compiuti 20 anni decide di tornare nel Paese che ha sempre amato, cercando di integrarsi e di far fronte a una cultura che è cambiata e che lei ha mitizzato. Ad aiutarla, il giovane Rinri, con cui scatterà l'amore.
Fascinoso quanto basta per dargli una chance.
Trailer
The Tribe
Un film muto, ma non perchè come The Artist vuole far rivivere un'epoca d'oro, ma perchè i suoi protagonisti sono giovani muti, che affrontano problemi e iniziazioni forse ben più difficili dei loro coetanei, tra bullismo e prostituzione.
Esordio ucraino, da segnare e vedere.
Trailer
Louisiana
Presentato al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, il nuovo film di Paolo Minervini si sofferma ai margini della società americana, mostrando veterani, soldati, adolescenti e famiglie in un habitat di sopravvivenza e assuefazione.
Uno sguardo di quelli poetici, ma non per tutti. Purtroppo.
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Pitza e Datteri
Venezia fa da sfondo a un incontro/scontro tra culture: quella islamica più tradizionale, quella turco-mussulmana più moderna e femminista, quella italiana.
Il tutto in una commedia non delle più becere, ma nemmeno delle più allettanti.
Trailer
Hybris
Thriller italiano?
Thriller italiano che sembra copiare Quella casa nel bosco, con una baita sperduta piena di segreti e inspiegabilmente senza via di uscita?
Thriller italiano con Guglielmo Scilla?
Anche no. Grazie.
Trailer
Pitch Perfect 2
Evitato senza rimorsi il primo capitolo, questo secondo sul coro delle Bellas pur avendo sbancato i botteghini americani (battendo pure Mad Max) interessa gran poco.
La regia nel frattempo è passata nelle mani di Elizabeth Banks.
Trailer
San Andreas
Interessa ancora meno la nuova avventura tutta muscoli di Dwayne Johnson visto quanto è trita e ritrita la trama: lui, nel mezzo di un devastante terremoto che ha sconvolto San Francisco, parte con l'ex moglie a salvare la figlia. In elicottero.
Anche no.
Trailer
27 maggio 2015
Mad Max: Fury Road
Andiamo al Cinema
L'entusiasmo di Cannes si è presto riversato anche nelle sale italiane: quel Mad Max, il cui quarto capitolo è stato aspettato pazientemente da fan e regista per 30 anni è un capolavoro.
Una goduria per gli occhi, a detta di tutti (o quasi) e quindi cosa fare?
Andare a vederlo pur sapendo di non essere fatta per il genere?
Farsi tentare dalla voce suadente di Tom Hardy?
Però, e di però ce ne potrebbero essere tanti, la voglia di vedere quella trilogia cult non c'è, vuoi perchè gli anni '80 e i suoi incubi apocalittici mi sono indigesti, vuoi perchè con Mel Gibson non ho mai avuto un buon rapporto, e dovermelo sorbire in non uno ma tre film è chiedere troppo.
Fortunatamente, a detta di una più esperta Bolla, questo Fury Road è godibilissimo anche senza alcuna preconoscenza e quindi via, forti della versione v.o. del multisala, io e un incontenibile giovine siamo andati a provare noi stessi.
L'entusiasmo di Cannes si è presto riversato anche nelle sale italiane: quel Mad Max, il cui quarto capitolo è stato aspettato pazientemente da fan e regista per 30 anni è un capolavoro.
Una goduria per gli occhi, a detta di tutti (o quasi) e quindi cosa fare?
Andare a vederlo pur sapendo di non essere fatta per il genere?
Farsi tentare dalla voce suadente di Tom Hardy?
Però, e di però ce ne potrebbero essere tanti, la voglia di vedere quella trilogia cult non c'è, vuoi perchè gli anni '80 e i suoi incubi apocalittici mi sono indigesti, vuoi perchè con Mel Gibson non ho mai avuto un buon rapporto, e dovermelo sorbire in non uno ma tre film è chiedere troppo.
Fortunatamente, a detta di una più esperta Bolla, questo Fury Road è godibilissimo anche senza alcuna preconoscenza e quindi via, forti della versione v.o. del multisala, io e un incontenibile giovine siamo andati a provare noi stessi.
26 maggio 2015
The Following - Stagione 3
Quando i film si fanno ad episodi.
Quello di The Following è e rimarrà uno degli inizi più folgoranti di sempre.
Quel pilot andato in onda solo 2 anni fa, prometteva colpi di scena, tensione, e uno sviluppo profondo, che abbracciava riferimenti letterari come indagini dell'FBI.
Peccato però che negli episodi successivi della prima stagione tutto fu annacquato, tutto divenne un ammasso di nonsense in cui la figura dell'eroe solitario faceva a botte (a volte anche letteralmente) con le regole basilari di veridicità nonché di etica dell'FBI stessa, e che quindi Ryan Hardy e la sua missione personale contro il serial killer dall'appeal british Joe Carroll, iniziavano a diventare un appuntamento in cui le risate erano involontariamente garantite.
Questo ha permesso alla serie senza alcun dubbio di proseguire fino alla terza tornata, passando sopra a buchi di sceneggiatura grossi come una delle tante magioni nascoste nei boschi che spuntano come funghi, passando sopra a nuovi cattivi da inserire a random o di quelle missioni personali a cui il buon Ryan non sa rinunciare.
Fino a qui, perlomeno, perchè non è ancora chiaro se sono stati gli sceneggiatori in crisi su chi far morire/su chi inserire/su come far fuggire ancora una volta Joe da una prigione di massimissima sicurezza o semplicemente l'FBI che non voleva più essere ridicolizzata, pardon, rappresentata dalla famiglia Hardy e soci, ma sta di fatto che a The Following è stato dato lo stop.
Basta stagioni, con questo ultimo ciclo di 15 episodi si chiude baracca e burattini.
Quello di The Following è e rimarrà uno degli inizi più folgoranti di sempre.
Quel pilot andato in onda solo 2 anni fa, prometteva colpi di scena, tensione, e uno sviluppo profondo, che abbracciava riferimenti letterari come indagini dell'FBI.
Peccato però che negli episodi successivi della prima stagione tutto fu annacquato, tutto divenne un ammasso di nonsense in cui la figura dell'eroe solitario faceva a botte (a volte anche letteralmente) con le regole basilari di veridicità nonché di etica dell'FBI stessa, e che quindi Ryan Hardy e la sua missione personale contro il serial killer dall'appeal british Joe Carroll, iniziavano a diventare un appuntamento in cui le risate erano involontariamente garantite.
Questo ha permesso alla serie senza alcun dubbio di proseguire fino alla terza tornata, passando sopra a buchi di sceneggiatura grossi come una delle tante magioni nascoste nei boschi che spuntano come funghi, passando sopra a nuovi cattivi da inserire a random o di quelle missioni personali a cui il buon Ryan non sa rinunciare.
Fino a qui, perlomeno, perchè non è ancora chiaro se sono stati gli sceneggiatori in crisi su chi far morire/su chi inserire/su come far fuggire ancora una volta Joe da una prigione di massimissima sicurezza o semplicemente l'FBI che non voleva più essere ridicolizzata, pardon, rappresentata dalla famiglia Hardy e soci, ma sta di fatto che a The Following è stato dato lo stop.
Basta stagioni, con questo ultimo ciclo di 15 episodi si chiude baracca e burattini.
25 maggio 2015
Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend
Sarà anche rimasto a bocca asciutta a Cannes, ma Sorrentino vince nel boxoffice italiano. La sua Giovinezza sbaraglia il resto, e in barba alla stagione sfonda il muro dei 2 milioni cosa non riuscita al Mad Max sceso in terza posizione e nemmeno a Garrone ora in quarta. Nel mezzo la Disney, che si difende bene, mentre il resto della classifica è composto da vecchie conoscenze ormai in pianta stabile nella top 10, con le altre due new entry al quinto e sesto posto, a raccogliere le briciole.
I dettagli:
1 Youth - La giovinezza
week-end € 2.426.335 (totale: 2.622.574)
2 Tomorrowland
week-end € 1.341.973 (totale: 1.341.973)
3 Mad Max: Fury Road
week-end € 749.888 (totale: 2.162.491)
4 Il racconto dei racconti - Tale of Tales
week-end € 657.889 (totale: 1.846.004)
5 The Lazarus Effect
week-end € 460.596 (totale: 460.596)
6 Survivor
week-end € 291.166 (totale: 291.166)
7 Avengers: Age of Ultron
week-end € 275.199 (totale: 16.326.811)
8 Doraemon Il Film - Le avventure di Nobita e dei cinque esploratori
week-end € 206.053 (totale: 1.162.793)
9 Adaline - L'eterna giovinezza
week-end € 163.500 (totale: 3.207.513)
10 Mia madre
week-end € 145.148 (totale: 3.280.897)
I dettagli:
1 Youth - La giovinezza
week-end € 2.426.335 (totale: 2.622.574)
2 Tomorrowland
week-end € 1.341.973 (totale: 1.341.973)
3 Mad Max: Fury Road
week-end € 749.888 (totale: 2.162.491)
4 Il racconto dei racconti - Tale of Tales
week-end € 657.889 (totale: 1.846.004)
5 The Lazarus Effect
week-end € 460.596 (totale: 460.596)
6 Survivor
week-end € 291.166 (totale: 291.166)
7 Avengers: Age of Ultron
week-end € 275.199 (totale: 16.326.811)
8 Doraemon Il Film - Le avventure di Nobita e dei cinque esploratori
week-end € 206.053 (totale: 1.162.793)
9 Adaline - L'eterna giovinezza
week-end € 163.500 (totale: 3.207.513)
10 Mia madre
week-end € 145.148 (totale: 3.280.897)
Cannes 2015 - I Vincitori
Cannes è finito, il red carpet si riattola, le star se ne vanno dalla Croisette.
Quello che resta per molti sono le polemiche: troppi premi ai francesi.
Quello che resta per me, sono titoli che ora più di prima voglio assolutamente vedere, sperando come sempre nella bontà dei distributori italiani.
Ogni altro commento sembra inutile, perchè sì, Garrone, Moretti e Sorrentino hanno portato dei film che rasentano in modo diverso il capolavoro, riuscendo tutti e tre a commuovere e smuovere, sia con le parole che, soprattutto, con le immagini.
Ma se abbiamo avuto la fortuna di vederli già Il Racconto dei Racconti, Mia Madre e Youth - La Giovinezza, tutti gli altri arriveranno -sempre si spera- nei prossimi mesi, quindi perchè prendersela con una giuria internazionale (anzi molto americana, fin dai fratelli Coen, suoi presidenti) per scelte così d'oltralpe?
Quello che resta per molti sono le polemiche: troppi premi ai francesi.
Quello che resta per me, sono titoli che ora più di prima voglio assolutamente vedere, sperando come sempre nella bontà dei distributori italiani.
Ogni altro commento sembra inutile, perchè sì, Garrone, Moretti e Sorrentino hanno portato dei film che rasentano in modo diverso il capolavoro, riuscendo tutti e tre a commuovere e smuovere, sia con le parole che, soprattutto, con le immagini.
Ma se abbiamo avuto la fortuna di vederli già Il Racconto dei Racconti, Mia Madre e Youth - La Giovinezza, tutti gli altri arriveranno -sempre si spera- nei prossimi mesi, quindi perchè prendersela con una giuria internazionale (anzi molto americana, fin dai fratelli Coen, suoi presidenti) per scelte così d'oltralpe?
24 maggio 2015
Rumour Has It - Le News dal Mondo del Cinema
In attesa di scoprire il vincitore della Palma d'Oro a Cannes, diamo uno sguardo oltreoceano per vedere cosa combinano in quel di Hollywood.
Bisogna ammettere che almeno il ragazzo ci prova, ma sembra che Aaron Paul abbia scelto una via fin troppo action per la sua carriera cinematografica. Dopo Need for Speed e il biblico Exodus, il suo nuovo impegno lo vede al fianco di Dwayne Johnson e ci potremmo fermare qui.
Central Intelligence diretto da Rawson Marshall Thurber segue le vicissitudini che un noioso impiegato si ritrova a vivere una volta contattato un ex compagno del college ora spia segreta. Paul interpreta il partner di questa spia, in un crescendo di già visto.
A cambiare rotta alla sua carriera fino allo scorso anno stantia è stata invece Reese Witherpsoon che da produttrice (c'ha visto lungo comprando i diritti del romanzo Gone Girl) a protagonista (nominata agli Oscar con Wild) ha ora un'agenda fitta di impegni.
L'ultimo in ordine cronologico è quello che la porta direttamente in casa Disney, alle prese con un altro reboot in live action dedicato a Trilly e intitolato Tink. Vista l'età dell'attrice si pensa a una riscrittura più congeniale, affidata a Victoria Strouse, sceneggiatrice del sequel Alla ricerca di Dory.
Fare la fine di Robert De Niro è diventata una frase che ad Hollywood non significa certo essere sulla cresta dell'onda. Forse però l'attore vuole cambiare le cose, visto che il progetto The Comedian a cui tanto teneva ha trovato un regista. Il prescelto è Mike Newell che dirigerà De Niro nel ruolo di un insult comedian in quello che, a differenza del titolo, sarà un dramma.
Più promettente invece la carriera di John Gallagher Jr. che si è fatto conoscere soprattutto al pubblico televisivo con The Newsroom e Olive Kitteridge. Per l'approdo al cinema sceglie un cambio di rotta, diventando uno dei protagonisti di The Belko Experiment scritto e prodotto da James Gunn (il regista dei Guardiani della Galassia) e diretto da Greg MacLean (Wolf Creek)
La storia riguarda un tranquillo giorno di lavoro all'interno di una compagnia in cui però viene ordinato agli impiegati di scegliere tra l'uccidersi a vicenda o rimanere vittime di un misterioso esperimento.
Un'altra sorpresa arriva da una coppia che non ti aspetti, quella formata da Will Ferrell e Lasse Hallstrom.
Attore e regista uniscono le forze per Tom's Dad, una storia che sa molto di vecchio visto che vede un inconsapevole padre chiamato a badare al figlio 12enne mai conosciuto. L'originalità potrebbe risiedere nel lavoro all'interno di un night dell'uomo e nell'ambientazione 60's, ma difficilmente basterà a fare del film un imperdibile.
Una coppia tutta al femminile che ruota attorno ad un figlio sembra invece più credibile. E' quella che vede unite Ellen Page e Allison Janney in Tallulah scritto e diretto da Sian Heder, creatrice di Orange is the New Black.
Il film segue la ragazza del titolo, spirito libero e conformista, prendere una bambina dalle grinfie vizianti e incapaci della madre, e portarla dalla madre del suo ex fidanzato. Mentre i media si scatenano alle tracce della rapitrice, il rapporto tra le due si fa più profondo.
Concludiamo questa acrrellata con una bella notizia, quella del sì definitivo di FX per The Bastard Executioner, la nuova serie di Kurt Sutter per un primo ciclo di 10 episodi.
Ideatore e anche interprete, Sutter si riunisce alla sua Katey Sagal in quella che è una serie in costume dal profilo decisamente violento e sanguigno, ma dalla mente geniale dietro Sons of Anarchy non ci si poteva aspettare altro.
Bisogna ammettere che almeno il ragazzo ci prova, ma sembra che Aaron Paul abbia scelto una via fin troppo action per la sua carriera cinematografica. Dopo Need for Speed e il biblico Exodus, il suo nuovo impegno lo vede al fianco di Dwayne Johnson e ci potremmo fermare qui.
Central Intelligence diretto da Rawson Marshall Thurber segue le vicissitudini che un noioso impiegato si ritrova a vivere una volta contattato un ex compagno del college ora spia segreta. Paul interpreta il partner di questa spia, in un crescendo di già visto.
A cambiare rotta alla sua carriera fino allo scorso anno stantia è stata invece Reese Witherpsoon che da produttrice (c'ha visto lungo comprando i diritti del romanzo Gone Girl) a protagonista (nominata agli Oscar con Wild) ha ora un'agenda fitta di impegni.
L'ultimo in ordine cronologico è quello che la porta direttamente in casa Disney, alle prese con un altro reboot in live action dedicato a Trilly e intitolato Tink. Vista l'età dell'attrice si pensa a una riscrittura più congeniale, affidata a Victoria Strouse, sceneggiatrice del sequel Alla ricerca di Dory.
Fare la fine di Robert De Niro è diventata una frase che ad Hollywood non significa certo essere sulla cresta dell'onda. Forse però l'attore vuole cambiare le cose, visto che il progetto The Comedian a cui tanto teneva ha trovato un regista. Il prescelto è Mike Newell che dirigerà De Niro nel ruolo di un insult comedian in quello che, a differenza del titolo, sarà un dramma.
Più promettente invece la carriera di John Gallagher Jr. che si è fatto conoscere soprattutto al pubblico televisivo con The Newsroom e Olive Kitteridge. Per l'approdo al cinema sceglie un cambio di rotta, diventando uno dei protagonisti di The Belko Experiment scritto e prodotto da James Gunn (il regista dei Guardiani della Galassia) e diretto da Greg MacLean (Wolf Creek)
La storia riguarda un tranquillo giorno di lavoro all'interno di una compagnia in cui però viene ordinato agli impiegati di scegliere tra l'uccidersi a vicenda o rimanere vittime di un misterioso esperimento.
Un'altra sorpresa arriva da una coppia che non ti aspetti, quella formata da Will Ferrell e Lasse Hallstrom.
Attore e regista uniscono le forze per Tom's Dad, una storia che sa molto di vecchio visto che vede un inconsapevole padre chiamato a badare al figlio 12enne mai conosciuto. L'originalità potrebbe risiedere nel lavoro all'interno di un night dell'uomo e nell'ambientazione 60's, ma difficilmente basterà a fare del film un imperdibile.
Una coppia tutta al femminile che ruota attorno ad un figlio sembra invece più credibile. E' quella che vede unite Ellen Page e Allison Janney in Tallulah scritto e diretto da Sian Heder, creatrice di Orange is the New Black.
Il film segue la ragazza del titolo, spirito libero e conformista, prendere una bambina dalle grinfie vizianti e incapaci della madre, e portarla dalla madre del suo ex fidanzato. Mentre i media si scatenano alle tracce della rapitrice, il rapporto tra le due si fa più profondo.
Concludiamo questa acrrellata con una bella notizia, quella del sì definitivo di FX per The Bastard Executioner, la nuova serie di Kurt Sutter per un primo ciclo di 10 episodi.
Ideatore e anche interprete, Sutter si riunisce alla sua Katey Sagal in quella che è una serie in costume dal profilo decisamente violento e sanguigno, ma dalla mente geniale dietro Sons of Anarchy non ci si poteva aspettare altro.
23 maggio 2015
Going Clear - Scientology and the Prison of Belief
Andiamo al Cinema (magari)
Fino a ieri le mie conoscenze su Scientology si fermavano alla sua esistenza, al suo essere fondamentalmente una setta di invasati che accoglieva pure Tom Cruise.
Motivi che mi bastavano per trovare insopportabili e non degni della mia attenzione né l'una né l'altro.
Visto però che farsi una cultura non fa mai male, e che di HBO ci si deve sempre fidare, ho deciso di approfondire meglio questo culto, anzi, vera e propria religione come il fisco americano ha dichiarato nel 1993 (l'unico, a quanto pare, ad avere il diritto di dichiarare cosa è una religione e cosa no, visto l'esentasse correlato).
Il documentario presentato al Sundance di quest'anno è un'immersione totale nella follia della gente, e non sta tanto a presentare opinioni o critiche a vuoto, presenta fatti, innegabili checché ne dicano i vari membri, che minano fin dalle sue origini questa religione.
E vi avverto, durante e dopo la visione, la rabbia, lo schifo e l'incredulità prenderanno possesso di voi.
22 maggio 2015
Youth - La Giovinezza
Andiamo al Cinema
Ci sono film che colpiscono, per una parola o per un'immagine o per una scena.
Con quella ti entrano dentro, e non li dimentichi più.
Poi ci sono i casi rari, ci sono quei film in cui per una parola, per un dialogo, per un'immagine e per una scena, per tutto questo messo assieme colpiscono gli occhi, la mente, il cuore.
Ed esci dalla sala frastornata, con quel tutto che pulsa dentro e che smuove ricordi, emozioni, consapevole quindi di aver visto un grande film, per cui faticherai a parlarne.
Youth fa parte di questo secondo gruppo.
Youth con poche parole, con una citazione, con dialoghi sopraffini, con immagini, con la musica e quei movimenti di macchina alla Sorrentino, toglie il fiato, per una visione in cui sorrisi, lacrime, risate e stupore si sono succeduti.
Ci sono film che colpiscono, per una parola o per un'immagine o per una scena.
Con quella ti entrano dentro, e non li dimentichi più.
Poi ci sono i casi rari, ci sono quei film in cui per una parola, per un dialogo, per un'immagine e per una scena, per tutto questo messo assieme colpiscono gli occhi, la mente, il cuore.
Ed esci dalla sala frastornata, con quel tutto che pulsa dentro e che smuove ricordi, emozioni, consapevole quindi di aver visto un grande film, per cui faticherai a parlarne.
Youth fa parte di questo secondo gruppo.
Youth con poche parole, con una citazione, con dialoghi sopraffini, con immagini, con la musica e quei movimenti di macchina alla Sorrentino, toglie il fiato, per una visione in cui sorrisi, lacrime, risate e stupore si sono succeduti.
21 maggio 2015
Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema
Fate largo a Sorrentino.
E' suo il film di punta della settimana, in sala già da ieri, che oscura con facilità tutto il resto, visto che l'unico altro rivale è una produzione Disney non così temibile.
Da segnare, poi, un documentario che entrerà nel cuore di molti.
Youth - La Giovinezza
Sorrentino ce l'avrà fatta a resistere a tutte le pressioni post Oscar?
Di certo la trama sembra nelle sue corde e il cast internazionale (Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda) di quelli di ottimo livello.
Per avere una risposta, basta collegarsi domani da queste parti.
Trailer
Tomorrowland
La Disney si ispira alla sua stessa attrazione per comporre un film fantascientifico, ambientato in un futuro distopico e in una realtà alternativa.
Alla regia il buon Brad Bird ormai passato alla live action, interprete George Clooney non certo nel suo ruolo migliore.
Non sembra troppo malvagio, ma nemmeno troppo esaltante.
Trailer
Survivor
Un film sparatutto e d'azione al femminile?
Anche no, perchè non me ne voglia Milla Jovovich e gli altri gran nomi del cast (Emma Thompson, Pierce Brosnan, James D'Arcy, Dylan McDermott, Angela Bassette), ma questa fuga di un'innocente incastrata in un attentato sa di già visto all'infinito.
Trailer
The Lazarus Effect
Gli appassionati di horror troveranno finalmente pane per i loro denti al cinema?
Difficile, visto che la storia di una resurrezione forzata e delle sue conseguenze non è così nuova, e che il cast composto da star televisive (Mark Duplass, Olivia Wilde, Sarah Bolger e Evan Peters) sa più da specchietto per le allodole che di garanzia di qualità.
Trailer
Il regno dei sogni e della follia
Esce infine lunedì 25 maggio un documentario imperdibile per tutti gli amanti dello Studio Ghibli e del suo Maestro Hayo Miyazaki.
Si guarda il dietro le quinte della preparazione delle ultime due opere, Si alza il vento e La storia della principessa splendente, e si conosce una mente geniale al lavoro.
Trailer
E' suo il film di punta della settimana, in sala già da ieri, che oscura con facilità tutto il resto, visto che l'unico altro rivale è una produzione Disney non così temibile.
Da segnare, poi, un documentario che entrerà nel cuore di molti.
Youth - La Giovinezza
Sorrentino ce l'avrà fatta a resistere a tutte le pressioni post Oscar?
Di certo la trama sembra nelle sue corde e il cast internazionale (Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda) di quelli di ottimo livello.
Per avere una risposta, basta collegarsi domani da queste parti.
Trailer
Tomorrowland
La Disney si ispira alla sua stessa attrazione per comporre un film fantascientifico, ambientato in un futuro distopico e in una realtà alternativa.
Alla regia il buon Brad Bird ormai passato alla live action, interprete George Clooney non certo nel suo ruolo migliore.
Non sembra troppo malvagio, ma nemmeno troppo esaltante.
Trailer
Survivor
Un film sparatutto e d'azione al femminile?
Anche no, perchè non me ne voglia Milla Jovovich e gli altri gran nomi del cast (Emma Thompson, Pierce Brosnan, James D'Arcy, Dylan McDermott, Angela Bassette), ma questa fuga di un'innocente incastrata in un attentato sa di già visto all'infinito.
Trailer
The Lazarus Effect
Gli appassionati di horror troveranno finalmente pane per i loro denti al cinema?
Difficile, visto che la storia di una resurrezione forzata e delle sue conseguenze non è così nuova, e che il cast composto da star televisive (Mark Duplass, Olivia Wilde, Sarah Bolger e Evan Peters) sa più da specchietto per le allodole che di garanzia di qualità.
Trailer
Il regno dei sogni e della follia
Esce infine lunedì 25 maggio un documentario imperdibile per tutti gli amanti dello Studio Ghibli e del suo Maestro Hayo Miyazaki.
Si guarda il dietro le quinte della preparazione delle ultime due opere, Si alza il vento e La storia della principessa splendente, e si conosce una mente geniale al lavoro.
Trailer
20 maggio 2015
Calvary
Andiamo al Cinema
calvario
cal·và·rio/
sostantivo maschile
1. Tribolazione, sofferenza indicibile (dal nome del monte su cui fu crocifisso Gesù).
Domenica
Tutto ha inizio così, al buio della chiesa, protetti dalla privacy di una grata, con un bambino ora diventato uomo che accusa un prete di avere abusato di lui, di averlo violentato per 5 anni. Un uomo che ora vuole vendetta, ma non può averla, quel prete è morto, quel prete non avrebbe scandalizzato: meglio allora uccidere un prete buono, uno di quelli utili ad una comunità, che alla sua comunità ci tiene.
Meglio uccidere te, padre James che ascolti, dandoti una settimana di avviso, una settimana che sarà un calvario.
Lo sarà fin dal pomeriggio, con una messa in cui tutti sono visti con sospetto, in cui James si trova comunque a dover aiutare il prossimo, Veronica nella fattispecie, moglie fedifraga, amante del sesso, che quell'occhio nero cerca di nasconderlo dietro occhiali scuri.
Lunedì
L'arrivo di una figlia abbandonata, che ha tentato il suicidio, che cerca pace tra le braccia di un padre che ora è padre della Chiesa complica le cose.
Il marito tradito, macellaio, intanto si dichiara innocente, l'amante dalla Costa d'Avorio pure, entrambi si arrabbiano, minacciano quel padre impiccione, che vaga sperduto per il paese, passando per un vecchio scrittore che chiede una pistola con cui porre fine alle sue sofferenze, passando per un ispettore dal quale si intrattiene un amante sui generis, incrociando il ricco, viziato, del luogo, restando ancora stordito dalla sentenza che gli è stata annunciata.
Martedì
Quella comunità che lui cerca di servire e aiutare al suo meglio, non gli viene certo incontro: ricchi che sprecano i loro soldi, giovani frustati che meditano il cambiamento entrando nell'esercito.
Nessuno ascolta le sue parole cariche di buon senso e di cura.
L'unica a farlo è una turista francese, che vede il marito spegnersi, che trova conforto nel parlare con James, nel confidarsi con lui.
calvario
cal·và·rio/
sostantivo maschile
1. Tribolazione, sofferenza indicibile (dal nome del monte su cui fu crocifisso Gesù).
Domenica
Tutto ha inizio così, al buio della chiesa, protetti dalla privacy di una grata, con un bambino ora diventato uomo che accusa un prete di avere abusato di lui, di averlo violentato per 5 anni. Un uomo che ora vuole vendetta, ma non può averla, quel prete è morto, quel prete non avrebbe scandalizzato: meglio allora uccidere un prete buono, uno di quelli utili ad una comunità, che alla sua comunità ci tiene.
Meglio uccidere te, padre James che ascolti, dandoti una settimana di avviso, una settimana che sarà un calvario.
Lo sarà fin dal pomeriggio, con una messa in cui tutti sono visti con sospetto, in cui James si trova comunque a dover aiutare il prossimo, Veronica nella fattispecie, moglie fedifraga, amante del sesso, che quell'occhio nero cerca di nasconderlo dietro occhiali scuri.
Lunedì
L'arrivo di una figlia abbandonata, che ha tentato il suicidio, che cerca pace tra le braccia di un padre che ora è padre della Chiesa complica le cose.
Il marito tradito, macellaio, intanto si dichiara innocente, l'amante dalla Costa d'Avorio pure, entrambi si arrabbiano, minacciano quel padre impiccione, che vaga sperduto per il paese, passando per un vecchio scrittore che chiede una pistola con cui porre fine alle sue sofferenze, passando per un ispettore dal quale si intrattiene un amante sui generis, incrociando il ricco, viziato, del luogo, restando ancora stordito dalla sentenza che gli è stata annunciata.
Martedì
Quella comunità che lui cerca di servire e aiutare al suo meglio, non gli viene certo incontro: ricchi che sprecano i loro soldi, giovani frustati che meditano il cambiamento entrando nell'esercito.
Nessuno ascolta le sue parole cariche di buon senso e di cura.
L'unica a farlo è una turista francese, che vede il marito spegnersi, che trova conforto nel parlare con James, nel confidarsi con lui.
19 maggio 2015
Mad Men - Stagione 7-Ultima Parte
Quando i film si fanno ad episodi.
La perfezione.
Inizio il post come sono iniziati quelli di Breaking Bad e di Sons of Anarchy e le loro ultime stagioni, perchè per quanta differenza di stile e temi, queste tre serie sono la perfezione e nella perfezione si sono concluse.
Mad Men, spiace per le altre due, ha però qualcosa in più.
Ha quel suo essere iconica, quel suo stile diverso ed elegante, che l'ha resa grande fin dall'inizio, fin dal suo esordio di ben 9 anni fa, senza mai fare uno scivolone, senza mai cadere o scadere. Grande fin dall'inizio a differenza di due serie cresciute con il tempo, partite tentennanti e -ammettiamolo tutti- un po' nella noia.
Mad Men no, Mad Men ha avvolto, senza puntare sui colpi di scena, sulle morti ad effetto, è andato avanti, facendoci entrare nell'agenzia Sterling Cooper seguendo i timori di una giovane segretaria di nome Peggy, parlandoci di amori, tradimenti e idee all'ombra di un bicchiere, con quegli spot e quelle presentazioni che sarebbero entrati nella storia.
La perfezione.
Inizio il post come sono iniziati quelli di Breaking Bad e di Sons of Anarchy e le loro ultime stagioni, perchè per quanta differenza di stile e temi, queste tre serie sono la perfezione e nella perfezione si sono concluse.
Mad Men, spiace per le altre due, ha però qualcosa in più.
Ha quel suo essere iconica, quel suo stile diverso ed elegante, che l'ha resa grande fin dall'inizio, fin dal suo esordio di ben 9 anni fa, senza mai fare uno scivolone, senza mai cadere o scadere. Grande fin dall'inizio a differenza di due serie cresciute con il tempo, partite tentennanti e -ammettiamolo tutti- un po' nella noia.
Mad Men no, Mad Men ha avvolto, senza puntare sui colpi di scena, sulle morti ad effetto, è andato avanti, facendoci entrare nell'agenzia Sterling Cooper seguendo i timori di una giovane segretaria di nome Peggy, parlandoci di amori, tradimenti e idee all'ombra di un bicchiere, con quegli spot e quelle presentazioni che sarebbero entrati nella storia.
18 maggio 2015
Scandal - Stagione 2
Quando i film si fanno ad episodi.
Me lo avevano detto: quei primi 7 episodi erano solo l'antipasto.
Ero stata avvertita, preparata, che andando avanti con Scandal non sarebbero mancati i colpi di scena, non sarebbero mancate le rivelazioni e le svolte.
Ma non pronta abbastanza, a quanto sembra, viste le volte che mi sono ritrovata a bocca aperta, viste le volte che mi sono trovata ad applaudire a quelle filippiche di Olivia o di Cyrus o di Fitz o di Mellie.
Shonda Rhimes ha fatto centro nel mio cuore pieno di pregiudizi, abbattendoli uno per uno, allungando questa seconda stagione a 22 episodi, dividendoli in due parti, con sviluppi diversi ma coerenti.
Me lo avevano detto: quei primi 7 episodi erano solo l'antipasto.
Ero stata avvertita, preparata, che andando avanti con Scandal non sarebbero mancati i colpi di scena, non sarebbero mancate le rivelazioni e le svolte.
Ma non pronta abbastanza, a quanto sembra, viste le volte che mi sono ritrovata a bocca aperta, viste le volte che mi sono trovata ad applaudire a quelle filippiche di Olivia o di Cyrus o di Fitz o di Mellie.
Shonda Rhimes ha fatto centro nel mio cuore pieno di pregiudizi, abbattendoli uno per uno, allungando questa seconda stagione a 22 episodi, dividendoli in due parti, con sviluppi diversi ma coerenti.
Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend
Non poteva essere altrimenti: Mad Max è al primo posto.
Forte di una critica entusiasta, il nuovo capitolo di George Miller supera anche il nostrano Garrone, che con il suo racconto fantasy e grottesco riesce quasi a sorpresa a salire sul podio, dove c'è ancora posto per gli inossidabili Avengers.
A ben guardare, però, questo podio non è poi di gran successo, tenendo conto che quegli stessi Avengers avevano esordito con 7 milioni di incasso, il racimolato 1 di Mad Max lascia tra il perplesso e lo sconforto.
Ma si sa, arriva la bella stagione e il pubblico italiano esce dai cinema per abbracciare il sole, e così delle altre nuove uscite non c'è traccia. Il posto è riservato a quelle pellicole per tutti o d'azione in classifica ormai da settimane.
Forte di una critica entusiasta, il nuovo capitolo di George Miller supera anche il nostrano Garrone, che con il suo racconto fantasy e grottesco riesce quasi a sorpresa a salire sul podio, dove c'è ancora posto per gli inossidabili Avengers.
A ben guardare, però, questo podio non è poi di gran successo, tenendo conto che quegli stessi Avengers avevano esordito con 7 milioni di incasso, il racimolato 1 di Mad Max lascia tra il perplesso e lo sconforto.
Ma si sa, arriva la bella stagione e il pubblico italiano esce dai cinema per abbracciare il sole, e così delle altre nuove uscite non c'è traccia. Il posto è riservato a quelle pellicole per tutti o d'azione in classifica ormai da settimane.
17 maggio 2015
Rumour Has It - Le News dal Mondo del Cinema
Ci si lamentava giusto qualche settimana fa che ormai al cinema la si vedeva poco. Natalie Portman sembra aver sentito queste parole e si sta dando da fare per infoltire la sua agenda.
L'attrice è infatti in lizza per il ruolo di Ruth Bader Ginsburg, giudice della corte suprema impegnata nella lotta per la parità dei diritti. Alla regia di On the Basis of Sex ci sarà con ogni probabilità la giovane Marielle Heller, per un film così tutto al femminile.
Altro impegno e decisamente di classe quello che la vedrà vestire gli eleganti panni di Jacqueline Kennedy nel biopic Jackie di Pablo Larraín. La pellicola si concentrà sui 4 giorni dopo l'omicidio del marito JFK.
16 maggio 2015
Il Racconto dei Racconti
Andiamo al Cinema
Draghi, orchi, stregoni, re e regine, principesse e incantesimi.
Non è un fantasy d'oltreoceano, non è Game of Trones, è un film italiano.
E no, non è una di quelle commedie scollacciate che tanto piacciono al pubblico natalizio.
E' l'ultimo film di Matteo Garrone, un regista da sempre radicato nella realtà: la realtà della mafia, portata su grande schermo a partire dal bestseller di Saviano (Gomorra), la realtà dell'anoressia (Primo Amore), la realtà televisiva (Reality).
Ora da questa realtà ci si distacca completamente, si sogna e si crea, si costruiscono regni e li si popola, traendo liberamente spunto dalla raccolta del 1634 Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, scegliendo 3 tra le 50 fiabe, che si intersecano e si vanno a sfiorare in matrimoni, incoronazioni e funerali, senza mai toccarsi però, legati da un filo sottile e circense.
Draghi, orchi, stregoni, re e regine, principesse e incantesimi.
Non è un fantasy d'oltreoceano, non è Game of Trones, è un film italiano.
E no, non è una di quelle commedie scollacciate che tanto piacciono al pubblico natalizio.
E' l'ultimo film di Matteo Garrone, un regista da sempre radicato nella realtà: la realtà della mafia, portata su grande schermo a partire dal bestseller di Saviano (Gomorra), la realtà dell'anoressia (Primo Amore), la realtà televisiva (Reality).
Ora da questa realtà ci si distacca completamente, si sogna e si crea, si costruiscono regni e li si popola, traendo liberamente spunto dalla raccolta del 1634 Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, scegliendo 3 tra le 50 fiabe, che si intersecano e si vanno a sfiorare in matrimoni, incoronazioni e funerali, senza mai toccarsi però, legati da un filo sottile e circense.
15 maggio 2015
Paper Heart
E' già Ieri. -2009-
Che cos'è l'amore?
E' forse una delle domande più difficili a cui rispondere, perchè è difficile descrivere un sentimento, tanto più un sentimento tanto soggettivo, tanto personale e intimo come l'amore.
Ma come fare a far capire a una ragazza che l'amore non l'ha mai provato, che cos'è?
Charlyne è un'attrice comica, che si esibisce in cabaret e spettacoli, che non ha mai avuto un ragazzo, qualche cotta, ma mai quella con la A maiuscola, e vorrebbe tanto capire se è lei quella sbagliata, che non sa provare un tale sentimento, che non è fatta per provarlo o che semplicemente non lo sa riconoscere.
Parte così alla volta dell'America con un regista e la sua troupe, girando un documentario che possa illuminarla, che possa anche farle cambiare idea, lei, così fredda e poco incline al sentimentalismo.
Che cos'è l'amore?
E' forse una delle domande più difficili a cui rispondere, perchè è difficile descrivere un sentimento, tanto più un sentimento tanto soggettivo, tanto personale e intimo come l'amore.
Ma come fare a far capire a una ragazza che l'amore non l'ha mai provato, che cos'è?
Charlyne è un'attrice comica, che si esibisce in cabaret e spettacoli, che non ha mai avuto un ragazzo, qualche cotta, ma mai quella con la A maiuscola, e vorrebbe tanto capire se è lei quella sbagliata, che non sa provare un tale sentimento, che non è fatta per provarlo o che semplicemente non lo sa riconoscere.
Parte così alla volta dell'America con un regista e la sua troupe, girando un documentario che possa illuminarla, che possa anche farle cambiare idea, lei, così fredda e poco incline al sentimentalismo.
14 maggio 2015
Silenzio In Sala - Le Nuove Uscite al Cinema
Il Festival di Cannes è iniziato e subito i programmatori ci fan felici deliziandoci con due pellicole che dalla Croisette passano.
Grandi attese per entrambe, che vanno ad offuscare ancor più l'altra manciata di titoli particolarmente evitabile.
Il Racconto dei Racconti
Matteo Garrone torna e lo fa stupendo: un film in costume, un film fantastico.
Draghi, streghe, re e regine popolano questo intricato racconto, che si snoda con immagini spettacolari e con un cast internazionale di alto livello (Salma Hayek, John C. Reilly, Alba Rohrwacher).
La scommessa sarà vinta?
Passate a breve da queste parti per saperlo.
Trailer
Grandi attese per entrambe, che vanno ad offuscare ancor più l'altra manciata di titoli particolarmente evitabile.
Il Racconto dei Racconti
Matteo Garrone torna e lo fa stupendo: un film in costume, un film fantastico.
Draghi, streghe, re e regine popolano questo intricato racconto, che si snoda con immagini spettacolari e con un cast internazionale di alto livello (Salma Hayek, John C. Reilly, Alba Rohrwacher).
La scommessa sarà vinta?
Passate a breve da queste parti per saperlo.
Trailer
13 maggio 2015
Sarà il mio tipo?
Andiamo al Cinema.
Lui è un professore di filosofia, scrittore, parigino, snob quanto basta che per divertirsi legge Dostoevskij, va all'opera.
Lei è una parrucchiera che vede nella sua professione una vocazione oltre che una missione umanitaria, informata su ogni tipo di gossip, che per divertirsi legge rotocalchi e riviste, e partecipa con le sue amiche al karaoke.
Lui viene costretto a lasciare la sua amata Parigi per prendere cattedra in un liceo di Arras, nel nord della Francia, dove non c'è granché da fare e dove l'altra sua collega insegnante lo venera stuzzicandolo e chiamandolo il filosofo della carne.
Lei ad Arras ci vive, felice e soddisfatta, con un figlio da crescere che le permette comunque le sue libertà.
Lui più per noia, sembra, che per attrazione, la invita a bere qualcosa, le lascia il suo numero appuntato dentro a una copia de L'Idiota, inizia a frequentarla con quello snobbismo che sembra non cedere, con una passione non fatale, non di carne.
Lei, invece, cede, romantica e sognatrice abbassa le sue difese, si concede e ama, cerca di cambiare, cerca di leggere L'Idiota nonostante la sua cupezza e gli innumerevoli personaggi, cerca pure di leggere Kant, dizionario alla mano.
Ma qualcosa tra i due non va', è chiaro anche solo da questo elenco.
Saranno davvero l'uno il tipo dell'altra?
Il titolo originale non lascia scampo, quel punto interrogativo che in Italia si è aggiunto, non c'è: Jennifer e Clément non sono fatti per stare assieme.
Noi ce ne accorgiamo per primi, con il nostro sguardo esterno, vediamo che l'allegria, la spensieratezza di Jennifer cozzano con la serietà, con uno sguardo più indagatore che innamorato di Clément.
Il suo sembra quasi un esperimento, un tentativo di scrivere un altro compendio della carne, abbandonandosi ai suoi piaceri pur non provando la stessa attrazione per la testa.
Non basterà l'allegria di Jennifer, non basterà il suo entusiasmo, il suo cercare di coinvolgerlo nella sua vita, che sia al karaoke o con il figlio, lui resterà in disparte, chiuso in quella stanza di hotel a segnare ancor più il suo stazionamento passeggero in quel di Arras.
In un crescendo, questa commedia francese che proprio come commedia romantica parte, con un boy meets girl degli opposti, cambia registro, si fa più cupa, più drammatica, pur giocando con tutte le classiche carte dell'amore: gelosia, possibilità di redenzione, innamoramento ancora possibile.
Il finale non lascia però scampo, amaro, sospeso com'è.
Quel punto di domanda non ha senso di esserci, non c'era alcun bisogno di farsela quella domanda: Jennifer e Clément non sono fatti per stare assieme.
Anche a livello fisico i due non si combinano, tanto genuina, colorata, procace Émilie Dequenne, tanto fine, elegante, con quel naso non perfetto ma tanto chic Loïc Corbery.
La loro prova aderisce alla perfezione a quella dei personaggi che sono chiamati ad interpretare, che acquistano una voce anche grazie alle canzoni, ai momenti canori a cui Jennifer si lascia andare, felice, sensuale, ferita.
Così facendo, Sarà il mio tipo? o Pas son genre, si fa portatore di quella commedia francese tanto intelligente, che sa infilare i giusti temi, sa intraprendere i giusti generi, sa toccare le giuste corde, che siano romantiche, che siano sognatrici, o molto più realistiche.
Lui è un professore di filosofia, scrittore, parigino, snob quanto basta che per divertirsi legge Dostoevskij, va all'opera.
Lei è una parrucchiera che vede nella sua professione una vocazione oltre che una missione umanitaria, informata su ogni tipo di gossip, che per divertirsi legge rotocalchi e riviste, e partecipa con le sue amiche al karaoke.
Lui viene costretto a lasciare la sua amata Parigi per prendere cattedra in un liceo di Arras, nel nord della Francia, dove non c'è granché da fare e dove l'altra sua collega insegnante lo venera stuzzicandolo e chiamandolo il filosofo della carne.
Lei ad Arras ci vive, felice e soddisfatta, con un figlio da crescere che le permette comunque le sue libertà.
Lui più per noia, sembra, che per attrazione, la invita a bere qualcosa, le lascia il suo numero appuntato dentro a una copia de L'Idiota, inizia a frequentarla con quello snobbismo che sembra non cedere, con una passione non fatale, non di carne.
Lei, invece, cede, romantica e sognatrice abbassa le sue difese, si concede e ama, cerca di cambiare, cerca di leggere L'Idiota nonostante la sua cupezza e gli innumerevoli personaggi, cerca pure di leggere Kant, dizionario alla mano.
Ma qualcosa tra i due non va', è chiaro anche solo da questo elenco.
Saranno davvero l'uno il tipo dell'altra?
Il titolo originale non lascia scampo, quel punto interrogativo che in Italia si è aggiunto, non c'è: Jennifer e Clément non sono fatti per stare assieme.
Noi ce ne accorgiamo per primi, con il nostro sguardo esterno, vediamo che l'allegria, la spensieratezza di Jennifer cozzano con la serietà, con uno sguardo più indagatore che innamorato di Clément.
Il suo sembra quasi un esperimento, un tentativo di scrivere un altro compendio della carne, abbandonandosi ai suoi piaceri pur non provando la stessa attrazione per la testa.
Non basterà l'allegria di Jennifer, non basterà il suo entusiasmo, il suo cercare di coinvolgerlo nella sua vita, che sia al karaoke o con il figlio, lui resterà in disparte, chiuso in quella stanza di hotel a segnare ancor più il suo stazionamento passeggero in quel di Arras.
In un crescendo, questa commedia francese che proprio come commedia romantica parte, con un boy meets girl degli opposti, cambia registro, si fa più cupa, più drammatica, pur giocando con tutte le classiche carte dell'amore: gelosia, possibilità di redenzione, innamoramento ancora possibile.
Il finale non lascia però scampo, amaro, sospeso com'è.
Quel punto di domanda non ha senso di esserci, non c'era alcun bisogno di farsela quella domanda: Jennifer e Clément non sono fatti per stare assieme.
Anche a livello fisico i due non si combinano, tanto genuina, colorata, procace Émilie Dequenne, tanto fine, elegante, con quel naso non perfetto ma tanto chic Loïc Corbery.
La loro prova aderisce alla perfezione a quella dei personaggi che sono chiamati ad interpretare, che acquistano una voce anche grazie alle canzoni, ai momenti canori a cui Jennifer si lascia andare, felice, sensuale, ferita.
Così facendo, Sarà il mio tipo? o Pas son genre, si fa portatore di quella commedia francese tanto intelligente, che sa infilare i giusti temi, sa intraprendere i giusti generi, sa toccare le giuste corde, che siano romantiche, che siano sognatrici, o molto più realistiche.
12 maggio 2015
Once Upon a Time - Stagione 4-Ultima Parte
Quando i film si fanno ad episodi.
C'era una volta C'era una volta.
Tocca iniziare come si è iniziato il post di Revenge, per una serie che sembra avere lo stesso destino della sua più sfortunata sorella: stessa emittente, stessa serata in cui andare in onda, stesso inizio promettente che con l'andare delle stagioni è degenerato, soprattutto a livello di scrittura con dialoghi sempre più banali e scelte di sceneggiatura via via più farlocche per poter andare avanti.
Se alla cattivery di Emily e Victoria si è però messo uno stop, Once Upon a Time è stato confermato, facendo felici quegli accaniti fan interessati più a shippare le varie coppie che non all'andamento dell'intera stagione.
Questa quarta, senza altri troppi giri di parole, è stata decisamente la peggiore.
La ventata di fresco che poteva portare Frozen non è stata certo ben accolta da queste parti, e lo stesso vale per questa seconda parte, ancora più tirata per i capelli, ancora più noiosa e così piena di buchi da faticare a stare in piedi.
C'era una volta una serie che faceva proprio della scrittura, di quel fantastico rimescolamento di fiabe, personaggi, di intrecci improvvisi il suo forte, anche nel mondo reale dove la magia ancora non c'era.
Ora tutto questo sembra essere scomparso, dopo parentele e legami che neanche in Beautiful, dopo la magia insegnata e ben utilizzata, ora si va' a ripescare sempre in più favole per arricchire un carnet di personaggi spenti, recuperando un'anonima Ursula, una rediviva Malefica e una Crudelia De Mon facilmente sacrificabile, a quanto pare.
L'unico pizzico di brio in tutta questa composizione, sta nello scopo che il trio (guidato dal bandito Tremotino che in men che non si dica può tornare a Storybrook) persegue: trovare l'Autore, colui che scrive C'era una volta indirizzando il loro destino di cattivi all'impossibilità di un lieto fine.
Manco a farlo apposta, pure Regina lo cerca, per lo stesso motivo ma per un traguardo lievemente diverso ed egoistico, anche se dalla parte dei buoni.
Quello che si sviluppa è però un pasticciaccio che sbanda a destra e a sinistra, che mette in dubbio l'eroicità di una coppia chiaramente sottosviluppata come quella composta da Biancaneve e Azzurro, e pure quella di una Salvatrice che si vuole rendere oscura a suon di occhiaie.
Ma se da una parte tutto finisce in tarallucci e vino, dall'altra il grande e malefico piano di Tremotino per fare di Emma una cattiva, svanisce presto nel nulla, trovando una soluzione così semplice che ci si chiede che diavolo si sia costruito fino ad ora.
Ma la vera perla gli sceneggiatori ce la regalano andando a far resuscitare una cattiva del passato, quella Zelina che si credeva sconfitta ma che per un assurdo e francamente WTF flashback esplicativo si ritrova ancora fra noi: pessimo, pessimo uso della scrittura.
Come se non bastasse una missione poco allettante, nuovi personaggi senza mordente e quelli vecchi ormai persi nella loro pucciosità, il finale fa anche di peggio, in una foresta incantata sovvertita dove ci si sacrifica, si sta a guardare, non si usa la magia, si temporeggia sulla soglia.
Da tradizione, però, non può mancare il colpo di scena finale, che prepara il tappeto alla purtroppo confermata quinta stagione dove senza troppo fantasticare ancora una volta tutto sarà rimesso in discussione, un padre dovrà essere trovato e un mago pure.
Ce la faranno i nostri eroi a tornare ad un magico c'era una volta?
Io ne dubito.
C'era una volta C'era una volta.
Tocca iniziare come si è iniziato il post di Revenge, per una serie che sembra avere lo stesso destino della sua più sfortunata sorella: stessa emittente, stessa serata in cui andare in onda, stesso inizio promettente che con l'andare delle stagioni è degenerato, soprattutto a livello di scrittura con dialoghi sempre più banali e scelte di sceneggiatura via via più farlocche per poter andare avanti.
Se alla cattivery di Emily e Victoria si è però messo uno stop, Once Upon a Time è stato confermato, facendo felici quegli accaniti fan interessati più a shippare le varie coppie che non all'andamento dell'intera stagione.
Questa quarta, senza altri troppi giri di parole, è stata decisamente la peggiore.
La ventata di fresco che poteva portare Frozen non è stata certo ben accolta da queste parti, e lo stesso vale per questa seconda parte, ancora più tirata per i capelli, ancora più noiosa e così piena di buchi da faticare a stare in piedi.
C'era una volta una serie che faceva proprio della scrittura, di quel fantastico rimescolamento di fiabe, personaggi, di intrecci improvvisi il suo forte, anche nel mondo reale dove la magia ancora non c'era.
Ora tutto questo sembra essere scomparso, dopo parentele e legami che neanche in Beautiful, dopo la magia insegnata e ben utilizzata, ora si va' a ripescare sempre in più favole per arricchire un carnet di personaggi spenti, recuperando un'anonima Ursula, una rediviva Malefica e una Crudelia De Mon facilmente sacrificabile, a quanto pare.
L'unico pizzico di brio in tutta questa composizione, sta nello scopo che il trio (guidato dal bandito Tremotino che in men che non si dica può tornare a Storybrook) persegue: trovare l'Autore, colui che scrive C'era una volta indirizzando il loro destino di cattivi all'impossibilità di un lieto fine.
Manco a farlo apposta, pure Regina lo cerca, per lo stesso motivo ma per un traguardo lievemente diverso ed egoistico, anche se dalla parte dei buoni.
Quello che si sviluppa è però un pasticciaccio che sbanda a destra e a sinistra, che mette in dubbio l'eroicità di una coppia chiaramente sottosviluppata come quella composta da Biancaneve e Azzurro, e pure quella di una Salvatrice che si vuole rendere oscura a suon di occhiaie.
Ma se da una parte tutto finisce in tarallucci e vino, dall'altra il grande e malefico piano di Tremotino per fare di Emma una cattiva, svanisce presto nel nulla, trovando una soluzione così semplice che ci si chiede che diavolo si sia costruito fino ad ora.
Ma la vera perla gli sceneggiatori ce la regalano andando a far resuscitare una cattiva del passato, quella Zelina che si credeva sconfitta ma che per un assurdo e francamente WTF flashback esplicativo si ritrova ancora fra noi: pessimo, pessimo uso della scrittura.
Come se non bastasse una missione poco allettante, nuovi personaggi senza mordente e quelli vecchi ormai persi nella loro pucciosità, il finale fa anche di peggio, in una foresta incantata sovvertita dove ci si sacrifica, si sta a guardare, non si usa la magia, si temporeggia sulla soglia.
Da tradizione, però, non può mancare il colpo di scena finale, che prepara il tappeto alla purtroppo confermata quinta stagione dove senza troppo fantasticare ancora una volta tutto sarà rimesso in discussione, un padre dovrà essere trovato e un mago pure.
Ce la faranno i nostri eroi a tornare ad un magico c'era una volta?
Io ne dubito.
11 maggio 2015
Revenge - Stagione 4-Ultima Parte
Quando i film si fanno ad episodi.
C'era una volta una bionda ereditiera che faceva il suo ingresso nel magico mondo degli Hamptons. Una bionda che però non era come tutte le altre, era arrivata fin lì con uno scopo preciso: vendicare il padre, il cui nome era stato infangato, reso colpevole di un attentato aereo, capro espiatorio di una società che aveva scelto di sacrificarlo anche perchè andava a letto con la moglie del capo.
C'era una volta una vendetta che si compiva passo passo, che eliminava personaggi secondari che in quel sacrificio c'entravano eccome, e quindi quella bionda, aiutata da un altro biondo genio del computer, si divertiva e ci divertiva a incastrarli, a demolire il loro buon nome o la loro buona carriera, facendoli vivere in agonia.
Il suo scopo finale era distruggere per sempre loro, i Greyson, marito e moglie, re degli Hamptons, organizzatori delle feste più in.
Per farlo si doveva passare inevitabilmente per il loro figlio, gettandogli un amo biondo al quale non poter resistere.
Ne sembrano passati di anni dai primi passi di quella vendetta, ne è passata di acqua sotto i ponti, così come di morti eccellenti e di personaggi fatti entrare ed uscire a casaccio dalla serie.
Ritroviamo infatti alla sua ultima stagione, la quarta, quella bionda che sembra aver perso lustro, perfino bellezza ed eleganza nella scelta di abiti che dapprima facevano sognare, la ritroviamo soprattutto per niente orfana, con una madre pazza di cui ci si è completamente dimenticati, e con un padre, soprattutto, per cui quel percorso di vendetta era iniziato e che ora sembra essere privo di scopo.
Victoria, a differenza di Conrad di cui si teme sempre un inaspettato ritorno, c'è ancora, lei e la sua cattivery, lei che ora che è sola più che mai, mette in atto una vendetta, un ordito piano per incastrare Emily, usando le sue stesse carte.
Nel mezzo, tutti quei tanti, troppi personaggi.
A partire dalla rossa Louise, che cambia posizione peggio del vento, dall'altrettanto incerta e odiosa francesina Margaux, gli amori passeggeri di Nolan, quelli altrettanto flebili di Emily stessa, più boss e mercenari che compaiono senza una vera e propria direzione da poter imboccare.
Basta poco in questa seconda parte per far fuori quello che si ritiene un pericolosissimo criminale ricercato da anni dalla polizia (e in cui troviamo lo scozzese di Sons of Anarchy Tommy Flanagan) basta altrettanto poco per dare a Courtney Love l'ennesima comparsata televisiva (dopo quella in Sons of Anarchy, guarda te, e in Empire), ma non basta altrettanto poco per dimenticarci di errori passati, di frettolosità inserite a forza in una sceneggiatura che latita (Natalie che fine fa?), che da quando si è voluto fare a meno di quella voice over iniziale e finale ha fatto perdere a Revenge la sua identità, trash o addittiva che fosse.
Si cerca di fare pace con quel passato a suon di flashback che nella parte finale arricchiscono ogni episodio, cercando di far riesplodere quell'amore che finora chissà dove era sparito, assieme ad altri figli, ad altre madri.
Con un'esplosione si cerca quindi di far tornare in auge una serie che ha perso lo smalto, e sì, qualcosa grazie proprio a quell'esplosione torna a crescere: quegli intrighi, quei complotti che vedono ora Emily dalla parte della vittima.
Ma si finisce in un guazzabuglio che ormai è stanco di esistere, in cui si cerca solo di tirare le fila, oltre che le lacrime, in modo da arrivare a quel finale tanto atteso, a quella vendetta compiuta.
Si inizia come si è finito, con una barca che deve prendere il largo, con la vendetta che segna il destino di un giovane biondo, e con quella massima di Confucio "Prima di intraprendere la strada della vendetta, scavate due tombe" che viene riempita e coperta di terra.
Poteva andare peggio, ma poteva andare meglio, perchè non si può dimenticare quel passato glorioso, offuscato dai troppi morti, dai troppi personaggi, dalle troppe lacune.
C'era una volta una bionda ereditiera che faceva il suo ingresso nel magico mondo degli Hamptons. Una bionda che però non era come tutte le altre, era arrivata fin lì con uno scopo preciso: vendicare il padre, il cui nome era stato infangato, reso colpevole di un attentato aereo, capro espiatorio di una società che aveva scelto di sacrificarlo anche perchè andava a letto con la moglie del capo.
C'era una volta una vendetta che si compiva passo passo, che eliminava personaggi secondari che in quel sacrificio c'entravano eccome, e quindi quella bionda, aiutata da un altro biondo genio del computer, si divertiva e ci divertiva a incastrarli, a demolire il loro buon nome o la loro buona carriera, facendoli vivere in agonia.
Il suo scopo finale era distruggere per sempre loro, i Greyson, marito e moglie, re degli Hamptons, organizzatori delle feste più in.
Per farlo si doveva passare inevitabilmente per il loro figlio, gettandogli un amo biondo al quale non poter resistere.
Ne sembrano passati di anni dai primi passi di quella vendetta, ne è passata di acqua sotto i ponti, così come di morti eccellenti e di personaggi fatti entrare ed uscire a casaccio dalla serie.
Ritroviamo infatti alla sua ultima stagione, la quarta, quella bionda che sembra aver perso lustro, perfino bellezza ed eleganza nella scelta di abiti che dapprima facevano sognare, la ritroviamo soprattutto per niente orfana, con una madre pazza di cui ci si è completamente dimenticati, e con un padre, soprattutto, per cui quel percorso di vendetta era iniziato e che ora sembra essere privo di scopo.
Victoria, a differenza di Conrad di cui si teme sempre un inaspettato ritorno, c'è ancora, lei e la sua cattivery, lei che ora che è sola più che mai, mette in atto una vendetta, un ordito piano per incastrare Emily, usando le sue stesse carte.
Nel mezzo, tutti quei tanti, troppi personaggi.
A partire dalla rossa Louise, che cambia posizione peggio del vento, dall'altrettanto incerta e odiosa francesina Margaux, gli amori passeggeri di Nolan, quelli altrettanto flebili di Emily stessa, più boss e mercenari che compaiono senza una vera e propria direzione da poter imboccare.
Basta poco in questa seconda parte per far fuori quello che si ritiene un pericolosissimo criminale ricercato da anni dalla polizia (e in cui troviamo lo scozzese di Sons of Anarchy Tommy Flanagan) basta altrettanto poco per dare a Courtney Love l'ennesima comparsata televisiva (dopo quella in Sons of Anarchy, guarda te, e in Empire), ma non basta altrettanto poco per dimenticarci di errori passati, di frettolosità inserite a forza in una sceneggiatura che latita (Natalie che fine fa?), che da quando si è voluto fare a meno di quella voice over iniziale e finale ha fatto perdere a Revenge la sua identità, trash o addittiva che fosse.
Si cerca di fare pace con quel passato a suon di flashback che nella parte finale arricchiscono ogni episodio, cercando di far riesplodere quell'amore che finora chissà dove era sparito, assieme ad altri figli, ad altre madri.
Con un'esplosione si cerca quindi di far tornare in auge una serie che ha perso lo smalto, e sì, qualcosa grazie proprio a quell'esplosione torna a crescere: quegli intrighi, quei complotti che vedono ora Emily dalla parte della vittima.
Ma si finisce in un guazzabuglio che ormai è stanco di esistere, in cui si cerca solo di tirare le fila, oltre che le lacrime, in modo da arrivare a quel finale tanto atteso, a quella vendetta compiuta.
Si inizia come si è finito, con una barca che deve prendere il largo, con la vendetta che segna il destino di un giovane biondo, e con quella massima di Confucio "Prima di intraprendere la strada della vendetta, scavate due tombe" che viene riempita e coperta di terra.
Poteva andare peggio, ma poteva andare meglio, perchè non si può dimenticare quel passato glorioso, offuscato dai troppi morti, dai troppi personaggi, dalle troppe lacune.
Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend
La bella stagione è arrivata, e lo si vede anche solo per i numeri della classifica.
Nessuno sfonda la soglia del milione, nemmeno gli inossidabili Avengers in pianta stabile al primo posto che però di milioni ormai ne hanno incassati ben 15. A sorpresa, il secondo posto è occupato dal gatto che arriva dal futuro, quel Doraemon porto sicuro per molte famiglie o genitori disperati.
Il resto della classifica si compone di pellicole solide e stabili, e di azione, ma da considerarsi tutti dei mezzi flop, a partire dal Sean Penn sparatutto.
Rimanere fuori dalla top 10 significa non essere stati visti da nessuno, e spiace quindi per i meritevoli Leviathan, Cake e Forza Maggiore.
I dettagli:
1 Avengers: Age of Ultron
week-end € 947.253 (totale: 15.198.829)
2 Doraemon Il Film - Le avventure di Nobita e dei cinque esploratori
week-end € 472.586 (totale: 472.586)
3 Adaline - L'eterna giovinezza
week-end € 366.282 (totale: 2.563.732)
4 Child 44 - Il bambino n. 44
week-end € 235.823 (totale: 930.947)
5 Run all Night - Una notte per sopravvivere
week-end € 188.618 (totale: 799.584)
6 The Gunman
week-end € 165.536 (totale: 165.536)
7 Ritorno al Marigold Hotel
week-end € 152.231 (totale: 667.843)
8 Se Dio Vuole
week-end € 139.257 (totale: 3.658.102)
9 Mia madre
week-end € 118.437 (totale: 2.939.057)
10 Samba
week-end € 104.417 (totale: 757.867)
Nessuno sfonda la soglia del milione, nemmeno gli inossidabili Avengers in pianta stabile al primo posto che però di milioni ormai ne hanno incassati ben 15. A sorpresa, il secondo posto è occupato dal gatto che arriva dal futuro, quel Doraemon porto sicuro per molte famiglie o genitori disperati.
Il resto della classifica si compone di pellicole solide e stabili, e di azione, ma da considerarsi tutti dei mezzi flop, a partire dal Sean Penn sparatutto.
Rimanere fuori dalla top 10 significa non essere stati visti da nessuno, e spiace quindi per i meritevoli Leviathan, Cake e Forza Maggiore.
I dettagli:
1 Avengers: Age of Ultron
week-end € 947.253 (totale: 15.198.829)
2 Doraemon Il Film - Le avventure di Nobita e dei cinque esploratori
week-end € 472.586 (totale: 472.586)
3 Adaline - L'eterna giovinezza
week-end € 366.282 (totale: 2.563.732)
4 Child 44 - Il bambino n. 44
week-end € 235.823 (totale: 930.947)
5 Run all Night - Una notte per sopravvivere
week-end € 188.618 (totale: 799.584)
6 The Gunman
week-end € 165.536 (totale: 165.536)
7 Ritorno al Marigold Hotel
week-end € 152.231 (totale: 667.843)
8 Se Dio Vuole
week-end € 139.257 (totale: 3.658.102)
9 Mia madre
week-end € 118.437 (totale: 2.939.057)
10 Samba
week-end € 104.417 (totale: 757.867)
10 maggio 2015
Rumour Has It - Le News dal Mondo del Cinema
La si può vedere ora al cinema nell'inedito ruolo drammatico di Cake, ma presto Jennifer Aniston potrebbe tornare alla commedia che l'ha resa famosa.
Niente è però sicuro, ma si vocifera che l'attrice potrebbe collaborare ancora con il regista Sean Anders che l'ha diretta in Come ammazzare il capo... e vivere felici e nel suo sequel.
Mean Moms non è propriamente il sequel del cult Mean Girls, ma una sua trasposizione nel circolo delle mamme altolocate in cui il personaggio della Aniston fatica ad inserirsi.
Forse forse, la svolta della sua carriera non è così vicina.
Anche Sam Worthington ha dato buona prova di sé in Cake, e potrebbe stupirci ancora in The Shack, film diretto da Stuart Hazeldine e tratto dal romanzo Il rifugio di William Paul Young.
Nella pellicola c'è spazio pure per Dio, interpretato da Octavia Spencer, che manderà un biglietto d'aiuto al protagonista, la cui è figlia è stata rapita durante una vacanza e ritenuta morta dopo 4 anni di indagini.
Si prospetta un bel thiller.
La carriera di Rosamund Pike è ormai lanciata, e non stupisce il trovarla in compagnia di altri consolidati o promettenti giovani attori in un film ad alto tasso di intrighi.
In HHHH sarà affiancherà Jack O'Connell e Mia Wasikowska nel raccontare come due paracadutisti scelti riuscirono ad uccidere in piena II Guerra Mondiale Reinhard Heydrich, l'ideatore della "soluzione finale".
Le riprese inizieranno in estate.
Anche la Cenerentola Lily James infittisce la sua agenda, e va ad aggiungere un ruolo di rilievo nella prossima commedia, o meglio heist movie, di Edgar Wright.
Il protagonista di Baby Driver sarà però Ansel Elgort, nel ruolo di un autista che verrà coinvolto in una rapina che, ovviamente, andrà male.
Manca da un po' nei cinema Natalie Portman, ma potremmo vederla presto nell'inedito genere dell'horror. L'attrice è infatti in lizza per un ruolo nel prossimo film di Alex Garland, tratto dalla trilogia di romanzi gotici e futuristi Southern Reach di Jeff VanderMeer.
La storia è incentrata su una spedizione che coinvolge 4 esperti verso una misteriosa area x, dove però già 11 missioni sono finite in tragedie orribili.
Rimaniamo in attesa di capire se la Portman ci starà a metterci i brividi.
Dopo essere stato diretto da Tarantino, Gilliam, Tim Burton e Polanski, Christoph Waltz fa il grande passo e si mette dietro la macchina da presa.
In The Worst Marriage in Georgetown sarà però anche davanti, come protagonista di una storia vera che racconta il matrimonio tra un arrampicatore sociale la cui ricca moglie venne trovata misteriosamente uccisa.
Nessun'altra informazione è disponibile, ma si prospetta un progetto non troppo originale ma con dell'appeal.
Jon Hamm si appresta a salutare per sempre il suo Don Draper, e per rendere il distacco meno doloroso si butta nel cinema.
Nel farlo passa dai '60 agli '80, con un thriller spionistico dal titolo High Wire Act in cui interpreta un ex diplomatico richiamato in servizio per salvare un collega.
Le firme di Tony Gilroy (de la saga di Bourne) alla sceneggiatura e di Brad Anderson alla regia garantiscono la giusta solidità.
Se Hamm passa al cinema, Nicole Kidman e Reese Witherspoon passano alla TV.
Le due saranno infatti protagoniste e produttrici di una miniserie HBO che vede un nome come quello di David E. Kelly (Ally McBeal) alla scrittura.
Big Little Lies è ambientato nella periferia borghese d'America, con un circolo di mamme e casalinghe la cui tranquillità viene sconvolta da un omicidio.
Tre le attrici principali, si aspetta quindi l'ultimo nome prescelto di questo nuovo ma altrettanto succulento Casalinghe disperate.
9 maggio 2015
Forza Maggiore
Andiamo al Cinema
La domanda che risuonerà prima, durante e dopo la visione del film sarà: io cosa farei?
Cosa farei se una valanga, se un qualunque evento pericoloso, stesse per mettere a repentaglio la mia famiglia e i miei cari: scapperei come una codarda, o rimarrei a proteggerli?
Giustificherei la mia corsa verso la salvezza come un tentativo di mettermi al riparo per poi poterli tornare a soccorrere o quell'istinto animale, quello che da Darwin in poi si definisce istinto di conservazione della specie avrebbe il sopravvento?
A giocare un ruolo fondamentale nella risposta a questa domanda, potrebbe esserci anche il sesso, se sei donna, l'istinto materno prevale -in via teorica- e la protezione dei cuccioli, del proprio nido, si fa sentire. Il maschio, in natura, deve continuare a procreare, la sua salvezza sì si fa essenziale.
Vi sento già arrovellarvi, vi sento polemizzare internamente con quanto scritto e con quanto deciso.
Il fatto essenziale è uno: alla domanda non potete rispondere.
Non se non vi siete trovati in una situazione simile.
Tomas e Ebba vi si trovano, purtroppo.
In settimana bianca detossicante da un lavoro che cerca Tomas anche lì, in giornate fatte di sciate in piste immacolate, in un hotel di lusso, i due e i due figli giocano alla famiglia bella e perfetta, che scherza, si diverte, si addormenta assieme, esausta nel lettone.
Tutto cambia, però, quando quell'evento pericoloso accade, quando una valanga apparentemente controllata inizia la sua caduta mentre loro sono tranquillamente a mangiare, ma quel controllo sembra non esserci, quell'ondata di neve sembra inarrestabile e pronta a travolgerli.
Il panico è istantaneo: Tomas, dapprima calmo e meravigliato, prenderà guanti e telefono e si darà alla fuga, Ebba resterà con i figli, abbracciandoli a sé urlando assieme a loro il nome del padre.
La valanga si fermerà in tempo, a travolgerli sarà solo una fitta nuvola di nevischio, e mentre questa si dirada, mentre Tomas con la coda tra le gambe tornerà al tavolo, lo sguardo di Ebba si fa accusatorio, e la coppia si incrina, forse per sempre.
La spaccatura prosegue nei giorni successivi, quando lui si rifiuta di ammettere quanto successo, con prove video alla mano, si rifiuta di credere di essere quel tipo di marito e di padre che abbandona la famiglia, di essere un codardo, altro che pater familiis.
Nella girandola di crisi, di accuse e di risentimenti, vengono coinvolti anche gli amici, che a loro volta litigheranno, accusandosi a vicenda di -parlando ipoteticamente- essere dei vigliacchi egoisti.
Il gioco finisce per coinvolgere anche lo spettatore, che vede in Tomas quel marito, quel padre sbagliato, stando dalla parte di Ebba, delle sue sfuriate, dei suoi dubbi.
Ma la scelta istintiva fatta, ha colpito prima di tutto quel Tomas che si credeva uomo tutto d'un pezzo, quel genere di uomo che protegge e salva la sua famiglia: scoprirsi uno che scappa, uno che molla, è un colpo forse maggiore di quello accusato da Ebba.
E quindi, è più uomo chi scappa per salvarsi, o chi entra in crisi, si scioglie in urla e pianti disperati?
E' più donna quella che protegge i figli, o quella che nel vedere il marito incapace di smettere di singhiozzare, fatica a stargli vicino?
Il crescendo del racconto di Forza Maggiore, è così di quelli che cattura, fin dall'inizio, fin da quella domanda che si insinuerà, proprio per forza maggiore, in ogni conversazione a film finito.
La bravura del regista Ruben Östlund, premiato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, sta nel mantenere alto l'interesse, nell'alternare a momenti di riflessione, immagini suggestive e quasi oniriche, in bilico tra ironia e dramma, con quella neve bianca che finisce per lavare ogni peccato.
Qualche dilungaggine di troppo c'è, e pure qualche finale di troppo, ma in questo racconto, in questa parabola raccontata a capitoli divisi dalla musica trionfante o premonitrice di Vivaldi , c'è una potenza difficile da sostenere, ci sono dubbi, domande e riflessioni che resteranno, volenti o nolenti, senza una risposta.
La domanda che risuonerà prima, durante e dopo la visione del film sarà: io cosa farei?
Cosa farei se una valanga, se un qualunque evento pericoloso, stesse per mettere a repentaglio la mia famiglia e i miei cari: scapperei come una codarda, o rimarrei a proteggerli?
Giustificherei la mia corsa verso la salvezza come un tentativo di mettermi al riparo per poi poterli tornare a soccorrere o quell'istinto animale, quello che da Darwin in poi si definisce istinto di conservazione della specie avrebbe il sopravvento?
A giocare un ruolo fondamentale nella risposta a questa domanda, potrebbe esserci anche il sesso, se sei donna, l'istinto materno prevale -in via teorica- e la protezione dei cuccioli, del proprio nido, si fa sentire. Il maschio, in natura, deve continuare a procreare, la sua salvezza sì si fa essenziale.
Vi sento già arrovellarvi, vi sento polemizzare internamente con quanto scritto e con quanto deciso.
Il fatto essenziale è uno: alla domanda non potete rispondere.
Non se non vi siete trovati in una situazione simile.
Tomas e Ebba vi si trovano, purtroppo.
In settimana bianca detossicante da un lavoro che cerca Tomas anche lì, in giornate fatte di sciate in piste immacolate, in un hotel di lusso, i due e i due figli giocano alla famiglia bella e perfetta, che scherza, si diverte, si addormenta assieme, esausta nel lettone.
Tutto cambia, però, quando quell'evento pericoloso accade, quando una valanga apparentemente controllata inizia la sua caduta mentre loro sono tranquillamente a mangiare, ma quel controllo sembra non esserci, quell'ondata di neve sembra inarrestabile e pronta a travolgerli.
Il panico è istantaneo: Tomas, dapprima calmo e meravigliato, prenderà guanti e telefono e si darà alla fuga, Ebba resterà con i figli, abbracciandoli a sé urlando assieme a loro il nome del padre.
La valanga si fermerà in tempo, a travolgerli sarà solo una fitta nuvola di nevischio, e mentre questa si dirada, mentre Tomas con la coda tra le gambe tornerà al tavolo, lo sguardo di Ebba si fa accusatorio, e la coppia si incrina, forse per sempre.
La spaccatura prosegue nei giorni successivi, quando lui si rifiuta di ammettere quanto successo, con prove video alla mano, si rifiuta di credere di essere quel tipo di marito e di padre che abbandona la famiglia, di essere un codardo, altro che pater familiis.
Nella girandola di crisi, di accuse e di risentimenti, vengono coinvolti anche gli amici, che a loro volta litigheranno, accusandosi a vicenda di -parlando ipoteticamente- essere dei vigliacchi egoisti.
Il gioco finisce per coinvolgere anche lo spettatore, che vede in Tomas quel marito, quel padre sbagliato, stando dalla parte di Ebba, delle sue sfuriate, dei suoi dubbi.
Ma la scelta istintiva fatta, ha colpito prima di tutto quel Tomas che si credeva uomo tutto d'un pezzo, quel genere di uomo che protegge e salva la sua famiglia: scoprirsi uno che scappa, uno che molla, è un colpo forse maggiore di quello accusato da Ebba.
E quindi, è più uomo chi scappa per salvarsi, o chi entra in crisi, si scioglie in urla e pianti disperati?
E' più donna quella che protegge i figli, o quella che nel vedere il marito incapace di smettere di singhiozzare, fatica a stargli vicino?
Il crescendo del racconto di Forza Maggiore, è così di quelli che cattura, fin dall'inizio, fin da quella domanda che si insinuerà, proprio per forza maggiore, in ogni conversazione a film finito.
La bravura del regista Ruben Östlund, premiato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, sta nel mantenere alto l'interesse, nell'alternare a momenti di riflessione, immagini suggestive e quasi oniriche, in bilico tra ironia e dramma, con quella neve bianca che finisce per lavare ogni peccato.
Qualche dilungaggine di troppo c'è, e pure qualche finale di troppo, ma in questo racconto, in questa parabola raccontata a capitoli divisi dalla musica trionfante o premonitrice di Vivaldi , c'è una potenza difficile da sostenere, ci sono dubbi, domande e riflessioni che resteranno, volenti o nolenti, senza una risposta.
8 maggio 2015
Cake
Andiamo al Cinema.
C'è una strana legge che gira in quel di Hollywood: se sei bella, e devi farti prendere sul serio, imbruttisciti.
Da Charlize Theron a Nicole Kidman (prima che ci pensasse il botulino), le attrici abituate al ruolo di pheega, per passare al dramma più sentito, si sono fatte mettere nasi posticci, sono ingrassate, sono state rese sfatte da ore e ore di trucco.
Lo stesso destino ha scelto di avere anche Jennifer Aniston, la per sempre Rachel, una che non è la classica bellezza, che sa essere bella anche con i suoi difetti e che soprattutto riesce nell'arduo compito di essere simpatica.
Ora però, Jennifer che ha conquistato la stima di tutti quelli che non sono certo parte del #teamAngelina, ha deciso di dare una svolta alla sua carriera, mettere da parte le commedie, anche quelle più scollacciate, e farci vedere quello che sa davvero fare: recitare.
Il ruolo prescelto non è certo dei più semplici, è quello di una donna depressa ma prima di tutto arrabbiata, con un trauma passato che capiremo man mano, con un carattere difficile, che non si vuole piegare, né all'oggi né al dolore.
Per entrare nei panni dell'ex avvocato Claire, va da sé, Jennifer si è imbruttita.
Perchè Claire ha subito un grave incidente, i cui segni si vedono sia nel suo viso e nel suo corpo costellati da profonde cicatrici, che nel nel suo interno, incapace di abbandonarsi, di fermarsi come di andare avanti.
Nemmeno il gruppo di sostegno per il dolore cronico la accetta, la sbatte fuori per quel suo carattere instabile che non aiuta gli altri membri, che non ha aiutato certo Nina a cambiare idea di fronte ad un suicidio che ha lasciato un marito arrabbiato e un figlio traumatizzato alle spalle.
Il suicidio diventa così un'ossessione per Claire, che conoscerà quel marito, che ci proverà a farla finita, per mettere a tacere quel male che ormai nemmeno le pillole e l'alcool sanno fermare.
E sembra non bastare la buona volontà, la cura che una colf messicana si prende per lei, non basta quella nuova amicizia che nasce o quella torta tanto desiderata.
E le cadute, si fanno più pesanti delle salite.
Era una scommessa difficile quella che Jennifer Aniston ha giocato con se stessa: abbandonare un ruolo che continua a darle successo, mettere da parte la sua bellezza che a 40 anni sembra fiorire nuovamente, mostrarsi sfatta, imbruttita, segnata, con un carattere altrettanto difficile,
E senza girarci troppo attorno, la scommessa Jennifer l'ha vinta.
Perchè la sua Claire riesce ad essere credibile, riesce a divertire, urtare, spazientire e immedesimare, non cadendo nel classico cliché della bisbetica da domare o nel potere salvifico dell'amore.
Claire non cerca l'amore, non cerca nemmeno il sesso, cerca un equilibrio che a volte arriva anche solo con qualcuno che ti accompagna a dormire, quasi dovesse tenere a bada incubi e demoni.
In questo ritratto di donna arrabbiata il cui dolore non fa dimenticare nemmeno per un istante quel passato che si vorrebbe cancellare, c'è spazio per tanti e bei personaggi secondari, a partire da quella colf, così tenera e così remissiva, forte invece forse più di Claire stessa.
La si ama, Silvana, senza se e senza ma.
Ma nella confusionaria vita che è quella di Claire, tra un grugnito, un urlo e una battuta acida, c'è spazio anche per un ex marito che non si odia, per un vedovo che la capisce (interpretato da un bravo Sam Worthington), per un'aspirante attrice nonostante tutto dal cuore d'oro, e per una suicida che la tenta, che le fa da coscienza.
Questo ritratto diventa così un film complesso che sta in bilico tra film del dolore e film verità, raccontando un dramma senza bisogno di scendere in particolari, anzi, senza mai mostrarci quel dramma ma solo quello che ne è venuto dopo.
In un finale non certo buonista, ma giusto e toccante e in linea con quanto costruito, Cake dimostra non solo tutta la bravura di una Jennifer Aniston ora ancora più bella, ma anche che la redenzione, l'espiazione, non nasce con gli altri, ma solo con noi stessi, e la nostra forza di reagire, di scattare finalmente in avanti.
C'è una strana legge che gira in quel di Hollywood: se sei bella, e devi farti prendere sul serio, imbruttisciti.
Da Charlize Theron a Nicole Kidman (prima che ci pensasse il botulino), le attrici abituate al ruolo di pheega, per passare al dramma più sentito, si sono fatte mettere nasi posticci, sono ingrassate, sono state rese sfatte da ore e ore di trucco.
Lo stesso destino ha scelto di avere anche Jennifer Aniston, la per sempre Rachel, una che non è la classica bellezza, che sa essere bella anche con i suoi difetti e che soprattutto riesce nell'arduo compito di essere simpatica.
Ora però, Jennifer che ha conquistato la stima di tutti quelli che non sono certo parte del #teamAngelina, ha deciso di dare una svolta alla sua carriera, mettere da parte le commedie, anche quelle più scollacciate, e farci vedere quello che sa davvero fare: recitare.
Il ruolo prescelto non è certo dei più semplici, è quello di una donna depressa ma prima di tutto arrabbiata, con un trauma passato che capiremo man mano, con un carattere difficile, che non si vuole piegare, né all'oggi né al dolore.
Per entrare nei panni dell'ex avvocato Claire, va da sé, Jennifer si è imbruttita.
Perchè Claire ha subito un grave incidente, i cui segni si vedono sia nel suo viso e nel suo corpo costellati da profonde cicatrici, che nel nel suo interno, incapace di abbandonarsi, di fermarsi come di andare avanti.
Nemmeno il gruppo di sostegno per il dolore cronico la accetta, la sbatte fuori per quel suo carattere instabile che non aiuta gli altri membri, che non ha aiutato certo Nina a cambiare idea di fronte ad un suicidio che ha lasciato un marito arrabbiato e un figlio traumatizzato alle spalle.
Il suicidio diventa così un'ossessione per Claire, che conoscerà quel marito, che ci proverà a farla finita, per mettere a tacere quel male che ormai nemmeno le pillole e l'alcool sanno fermare.
E sembra non bastare la buona volontà, la cura che una colf messicana si prende per lei, non basta quella nuova amicizia che nasce o quella torta tanto desiderata.
E le cadute, si fanno più pesanti delle salite.
Era una scommessa difficile quella che Jennifer Aniston ha giocato con se stessa: abbandonare un ruolo che continua a darle successo, mettere da parte la sua bellezza che a 40 anni sembra fiorire nuovamente, mostrarsi sfatta, imbruttita, segnata, con un carattere altrettanto difficile,
E senza girarci troppo attorno, la scommessa Jennifer l'ha vinta.
Perchè la sua Claire riesce ad essere credibile, riesce a divertire, urtare, spazientire e immedesimare, non cadendo nel classico cliché della bisbetica da domare o nel potere salvifico dell'amore.
Claire non cerca l'amore, non cerca nemmeno il sesso, cerca un equilibrio che a volte arriva anche solo con qualcuno che ti accompagna a dormire, quasi dovesse tenere a bada incubi e demoni.
In questo ritratto di donna arrabbiata il cui dolore non fa dimenticare nemmeno per un istante quel passato che si vorrebbe cancellare, c'è spazio per tanti e bei personaggi secondari, a partire da quella colf, così tenera e così remissiva, forte invece forse più di Claire stessa.
La si ama, Silvana, senza se e senza ma.
Ma nella confusionaria vita che è quella di Claire, tra un grugnito, un urlo e una battuta acida, c'è spazio anche per un ex marito che non si odia, per un vedovo che la capisce (interpretato da un bravo Sam Worthington), per un'aspirante attrice nonostante tutto dal cuore d'oro, e per una suicida che la tenta, che le fa da coscienza.
Questo ritratto diventa così un film complesso che sta in bilico tra film del dolore e film verità, raccontando un dramma senza bisogno di scendere in particolari, anzi, senza mai mostrarci quel dramma ma solo quello che ne è venuto dopo.
In un finale non certo buonista, ma giusto e toccante e in linea con quanto costruito, Cake dimostra non solo tutta la bravura di una Jennifer Aniston ora ancora più bella, ma anche che la redenzione, l'espiazione, non nasce con gli altri, ma solo con noi stessi, e la nostra forza di reagire, di scattare finalmente in avanti.
7 maggio 2015
Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema
Il ciclone Avengers non accenna a diminuire, così di film di punta non ce ne sono questa settimana.
In compenso, ci sono pellicole che attraggono, e che una visione la meritano senz'altro.
Per scoprire quali, non resta che affidarsi ai puntuali consigli:
Cake
Jennifer Aniston alla sua svolta drammatica, e come da tradizione, si imbruttisce.
La sua Claire è una donna segnata fuori e dentro da un grave incidente, che l'ha resa acida e depressa. A stargli accanto, solo una colf messicana, che la sostiene nelle sue cadute.
Toccante e drammatico quanto basta, se ne parlerà a breve da queste parti.
Trailer
The Gunman
Il cast è di quelli che attira (Sean Penn, Idris Elba, Javier Bardem più la nostra Jasmine Trinca) ma la trama, tutta azione, allontana: un passato che ritorna, quelle uccisioni mirate in Africa che chiedono ora il conto, tra attentati e una vendetta da cui difendersi.
Uno scivolone, purtroppo, per il signor Theron.
Trailer
Leviathan
Candidato russo agli scorsi Oscar come miglior film straniero, merita la visione.
La Russia e i suoi intrecci si dimostra non così diversa dai nostri, e sembra non esserci paura a mostrarcela nelle sue falle.
La recensione QUI
Forza Maggiore
Una valanga sta per travolgere voi e la vostra famiglia. Vi mettere in salvo o cercate di proteggere (o di morire con) i vostri cari? Le scelte opposte di due genitori in uno scampato pericolo, mina il rapporto di coppia.
Dalla Svezia con furore, un titolo da segnare e già vincitore a Cannes.
Trailer
La Voce - Il Talento può Uccidere
Thriller made in Italy con Rocco Papaleo.
Basterebbero queste caratteristiche per starne alla larga, ma sappiate che il comico è qui un imitatore che non si riconosce allo specchio, che ha preso parte a un raggiro criminale e che per questo si è suicidato. La figlia cercherà di fare chiarezza sul suo gesto, lasciando noi davvero poco interessati al tutto.
Trailer
Mi Chiamo Maya
Rimaste orfane di madre, due sorellastre non vogliono essere separate, e fuggono così ai servizi sociali incontrando adulti allo sbando e tutte le tentazioni del mondo di oggi.
Esordio che mira a scandalizzare, finendo nei soliti cliché.
Trailer
Doraemon Il Film
Mai sopportato in Tv, il gatto alieno Doraemon non mi vedrà di certo tra il suo pubblico al cinema.
Ma quei genitori in crisi per il maltempo, sapranno dove portare i loro figli.
Trailer
In compenso, ci sono pellicole che attraggono, e che una visione la meritano senz'altro.
Per scoprire quali, non resta che affidarsi ai puntuali consigli:
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Jennifer Aniston alla sua svolta drammatica, e come da tradizione, si imbruttisce.
La sua Claire è una donna segnata fuori e dentro da un grave incidente, che l'ha resa acida e depressa. A stargli accanto, solo una colf messicana, che la sostiene nelle sue cadute.
Toccante e drammatico quanto basta, se ne parlerà a breve da queste parti.
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Uno scivolone, purtroppo, per il signor Theron.
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Candidato russo agli scorsi Oscar come miglior film straniero, merita la visione.
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Una valanga sta per travolgere voi e la vostra famiglia. Vi mettere in salvo o cercate di proteggere (o di morire con) i vostri cari? Le scelte opposte di due genitori in uno scampato pericolo, mina il rapporto di coppia.
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Basterebbero queste caratteristiche per starne alla larga, ma sappiate che il comico è qui un imitatore che non si riconosce allo specchio, che ha preso parte a un raggiro criminale e che per questo si è suicidato. La figlia cercherà di fare chiarezza sul suo gesto, lasciando noi davvero poco interessati al tutto.
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