Pagine

27 novembre 2018

Castle Rock

Mondo Serial

Mai stata a Castle Rock.
Mai stata in nessun paese kinghiano, Derry a parte.
Quindi, perché soggiornarci?
Per curiosità, fondamentalmente, e per un cast coinvolto che male non è.
Ammetto subito di non aver colto molte delle citazioni, dei riferimenti, dei crossover o simili interni all'universo di Stephen King, recuperati poi grazie a fan della rete, con il giovine che pure avendo letto parecchi romanzi, un po' si è perso.



Il punto è che a Castle Rock qualcosa non torna.
Tanti omicidi, tante strane follie nel suo passato.
Compresa quella di Henry Deaver, scomparso nel nulla nel freddo inverno del 1991, ricomparso incolume giorni dopo, mentre il padre adottivo proprio per congelamento moriva.
Henry è ora un avvocato che difende i condannati a morte, e il suo nome viene pronunciato da un detenuto della prigione di Shawshank, un detenuto nascosto però in un'ala abbandonata, messo in gabbia, nessun documento, nessuna identità. E con il direttore di quella prigione che si suicida, i conti non tornano, il mistero si infittisce.
Si infittisce anche la trama della serie, che non solo di questo mistero parla, ma dell'intera famiglia Deaver, di un'amica d'infanzia dai poteri particolari, di strani personaggi che vivono fra i boschi, di coppie che creano airbnb dell'orrore (parentesi non così utile), di reinserimento nella società non certo facile.
Insomma, si parla di Castle Rock, di Steven King.


Ma non tutto torna, bisogna essere onesti, e non solo perché si perdono riferimenti, non si conoscono nomi.
L'atmosfera è quella seriosa che a volte si fa pesante, la trama s'infittisce spesso inutilmente e ci si perde, fra la noia e qualche sbadiglio, con lungaggini che si potevano sfoltire a favore di un'atmosfera fin troppo calcata.
Ma di cose da salvare, da amare, ce ne sono: ci sono momenti di pura poesia, c'è una malattia come l'Alzheimer che viene raccontata in modo commovente in un episodio che è già cult (The Queen, 1x07), c'è un colpo di scena che fa fare un colpo al cuore (Henry Deaver, 1x09) e mette tutto in discussione.
Aiuta di certo l'avere il tanto bello quanto inquietante Bill Skarsgård fra i protagonisti, aiuta un inizio che richiama pure Lost (grazie J. J. Abrams per il tormento), e mette i semi per parecchi misteri a venire.
Una seconda stagione è già confermata e se i dubbi, se la troppa carne al fuoco non convincono del tutto, ci sarà modo di rifarsi.
Intanto, per una kinghiana alle prime armi, va bene così.


Voto: ☕☕/5

7 commenti:

  1. Imperfetta, confusa su quale direzione scegliere, ma gli episodi tu sono di una bellezza e una complessità rare. Il resto un po' meno, ma glielo si perdona. Confido nella seconda stagione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confido anch'io, di semi ne sono stati piantati, basta che si prenda una direzione più decisa. The Queen da brividi!

      Elimina
  2. Non è stato facile, con qualche sbadiglio di troppo, con il giovine che mi aiutava a star sveglia. Però come vedi del buono c'è, e la speranza è che si continui in questa direzione con la prossima stagione.

    RispondiElimina
  3. Io ci sono stato parecchio però mi sono stufato dopo pochi episodi.
    Penso di recuperarla, prima o poi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi rincuora non essere stata la sola ad aver patito qua e là la visione, tenendo duro sono arrivata fino in fondo dove due episodi valgono di sicuro lo sforzo.

      Elimina
  4. Nonostante tutto credo che lo recupererò ugualmente ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il recupero lo merita comunque, la speranza è che andando avanti si aggiusti il tiro e la storia prenda più corpo.

      Elimina