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24 luglio 2021

Rare Beasts

È già Ieri -2019-

Manca poco più di un mese alla 78esima Mostra di Venezia.
La giuria è stata annunciata, il poster ufficiale rivelato, lunedì mattina sarà il momento dei film in concorso.
E la mia ansia cresce.
Motivata?
In parte.
Non solo per le misure speciali di questo secondo anno in pandemia, ma anche perché l'incubo di tutti gli incubi è quello di non riuscire a trovare posto per un film.
È successo poche volte. Con Heaven Knows What la prima, con Rare Beasts, due anni fa, la seconda.
L'esordio alla regia di Billie Piper.


Chi è Billie Piper?
Per i nostalgici del pop, la cantante della hit Because We Want To in pieno (Spice)Girls Power.
Per gli amanti di Doctor Who come me, l'indimenticabile Rose Tyler.
Per i più aggiornati, l'ideatrice, sceneggiatrice e protagonista di I Hate Suzie, dove interpreta una star in declino causa diffusione di sue immagini intime.
Prima, però, ha esordito alla regia.
Con un film prodotto, ideato e sceneggiato da lei.
Dopo questa lunga promessa, dopo anni di attesa, dopo ricerche continue per capire se il film spuntava qua e là in rete, che dire se non… che delusione!


Peggio, che brutto film.
Sbagliato nei toni, nei personaggi, nella sua realizzazione.
Visivamente no, tra un fotografia suggestiva in cui ancora una volta si capisce la portata dell'influenza nel bene e nel male di Wes Anderson, e una festa di colori pastello e location che si fanno instagrammabili.
Ma la storia?
La strana storia d'amore fra due colleghi agli antipodi, lei madre single di un figlio probabilmente autistico di cui si prende cura fin là, donna forte che sottolinea e mostra tutti i suoi difetti fisici, ma bisognosa di un uomo, capace di accontentarsi di un conservatore, tradizionalista piuttosto misogino come Pete, religioso, ottuso, iroso.
Con questa sfilza di aggettivi, come fare a tifarli? 
Come fare a capirla Mandy, mentre dovremmo pure provare qualcosa per il suo rapporto difficile con un padre che non è mai cresciuto, con una madre che a metà film si scopre in fin di vita?
Il tutto condito da quel figlio, a cui non si dà una diagnosi ma nemmeno un supporto.

Quella testa bionda è di Lily James, nemmeno nelle foto ufficiali del film compare

Insomma, Rare Beasts che non prende una direzione, che vaga da un momenti all'altro, è un pasticciaccio, di quelli brutti.
Mettici poi che la ventilata presenza di Lily James si scopre essere per una manciata di minuti appena in cui è più bella e sensuale che mai in abito da sposa, ma non ha alcuna rilevanza per la storia… e mi ripeto: che delusione!
Prese come sketch singoli, presa ogni scena come un cortometraggio a sé, poteva anche funzionare.
Sembra invece che le tante piccole idee di Billie Piper non funzionino assieme, creando la sensazione di vedere tanti videoclip, tante installazioni, tanti momenti catartici e femministi girati nel modo giusto che però non portano a niente. Soprattutto a livello emotivo.
Se c'è una cosa che il liceo sociale mi ha insegnato è che "Il tutto è più della somma delle singole parti".
E Rare Beasts ne è l'esempio lampante.

Voto: ☕½/5

2 commenti:

  1. Io faccio parte dei nostalgici del pop, e anche di chi sta apprezzando parecchio I Hate Suzie. Questo film però a questo punto me lo risparmio, sperando che Billie come regista faccia di meglio in futuro...

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    1. Come regista Billie fa il suo, un ottimo sguardo, ottimi colori. Come sceneggiatrice, invece no. Avesse fatto tanti cortometraggi si poteva applaudirla, messi insieme hanno davvero poco senso.

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