20 settembre 2017

Heaven Knows What

E' Già Ieri -2014-

Lo avevo messo in agenda -sì, ho un'agenda in cui segno i film da vedere che la memoria è breve e i preferiti di google crome possono sparire-, l'ho messo in agenda, dicevo, ormai tre anni.
Non ero riuscito a metterlo in programma alla sua presentazione veneziana, e come succede ai film minori, dei concorsi minori del Festival, la distribuzione italiana non lo aveva preso in considerazione.
L'internet pure sembrava averlo dimenticato, fino a quest'estate, in cui Heaven Knows What è comparso in quei siti sì poco legali, ma in realtà fondamentali per recuperare e scoprire piccole o grandi gemme.
In questo caso, una gemma grezzissima.



Siamo a New York, nelle sue strade più sudicie, in quei buchi, luoghi, biblioteche in cui non metteresti mai piede. A frequentarli, solo giovani senzatetto, drogati e sempre alla ricerca della prossima dose o dei soldi per poter comprare la prossima dose.
Perfino chi spaccia e gira per quelle strade con centinaia di dollari in tasca, non ha un tetto sotto cui stare, non ha uno stile di vita sano.
Fra loro, c'è Harley.
Harley che è innamorata di Ilya, che per lui si ucciderebbe, e lo fa, o prova a farlo, istigata proprio da lui che non credo al suo amore, non la vuole perdonare per chi sa quale malefatta -anche se, per quelle strade, è facile immaginarlo.
Finisce in ospedale con 14 punti di sutura al polso, finisce in un reparto psichiatrico e poi torna per le strade, alla ricerca di lui, del suo amore.
Non trovandolo, si accontenta, e vaga, elemosina, ruba, si fa una dose, poi un'altra, beve, e lo ritrova, si ritrovano nel giusto mood e passano un'altra folle serata insieme.


Sembra un documentario, Heaven Knows What, sembra un'immersione totale nella vita di questi reietti della società, quelli da cui ci si scansa dai marciapiede, su cui si abbassa lo sguardo in stazione mentre chiedono qualche moneta.
Si fatica a capire se gli attori coinvolti recitano o sono quello che recitano, ancor più se si sa che Harley è in realtà Arielle Holmes che la interpreta, che il film prende vita dalle sue memorie Mad Love in New York City, scritte sotto consiglio dei registi Ben e Joshua Safdie che per strada l'hanno conosciuta e hanno deciso di aiutarla.
Il film, è ispirato ai suoi due anni vissuti per strada, ed è dedicato al vero Ilya, che per strada l'ha portata, che il mondo della droga le ha fatto conoscere, qui interpretato dal Caleb Landry Jones, visto anche in Twin Peaks e decisamente da tenere d'occhio.
E siamo in quei film davvero indipendenti, come dentro quei film del primo Larry Clark, del primo Korine sceneggiatore, fra le strade e i sobborghi di New York, a catturare una vita vera per quanto filtrata, che fa male. Fa male nonostante quei filtri, che sono una fotografia che sa piazzare scene bellissime in mezzo a quella bruttura, e una musica ritmata e notevole che non ti aspetti.
Difficile provare simpatia per questi sporchi e crudi personaggi, difficile che non rimanga addosso la loro storia, la loro quotidianità, così bruta da poter generare un film talmente bello.


Regia Ben Safdie, Joshua Safdie
Sceneggiatura Ronald Bronstein, Joshua Safdie
Musiche Paul Grimstad, Ariel Pink
Cast Arielle Holmes, Caleb Landry Jones, Buddy Duress
Se ti è piaciuto guarda anche
The Smell of Us, Tangerine, Requiem for a Dream

4 commenti:

  1. Non conoscevo.
    Me lo segno, grazie.

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    1. Non è uno di quei film leggeri e sognanti, ma una visione con il giusto mood la merita di sicuro.

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  2. Heaven knows what, but I didn't know this movie. And now I have to watch it!

    Tra Larry Clark, Harmony Korine e Requiem for a Dream, sembra una roba assolutamente per me.
    Caleb Landry Jones in Twin Peaks era abbastanza insopportabile, spero che qui abbia un personaggio migliore...

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    1. Un Caleb ripulito e molto più alla mano è anche nei Tre Manifesti di McDonagh, e lì lo si apprezza di più, visto che pure qui non sprizza certo simpatia, anzi, un personaggio parecchio detestabile.
      Film indie vecchio stampo, ma che sa come graffiare.

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