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24 gennaio 2022

Il Lunedì Leggo - Zerocalcare

Se mi sono avvicinata al mondo del fumetto è stato per Zerocalcare.
Lo vedevo sempre più condiviso, sempre più esaltato, lo incrociavo a Venezia e proprio a Venezia nel 2018 sarebbe stato presentato La Profezia dell'Armadillo, tratto dal suo primo fumetto, e io, come potevo non arrivare preparata?
Secondo la tabella di Cassidy sono quindi parte de I rinati in Zero, arrivata dopo, ma non all'ultimo.
Con la missione di recuperare lentamente tutto quello che mi mancava, anno dopo anno.
Ci sono andata in fissa, con facilità.
E così eccomi a colmare le ultime lacune.

Inizio dal fondo, da quella seconda raccolta che è L'Elenco Telefonico degli Accolli che raccoglie (ma va?), tutte le tavole, le storie brevi o lunghe apparse tra blog e social.
E un po' ci resto male. 
Non che non facciano ridere, non che non ci sia la sua solita profondità nel mezzo dei riferimenti pop, ma un certo gusto acerbo lo sento.
Soprattutto in quella storia che si fa collante, storia originale che si alterna e che poco di nuovo dice.
Il confronto con il naufragio di Ogni maledetto lunedì su due, viene spontaneo. E quel mare nero in cui si deve riuscire a rimanere a galla vince sulle uova su cui ora Zero cammina, tra mille accolli e mostri da tenere in bilico.
Una metafora tristemente simile e forse meno incisiva.


Con aspettative leggermente ridimensionate, mi sono approcciata a un'altra raccolta.
Che il genere non sia il mio, lo abbiamo capito, no? 
La mancanza dell'ampio respiro, il bisogno di fare pause fra una storia e l'altra,  fa decelerare il passo, ma comunque La Scuola di Pizze in Faccia del Professor Calcare emoziona di più.
Tanto mi ero persa, anche le sue recensioni disegnate per Best Movie, ritrovandomi quindi in quella Venezia in cui Zerocalcare e i suoi dotti amici sono spesso in fila con me, sono seduti pochi posti più in là.
Ritrovando poi quell'emozione che essere a Venezia significa.
E poi c'è un altro tuffo nel passato, dedicato a Game of Thrones, alle aspettative comuni che tutti avevamo, prima di quel finale che ha rovinato tutto.
Se i dinosauri con le piume mi hanno fatto ridere di gusto, il finale inedito con il suo contributo al Festival Letterario di Ventotene ha saputo commuovermi.


Ritrovato l'entusiasmo che sembrava perduto, si è consolidato con Scheletri, questa sì una storia dall'ampio respiro, una storia lunga anni.
Fatta di amicizie improvvise, di quella libertà che si aveva da giovani universitari ma anche di quei polpi alla gola che assalivano ancora.
Ancora a Rebibbia, ancora con Secco e Sara, ancora con una madre comprensiva, ma con un giovane che ha mostri peggiori dentro. 
La prima parte, nel passato, non può che colpire e affondare i suoi denti, tra case che case non sembrano, tentazioni in cui è facile cedere.
Il passaggio al presente, con nuove paturnie, con un successo da ridimensionare e con un Secco che riserva una sorpresa che lascia a bocca aperta, si fa più misterioso. Cerca di riallacciare i fili e di mostrare come e quanto una semplice persona è in grado di influenzare la propria vita, così tanto da far paura.
Il finale sospeso appeso al filo del telefono, fa ritrovare il magone, l'angoscia, che anche Strappare lungo i bordi ha saputo dare.


Il mio lungo recupero -in attesa che ritorni Natale e un periodo più consono a Babbo Morto- si conclude con Niente di nuovo sul Fronte Rebibbia, che raccoglie gli interventi fatti su Internazionale e L'Espresso che in parte avevo già letto, parlando di carceri e di guerre in corso, di sanità privatizzata e di cancel culture.
Ma soprattutto -senza nulla togliere a questi temi importati su cui si deve continuare a parlare- parla di quella serie TV di cui tutti abbiamo parlato per settimane.
Raccontando tutti i mostri affrontati per arrivare a farla, i dubbi, le paure, le ostinazioni e le paturnie che anche una piccola decisione ha comportato.
Sempre con le mani avanti, ma sempre con idee geniali per mostrarcelo, finisce che a Zerocalcare si vuole ancora più bene.
L'abusato titolo di voce di una generazione, nell'usare He-Man, Icaro e pure Balto come riferimenti pop, dà profondità anche a chi semplicemente dietro una tastiera, senza pontificare o imporsi, ascolta e condivide la sua voce.
Cercando di ampliare e soprattutto fare sua/mia la lezione che ci regala, spingendo e spronando a buttarsi.
Che buttarsi è vita.

3 commenti:

  1. Grazie a te per avermi etichettato perfettamente.
    Più lo si legge, più gli si vuole bene.
    Non resistevo più ad essere così indietro e santo subito il mercato dell'usato!

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  2. Io mi sa che sono ancora dopo I rinati in Zero. Quelli che l'hanno conosciuto con Rebibbia Quarantine. Sempre prima di quelli che ci sono arrivati con Strappare lungo i bordi, in ogni caso. :)

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    1. E allora sei un Rinato poco dopo lo Zero, ora che io mi sono messa in pari con i fumetti ho la coscienza apposto 😉

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