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14 marzo 2022

Il Lunedì Leggo - Walden di H. D. Thoreau

Ci sono romanzi che, letti in adolescenza, non possono che segnare uno stile di vita e di pensiero. 
Walden, è fra questi.
E ci sono quegli stessi romanzi che, letti in ritardo, fuori tempo massimo, hanno un effetto diverso, minore.
Vuoi perché a certe riflessioni già ci sei arrivato, vuoi perché ormai troppo diverso, formato.
Walden, è fra questi, per me.
Non dubito che, lo avessi letto da adolescente, avrei mollato tutto e mi sarei costruita anch'io la mia baita fra i boschi, abbracciando di più quella natura che ho riscoperto solo ad adolescenza finita e che mi ha portato a vivere in aperta campagna, ora.


Il percorso è stato più lungo, il risultato, uguale.
Ma ci sono arrivata senza Thoreau che mi declama le sue idee, che si erge sopra il pulpito della sua baita costata solo 28 dollari di cui mi illustra spesa per spesa, in cui vive in realtà in una solitudine provvisoria, viste le tante visite che riceve, le escursioni in paese, gli incontri con cacciatori, pescatori, contadini della zona.
Non a caso, pure nella serie Dickinson il suo mito viene ridimensionato.

Ma, scritto com'è stato nel 1854 dove il condono era già previsto, Walden ha segnato milioni di lettori, di attivisti, sorgendo come simbolo del pensiero ecologista, come messaggero di una vita più naturale che oggi, a distanza di quasi 170 anni sembra più attuale che mai.
Lui, che dal luglio del 1845 al settembre del 1847 se n'è andato a vivere in mezzo ai boschi del suo Massachusetts, in riva al lago Walden vivendo di quello che coltivava, pescava, trovava, barattava.

È quando ci descrive la natura che lo circonda, quando scende dal piedistallo e parla delle sue giornate semplici, di quel lago che cambia e muta, si ghiaccia e riprende vita, di tutti i suoi piccoli abitanti, che la poesia si fa sentire.
E commuove, per i piccoli visitatori che si sono abituati a lui e da lui prendono cibo, per i cambiamenti che stagione dopo stagione sorprendono sempre.

Spiace averlo incontrato tardi, citato da Cognetti come un inevitabile maestro lui che pure se n'è andato a isolarsi in una baita di montagna, ma Thoreau e le sue filippiche sono state un'impresa difficile da portare avanti per la me 30enne che certe idee già le abbraccia, le condivide con meno veemenza e presunzione.
Quando l'insegnamento supera il suo insegnante.
Quando il tempismo, è tutto.

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