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26 luglio 2022

Dopo Shameless: Angelyne - The Bear

Quanto mi mancano i Gallaghers?
Tanto.
Ma parlo di quelli dei primi tempi, prima che si andasse avanti senza avere mordente tanto da farmeli abbandonare alla stagione 8 per ritrovarli in un finale dolceamaro in cui poco sembrava cambiato.
E poi, che ne è stato di loro?
Oggi ritroviamo i due fratelli maggiori, Fiona e Lip, Emmy Rossum e Jeremy Allen White (i miei preferiti), alle prese con altre storie.

Angelyne

Dici Angelyne, qui, è viene da chiedere: "Chi?".
Dici Angelyne a Los Angeles, ai losangelini, e probabilmente si metteranno a sorridere.
Angelyne ha campeggiato per anni sui billboard, sui manifesti di mezza Los Angeles.
Lei che non era cantante, non era attrice, non era modella.
Era semplicemente quella dei cartelloni.
Meglio, quella prosperosa dei cartelloni.
Famosa per voler essere famosa, influencer prima delle influencer.
Vendendo se stessa, in comparsate in cui se stessa doveva interpretare, in merchandising che la vede ritratta in ogni posa possibile.
Ma chi è, questa stella poco luminosa di Hollywood?


Un articolo del The Hollywood Reporter si è impegnato a scoprirne l'identità, andando indietro nel tempo, scovando i membri della band di cui ha fatto parte, scoprendo i primi fan, chi quei cartelloni glieli ha affittati, diventati poi segretari, amanti.
Le storie su di lei si accavallano, le verità sono sempre mezze verità, in una risoluzione finale difficile da trovare.
E com'è, questa ricerca?
Meno intrigante di quel che sembra.
Colpa di episodi riempitivi, di un brodo che si allunga senza alcuna necessità.
Fosse stata più breve, più concisa, questa miniserie che passa da interviste a ricostruzioni, sarebbe stata migliore.
Dietro protesi e trucco, Emmy Rossum è irriconoscibile e pur non essendo una fan delle trasformazioni, la sua Angelyne ha dietro uno studio del personaggio notevole, e tra urletti e falsetti, conquista nella sua prova, meno nella simpatia che ispira.
Hollywood genera mostri, ma alla barbie in carne, ossa e silicone, preferisco l'aspirante regista Tommy Wiseau.

Voto: ☕☕½/5

The Bear


Se Fiona/Emmy Rossum è scappata a Los Angeles, Lip/Jeremy Allen White è rimasto a Chicago.
O meglio, ci torna.
Ritrovandosi fra le mani l'eredità difficile da gestire di un fratello morto suicida.
Lui, chef stellato e rinomato, stressato da un ambiente di lavoro vessatorio, ora è il capo.
Lo chef di una paninoteca storica di Chicago, con un gruppo di lavoro poco propenso ai cambiamenti necessari se non si vuole soccombere ai debiti.
In questa cucina veniamo immersi fin da subito, tra caos, decisioni da prendere, incidenti e teste calde, su tutti un cugino che vuole mettere bocca su tutto, geloso di non aver ereditato il locale che aiutava a gestire, e una nuova assunta con le idee giuste per rivoluzionare menù e organizzazione.
Ma come fare, se lo stress post traumatico si fa sentire, se il lutto è ancora fresco e non c'è tempo per superarlo?


Dentro questa cucina caotica e chiassosa, ci sono forse troppi ingredienti.
Della questione mafiosa potevamo fare a meno, di cognati noiosi pure.
La sensazione, visto come The Bear è raccontato, è che molto sia stato tagliato a favore di un montaggio frenetico e claustrofobico che dà un'identità a una serie che in America ha spopolato.
Con qualche difetto e qualche approfondimento necessario, la conferma di una seconda stagione è comunque gradita.
Ritrovare Lip, pardon Jeremy Allen White, nuovamente a Chicago in un ruolo non troppo distante dal fratello minore talentuoso ma complessato, con un difficile rapporto con le dipendenze (altrui, in questo caso) è un bel ritrovare.
Anche solo per la splendida colonna sonora che passa dai Radiohead ai R.E.M. passando per i Pearl Jam.

Voto: ☕☕/5

1 commento:

  1. Eppure Angelyne continua a ispirarmi. Se escono i sub ita me la vedo, altrimenti amen.

    The Bear l'ho iniziata da poco, grazie a un'anima pia che si sta sacrificando a realizzare i sottotitoli. Impresa non facile, visto il ritmo dei dialoghi.
    Dopo i primi 2 episodi, mi sembra parecchio interessante. Per certi versi è quasi uno spin-off di Shameless, con Lip in versione chef e un montaggio velocissimo. Pure troppo? :)

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