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8 luglio 2025

Comedy in Breve: Interior Chinatown - Mid-Century Modern - Big Mouth S08

Mondo Serial

La voglia di leggerezza è sempre più forte in estate, ecco un trio di serie TV che non si prende troppo sul serio e che sa intrigare:

Interior Chinatown

In Breve: Willis Wu è un semplice cameriere in una non specificata Chinatown di una grande città americana. Soffre per la scomparsa del fratello maggiore, esperto di Kung Fu, sparito nel nulla, soffre nel vedere i genitori chiusi in se stessi e si sente una comparsa secondaria in una serie TV che non lo riguarda. E se fosse davvero così? E se potesse cambiare, diventando improvvisamente testimone di un crimine e quindi personaggio da inserire in questa serie, aiutando la nuova detective Lana Lee a muoversi per Chinatown e trovando in lei un'alleata per riaprire le ricerche sul fratello?
Episodio dopo episodio, Willis cambia personaggio e cambia il suo punto di vista, cambiando inevitabilmente anche la realtà di chi gli sta attorno, da quei genitori che si rimettono in gioco, all'amico cameriere scontroso che diventa una star.


Chi c'è: c'è Jimmy O. Yang e c'è Ronny Chieng, ci sono i più famosi Chloe Bennet e Archie Kao, ma soprattutto c'è Taika Waititi che ancora una volta produce e dirige dando voce a quelle minoranze che non sempre sono le protagoniste delle serie TV, in un gioco molto meta...letterario-cinematografico-videoludico? Difficile capirlo.

Funziona? Vorrei dire un entusiasmante sì, per come si gioca con i generi, con i cliché, per le trovate geniali che riguardano l'evoluzione di Willis dentro una serie TV crime, ma purtroppo molto spesso ci si perde nella storia, nei suoi snodi. Manca soprattutto un senso del ritmo che riesca davvero a prendere e non mollare più, ad essere accattivante come la sceneggiatura.
Un peccato, perché le potenzialità ci sono tutte anche se così ho la curiosità di andare a leggere l'omonimo romanzo di Charles Yu, da cui è tratta la serie, vincitore del National Book Award.

Episodio Migliore: non è facile scegliere per i molti momenti geniali tra cambi di luce, battute ad effetto e presa di coscienza dei vari personaggi. Ma oltre a segnalare l'idolesco Fatty Choi, che ruba la scena ad ogni comparsa al Golden Palace, una menzione la merita lo stranissimo Ad Guy (1x08) per come cambia continuamente sfondo e circostanze.

Tornerà? Non è chiaro, nonostante un finale molto, molto strano che poco risolve la questione.
Presentata su Disney+ come miniserie, avrebbe ancora molto da dire, o anche solo da spiegare.

Voto: ☕☕/5


Mid-Century Modern

In Breve: prendi Will&Grace e prendi pure Golden Girls, e avrai Mid-Century Modern.
Insomma, una sit-com come quelle di una volta, con episodi brevi, situazioni semplici, risate registrate.
Lo spunto è presto detto: alla morte del loro migliore amico, il trio formato dal ricco Bunny, dal giudicante Arthur e dal più giovane e aitante Jerry decidono di andare a vivere insieme. Morire da soli e con la cronologia del computer a disposizione non è certo fra i loro desideri. Con qualche attrito, con qualche regola da darsi e con qualche segreto da continuare a nascondere, si trasferiscono nella villa in Florida di Bunny assieme alla madre piuttosto acida, ma comunque materna di lui.


Chi c'è: ci sono il sempre buffo Nathan Lane, la diva di Nathan Lee Graham, l'incapace di invecchiare Matt Bomer e c'è Linda Lavin, nella sua ultima apparizione televisiva, mancata com'è con soli 7 episodi registrati e un finale da riscrivere in suo onore che fa piangere tutte le lacrime possibili.
Non mancano poi guest star d'eccezione come Jesse Tyler Ferguson, Billie Lourd, Rhea Perlman, Judd Hirsch e Pamela Adlon.

Funziona? Nel suo essere un tuffo nostalgico in sit-com che non ci sono più, sì. 
Ma funziona anche per come sa essere leggero e irriverente pur andando a toccare temi importanti tra religione, politica, coming out e accettazione di sé. Funziona per la chimica fra gli attori, per le dinamiche fra i personaggi, per i numerosi e immancabili riferimenti alla cultura pop in una sceneggiatura e in toni che convincono già dal secondo episodio.

Momento Migliore: se dell'episodio dedicato a Linda Lavin ho già parlato (Here's to You, Mrs. Schneiderman, 1x09), punto sulla quarantena forzata di Never Have I Ever (1x04), tra confessioni e scuse da fare. Un bell'esempio di scrittura semplice ma puntuale.

Tornerà? Ancora non è stata confermata una seconda stagione, e con la dipartita di Linda Lavin nel caso di una conferma sarà da trovare un nuovo equilibro fra inquilini.
La sorella interpretata da Pamela Adlon funziona, ma non ha lo stesso pepe della madre.

Voto: ☕☕½/5


Big Mouth

In Breve: come sono cresciuti ormai, questi ragazzini dalla bocca grande! 
Perfino Nick è riuscito a fare lo scatto della maturità, ma in quest'ultima stagione c'è spazio soprattutto per una maturità di scelte, di decisioni, di amori che non ti aspetti dopo tutto quello che hanno combinato in 7 stagioni. E parlo di Andrew in particolare.
Iniziato il liceo, qualcuno potrebbe dire era ora, qualcun altro stupirsi.
 

Chi c'è: sempre i ragazzini più disinibiti dello streaming con i loro mostri ormonali a cui a questo giro si aggiunge l'Elefante dell'empatia che non a caso sembra istinto su questa Terra.
Ci sono sempre Nick Kroll e Andrew Goldberg a regalare una seconda chance alla loro storia adolescenziale, raccontata come la migliore delle amicizie.
I doppiatori d'eccezione si confermano insostituibili.

Funziona? Si potrebbe dire che si raccontano sempre le stesse storie, gli stessi tormenti, con personaggi che cadono nella depressione, nella follia ormonale, nell'ansia o nell'insicurezza. Ma se cambiano le situazioni e se si riesce a essere sempre credibili, che male c'è? L'adolescenza in fondo è anche questa ripetizione e regalando nuove canzoni, nuove gag assurde, io in questo rivivere certi traumi e certe paturnie, ci sguazzo volentieri.

Momento Migliore: prima di passare al finale, direi di dare spazio all'ormai immancabile episodio della posta del cuore condotto da Connie e Maury, ma anche all'assurdo viaggio nel corpo umano di Why Do We Go Through Puberty? (8x03).
Ovviamente, il finale è speciale, non solo perché riesce a far commuovere mentre Andrew si lavora da sé in un bagno, ma per come rende il futuro giustamente incerto di chi ne ha già passate tante e trova il modo giusto per andare avanti: insieme agli amici migliori, ridendo di ansie, paturnie, figuracce.

Tornerà? Magari sotto altre forme, chissà.
Per il momento Nick Kroll ha finito sia Big Mouth che Human Resources, ma non si esclude un nuovo progetto di animazione per una mente folle come la sua.

Voto alla Serie: ☕☕/5

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