12 maggio 2020

Finire in Bellezza: Homeland s08 | Will & Grace s11

Due serie storiche c'hanno detto addio nelle ultime settimane.
Completamente diverse per generi, ma entrambe capaci di stare al passo con i tempi, di raccontarli, e di resistere a dispetto della loro longevità.

Homeland - Stagione 8 

Sono lontani i tempi di Carrie e Brody.
Homeland nel mentre ha cambiato diverse facce, diverse location, molte pelli.
A stupire in tutti questi cambiamenti era il ritrovare quell'agente della CIA, vera e propria scheggia impazzita, sempre al centro dell'azione: che ci fosse di mezzo un attentato a Berlino dove si era andata a costruire una nuova vita, un presunto terrorista cliente dello studio di avvocati per cui lavora o un Presidente tirannico che l'aveva scelta come consigliera.
Ma se si sospendeva questo giudizio, questa inverosimile vita così piena di altre vite, quello che davvero stupiva era che Homeland fosse in grado di mantenere sempre la stessa qualità, la stessa tensione.
Anche se magari ci voleva del tempo per ingranare, con stagioni che partivano lente ma sapevano poi pigiare sull'acceleratore.


Ora si è arrivati al capolinea.
Ci hanno messo un po' gli autori a consegnarci quest'ultimo capitolo, ma quando è così è sempre un bene.
Significa più cura, più attenzione.
Soprattutto quando i tempi li si è sempre anticipati, li si è sempre letti bene.
C'hanno messo così due anni esatti, e avevamo lasciato Carrie lì, riconsegnata fra le braccia di Saul, incapace di intendere e di volere, dopo aver subito chissà quali violenze psicologiche dai russi.
La ritroviamo in forma, pronta a collaborare, a tornare operativa anche se su di lei pende il sospetto di aver a che fare con una spia, con una doppiogiochista.
A fidarsi è sempre lui, Saul, che la chiama a sé, la riporta in quel posto caldo che è l'Afghanistan dove le trattative di pace sembrerebbero finalmente andare in porto.
Sarà così?
Si può contare di lei che si incontra ancora con il fascinoso Costa Ronin, che con lui collabora, che per lui mente?



Come sempre, l'inizio è lento.
Ci vuole un po' per ingranare, per orientarsi, per fidarsi di una Carrie che non si fida si se stessa.
Ma come già sappiamo dal passato, un'esplosione può cambiare tutto.
Un'esplosione in cui perdono la vita due Presidenti, che innesca rappresaglie, minaccia una guerra e vede anche un beniamino della serie come Max in pericolo.
Da qui le cose cambiano davvero, prendono velocità, spostandosi su suolo americano, lì dove un Presidente senza le giuste conoscenze, senza polso, è chiamato a governare in un momento così delicato dove gli sciacalli (un odiosissimo Hugh Dancy, che ha raggiunto la moglie sul set) sussurrano alle sue orecchie per infondere un patriottismo guerrafondaio non necessario.
Ricorda qualcuno?
Già.


Ancora una volta Homeland legge i tempi e li spiega, facendo ordine in quelle questioni del Medio Oriente, nelle tante carte a disposizione di un agente della CIA, nella situazione politica in cui si cerca di trarre benefici da ogni situazione.
E quello che più interessa, allora, è il rapporto di simbiosi, di amicizia e fedeltà tra Saul e Carrie che porta a un finale in cui a fatica si respira, in cui si teme il punto di rottura, di non ritorno.
La serie spegne 9 candeline e senza troppe sorprese si conclude nel migliore dei modi.
Con la musica jazz di sottofondo, con ruoli invertiti rispetto a quell'inizio così lontano e così vicino, con un'allieva che non abbandona il maestro, usando i suoi stessi metodi.
Chi ha tenuto duro, chi ha portato pazienza, chi ad Homeland ha riservato sempre e ancora del posto, sarà pienamente soddisfatto.
Tanto Claire Danes quanto Mandy Patinkin saranno ormai inscindibili dai loro personaggi, quest'ultimo poi, sembra nato per poterlo interpretare.
Così, certi brividi, arrivati all'ottava stagione, meritano ogni applauso.

Voto: ☕☕/5

Will & Grace - Stagione 11

Genere completamente diverso quello di Will & Grace, beniamini da sempre, capaci di far ridere come pochi.
Erano tornati più in forma che mai, al passo con i tempi, e ora ci salutano nuovamente.
Perché?
Non è chiaro: si poteva andare avanti, si è parlato di bizze sul set, di voler dare una degna conclusione.
Peccato che la conclusione non sia così degna.
Piano però, perché prima di arrivare ad un episodio finale piuttosto frettoloso e non così riuscito, con cui rimpiangere Karen e Jack che suonavano il piano, c'è di che gioire.
Ci sono i soliti equivoci, ci sono le solite battute sarcastiche, i commentini al vestiario di Grace, all'alcolismo di Karen, alle incapacità di Jack, alla legnosità di Will.


Ma in mezzo ci sono anche momenti profondi, che parlano del fenomeno del #metoo, dell'utero in affitto, delle madri single, di una bisessualità non sempre accettata dal mondo gay stesso.
Insomma, si riflette fra una sonora risata e l'altra.
Ci sono poi graditi ritorni, guest star d'eccezione e pure un cucu che suona al ritmo della Conga.
E un omaggio alla sit-com d'altri tempi I love Lucy graditissima in America, leggermente sconosciuta qui.
Ammetto che dopo tutti questi anni, dopo un ritorno insperato, avrei preferito salutare questi 4 amici in modo diverso.
Senza lasciare quell'appartamento e quel ritratto vicino al caminetto che ho sempre ammirato, senza corse frettolosi verso una meta di cui si poteva godere: una doppia nascita, un diventare genitori assieme.
Fortuna che a coda di questo 246esimo episodio ce n'è uno speciale, di addio.
Che raccogliendo sketch passati e dietro le quinte, racconta come una semplice sit-com ha fatto la storia della TV e la differenza per la vita di tanti spettatori.
Lì sì, trattenere le lacrime sarà impossibile.
Sperando che anche a questo giro non sia un addio, ma solo un arrivederci.


Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Io in realtà Homeland l'ho abbandonato alla sesta stagione perché a me sembrava che il livello fosse notevolmente calato. Ma a questo punto se l'ottava è l'ultima, prima o poi anche solo per sapere come va a finire, mi recupero la settimane e poi l'ottava.

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    1. Ad ogni inizio di stagione lo pensavo anch'io, poi arrivava l'episodio svolta, entravo per bene nella trama dimenticandomi che fosse l'ennesimo caso nazionale/internazionale in cui solo Carrie capiva tutto e ne rimanevo entusiasta. Quest'ultimo giro non è da meno, val la pena resistere ;)

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  2. Parlando di Holemand ho seguito con regolarità tutte le stagioni. Una bellissima serie che ha saputo reinventarsi senza reinventare niente ma cambiando situazioni e approfondendo i rapporti tra i personaggi che già c'erano. Un finale di gran classe, assolutamente inaspettato per quanto mi riguarda. Temevo un finale drammatico. Meglio cosi, un po di speranza in questo mondo malato (letteralmente) é sempre ben accetta. Grazie per la tua recensione!

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    1. Ma prego! Il finale drammatico lo temevo anch'io, l'ultimo episodio mi ha vista in uno stato d'ansia terribile, invece, ancora una volta hanno saputo stupire e regalarci quel che era più giusto.

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  3. Ai "tempi di Carrie e Brody" Homeland era una delle mie serie preferite. Poi come spesso accade la mia attenzione cala e, dopo i primi segnali di cedimento, ho abbandonato. Colpa mia, certo, ma un pochino è anche colpa di serie che vanno avanti per troppi anni.

    Mi spiace non conoscere il destino finale di Carrie, chissà se riuscirò a riprendere la serie da dove l'avevo lasciata. Peccato che non mi ricordi da dove l'avevo lasciata... :)

    Will & Grace l'ho seguito sempre pochino, quindi in questo caso non mi dispiace troppo essermi perso il finale. Definitivo, questa volta?

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    1. Quest'ultima stagione pur avendo qualche riferimento alla settima si può anche vedere a sé. Diciamo che l'hanno tirata per le lunghe ma alla fine concedendogli tempo, mi han sempre soddisfatto. Finale davvero bello, te lo assicuro.

      Su Will & Grace sembra che le liti sul set fra Grace e Karen abbiano rovinato l'atmosfera, quindi chissà se avranno voglia di tornare.
      Fosse per me, e per come han deciso di finirla, li avrei fatti proseguire altre 10 stagioni.

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