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17 marzo 2017

Loving

Andiamo al Cinema

Dopo gli Oscar so White dello scorso anno, mai come quest'anno i film in corsa per una statuetta sono stati così Black.
Cercare di metterci una pezza o le polemiche dello scorso anno sono effettivamente servite per sbloccare progetti e sensibilizzare i produttori al tema del razzismo?
Mai lo sapremo, in un'industria così attenta a quel che si vuole, come Hollywood.
Ma poco importa se in una stagione come questa, non ci vengono presentati tanto film a tema per ripulirsi la coscienza sporca, quanto film con storie vere, interessanti, purtroppo ancora attuali, che meritano di essere raccontate.


Prendete la storia di Richard e Mildred Loving, un cognome che già è tutto dire.
Si amano, loro, in una Virginia che negli '50 ancora non accetta questo amore.
Il motivo è semplice: lui, è bianco, lei no.
Questo non li ferma, anzi, comprato un lotto di terreno dove costruire la loro casa, i Loving vanno fino a Washington dove il matrimonio "misto" è già legale, si sposano, festeggiano, ma al ritorno a casa vengono arrestati.
Sposarsi, resta illegale, il loro matrimonio non è riconosciuto, il loro vivere assieme non è tollerato.
La soluzione è quella di andare a vivere lì, a Washington, lontano dalla famiglia e dagli amici, lontano dalla natura e dal verde, in un'anonima casetta residenziale, lontano da casa, insomma.
Parte così una lunga battaglia legale, che approderà fino alla Corte Suprema, per riuscire a tornare a casa, a costruirsela, almeno.
E arrivano giornalisti interessati alla loro vicenda, avvocati disposti a rappresentarli... Ma loro, i Loving, non sono una coppia da copertina, sono silenziosi, taciturni, il loro amore non è gridato, è sussurrato, fatto di piccoli gesti, di mobili aggiustati, di serate sul divano stesi fianco a fianco.


È questo che li rende diversi, è questo che rende il film Loving diverso.
E difficile, soprattutto, perchè con protagonisti tanto silenti, tanto tranquilli, il ritmo è rallentato, le parole non sono proclamate come potrebbe proclamarle il Troy di Barriere o la Katherine di Il diritto di contare.
Si lavora per sottrazione, qui.
E Ruth Negga, così pacata, così semplice e lineare in un pensiero e in diritti richiesti che semplici e lineari sono -e per questo dovrebbero essere riconosciuti- si cala nel ruolo di Mildred in modo perfetto, con estrema grazia.
Meno bene va con Joel Edgerton, che fatico ad apprezzare come attore, e che qui, taciturno, a tratti burbero, non aiuta a farmi cambiare idea.
Jeff Nichols ci piazza poi, per un ruolo minore, il fidato Michael Shannon, ma alla regia, alla scrittura, non ingrana la marcia giusta. Dilatando i tempi, silenziando i suoi protagonisti, facendo passare anni e luoghi, a mancare è la scintilla, l'empatia.
Ci vuole pazienza, con Loving e con i Loving, e se è da premiare il non aver voluto fare un film politico e standard come è invece il semplice ma diretto e genuino Il diritto di contare, non può passare in secondo piano l'aver fatto un film per nulla diretto, poco fruibile.
Ed è un peccato, è una colpa, quando tra le mani si ha una storia così potente, una coppia così diversa e non tanto per il colore della loro pelle, quanto per come i due hanno combattuto la loro battaglia, ritrovarsi con la loro storia, per come è raccontata, a combattere contro la noia.


Regia Jeff Nichols
Sceneggiatura Jeff Nichols
Musiche David Wingo
Cast Ruth Negga, Joel Edgerton, Michael Shannon
Il Trailer
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8 commenti:

  1. Di norma adoro Jeff Nichols, e sono molto curioso.
    Dovrei schiaffarmelo entro il weekend.

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    1. Qui ho trovato poco Jeff Nichols, che di solito si fa ricordare se non per regia, per i personaggi. Il più lo fa la storia, ma mi saprai dire ;)

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  2. Poteva essere strappalacrime, ruffiano, cronachistico. Invece ha una linearità e una normalità che ho voluto proprio premiare. Mi ha emozionato molto, non so perché. Lei splendida e Edgerton, che non piace neanche a me, per me non da meno. Ma di burberi di poche parole c'era già Affleck. ;)

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    1. Con me è mancata proprio l'emozione, a parte qualche raro momento solo della Negga... con i burberi dalle poche parole di solito mi trovo bene, ma qui Edgerton non si imprime, e nonostante il nome, ho trovato il tutto privo di vero amore. Peccato.

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  3. Mi trovi d'accordo su tutta la linea.
    Storia molto potente, film meno e che finisce per essere noiosetto.
    Ruth Negga poi è bravissima, mentre Joel Edgerton anche per me non regge il confronto.
    Pellicola non malvagia, ma anche con me non è scattata la scintilla.

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    1. Edgerton non riesco a metterlo fuoco come attore, mai che mi abbia convinto, mai che mi sia stato simpatico, colpa di quella faccia un po' così. Qui, con poche parole e pochi gesti, non aiuta di certo a cambiare il ritmo soporifero.

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  4. potrebbe essere il film del mercoledì...
    vediamo un po' cosa farò

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    1. Un visione, almeno per la storia che racconta, ci sta. Che poi possa annoiare mettilo in preventivo ;)

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