E un motivo c'è: non è facile mantenere la stessa bellezza, la stessa densità di scrittura.
Qui ne abbiamo due esempi perfetti: partiti dalle stelle, finiti nelle stalle.
Peaky Blinders
Ero uscita allo scoperto senza troppi problemi lo scorso anno: per me Peaky Blinders significava tornare adolescente e avere una cotta molto problematica per Cillian Murphy, perdendomi dopo ogni episodio in ore e ore di ricerca di immagini, video, interviste. Per venerarlo.
Lo ammetto nuovamente: dopo essere uscita allo scoperto l'anno scorso, non ho certo aspettato la quinta stagione della serie per concedermi alla sua bellezza, sfogliando twitter e youtube ogni tanto qua e là lungo questi 12 mesi.
Forse per questo ritrovarlo è stato meno entusiasmante?
Forse per questo pure lui è sembrato meno coinvolto, meno incisivo del solito nelle vicende degli Shelby?
No.
Il problema è che arrivati alla quinta stagione i Peaky Blinders hanno perso di solidità.
Succede se ad ogni giro di giostra si devono introdurre nuovi rivali.
Succede se le tensioni all'interno della famiglia sono sempre quelle e se si gioca sporco con i fan.
Certo, questa volta la lotta si fa all'interno del Parlamento, con Tommy in vista e pronto al doppio gioco per questioni morali, non solo economiche.
Ma poco importa, perché i fascisti di Mosley e gli scozzesi Billy Boys non hanno la stessa potenza di altri nemici di spicco come erano stati Campbell o gli italiani.
Si strizza l'occhio ai fan poi, non solo reintroducendo due personaggi amati che era meglio tenere nella loro tomba come Grace e Alfie, ma soprattutto con una sceneggiatura che mai come in questa stagione punta sulle frasi ad effetto, sull'intensità dell'interpretazione di Cillian Murphy caricando tutto sulle sue spalle.
E sulle entrate ad effetto di Polly, certo, condite della musica più rock e più stilosa.
Insomma, il fanservice è bello che servito, e anche se continuo a ringraziare e a svenire e a ringraziare e a svenire (ecc.) per gli intensi primi piani riservati a Tommy, la solidità della serie non è più di casa. O almeno, non è più così genuina.
Il finale aperto per fortuna promette di non cambiare troppe carte in tavola il prossimo anno mantenendo la new entry Sam Claflin, ma ammettiamolo candidamente: si è preso troppo il largo, ormai.
Voto: ☕☕/5
La domanda nasce spontanea e riecheggerà per tutta la durata di questo post: perché questa quinta stagione?
PERCHÉ?!?
Non ci si poteva fermare lì, con il finale perfetto della quarta stagione, in cui a sorpresa The Affair aveva saputo riprendersi, aveva fatto dimenticare l'obbrobrio mal scritto e imbarazzante della terza tornando ai fasti dell'inizio?
Perché voler per forza di cose forzare le cose e cercare un lieto fine per Noah ed Helen, andando a stuzzicarli e tempestarli ancora?
PERCHÉ?!?
Perché inserire nuovi odiosi personaggi, perché esasperare le cose e soprattutto perché quegli sguardi sul futuro per vedere che ne è di Joanie e del nostro pianeta?
PERCHÉ?!?
Ok, il primo episodio trae in inganno, con il doppio punto di vista su un funerale tanto sentito che le speranze sembrano ben riposte. E quei pochi minuti su un futuro degni di Black Mirror.
Ma poi si va avanti, arriva un Sasha che è quanto di più odioso possa essere, si dimentica Janelle senza troppe remore, ci si dimentica pure di Sierra e della sua crisi post-partum, andando nel mentre a perdere tempo e ad inserire un po' tutte le tematiche tanto care all'oggi, dal #metoo all'ambientalismo.
Si cambia così continuamente strada e rotta, buttandoci di mezzo pure un incendio, pure il morso di un serpente e infine un matrimonio.
Mentre non si sa se odiare di più Noah, Helen, i rispettivi partner o i figli, Joanie si prende sempre più spazio sbaragliando così la concorrenza. In un futuro in cui si è alla deriva, lei sembra non sapere niente della madre snaturando così il personaggio di Cole, facendo capire perché Joshua Jackson si sia tenuto distante da questa stagione così mal scritta, che cerca di rifarsi con sfuriate e confronti, affossando pure la bravura di Maura Tierney.
Si arriva spossati ad un finale che chiede lacrime senza averle, che crede di risolvere lotte di cuore lunghe dieci anni a colpi di flashmob e torte condivise, giocando sporco ogni carta a disposizione, compresa quella di figli mai in realtà uniti, mai in realtà simpatici. Facendo poi fare quel balzo nel futuro in cui essere ancora più delusi: per come Joanie è cresciuta, per la macchietta senza senso che è Eddie, per come si comporta sopra le righe Ben, per come la sua ricerca va a finire.
L'unico pregio va ad un trucco che rende Dominic West affascinante anche ad 80 anni, per il resto questi Affari era meglio chiuderli prima.
Pensare che qui The Affair era stata serie dell'anno e nel podio l'anno successivo... Le relazioni losche, quelle che iniziano con un colpo di fulmine, lo si sa: non vanno mai a finire bene.
Voto: ☕/5
Che cosa brutta mi dici su The Affair. Devo proprio iniziarlo...
RispondiEliminaI primi episodi possono trarre in inganno, ma siamo quasi a livello della terza stagione in quanto a pessima scrittura.
EliminaMai come in questo caso, nel caso di The Affair, è difficile decidere se completare una serie, cosa che in genere faccio sempre, oppure no..
RispondiEliminaSe ti consola io sono andata avanti solo per capire quanto in basso potevano ancora cadere e per capire come potevano chiudere tutti i cerchi. Non posso che farti i miei auguri, non so se ne varrà la pena ;)
EliminaOh, non ho scritto di Arthur perché la sua esagerazione mi ha così infastidita che ero riuscita a rimuoverlo. Le strizzatine d'occhio non si contano, anche nei proclami fascisti, ma di bello è rimasto solo Cillian ormai.
RispondiEliminaIl primo, seppur mi abbia sempre attirato, non ho mai avuto modo e tempo di cominciarlo.
RispondiEliminaIl secondo l'ho visto fino alla terza stagione, ma tutti i personaggi tutti avevano cominciato ad innervosirmi oltre l'impossibile (più di quanto mi abbiano innervosito fin dal primo episodio), che davvero non ce l'ho fatta più. Soprattutto Alyson e Noah, due bimbiminchia come non si erano mai visti sui piccoli e grandi schermi (mi fanno rispolverare pure sto epiteto...).
I Peaky Blinders meritano di essere conosciuti, nonostante il troppo fanservice e l'allungamento del brodo, sono sempre un bel vedere, un bel sentire e le prime stagioni si divorano in pochissimo tempo!
EliminaCon The Affair potresti provare a tener duro fino alla quarta, in cui le cose migliorano e c'è il vero finale di serie. Questa coda torna a rendere odiosi tutti quanti, che già dall'inizio non brillavano di simpatia, eh, Cole a parte ;)
L'ultima stagione di The Affair a me non è dispiaciuta affatto.
RispondiEliminaTanti difetti, certo, e la parte con Joanie (una Anna Paquin fastidiosa quasi ai livelli di True Blood) è quella che mi ha convinto di meno.
La scena finale da sola però vale tutti e 5 gli anni.
Dici davvero? Quella scena lì che sa tanto di ridicolo nonostante il trucco ben fatto?
EliminaNo, io salvo solo il primo episodio di questa quinta stagione, e visto quant'era bello il finale lo scorso anno trovo ancora più indegno questo andare avanti e gli sguardi sul futuro.
Anna Paquin l'ho sempre sentita odiata da tutti, e ora lo è pure da me.