C'è una cosa che mi succede da quattro anni a questa parte:
Mi ricordo che esce Peaky Blinders, una nuova stagione.
Mi ricordo poco di quella prima, che la memoria è quella che è, le serie nell'arco di 365 si accavvallano e si moltiplicano.
Inizio il primo episodio della nuova stagione, e vengo folgorata, come se quella bellezza, quella perfezione, me le fossi dimenticata.
Vengo folgorata da quella fotografia perfetta.
Dalla musica moderna a fare da contrappunto alle vicende degli anni '30.
Dalla bellezza e dalla bravura degli attori, dagli zigomi di Thomas Shelby.
Finisco in un vortice che mi fa finire la stagione in un batter d'occhio, chiedendo ancora, e ancora. Perché non ci si stanca, nonostante quella solidità palpabile, quei ritmi più dilatati rispetto al solito, ma che non significano noia.
No.
Poi, come da copione, finita anche questa ondata improvvisa, vengo presa come una fangirl qualunque dalla cotta per Cillian Murphy, spulciando notizie, foto, interviste, perdendo tempo (sì, anche ora, prima di scrivere tutto questo) a guardarmelo su youtube.
Ancora e ancora.
Ogni, santo, anno.
Così.
E mi dico che sono un po' cretina, per l'amore impossibile verso Cillian -neanche avessi 14 anni-, ma soprattutto per dimenticarmi continuamente della bellezza e della sicurezza che è una serie come Peaky Blinders.
Anche quando scivola, quando si è ripetuta, ed era invece perfetta.
Figurarsi ora, in questa quarta stagione, in cui la famiglia che si era divisa, che Tommy aveva tradito, si ritrova unita per forza di cose contro un nemico temibile: la mafia italiana, quella americana, però.
Figurarsi ora che Thomas è da tutti odiato, svenduto, di lui che li ha quasi condannati a morte non ci si fida, di lui che è ormai al soldo del governo si fa poco affidamento.
Insomma, questa stagione fa tornare (o prosegue con più sicurezza) sulla via delle precedenti, immettendo l'immancabile nuova fiamma che mi ruba Cillian ma che non ha un grammo del fascino di Grace, con colpi di scena e (tanti) colpi d'arma da fuoco che fanno salutare per sempre anche personaggi storici, ma danno vita a sfide e momenti d'azione pieni d'ansia.
Si cambia, la morte diventa meno evitabile, anche se si è uno Shelby.
Inutile dire e sottolineare ancora, per il quarto anno, quanto tutto sia bellissimo, quanto i dialoghi, rarefatti e incisivi, siano da applausi, quanto la fotografia sia della giusta grana, dell'angolatura più perfetta possibile, quanto gli zigomi, il cuore infranto, gli occhi malinconici di Tommy facciano soffrire, quanto la musica di contrappunto (tanto Nick Cave, questa volta, con sprazzi di Radiohead, pure) faccia scattare ovazioni.
Certo, Adrien Brody versione italo-americano esagera un po', come previsto da copione, certo, il caro vecchio Alfie di Tom Hardy si vede poco, ma sa spezzare il cuore.
E insomma, ogni santo anno mi trovo a ripetere queste cose, la perfezione, l'amore, la bellezza di una serie e dei suoi protagonisti, sperando di non dimenticarla troppo in fretta, ora, ora che il finale ha portato ad un crescendo da un lato prevedibile, dall'altro a sorpresa, e nuovi ruoli, nuovi incarichi aspettano gli Shelby.
Io, nel mentre, continuo a stare su youtube, a rifarmi l'occhio per ingannare l'attesa.
ho letto saltando i pezzetti di mezzo perché sono fermo alla stagione|2 xD
RispondiEliminaanch'io ho una cotta per Cillian|Murphy! che zigomi, che occhi, che labbra, che tutto! ahahaha
la serie è altrettanto affascinante, sì, anche se con quei tempi dilatati a volte vorrei avercela io una lametta nel cappello! :D
I ritmi sono lenti, vero, ma nonostante questo ogni santo anno me la divoro in due pomeriggi appena. Saran gli zigomi a farmi questo effetto ;)
EliminaIo invece ogni anno mi ricordo degli sbadigli che mi ero fatto con la prima stagione. E penso che, nonostante le tue lodi, non ho proprio la forza di riprenderla..
RispondiEliminaBreve com'è (nonostante i tempi dilatati) male non ti farebbe. E non parlano solo gli ormoni, è sempre ben scritta, sempre capace di stupire lo sguardo e l'orecchio musicale. Riprovaci ;)
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