Mondo Serial
Se non sai andare avanti, vai indietro.
È una regola aurea della scrittura, e un salvagente per quelle serie TV che si trovano a non saper più come proseguire il loro racconto.
Succede anche a The Affair, riuscita nella gloriosa impresa di fare una stagione numero 2 molto più appassionante e più complessa della prima. In quel caso, sì, si era andati avanti, e ci si era pure sdoppiati, portando le voci coinvolte, i punti di vista, a quattro.
Ora le ritroviamo queste quattro voci, con l'aggiunta piuttosto inutile e piuttosto irritante di una quinta, decisamente fuori dal coro, decisamente superflua se non per capire un salvataggio, per fare del finale il peggiore possibile.
Li ritroviamo, si diceva, a tre anni da dove li avevamo lasciati, con Noah uscito di prigione, che cerca di riprendere la sua vita, distante dalle due donne che ha amato, e se una -Alison- se ne tiene a debita distanza, presa com'è dal riprendersi quella figlia che ha abbandonato, l'altra -Helen- lo rivuole, ancora e disperatamente, e per lui si umilia in ogni modo.
Non che i personaggi brillassero di simpatia, prima, non che li si potesse capire del tutto, anzi, irritavano per come erano presi dalle loro passioni, per come si lasciavano andare al sesso, sempre e comunque, ma ora, le cose peggiorano, e non sai se odiare più Noah il perseguitato, Noah che si trasforma in uno stalker, o Helen, che si perde dietro un amore che non può riavere, dietro sensi di colpa che vanno a minare un personaggio che lo scorso anno era strepitoso e che adesso irrita, è da prendere a sberle, o, infine, Alison, pure lei in preda alle passioni, in preda ai turbamenti e a un dolore che mai se ne andrà.
A salvarsi, quindi, solo Cole, e non lo dice l'adolescente che è in me, ancora innamorata di Pacey Witter/Joshua Jackson, lo dice un personaggio che si sacrifica, a favore di una storyline mal costruita.
Ed è questo il vero difetto di questa terza stagione, lì dove The Affair dava il suo meglio, lì, nella scrittura, ci si ritrova davanti a monologhi e dialoghi piatti, già sentiti, dove l'emozione è zero, e che sembrano studiati a tavolino. Che fine hanno fatto le frasi ad effetto, la recitazione partecipe, ora che tutti sembrano pesci fuor d'acqua e che a tratti sembrano vergognarsi di quanto devono recitare?
Il problema, a ben guardare, era ovvio se si pensa che il "cattivo" della situazione è un Brendan Fraser ingrassato e imbarazzante.
Ma tant'è, si continua, si scava in un passato di cui c'importa poco, si coinvolgono i figli giusto per dar loro una parte, un minimo di profondità, e alla fine, se tutto questo non bastasse, lo risolve con un plot twist ormai telefonatissimo e si vola a Parigi, per un finale più che deludente, della cui prima parte, poi, non sappiamo che farcene.
Caro The Affair, la fine è segnata per la prossima, di stagione, e nei miracoli credo ancora, quindi, va avanti, non guardare indietro, e riprenditi.
Come ti dicevo, l'ho mollata e di voglia, al momento, non ne ho.
RispondiEliminaMagari doppiata, mentre faccio tutt'altro...
Però che tristezza il brodo allungato, sì.
Un brodo allungato e insapore, si salva il pezzo Alison-Cole, ma non del tutto, il finale poi è così annacquato che la serie non sembra più la stessa.
EliminaLa prima puntata della terza mi è piaciuta, poi mi è sembrato un po' Beautiful, peccato...
RispondiEliminaUn Beautiful poco ispirato, anche. Un gran peccato, visto com'erano partiti e cosa avevano saputo fare nella seconda stagione.
EliminaTorno a leggere dopo che avrò visto l'ultimo episodio, sperando con poca fiducia che riesca a risollevare un po' la stagione...
RispondiEliminaSe possibile, il finale scava ancora più a fondo e non lascia ben sperare nemmeno per il prossimo anno. Che delusione, che peggioramento.
EliminaFinale di stagione pessimo e decisamente senza senso.
RispondiEliminaCi meritavamo davvero questa versione brutta di un film con Isabelle Huppert? :)
I personaggi di Alison e Cole praticamente buttati via per fare spazio all'inutile Juliette... Brendan Fraser inguardabile... Noah sempre più perso nei suoi deliri personali, e poi all'improvviso sta bene...
Chi invece non sta bene sono gli autori che, dopo due ottime stagioni, ci hanno tirato proprio un colpo basso.
Speriamo sia stata solo una delirante parentesi nera e non un declino irreversibile.
Non so neanch'io cosa sperare, una stagione irriconoscibile, dove solo Cole si salva e dove solo la sua storia ha senso e interesse. Di Fraser, non so più cosa dire, di Noah, nemmeno. Prenderei tutti a sberle, ecco, a partire da Juliette e la sua inutilità.
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