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21 marzo 2023

Dopo Doctor Who: The Devil's Hour - Litvinenko - I Hate Suzie, Too

Ci si consola come si può.
In attesa di scoprire se Doctor Who riuscirà a risollevarsi dopo le ultime, disastrose, stagioni, si guarda a chi Doctor Who lo ha reso grande, e quindi a quegli attori a cui si è voluto bene e che continuano a fare dignitosamente il loro lavoro in serie TV dai toni molto diversi.

The Devil's Hour

In Breve: una mamma, assistente sociale, si sveglia ogni notte alle 3.33. Il figlio, probabilmente affetto da autismo, non dimostra sentimenti, immagina amici, rende ancora più angosciante le giornate di una donna che ha allucinazioni e visioni di un futuro che può cambiare, a renderla senza controllo.
Nel mentre, un poliziotto indaga sulla sparizione di un bambino, trovando indizi che portano proprio a lei, Lucy Chambers.
Che intrigo lega tutto e tutti? E chi è quell'uomo, arrestato e interrogato, che mette paura?


Chi c'è: quell'uomo, è Peter Capaldi.
Alle prese con un ruolo minore ma centrale nella serie, che ha la sua protagonista nella tormentata Jessica Raine, separata da Phil Dunster (che la diversità del figlio non l'accetta), e affascinata dal poliziotto Nikesh Patel.
A scrivere il tutto, un Steven Moffat più complicato del solito, che gioca con il tempo e gli universi senza saperli gestire al meglio.

Funziona? Non proprio.
A tratti, sì, la sceneggiatura si fa intrigante, i misteri misteriosi rendono tesa la visione, ma se il ritmo rallenta, la confusione accelera.
Il classico spiegone finale risolve quasi ogni dubbio, ma su dove la serie di per sé vuole andare a parare continuo ad interrogarmi. Visioni? Rapimenti? Ricerche?
Ci si perde, e non è sempre un piacere.

Voto: ☕☕½/5

Litvinenko

In Breve: la storia, vera, dell'avvelenamento di Alexander Litvinenko, ex spia russa e oppositore di Putin. 
Siamo nella Londra del 2006, e davanti a giornalisti e medici, Litvinenko accusò il suo ex compagno del KGB di averlo avvelenato e di essere prossimo alla morte.
La serie ricostruisce minuziosamente le indagini e il processo che seguirono, primo passo dell'occidente contro la dittatura criminale russa.


Chi c'è: a dare volto e voce a Litvinenko c'è David Tennant, ma visto il tragico destino del suo "personaggio" i veri protagonisti sono la moglie, Marina, interpretata da Margarita Levieva, e i poliziotti incaricati del caso che sacrificarono famiglia e sonno alla causa, Mark Bonnar e Neil Maskell.

Funziona? Sì.
Classica miniserie inglese fedele e precisa, al pari di The Salisbury Poisonings ricostruisce fatti realmente accaduti concedendo poco alla drammatizzazione. Ritmi serrati con la realtà che sa superare la fantasia.
Arriva, ovviamente, in un momento storico che la rende ancora più necessaria per chi, come me, si era persa la portata dei fatti.

Voto: ☕☕/5

I Hate Suzie, Too

In Breve: Suzie non sta certo bene. 
Dopo aver lasciato il marito e aver visto la sua carriera crollare dopo la divulgazione di immagini hot che la riguardano nella prima stagione, cerca ora di risalire la china partecipando alla versione inglese di Ballando con le stelle
Ma tra aborti, famiglia ingombrante, una nuova manager e un divorzio che si fa litigioso, la via per l'equilibrio mentale è ancora lontana.


Chi c'è: ancora lei, una strepitosa Billie Piper che dà tutto il suo corpo, le sue smorfie, la sua follia a un personaggio facile da odiare.
Ma anche Daniel Ings riesce a ritagliarsi il suo spazio, nonostante l'ovvia e ingombrante presenza della protagonista e la brevità di una stagione composta da appena 3 episodi.

Funziona? Come guardare un deragliamento, sì.
Il paragone con Britney e il suo crollo emotivo nasce spontaneo soprattutto se questo avviene davanti alle telecamere sempre più curiose.
Un secondo capitolo che non ha bisogno di fare presentazioni o di ulteriori scandali, se Suzie ce li serve fin dalla colazione.
Non ci sono ancora notizie su un'eventuale terza stagione, ma la rinascita -vista anche la brevità degli episodi- non è da escludere.

Voto: ☕☕/5

3 commenti:

  1. Presente se si parla del Dottore! Ma con tutta la grande ammirazione che ho per Capaldi, ho retto a malapena solo i primi due episodi e poi stop. Le altre due non le ho viste ma non si sa mai.

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    1. Ti capisco, io dal secondo in poi ho iniziato a perdere colpi, ma ho resistito solo per capire dove volevano andare a parare.
      Le altre sono più brevi e centrate, e si prendono molto più sul serio.

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  2. Il primo episodio mi aveva preso, poi man mano che si risolvono misteri che restano misteriose e non si capisce che strada si vuole prendere... mi sono persa e il ritmo soporifero non ha aiutato. Ci saranno altre due stagioni, ma spero siano antologiche o non mi spiego il finale con spiegone.

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