Mondo Serial
Con i listoni da completare, urgeva il recupero di due serie chiacchieratissime.
O quasi.
Una, che ronzava nelle mie orecchie da agosto e che il paginone di Netflix sponsorizzava mentre me ne stavo al Lido a combattere con Boxol per poi sparire nel nulla, l'altra in cui spero sempre nel miracolo ma che nemmeno la bolla su Twitter mi aveva avvertito del suo ritorno.
Se non è un segno del declino questo…
E infatti, entrambe questi titoli sono finiti fra le delusioni dello scorso anno.
Clickbait
A settembre, me ne stavo a Venezia, e tutti parlavano di Clickbait.
Stupiti, fomentatiti, sorpresi da un finale degno di Shyamalan.
Poi, come tutti i titoli clickbait di Netflix, non se l'è più filato nessuno, finito presto nel dimenticatoio, surclassato dal successivo titolo acchiappavisualizzazioni.
Ma, per dover di cronaca e di completezza, prima dei listoni di fine anno, una chance a Clickbait l'ho voluta dare, non foss'altro che per la presenza di Zoe Kazan.
Il crime, si sa, vende bene.
Soprattutto su Netflix, patria delle docuseriecrime.
Vende ancor più bene se ogni episodio finisce in un cliffhanger, se la narrazione si fa a più voci lasciando il nuovo punto di vista colmare alcuni dubbi, seminarne di nuovi.
Clickbait questo fa, usa sapientemente i mezzi più vecchi delle serie TV cercando di… raccontare qualcosa di nuovo?
No.
Cercando di sorprendere lo spettatore.
Anche troppo, però.
L'inizio è effettivamente quello che acchiappa: un marito/padre/fratello ideale che viene rapito, viene messo alla gogna di internet per come ha trattato le donne in passato, viene condannato: a 5 milioni di visualizzazioni, morirà.
Decide il pubblico da casa, insomma.
E cosa fanno tutti, compresa la moglie e la sorella?
Refreshano in continuazione la pagina, facendo facilmente raggiungere quei 5 milioni, condannando un fratello/marito su cui ora si deve indagare.
Le accuse sono vere?
Chi lo ha rapito?
Chi è il sospettato?
Il mirino finisce facilmente sulla schiena di tutti, condito dall'immancabile storia d'amore/tensione tra la sorella e il detective solitario di turno.
Niente di nuovo, niente che alla fine non finisca per annoiare nella disperata ricerca di pathos, di un ritmo da tenere vivo, tra meccanismi triti e ritriti.
Fino ad un finale che ha giustamente sconvolto l'internet: quello che non ti aspetti, il colpo di scena che è il peggiore di tutti perché tratta lo spettatore per scemo, senza prepararlo, senza piazzare indizi nascosti. Il solo intento era stupire, sconvolgere.
Il solo intento era farci fare click, nomen omen, insomma.
Purtroppo, ci è riuscito, ma la conseguenza è stato farlo finire tra le delusioni dell'anno.
Doctor Who - Flux
Stessa sorte è toccata a Doctor Who, ormai una continua delusione.
L'unica nota positiva è che il regno in caduta libera di Chris Chibnall sta per finire.
Ancora due episodi speciali -nemmeno degno di una stagione, ma pensa- per poi far tornare la serie più longeva della storia inglese nelle mani di Russell T. Davies, colui che nel 2005 l'ha sapientemente resuscitata.
Chibnall aveva però qualche asso da giocare, e aveva anche le carte giuste: una miniserie di soli 6 episodi, collegati quindi fra loro in modo da creare una storia unitaria, ad ampio respiro.
E invece?
E invece pure lui punta sui cliffhanger facilmente risolvibili, su cattivoni stilosissimi ma poco efficaci, e su un Dottore sempre meno in forma.
Jodie Whittaker ci prova a tenere vivo l'onore del Dottore, con le sue smorfie, con la sua parlantina, ma alla fine un Dottore che non azzecca i piani, non sa come reagire, come farsi valere è il peggiore delle reincarnazioni possibili.
Ci siamo liberati di due marmittoni su tre (cit.) tenendoci una Yaz con cui tentare anche la carta dell'amore fra companion, ma sapendo quanto è debole e inutile il suo personaggio impegnato solo a sgridare o essere sgridata, le si affianca il paladino di Liverpool John Bishop e un professore occhialuto che altro non è che un nuovo Graham. Come se non bastasse, ci si mette anche un astronauta sperduto, un cagnolone salvatutti e una pilota che scimmiotta Star Wars.
Insomma, tutti questi nuovi companion stanno ad indicare che non sempre la quantità fa la qualità.
Ma la storia?
La storia di per sé potrebbe avere dell'interesse, anche se sempre al Timeless Children si torna, la grande creazione di Chibnall che nessun fan gli perdonerà mai.
E funzionano pure due episodi su sei, un record, per il flusso nel tempo confuso alla Spotless Mind di Once, Upon Time (13x03) e soprattutto per il ritorno dei mai dimenticati, sempre temuti, sempre efficaci, Weeping Angels (Village of the Angels (13x04) resta una buona continuazione di Blink (10x03), anche se inarrivabile e non solo per la mancanza di Carey Mulligan).
Ma i fasti di un tempo sono lontani, alla fine tutta la carne al fuoco accumulata fa solo tanto fumo, e resta una delusione cocente che nemmeno un episodio di Capodanno incentrato sui loop temporali ha potuto spazzare.
E lo dice una che per i loop temporali perde la testa!
Anche perché in Eve of the Daleks il Dottore sembra più in crisi del solito, superato in tattica e intelligenza da due comparse qualunque.
La buona notizia è che il regno di terrore di Chibnall sta per finire, la peggiore è che ci aspettano altri due episodi speciali nel corso dell'anno per vedere quanto riuscirà a rovinare un personaggio così unico.
Io mi sono limitata a riassumere la mia delusione in un'unica volta, ma il prode Cassidy a cui devo tutte le cit. del caso, settimana dopo settimana ha spiegato tutto quello che non andava nei vari episodi e potete leggerlo QUI.
Voto: ☕☕/5
Eve non era male anzi, pareva tornato lo spirito del classico Dottore. FLUX invece è tremendo.
RispondiEliminaPer me invece è il contrario, in Flux qualche spunto, qualche piano riesce anche a macchinarlo, a Capodanno muore più volte e risolvono più le comparse di lei.
EliminaÈ tempo di una rigenerazione!
Ero venuta a controllare se ne avevi parlato, perché già ti vedevo inveire contro la capacità risolutiva del Dottore in questo speciale.
RispondiEliminaFacciamoci forza: solo altri due episodi di CC!
Ho visto anche io Clickbait e devo dire che sono assolutamente d'accordo.
RispondiEliminaPer fortuna, tutto quel parlarne e alla fine scopro che è una delusione.
EliminaDa non appassionato di crime, Clickbait m'ha appassionato e m'ha fregato di brutto. Scemo io? :)
RispondiEliminaÈ che ti appassioni ai crime sbagliati, c'è di meglio se entri nel vortice ;)
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