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29 luglio 2025

Carême

Mondo Serial

La moda della cucina in TV sembrava ormai superata.
Certo, continuano i programmi TV, le sfide e le gare e i giudizi e i giudici degli chef, ma sarà che ormai ci si è abituati al genere che non fanno più notizia.
The Bear sembra invece aver rinverdito la questione per quanto riguarda i prodotti di finzione.
Se al cinema abbiamo già avuto The Menu, Boiling Point e La Cocina a rispettare anche l'ambiente teso e frenetico dietro i fornelli, ora dalla Francia arriva Carême.
Serie TV d'epoca, ambientata negli anni della Francia napoleonica e con protagonista il grande antesignano degli chef stellati e che hanno il carisma della star: Marie-Antoine Carême.
Pasticcere al soldo di un padre adottivo, testa calda e presenza magnetica tanto in cucina quanto alle feste, Carême diventa nella serie TV creata da  Martin Bourboulon il centro di complotti, intrighi e doppi giochi che corrono lungo le fila della Rivoluzione e oltrepassano i confini francesi.


Ci si prende insomma più di una libertà, direi troppe se si vuole prendere per storica una serie TV che non disdegna molte parentesi a mostrare il libertinaggio tipico francese con ogni episodio ad avere una festa sfarzosa, una cena da organizzare, un piatto da sorprendere e ovviamente incontri amorosi al seguito.
Troppo?
Forse sì, per un palato un filo raffinato come il mio, che si compiace comunque nel seguire le gesta più che di Carême, di Benjamin Voisin che lo interpreta. Cotta nata sotto il sole veneziano un anno fa, ma che già aveva vestito panni ottocenteschi nel meno fortunato Illusioni Perdute.
La noia purtroppo galoppa spesso tra una cena da cucinare e un complotto da ordire, nel mettere sempre un cuoco al centro degli intrighi, nel fare del suo datore di lavoro, il Conte  Talleyrand-Périgord, il cattivo predesignato, nel dare come unico movente alla loro collaborazione la salvezza di un padre adottivo incarcerato. Poi c'è il funzionario Joseph Fouché, il vero cattivo che come da copione deve avere il ghigno fisso e la faccia da sberle di Micha Lescot, ma c'è pure Napoleone stesso, che per un figlio della Rivoluzione con le sue mire imperialiste e accentuative non può essere ben visto, per non parlare della moglie Giuseppina, sterile ma caparbia.


Insomma, di nemici tra cui destreggiarsi Carême ne ha molti, per non parlare degli amori: quello passionale, con la cortigiana Henriette, e quello che farebbe felici alcuni fan ciechi di The Bear con Agathe Guichardet, la sua sous-chef.
Viene da chiedersi com'è che la Storia debba prendere il sopravvento sulla storia, con la funzione di amori, patrigni e rivoluzioni dimenticate per andar dietro a eredi in esilio e incoronazioni pirotecniche.
La storia personale di Carême funzionava senza bisogno di esagerazioni, di suo, ha davvero rivoluzionato la cucina francese e mondiale, introdotto la parola chef, esportato il cappello da chef, applicato l'architettura ai suoi piatti e soprattutto ai suoi dolci spettacolari, e forse bastavano questi episodi, raccontati con più amore per la verità storica che per gli intrighi di corte, per rendere Carême un protagonista di sostanza.


Ci provo a dire che così la serie TV si fa intrigante, più leggera nel suo essere stuzzicante e capace di farmi rifare gli occhi, ma pur cercando di attaccarmi alla ricostruzione storica, agli ambienti sfarzosi di castelli e palazzi, alla polvere e alle farine di cucine d'altri tempi, il mio sguardo si ferma ad abiti inaccurati, a dettagli poco credibili anche nei fornelli dell'epoca e in una fotografia che non rende onore alla pagina storica raccontata, e sento solo l'odore bruciante della delusione.
Come serie TV capace di accendere i bollori funziona, ma pure questi si spengono davanti alla noia di certi episodi e di certi intrighi, in un finale che è un po' un anticlimax che corre fin troppo in fretta. 
Sarà per questo che la seconda stagione paventata non è stata confermata?
Il consiglio, se proprio si vuole stare un altro po' in una cucina francese d'epoca, con un cuoco affascinante e un amore suadente, è quello di recuperare Il Gusto delle Cose, lì sì la cura dei dettagli faceva venire l'acquolina in bocca.

Voto: ☕/5

2 commenti:

  1. A occhio non fa per me, che le serie moderne normalmente mi fanno dormire e se già mi parli di noia in questo modo... ho capito che effetto avrebbe questa serie su di me! X--D

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  2. Anche per me al di sotto delle aspettative: personaggi poco carismatici, ritmo zoppicante, inutili riempitivi.

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