Visto l'ennesimo ponte in arrivo, anche la programmazione (cinematografica e del blog) cambia, anticipando le uscite in sala di un giorno, per alcuni, mantenendole al giovedì per altre.
Ci aspettano titoli veneziani da tenere d'occhio, molti film italiani, e un'America un po' sottotono.
Locke
Visione assolutamente da non perdere e, se possibile, in versione originale per apprezzare ancor più la splendida interpretazione di Tom Hardy (unico attore del film) e il suo accento british.
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Tracks
Dal festival veneziano arriva anche l'opera di John Curran con la brava Mia Wasikowska che racconta il vero viaggio di Robyn Davidson attraverso il deserto australiano.
Immagini da togliere il fiato e degne di National Geographic (che finanziò la sua impresa), mentre latita, e di molto, la storia.
LEGGI QUI
Non dico altro
L'ultimo film di James Gandolfini ha i toni della commedia romantica per over 30 che non fa male a nessuno ma nemmeno lascia il segno. L'attore sarà infatti al centro di un triangolo in cui la donna appena conosciuta è anche amica della sua ex moglie inviperita.
Nì.
Trailer
Un fidanzato per mia moglie
Mettete insieme Geppi Cucciari, Luca e Paolo e quello che avrete sarà l'ennesima commedia italiana non richiesta su problemi di coppia ed escamotage vecchi come il mondo per farsi lasciare.
Se ne sente davvero il bisogno?
Anche no.
Trailer
Il Venditore di Medicine
Se non facciamo commedie becere, facciamo film fin troppo seriosi. E' il caso di questa pellicola con un cast trito e ritrito (Claudio Santamaria e Isabella Ferrari più un Marco Travaglio inaspettato) che racconta quanto in là si può spingere un uomo -nella fattispecie un un informatore medico- per mantenere il suo posto in tempi di crisi.
Trailer
Il Mondo fino in Fondo
Promette molto di più, invece, il film di Alessandro Lunardelli che vede protagonisti due fratelli agli antipodi che in viaggio a Barcellona cambiano la loro vita: uno finirà in una comune, l'altro seguirà l'amore -omosessuale- verso Santiago.
Con il Luca Marinelli già apprezzato in Tutti i santi giorni.
Trailer
Brick Mansions
Altro ultimo film di un attore scomparso.
Come sempre Paul Walker è protagonista di un action non certo originale, che prevede un agente sotto copertura in coppia con un carcerato per disinnescare una bomba all'interno di un ghetto ad alto tasso di criminalità.
Eh, fordiani doc accorrete!
Trailer
Violetta - Backstage Pass
Se il film sopra è per veri amanti dell'azione, anche se scaduta, questo è per sole teenager invaghite della serie Disney.
Un dietro alle quinte che solo per certi fenomeni può arrivare al cinema, e fare anche un gran incasso, c'è da scommeterci.
Trailer
Nut Job - Operazione Noccioline
Scoiattoli, noccioline e rapine in banca. Un mix non così orignale, non così atteso, riservato per lo più a bambini che sicuramente apprezzeranno l'umorismo semplice di questo film di animazione dal Canada.
Trailer
Pagine
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30 aprile 2014
29 aprile 2014
Locke
Andiamo al Cinema
Le unità aristoteliche sono le basi di ogni racconto, anche quando queste vengono infrante.
Il film di Steven Knight, vera sorpresa veneziana in cui era -chissà perchè- fuori concorso, le rispetta invece appieno:
unità di luogo: un auto, o meglio, l'auto del protagonista
unità di tempo: 85 minuti precisi di viaggio, gli stessi della durata del film
unità di azione: fondamentalmente, guidare e telefonare
La trama è infatti questa: Ivan Locke, ingegnere edile, sposato e padre di famiglia, si ritrova a dover affrontare in un viaggio d'auto lungo 85 minuti più crisi, che finiranno, ne sono certa, per cambiargli la vita.
Nella sua descrizione abbiamo infatti tutti i punti in cui la sua vita può cambiare:
- lavorativamente, con la più grossa gettata di calcestruzzo d'Europa in procinto di avvenire nel suo cantiere e con molte beghe da affrontare, soprattutto se all'altro capo del telefono c'è un collega che non brilla per cooperazione, e un capo furioso;
- sentimentalmente, con la moglie a cui confessare un unico e fatale tradimento, cercando la sua comprensione e il suo perdono nel momento forse peggiore;
- moralmente, con l'amante occasionale in un ospedale sempre più vicino, pronta a partorire il loro figlio.
Per cercare di risolvere, di sistemare, di poter fare la cosa più giusta, Ivan all'interno del suo abitacolo chiama in continuazione, dimostrando di essere un uomo pragmatico, forse anche troppo, cedendo poco a poco a una tensione sempre più palpabile e con i nervi che -con una moglie ferita e un lavoro a rischio- si fanno sempre più fragili.
Applicare alla lettera le unità aristoteliche, limitando l'intero spazio e l'intera azione allo stretto interno di un automobile che si muove lentamente nel traffico londinese, potrebbe non essere la base per un film d'effetto, soprattutto se l'azione non prevede inseguimenti o colpi di scena come nei più classici film action.
E invece, la maestria di Knight alla regia ma soprattutto alla sceneggiatura, riesce non solo a mantenere alta l'attenzione dello spettatore, ma a farlo aderire ad ogni sfaccettatura del carattere di Ivan, che poco a poco viene sbucciato, rendendo interessante e cruciale perfino una gettata di calcestruzzo!
Il merito non è solo del regista, però, visto che l'intero film si regge sulle spalle di un protagonista superbo, un Tom Hardy conosciuto principalmente per il suo Bane in The Dark Knight Rises che qui nasconde i muscoli per far spazio a una voce affascinante e carismatica come poche (che per il suo accento very british consiglio di gustare in versione originale).
Girato in tempo reale e in soli 4 giorni, Locke è un viaggio lungo 85 minuti tra le strade inglesi e all'interno della vita di un uomo, la cui meta darà un senso al tutto.
Da domani al cinema, non lasciatevelo perdere!
Le unità aristoteliche sono le basi di ogni racconto, anche quando queste vengono infrante.
Il film di Steven Knight, vera sorpresa veneziana in cui era -chissà perchè- fuori concorso, le rispetta invece appieno:
unità di luogo: un auto, o meglio, l'auto del protagonista
unità di tempo: 85 minuti precisi di viaggio, gli stessi della durata del film
unità di azione: fondamentalmente, guidare e telefonare
La trama è infatti questa: Ivan Locke, ingegnere edile, sposato e padre di famiglia, si ritrova a dover affrontare in un viaggio d'auto lungo 85 minuti più crisi, che finiranno, ne sono certa, per cambiargli la vita.
Nella sua descrizione abbiamo infatti tutti i punti in cui la sua vita può cambiare:
- lavorativamente, con la più grossa gettata di calcestruzzo d'Europa in procinto di avvenire nel suo cantiere e con molte beghe da affrontare, soprattutto se all'altro capo del telefono c'è un collega che non brilla per cooperazione, e un capo furioso;
- sentimentalmente, con la moglie a cui confessare un unico e fatale tradimento, cercando la sua comprensione e il suo perdono nel momento forse peggiore;
- moralmente, con l'amante occasionale in un ospedale sempre più vicino, pronta a partorire il loro figlio.
Per cercare di risolvere, di sistemare, di poter fare la cosa più giusta, Ivan all'interno del suo abitacolo chiama in continuazione, dimostrando di essere un uomo pragmatico, forse anche troppo, cedendo poco a poco a una tensione sempre più palpabile e con i nervi che -con una moglie ferita e un lavoro a rischio- si fanno sempre più fragili.
Applicare alla lettera le unità aristoteliche, limitando l'intero spazio e l'intera azione allo stretto interno di un automobile che si muove lentamente nel traffico londinese, potrebbe non essere la base per un film d'effetto, soprattutto se l'azione non prevede inseguimenti o colpi di scena come nei più classici film action.
E invece, la maestria di Knight alla regia ma soprattutto alla sceneggiatura, riesce non solo a mantenere alta l'attenzione dello spettatore, ma a farlo aderire ad ogni sfaccettatura del carattere di Ivan, che poco a poco viene sbucciato, rendendo interessante e cruciale perfino una gettata di calcestruzzo!
Il merito non è solo del regista, però, visto che l'intero film si regge sulle spalle di un protagonista superbo, un Tom Hardy conosciuto principalmente per il suo Bane in The Dark Knight Rises che qui nasconde i muscoli per far spazio a una voce affascinante e carismatica come poche (che per il suo accento very british consiglio di gustare in versione originale).
Girato in tempo reale e in soli 4 giorni, Locke è un viaggio lungo 85 minuti tra le strade inglesi e all'interno della vita di un uomo, la cui meta darà un senso al tutto.
Da domani al cinema, non lasciatevelo perdere!
28 aprile 2014
Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend
Cosa c'era da aspettarsi? Ovviamente l'uomo ragno al primo posto, poi magari un film di animazione che con il ponte e il brutto tempo è stato un sicuro ripiego per le famiglie, e poi... poi a sorpresa trovi Turturro e Woody sul podio, un Wes Anderson che batte (anche in incassi totali) Depp, un Mazzacurati al settimo posto mentre Lars non fa doppietta e con il suo secondo volume si ferma quasi in coda.
I dettagli:
1 The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro
week-end € 3.964.948 (totale: 4.582.732)
2 Rio 2 - Missione Amazzonia
week-end € 1.390.285 (totale: 4.454.205)
3 Gigolò per caso
week-end € 1.046.027 (totale: 3.265.029)
4 Noah
week-end € 846.622 (totale: 6.865.327)
5 Grand Budapest Hotel
week-end € 615.303 (totale: 2.799.253)
6 Transcendence
week-end € 592.698 (totale: 2.039.707)
7 La sedia della felicità
week-end € 491.476 (totale: 492.579)
8 Un matrimonio da favola
week-end € 202.207 (totale: 1.596.789)
9 Nymphomaniac - Volume 2
week-end € 171.279 (totale: 172.019)
10 Captain America - The Winter Soldier
week-end € 139.716 (totale: 6.990.278)
I dettagli:
1 The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro
week-end € 3.964.948 (totale: 4.582.732)
2 Rio 2 - Missione Amazzonia
week-end € 1.390.285 (totale: 4.454.205)
3 Gigolò per caso
week-end € 1.046.027 (totale: 3.265.029)
4 Noah
week-end € 846.622 (totale: 6.865.327)
5 Grand Budapest Hotel
week-end € 615.303 (totale: 2.799.253)
6 Transcendence
week-end € 592.698 (totale: 2.039.707)
7 La sedia della felicità
week-end € 491.476 (totale: 492.579)
8 Un matrimonio da favola
week-end € 202.207 (totale: 1.596.789)
9 Nymphomaniac - Volume 2
week-end € 171.279 (totale: 172.019)
10 Captain America - The Winter Soldier
week-end € 139.716 (totale: 6.990.278)
27 aprile 2014
Rumors Has It - Le News dal Mondo del Cinema
Tornano le news della domenica, e tornano con qualche rettifica da fare!
Si era parlato nelle scorse settimane di un nuovo biopic dedicato a Steve Jobs, scritto da Aaron Sorkin e che doveva essere diretto nientemeno che da David Fincher il quale pretendeva come protagonista il fidato Christian Bale. Purtroppo però l'accordo con la Sony è affondato, e la sedia del regista sembra essere pronta per Danny Boyle, altro tipo camaleontico difficilmente incasellabile con un genere. E chi è andato a chiamare costui per vestire i panni del fondatore della Apple?
Proprio lui, Leondardo Di Caprio, assieme al quale aveva girato il sottovalutato The Beach.
Ovviamente nulla è ancora confermato, ma i nomi coinvolti sono sempre più importanti.
Altri due nomi importanti si vanno a fondere in un altro biopic: quello di Marilyn Monroe e di Jessica Chastain.
La rossa candidata agli Oscar dovrà tingere la sua chioma per raccontare ancora una volta la tragica vita di Norma Jeane Baker, a soli 2 anni di distanza da non riuscitissimo Marilyn che aveva per protagonista Michelle Williams. Il film in questione è Blonde, tratto dall'omonimo romanzo di Joyce Carol Oates e adattato dal regista Andrew Dominik.
Dopo essere stata eletta donna più bella del mondo da People, Lupita Nyong'o continua la sua scalata a Hollywood che già le ha portato un Oscar con 12 anni schiavo.
Tra i suoi futuri progetti, anche quello di doppiatrice d'eccezione per la Disney, che ha in cantiere un rifacimento in live-action e animazione de Il libro della giungla.
Oltre a Lupita che presterà la sua voce alla lupa Rakcha, anche Scarlett Johansson tornerà davanti ad un microfono dopo la splendida prova in Her, per dare vita nientemeno che all'infido serpente Kaa.
Il romanzo di Kipling è nelle mani pure di Andy Serkis, che ne farà una versione più adulta e cruda.
Un nome da tenere sicuramente d'occhio è quello della bella e giovane Felicity Jones.
Apprezzata in Like Crazy, l'attrice sta pian piano infittendo la sua agenda, e mentre è nelle sale con Amazing Spider-man, la troveremo presto in The Invisible Woman di Ralph Fiennes, in compagnia di James Franco e Jonah Hill in True Story e nel biopic dedicato a Stephen Hawkings Theory of Everything.
L'ultimo impegno appena scritto, è quello con il regista di The Impossible Juan Antonio Bayona, che adatterà il romanzo di Patrick Ness A Monsters Calls.
Chiudiamo infine con un trailer che fa alzare l'attesa per un film già sulla carta attesissimo.
Richard Linklater dopo aver concluso la sua trilogia del Before durata 18 anni, ha seguito un ragazzo per 12, rendendolo protagonista del suo Boyhood:
Si era parlato nelle scorse settimane di un nuovo biopic dedicato a Steve Jobs, scritto da Aaron Sorkin e che doveva essere diretto nientemeno che da David Fincher il quale pretendeva come protagonista il fidato Christian Bale. Purtroppo però l'accordo con la Sony è affondato, e la sedia del regista sembra essere pronta per Danny Boyle, altro tipo camaleontico difficilmente incasellabile con un genere. E chi è andato a chiamare costui per vestire i panni del fondatore della Apple?
Proprio lui, Leondardo Di Caprio, assieme al quale aveva girato il sottovalutato The Beach.
Ovviamente nulla è ancora confermato, ma i nomi coinvolti sono sempre più importanti.
Altri due nomi importanti si vanno a fondere in un altro biopic: quello di Marilyn Monroe e di Jessica Chastain.
La rossa candidata agli Oscar dovrà tingere la sua chioma per raccontare ancora una volta la tragica vita di Norma Jeane Baker, a soli 2 anni di distanza da non riuscitissimo Marilyn che aveva per protagonista Michelle Williams. Il film in questione è Blonde, tratto dall'omonimo romanzo di Joyce Carol Oates e adattato dal regista Andrew Dominik.
Dopo essere stata eletta donna più bella del mondo da People, Lupita Nyong'o continua la sua scalata a Hollywood che già le ha portato un Oscar con 12 anni schiavo.
Tra i suoi futuri progetti, anche quello di doppiatrice d'eccezione per la Disney, che ha in cantiere un rifacimento in live-action e animazione de Il libro della giungla.
Oltre a Lupita che presterà la sua voce alla lupa Rakcha, anche Scarlett Johansson tornerà davanti ad un microfono dopo la splendida prova in Her, per dare vita nientemeno che all'infido serpente Kaa.
Il romanzo di Kipling è nelle mani pure di Andy Serkis, che ne farà una versione più adulta e cruda.
Un nome da tenere sicuramente d'occhio è quello della bella e giovane Felicity Jones.
Apprezzata in Like Crazy, l'attrice sta pian piano infittendo la sua agenda, e mentre è nelle sale con Amazing Spider-man, la troveremo presto in The Invisible Woman di Ralph Fiennes, in compagnia di James Franco e Jonah Hill in True Story e nel biopic dedicato a Stephen Hawkings Theory of Everything.
L'ultimo impegno appena scritto, è quello con il regista di The Impossible Juan Antonio Bayona, che adatterà il romanzo di Patrick Ness A Monsters Calls.
Chiudiamo infine con un trailer che fa alzare l'attesa per un film già sulla carta attesissimo.
Richard Linklater dopo aver concluso la sua trilogia del Before durata 18 anni, ha seguito un ragazzo per 12, rendendolo protagonista del suo Boyhood:
26 aprile 2014
John Dies at the End
E' già Ieri -2012-
Allarmi spoiler, spegnetevi pure!
L'assassino non è il maggiordomo, quanto visto non era tutto un sogno del protagonista, e John non morirà alla fine. Forse.
Il film mai arrivato in Italia di Don Coscarelli, presentato al Sundance e passato poi man mano a festival come quello di Toronto o del Sitges, è però diventato presto un cult, facilmente reperibile e che anche nella blogosfera ha avuto il suo successo.
Il motivo è presto detto, e parte da una trama assurda e ricca di momenti WTF che ha quell'alone di genialità condita con trip impagabili che conquistano.
Tutto parte da una nuova droga, che amplifica i sensi e le attività cerebrali, facendo uscire in qualche modo da proprio corpo e rendendo tutto visibile, indietro e avanti nel tempo.
I strani poteri che comporta, però, prevedono anche delle allucinazioni, e così, quando John per primo la proverà -tentato da uno strano asceta giamaicano- le conseguenze non saranno delle migliori, portando alla morte tutti gli altri tester e lui alla quasi pazzia. Chiamato l'amico Dave per un aiuto, anche questi finirà inavvertitamente per assumere la droga nera, entrando in una spirale di assurde visioni, che metteranno in luce un piano al quale i due sono chiamati.
L'intera storia è raccontata proprio da Dave, intervistato dal giornalista Paul Giamatti che cerca di avere il pezzo giusto da cui ricavare un libro, cosa difficile viste le assurdità e relativi tentennamenti che i racconti al limite dell'impossibile comportano.
Come lui, anche noi spettatori fatichiamo a stare dietro a quanto Dave racconta, finendo presto però per ridere con e di lui, invischiati in questo trip alla Doctor Who, o ancora meglio alla Cronenberg, che prevede alieni, cani eroi, possessioni e telefoni hot-dog.
Un film che non ha le inquietanti atmosfere del regista canadese, però, ma che ne riprende alcuni temi, dalla carne alle strane creature, immergendole in una comicità dissacrante e contagiosa.
L'irresistibile ironia dei protagonisti, dei veri e propri cazzoni americani a cui si perdona la recitazione non eccelsa, rende la pellicola ancora più godibile, intrisa poi del pulp necessario per diventare il cult che ora è.
Allarmi spoiler, spegnetevi pure!
L'assassino non è il maggiordomo, quanto visto non era tutto un sogno del protagonista, e John non morirà alla fine. Forse.
Il film mai arrivato in Italia di Don Coscarelli, presentato al Sundance e passato poi man mano a festival come quello di Toronto o del Sitges, è però diventato presto un cult, facilmente reperibile e che anche nella blogosfera ha avuto il suo successo.
Il motivo è presto detto, e parte da una trama assurda e ricca di momenti WTF che ha quell'alone di genialità condita con trip impagabili che conquistano.
Tutto parte da una nuova droga, che amplifica i sensi e le attività cerebrali, facendo uscire in qualche modo da proprio corpo e rendendo tutto visibile, indietro e avanti nel tempo.
I strani poteri che comporta, però, prevedono anche delle allucinazioni, e così, quando John per primo la proverà -tentato da uno strano asceta giamaicano- le conseguenze non saranno delle migliori, portando alla morte tutti gli altri tester e lui alla quasi pazzia. Chiamato l'amico Dave per un aiuto, anche questi finirà inavvertitamente per assumere la droga nera, entrando in una spirale di assurde visioni, che metteranno in luce un piano al quale i due sono chiamati.
L'intera storia è raccontata proprio da Dave, intervistato dal giornalista Paul Giamatti che cerca di avere il pezzo giusto da cui ricavare un libro, cosa difficile viste le assurdità e relativi tentennamenti che i racconti al limite dell'impossibile comportano.
Come lui, anche noi spettatori fatichiamo a stare dietro a quanto Dave racconta, finendo presto però per ridere con e di lui, invischiati in questo trip alla Doctor Who, o ancora meglio alla Cronenberg, che prevede alieni, cani eroi, possessioni e telefoni hot-dog.
Un film che non ha le inquietanti atmosfere del regista canadese, però, ma che ne riprende alcuni temi, dalla carne alle strane creature, immergendole in una comicità dissacrante e contagiosa.
L'irresistibile ironia dei protagonisti, dei veri e propri cazzoni americani a cui si perdona la recitazione non eccelsa, rende la pellicola ancora più godibile, intrisa poi del pulp necessario per diventare il cult che ora è.
25 aprile 2014
Venere in Pelliccia
E' già Ieri -2013-
Come già in The Grand Budapest Hotel, anche in questo caso siamo di fronte ad un film di scatole cinesi.
Non a livello formale, come ha saputo gestire alla grande Anderson, ma nella sua origine.
Polanski per la sua sceneggiatura è andato ad ispirarsi all'opera teatrale di David Ives (qui co-sceneggiatore), che adatta a sua volta il romanzo cult del 1870 di Sacher-Masoch. In queste fasi di adattamento, si perde così la linearità del libro, che viene arricchito, modernizzato e reso ancora più interessante dalla commistione tra teatro e cinema, tra realtà e finzione i cui confini faticano ad essere trovati.
Come poi già in Carnage, Polanski riduce il cast questa volta a due semplici, magnifici, attori, chiudendoli all'interno del teatro da cui si uscirà solo prima e dopo il loro incontro, aumentando così la sensazione claustrofobica e la chimica tra loro.
Tutto inizia con l'aspirante attrice Vanda che arriva trafelata -e in ritardo- al provino per la sua omonima, protagonista di Venere in Pelliccia. Al suo arriva trova solo il regista e adattatore Thomas, che con moine, prese di posizione e raggiri, verrà incastrato a provinarla, aiutandola nella lettura immergendosi nei panni di Severine.
Parte così tra loro un rapporto che si va a fondere con quello dei personaggi che interpretano: un masochista, uno schiavo, contro una donna potente e lasciva, che su di lui avrà il controllo totale.
Tra parti che si invertono, il ruolo di padrone che passerà dall'uno e l'altra e maschere che forse cadono, le parole di Sacher-Masoch nelle loro bocche diventano pericolose armi, che Vanda saprà usare a suo favore rendendo il regista inizialmente prevenuto nei suoi confronti, a lei devoto e attratto.
Negli anni del liceo, quando filosofia era forse la mia materia preferita, il tema padrone-schiavo è stato decisamente uno dei più interessanti.
Chi è il padrone? E' davvero quello che comanda?
E chi è lo schiavo? E' davvero quello che deve servire?
Non avviene forse un ribaltamento dei ruoli, quando il padrone si trova a non poter fare meno del suo schiavo, diventandone per primo dipendente?
Proprio questa difficile distinzione è qui rappresentata, con Vanda che si sottomette, che si traveste da quello che non è, che arriva inaspettatamente preparata ad un provino in cui fin da subito recita, mentre Thomas, così altero e prevenuto, cederà alla lussuria, mostrando tutto il Severine presente in lui.
Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric sono magnetici nei loro ruoli, incarnazione perfetta di maschere, mentre Polanski diverte, mescola generi, dal teatrale alla commedia al dramma, infarcendo il tutto di un umorismo sottile e di citazioni (il cactus fallico di Ombre Rosse, tanto per dire) che rendono Venere in Pelliccia una pellicola godibilissima e estremamente intelligente.
Anche la musica ha qui un ruolo primario, con le composizione semplici e allegre di Alexader Desplat a fare da contrappunto alla tensione dei due protagonisti, incorniciati da una fotografia e da luci di scena che ne esaltano la bellezza.
Chiusi in quel teatro, cercando di capire chi Vanda sia in realtà, ci troviamo così davanti a un adattamento di un adattamento di un adattamento, che brilla di una luminosa luce propria.
Come già in The Grand Budapest Hotel, anche in questo caso siamo di fronte ad un film di scatole cinesi.
Non a livello formale, come ha saputo gestire alla grande Anderson, ma nella sua origine.
Polanski per la sua sceneggiatura è andato ad ispirarsi all'opera teatrale di David Ives (qui co-sceneggiatore), che adatta a sua volta il romanzo cult del 1870 di Sacher-Masoch. In queste fasi di adattamento, si perde così la linearità del libro, che viene arricchito, modernizzato e reso ancora più interessante dalla commistione tra teatro e cinema, tra realtà e finzione i cui confini faticano ad essere trovati.
Come poi già in Carnage, Polanski riduce il cast questa volta a due semplici, magnifici, attori, chiudendoli all'interno del teatro da cui si uscirà solo prima e dopo il loro incontro, aumentando così la sensazione claustrofobica e la chimica tra loro.
Tutto inizia con l'aspirante attrice Vanda che arriva trafelata -e in ritardo- al provino per la sua omonima, protagonista di Venere in Pelliccia. Al suo arriva trova solo il regista e adattatore Thomas, che con moine, prese di posizione e raggiri, verrà incastrato a provinarla, aiutandola nella lettura immergendosi nei panni di Severine.
Parte così tra loro un rapporto che si va a fondere con quello dei personaggi che interpretano: un masochista, uno schiavo, contro una donna potente e lasciva, che su di lui avrà il controllo totale.
Tra parti che si invertono, il ruolo di padrone che passerà dall'uno e l'altra e maschere che forse cadono, le parole di Sacher-Masoch nelle loro bocche diventano pericolose armi, che Vanda saprà usare a suo favore rendendo il regista inizialmente prevenuto nei suoi confronti, a lei devoto e attratto.
Negli anni del liceo, quando filosofia era forse la mia materia preferita, il tema padrone-schiavo è stato decisamente uno dei più interessanti.
Chi è il padrone? E' davvero quello che comanda?
E chi è lo schiavo? E' davvero quello che deve servire?
Non avviene forse un ribaltamento dei ruoli, quando il padrone si trova a non poter fare meno del suo schiavo, diventandone per primo dipendente?
Proprio questa difficile distinzione è qui rappresentata, con Vanda che si sottomette, che si traveste da quello che non è, che arriva inaspettatamente preparata ad un provino in cui fin da subito recita, mentre Thomas, così altero e prevenuto, cederà alla lussuria, mostrando tutto il Severine presente in lui.
Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric sono magnetici nei loro ruoli, incarnazione perfetta di maschere, mentre Polanski diverte, mescola generi, dal teatrale alla commedia al dramma, infarcendo il tutto di un umorismo sottile e di citazioni (il cactus fallico di Ombre Rosse, tanto per dire) che rendono Venere in Pelliccia una pellicola godibilissima e estremamente intelligente.
Anche la musica ha qui un ruolo primario, con le composizione semplici e allegre di Alexader Desplat a fare da contrappunto alla tensione dei due protagonisti, incorniciati da una fotografia e da luci di scena che ne esaltano la bellezza.
Chiusi in quel teatro, cercando di capire chi Vanda sia in realtà, ci troviamo così davanti a un adattamento di un adattamento di un adattamento, che brilla di una luminosa luce propria.
24 aprile 2014
Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema
Con l'arrivo della primavera, due sono le opzioni che i distributori hanno: spolverare qualunque pellicola medio interessante e proporla assieme a tante altre, o risparmiare e far uscire un sicuro blockbuster con qualche altro titolo.
Questa settimana, hanno decisamente optato per la seconda, e oltre all'americanata di turno, gli altri titoli non sono nemmeno così male!
Capitolo due del reboot per nulla richiesto e versione teen dell'uomo ragno, che alla faccia di Max Pezzali, non muore mai.
Questa volta Andrew Garfield, con la fidanzatina Emma Stone e il (quasi) amico Dane DeHaan dovranno vedersela con Jamie Foxx.
Questa volta Andrew Garfield, con la fidanzatina Emma Stone e il (quasi) amico Dane DeHaan dovranno vedersela con Jamie Foxx.
Per appassionati e per giovanissimi, in sala già da ieri.
Se siete corsi a vedere la prima parte, non potete perdervi la sua continuazione, che svolta decisamente nel violento e nel maturo.
Lars non delude, anzi.
LEGGERE QUI per credere.
Un libro non si giudica dalla copertina, ma a volte lo si acquista per questa.
Il bestseller di Jonas Jonasson lo acquistai perchè attirata dal simpatico vecchietto che lo presentava, e dopo averlo divorato in pochissimo tempo è diventato il libro che più ho consigliato e regalato negli ultimi anni!
L'exurcus storico degli ultimi 100 anni in compagnia di un anziano che ancora vuole vivere e divertirsi, è adattato dagli svedesi stessi, ma per quel che mi riguarda, lo eviterò in favore del piccolo capolavoro letterario.
L'exurcus storico degli ultimi 100 anni in compagnia di un anziano che ancora vuole vivere e divertirsi, è adattato dagli svedesi stessi, ma per quel che mi riguarda, lo eviterò in favore del piccolo capolavoro letterario.
Trailer
La Sedia della Felicità
L'ultimo film di Carlo Mazzacurati arriva nelle sale, con un parterre di protagonisti decisamente folto (Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Marco Marzocca, Milena Vukotic, Natalino Balasso, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese).
La storia vira verso la commedia, con un'estetista e un tatuatore alla ricerca di un tesoro nascosto nella sedia di un bandito, ora all'asta.
Uno spunto divertente, che potrebbe anche divertire.
Trailer
In Nomine Satan
Per un film italiano che si salva, ecco arrivarne uno che sicuramente arriverà in 2-3 sale e senza un vero motivo al centro del quale c'è il fenomeno del satanismo.
Vi basterà il trailer per tenervene alla larga.
La Sedia della Felicità
L'ultimo film di Carlo Mazzacurati arriva nelle sale, con un parterre di protagonisti decisamente folto (Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Marco Marzocca, Milena Vukotic, Natalino Balasso, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese).
La storia vira verso la commedia, con un'estetista e un tatuatore alla ricerca di un tesoro nascosto nella sedia di un bandito, ora all'asta.
Uno spunto divertente, che potrebbe anche divertire.
Trailer
In Nomine Satan
Per un film italiano che si salva, ecco arrivarne uno che sicuramente arriverà in 2-3 sale e senza un vero motivo al centro del quale c'è il fenomeno del satanismo.
Vi basterà il trailer per tenervene alla larga.
23 aprile 2014
Tyrannosaur
E' già Ieri -2011-
Gli antieroi sono sempre dei protagonisti con una marcia in più.
L'alone di cattiveria che li circonda, i sentimenti contrastanti che fanno nascere e la difficile adesione al loro punto di vista che pone dubbi morali e non, sono un'arma vincente che in questi ultimi anni ha visto Walter White uscire vincitore ed esempio perfetto di quanto detto.
Joseph non è certo da meno, visto che la sua entrata in scena lo vede uccidere in una scarica d'ira il suo amato cane, che lo aspetta devoto fuori di un pub dove l'uomo ha (decisamente) bevuto e (fortemente) scommesso.
Joseph non è certo una persona amabile, anzi, ma dietro la crosta di duro, dietro la facile propensione alla violenza e all'alcool, si nasconde anche una fragilità che è da scoprire, un bisogno di tenerezza e una difesa di questa tenerezza che Paddy Considine ben svolgerà nel suo film.
Tra una scazzottata e una bevuta, la vita di Joseph andrà a scontrarsi con quella di Hannah, apparentemente il suo opposto, donna devota che lo accoglie nel negozio di carità con una preghiera, diventando così una fonte salvifica che non potrà però sottrarsi alla cattiveria e alle sentenze dell'uomo. Quello che però nemmeno lui sospetta, e forse mai avrebbe voluto sapere, è che anche Hannah ha la sua guerra da combattere, le sue umiliazioni da subire, con un marito alcolizzato e violento che la fa vivere nel peggiore degli incubi.
E così, con un impensabile ribaltamento delle posizioni, sarà proprio la donna a trovare in un uomo per certi versi simile al marito un'ancora di salvezza, un rifugio sicuro in cui sentirsi protetta.
Ma i due sono forse la punta dell'iceberg di un quartiere dove le risse e le sedute al pub sono all'ordine del giorno, dove i figli vengono lasciati in strada per stare con l'uomo di turno, dove l'uomo di turno ha un cane feroce pronto ad essere aizzato contro chiunque, dove però alla morte di un amico ogni screzio passato viene dimenticato, e onorare degnamente il proprio caro diventa un obbligo e una possibilità di perdono.
L'Inghilterra che racconta Considine è quella della periferia, quella con il proprio posto fisso al pub e una propensione eccessiva verso la violenza.
Nel mostrarcela, il regista non ci risparmia nulla, non ci risparmia gli occhi pesti di una moglie, il volto deturpato di un bambino o l'insensato stupro da parte di un marito despota ma debole.
Nel girone infernale in cui ci porta, una speranza e una moralità seppur del tutto personale, è ancora possibile, e così ci si trova a simpatizzare con Joseph, a sperare in una sua redenzione e in una possibilità di miglioramento che potrebbe così essere la speranza per un cambiamento generale.
I toni cupi del film si fanno così opprimenti, certo, ma capaci di sprazzi improvvisi di sole, accompagnati da canzoni folkloristiche che riescono a strappare un sorriso.
In questo ambiente, si muovono alla perfezione un Peter Mullan per molti versi simile a Frank Gallagher, e due conoscenze che sempre più spesso incontro nel mio cammino: Olivia Colman, apprezzatissima in Broadchurch qui incredibilmente commovente, e Eddie Marsan, adorato in Still Life e presente pure in Ray Donovan, qui particolarmente odioso.
Conquistato il cuore del pubblico, Tyrannosaur (la spiegazione del titolo è tutta da scoprire) ha fatto incetta di premi qua e là, tra Sundance e BAFTA, tutti decisamente meritati, facendo uscire ancora una volta vincitore l'antieroe protagonista.
Gli antieroi sono sempre dei protagonisti con una marcia in più.
L'alone di cattiveria che li circonda, i sentimenti contrastanti che fanno nascere e la difficile adesione al loro punto di vista che pone dubbi morali e non, sono un'arma vincente che in questi ultimi anni ha visto Walter White uscire vincitore ed esempio perfetto di quanto detto.
Joseph non è certo da meno, visto che la sua entrata in scena lo vede uccidere in una scarica d'ira il suo amato cane, che lo aspetta devoto fuori di un pub dove l'uomo ha (decisamente) bevuto e (fortemente) scommesso.
Joseph non è certo una persona amabile, anzi, ma dietro la crosta di duro, dietro la facile propensione alla violenza e all'alcool, si nasconde anche una fragilità che è da scoprire, un bisogno di tenerezza e una difesa di questa tenerezza che Paddy Considine ben svolgerà nel suo film.
Tra una scazzottata e una bevuta, la vita di Joseph andrà a scontrarsi con quella di Hannah, apparentemente il suo opposto, donna devota che lo accoglie nel negozio di carità con una preghiera, diventando così una fonte salvifica che non potrà però sottrarsi alla cattiveria e alle sentenze dell'uomo. Quello che però nemmeno lui sospetta, e forse mai avrebbe voluto sapere, è che anche Hannah ha la sua guerra da combattere, le sue umiliazioni da subire, con un marito alcolizzato e violento che la fa vivere nel peggiore degli incubi.
E così, con un impensabile ribaltamento delle posizioni, sarà proprio la donna a trovare in un uomo per certi versi simile al marito un'ancora di salvezza, un rifugio sicuro in cui sentirsi protetta.
Ma i due sono forse la punta dell'iceberg di un quartiere dove le risse e le sedute al pub sono all'ordine del giorno, dove i figli vengono lasciati in strada per stare con l'uomo di turno, dove l'uomo di turno ha un cane feroce pronto ad essere aizzato contro chiunque, dove però alla morte di un amico ogni screzio passato viene dimenticato, e onorare degnamente il proprio caro diventa un obbligo e una possibilità di perdono.
L'Inghilterra che racconta Considine è quella della periferia, quella con il proprio posto fisso al pub e una propensione eccessiva verso la violenza.
Nel mostrarcela, il regista non ci risparmia nulla, non ci risparmia gli occhi pesti di una moglie, il volto deturpato di un bambino o l'insensato stupro da parte di un marito despota ma debole.
Nel girone infernale in cui ci porta, una speranza e una moralità seppur del tutto personale, è ancora possibile, e così ci si trova a simpatizzare con Joseph, a sperare in una sua redenzione e in una possibilità di miglioramento che potrebbe così essere la speranza per un cambiamento generale.
I toni cupi del film si fanno così opprimenti, certo, ma capaci di sprazzi improvvisi di sole, accompagnati da canzoni folkloristiche che riescono a strappare un sorriso.
In questo ambiente, si muovono alla perfezione un Peter Mullan per molti versi simile a Frank Gallagher, e due conoscenze che sempre più spesso incontro nel mio cammino: Olivia Colman, apprezzatissima in Broadchurch qui incredibilmente commovente, e Eddie Marsan, adorato in Still Life e presente pure in Ray Donovan, qui particolarmente odioso.
Conquistato il cuore del pubblico, Tyrannosaur (la spiegazione del titolo è tutta da scoprire) ha fatto incetta di premi qua e là, tra Sundance e BAFTA, tutti decisamente meritati, facendo uscire ancora una volta vincitore l'antieroe protagonista.
22 aprile 2014
I Libri con cui sono Cresciuta
Inutile, c'è chi è in fissa con i One Direction, chi con Il trono di Spade, e chi, come il caro Cannibale, con le top 10!
Dopo quelle vergogna, è passato presto al lato nostalgico coinvolgendo la blogosfera in un viaggio nei ricordi filmici, televisivi e musicali.
Per non farsi mancare niente, ecco arrivare anche la decina dedicata a quei libri che hanno occupato l'importante posto nel nostro comodino, prima ancora che nel nostro cuore.
QUI la sua, fra qualche riga, il mio personale excursus:
Dopo quelle vergogna, è passato presto al lato nostalgico coinvolgendo la blogosfera in un viaggio nei ricordi filmici, televisivi e musicali.
Per non farsi mancare niente, ecco arrivare anche la decina dedicata a quei libri che hanno occupato l'importante posto nel nostro comodino, prima ancora che nel nostro cuore.
QUI la sua, fra qualche riga, il mio personale excursus:
10. Matilde - Roald Dahl
Forse il primo vero trauma dell'adattamento l'ho avuto quando dopo aver amato le pagine scritte dal caro Roald, mi sono trovata di fronte al film con Danny De Vito.
Un grande classico della letteratura per l'infanzia che fa amare i libri e chi li ama.
9. Il Piccolo Principe - Antoine de Saint-Exupéry
Perle di saggezza valide a 6, a 14, a 20 e chissà per quanti anni ancora! Il Piccolo Principe nel suo viaggio solitario alla ricerca di amore ti fa scoprire la semplicità dei sentimenti.
8. Topolino
Le 5000 lire di paghetta settimanale erano presto spese correndo in edicola a prendere ogni domenica Topolino! Fortunatamente, mia sorella aiutava comprando:
7. Lupo Alberto
.. così facendo, non solo risparmiavamo, ma riuscivamo a non litigare per chi dovesse leggere per prima, avendo una valida alternativa!
6. C'è Gatto e Gatto - Pinin Carpi
Da gattara fin da piccola, con la casa infestata e animata da numerosi mici appollaiati qui e là, anche i libri erano a tema!
Questa raccolta di racconti, poesie e storielle sono state una manna dal cielo per me!
5. La Lacrima del Diavolo - Jeffery Deaver
Al tempo delle medie, complice la biblioteca materna ricca di thriller, mi sono appassionata al genere! Prima di diventare una fifona, mi sono divorata parecchi libri di serial killer, assassini e omicidi.
Questo, è forse l'unico che ho comprato da me.
4. Kitchen - Banana Yoshimoto
L'animo romantico si fa presto sentire, e la Yoshimoto soddisfa appieno le mie esigenze di adolescente. Lacrime e lacrime versate per questo Kitchen, anche se, duole ammetterlo, leggendo qualche suo libro ultimamente, tutta la poesia sembra sfumata.
3. Il Vecchio e il Mare - Ernest Hemingway
Con il liceo iniziano le vere e proprie letture serie, fiondandomi sui grandi classici.
Ernest diventa da subito il mio preferito, secco e asciutto, ma comunque sentimentale. Un amore che dura tuttora e che non smetterà mai.
2. Siddharta - Hermann Hesse
Il grande libro sull'educazione fa la sua comparsa un po' per caso, ereditato da mio zio.
Amato e riletto più volte, assieme a qualunque cosa riuscissi a trovare ai mercatini di Hesse.
1. L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere - Milan Kundera
Il dipinto di Matisse mi aveva sempre attratto, ma questo libro, da sempre in casa, aspettava il momento giusto per essere iniziato.
Una volta arrivato, fu una folgorazione: tra lacrime e una filosofia alla quale aderire Diventato tema della mia tesina di maturità, non mi annoio mai a rileggerlo, imparando e scoprendo sempre qualcosa di nuovo da amare.
Doctor Who - Stagione 4
Quando i film si fanno ad episodi
Il viaggio del Dottore continua, e per l'ultima volta avrà le sembianze del bel Tennant!
Fortunatamente, per lui e per noi, dopo la decisione di Martha Jones, rincontrerà nel suo percorso Donna Noble, che con l'avventuroso Natale passato assieme non aveva smesso di pensare a lui, cercandolo in ogni strano caso in cui la sua comparsa potesse essere plausibile. Vederli nuovamente assieme fa così mettere in moto una nuova girandola di avventure, di frecciatine ironiche british style e l'evoluzione dei due che cresce pian piano fino al fenomenale finale, dove un'impensabile riunione generale avviene.
Gli episodi singoli di questa stagione sono infatti ben studiati e congeniali, tra viaggi nel passato ad incontrare la grande Agatha Christie (in cui si "spiega" un gran mistero della sua vita) o vivere l'ultimo giorno di Pompei, e viaggi nel futuro che regalano sceneggiature accuratissime (Midnight, in cui compare anche la nostra Raffaella Carrà).
Ma come sempre sono gli episodi doppi a regalare le emozioni più forti, a partire da un altro caso che metterà a rischio Londra e il mondo intero, che vede tornare l'agguerrita Martha Jones ormai cresciuta; anche il Pianeta Biblioteca riserverà spaventose sorprese, oltre che un gran numero di morti, facendo balenare un personaggio che chissà quando incontrerà il nostro Dottore; ed infine, il finale stesso promette grandi emozioni, in cui non solo torna ancora una volta Martha Jones, ma anche i protagonisti degli spin-off Torchwood, Le avventure di Sarah Jane e non solo (dopo piccoli camei sparsi qua e là) arriveranno per aiutare Tennant a combattere una volta per tutti i Dalek, portando ad impensabili situazioni che potrebbero però risolvere molti snodi della storia.
Questa quarta stagione, appare però un po' di passaggio, carica di avventure che mirano al finale e a mettere i semi per futuri sviluppi.
Alla sua conclusione, fanno seguito ben 5 episodi speciali, andati in onda a Natale, a Pasqua, in autunno e nel Natale e nel Capodanno successivi, che vedono il nostro Dottore impegnato in altri casi da risolvere, con i primi due interessanti fin là, e con l'ultimo decisamente adrenalinico che vede il ritorno del Master e del suo piano che riuscirà finalmente a rispondere a qualche quesito sul passato di Gallifrey.
Con gli ultimi due speciali, finisce anche il legame di Tennant con il suo personaggio, che dovrà molto a malincuore lasciare, tra lacrime collettive, per far posto a Matt Smith.
Il fascino è decisamente diverso, staremo a vedere, proseguendo questo viaggio, se riuscirà a conquistare allo stesso modo dello splendido David.
Il viaggio del Dottore continua, e per l'ultima volta avrà le sembianze del bel Tennant!
Fortunatamente, per lui e per noi, dopo la decisione di Martha Jones, rincontrerà nel suo percorso Donna Noble, che con l'avventuroso Natale passato assieme non aveva smesso di pensare a lui, cercandolo in ogni strano caso in cui la sua comparsa potesse essere plausibile. Vederli nuovamente assieme fa così mettere in moto una nuova girandola di avventure, di frecciatine ironiche british style e l'evoluzione dei due che cresce pian piano fino al fenomenale finale, dove un'impensabile riunione generale avviene.
Gli episodi singoli di questa stagione sono infatti ben studiati e congeniali, tra viaggi nel passato ad incontrare la grande Agatha Christie (in cui si "spiega" un gran mistero della sua vita) o vivere l'ultimo giorno di Pompei, e viaggi nel futuro che regalano sceneggiature accuratissime (Midnight, in cui compare anche la nostra Raffaella Carrà).
Ma come sempre sono gli episodi doppi a regalare le emozioni più forti, a partire da un altro caso che metterà a rischio Londra e il mondo intero, che vede tornare l'agguerrita Martha Jones ormai cresciuta; anche il Pianeta Biblioteca riserverà spaventose sorprese, oltre che un gran numero di morti, facendo balenare un personaggio che chissà quando incontrerà il nostro Dottore; ed infine, il finale stesso promette grandi emozioni, in cui non solo torna ancora una volta Martha Jones, ma anche i protagonisti degli spin-off Torchwood, Le avventure di Sarah Jane e non solo (dopo piccoli camei sparsi qua e là) arriveranno per aiutare Tennant a combattere una volta per tutti i Dalek, portando ad impensabili situazioni che potrebbero però risolvere molti snodi della storia.
Questa quarta stagione, appare però un po' di passaggio, carica di avventure che mirano al finale e a mettere i semi per futuri sviluppi.
Alla sua conclusione, fanno seguito ben 5 episodi speciali, andati in onda a Natale, a Pasqua, in autunno e nel Natale e nel Capodanno successivi, che vedono il nostro Dottore impegnato in altri casi da risolvere, con i primi due interessanti fin là, e con l'ultimo decisamente adrenalinico che vede il ritorno del Master e del suo piano che riuscirà finalmente a rispondere a qualche quesito sul passato di Gallifrey.
Con gli ultimi due speciali, finisce anche il legame di Tennant con il suo personaggio, che dovrà molto a malincuore lasciare, tra lacrime collettive, per far posto a Matt Smith.
Il fascino è decisamente diverso, staremo a vedere, proseguendo questo viaggio, se riuscirà a conquistare allo stesso modo dello splendido David.
20 aprile 2014
Buona Pasqua e... Buona Caccia all'Uovo!
Per augurarvi una buona pasqua, vi lascio in compagnia di qualche piccola curiosità sulla mia amata Pixar!
Siete pronti a dare la caccia a tutte le uova pasquali che Lasseter & Co. si sono divertiti a nascondere in ogni film?
19 aprile 2014
A Royal Affair
E' già Ieri -2013-
C'è del marcio in Danimarca.
Lo sa Shakespeare e ora lo so anch'io.
Sì, perchè per quanto Copenaghen sia la prima tappa del viaggio dei miei sogni che prima o poi realizzerò, del Paese e della sua storia non conoscevo davvero nulla.
Fortunatamente ci pensa Nikolaj Arcel a fare un po' di ordine, con un film candidato all'Oscar lo scorso anno, ma battuto dall'austriaco Amour, che mostra e ricostruisce anni ricchi di intrighi e improvvise accelerazioni politiche e ideologiche.
Siamo a metà '700 e il Regno di Danimarca è nelle mani di Cristiano VII, giovane re, dissoluto, dedito all'alcool e soprattutto alle prostitute, disinteressato al suo potere che è così gestito dal consiglio, che lo usa come semplice scribacchino, manovrando le sue decisioni per gli interessi personali dei vari membri.
Nemmeno il matrimonio combinato con Carolina Matilde di Hannover riuscirà a mettere freno alle sue avventure, e la donna si troverà così sola in terra straniera, unita ad un marito che non ama con cui sta solo fino a riuscire a regalargli un figlio, continuamente umiliata pubblicamente viste le frequentazioni di lui nei bordelli.
Carolina è però un animo nobile e una mente aperta alle idee che iniziano a circolare in Europa, le idee illuministe e di Voltaire, rivoluzioni dall'alto per il basso che stanno prendendo piede in Francia e non solo.
Proprio per questo, dopo un'iniziale diffidenza, trova nel medico di corte Struensee un alleato e un amico, e anche qualcosa di più. L'uomo, insinuatosi a corte a seguito di patti con nobili cacciati, è presto diventato il confidente del re, aiutandolo a prendere coscienza dei suoi obblighi morali, spronandolo a mettere in atto cambiamenti necessari.
In poco tempo, fatto sciogliere il Gabinetto, Struensee diventa il vero e proprio re di Danimarca, promulgando una quantità di leggi impressionanti che mirano a migliorare le condizioni sociali, sanitarie e di vita dei sudditi, muovendo sapientemente i pensieri e gli atti di Cristiano. Ma Struensee diventerà ben presto anche l'amante della regina, che conoscerà finalmente l'amore vero che darà anche una figlia, che metterà così in moto pettegolezzi e l'inevitabile fine di questo idillio.
Pur nella sua classicità di messa in scena, in cui costumi e scenografie sono accuratissimi a rispecchiare l'ambientazione storica, A Royal Affair riesce ad appassionare e a fare della Storia della Danimarca una storia che si vuole conoscere.
Merito di quanto raccontato, certo, dove intrighi, voltafaccia e sentimenti sono messi in gioco, ma merito anche degli attori coinvolti, dalla splendida Alicia Vikander allo scatenato Mikkel Boe Følsgaard, con ovviamente il grande e inquietante Mads Mikkelsen a rubar loro la scena, con la sua ennesima interpretazione perfetta, dove intelligenza, amore e paura sono dosati e trattenuti.
Si finisce così con l'essere avvinti dall'epoca raccontata e, cosa più importante, con la curiosità crescente di saperne di più.
C'è del marcio in Danimarca.
Lo sa Shakespeare e ora lo so anch'io.
Sì, perchè per quanto Copenaghen sia la prima tappa del viaggio dei miei sogni che prima o poi realizzerò, del Paese e della sua storia non conoscevo davvero nulla.
Fortunatamente ci pensa Nikolaj Arcel a fare un po' di ordine, con un film candidato all'Oscar lo scorso anno, ma battuto dall'austriaco Amour, che mostra e ricostruisce anni ricchi di intrighi e improvvise accelerazioni politiche e ideologiche.
Siamo a metà '700 e il Regno di Danimarca è nelle mani di Cristiano VII, giovane re, dissoluto, dedito all'alcool e soprattutto alle prostitute, disinteressato al suo potere che è così gestito dal consiglio, che lo usa come semplice scribacchino, manovrando le sue decisioni per gli interessi personali dei vari membri.
Nemmeno il matrimonio combinato con Carolina Matilde di Hannover riuscirà a mettere freno alle sue avventure, e la donna si troverà così sola in terra straniera, unita ad un marito che non ama con cui sta solo fino a riuscire a regalargli un figlio, continuamente umiliata pubblicamente viste le frequentazioni di lui nei bordelli.
Carolina è però un animo nobile e una mente aperta alle idee che iniziano a circolare in Europa, le idee illuministe e di Voltaire, rivoluzioni dall'alto per il basso che stanno prendendo piede in Francia e non solo.
Proprio per questo, dopo un'iniziale diffidenza, trova nel medico di corte Struensee un alleato e un amico, e anche qualcosa di più. L'uomo, insinuatosi a corte a seguito di patti con nobili cacciati, è presto diventato il confidente del re, aiutandolo a prendere coscienza dei suoi obblighi morali, spronandolo a mettere in atto cambiamenti necessari.
In poco tempo, fatto sciogliere il Gabinetto, Struensee diventa il vero e proprio re di Danimarca, promulgando una quantità di leggi impressionanti che mirano a migliorare le condizioni sociali, sanitarie e di vita dei sudditi, muovendo sapientemente i pensieri e gli atti di Cristiano. Ma Struensee diventerà ben presto anche l'amante della regina, che conoscerà finalmente l'amore vero che darà anche una figlia, che metterà così in moto pettegolezzi e l'inevitabile fine di questo idillio.
Pur nella sua classicità di messa in scena, in cui costumi e scenografie sono accuratissimi a rispecchiare l'ambientazione storica, A Royal Affair riesce ad appassionare e a fare della Storia della Danimarca una storia che si vuole conoscere.
Merito di quanto raccontato, certo, dove intrighi, voltafaccia e sentimenti sono messi in gioco, ma merito anche degli attori coinvolti, dalla splendida Alicia Vikander allo scatenato Mikkel Boe Følsgaard, con ovviamente il grande e inquietante Mads Mikkelsen a rubar loro la scena, con la sua ennesima interpretazione perfetta, dove intelligenza, amore e paura sono dosati e trattenuti.
Si finisce così con l'essere avvinti dall'epoca raccontata e, cosa più importante, con la curiosità crescente di saperne di più.
18 aprile 2014
L'Inconnu du Lac
E' già Ieri -2013-
Ormai il sesso, anche quello più esplicito, è sempre più presente al cinema.
E non parlo di Lars, che con il suo Nymphomaniac non ha fatto nulla di così sconvolgente dopo Shame o dopo La Vita di Adele, ma parlo di una tendenza generale del cinema di parlare propriamente del sesso, di storie che di questo parlano e che quindi, ovviamente, lo includono nelle scene.
Non c'è nulla di pruriginoso, quindi, né di pornografico, soprattutto quando quanto raccontato ha bisogno anche di questo aspetto della vita per mostrarsi.
E il sesso è essenziale nel film di Alain Guiraudie, che assieme a Kechiche ha acceso i bollori della Croisette durante lo scorso festival di Cannes.
E' essenziale perchè il suo protagonista questo cerca e questo la spiaggetta in cui quotidianamente va rappresenta: un mondo a parte riservato a gay e nudisti, che si ammirano sul bagnasciuga del lago per poi rincorrersi e scoprirsi nel boschetto adiacente.
In questo unico ambiente si muove e ci viene mostrato Franck, giovane aitante che si innamora al primo sguardo del misterioso Michel, stringendo nel frattempo amicizia con il meno bello ma certamente più profondo Henri, che ha iniziato da poco a frequentare la spiaggia e si tiene in disparte, ancora incapace di prendere le redini della sua vita dopo la rottura con la sua ragazza.
Ma quello che potrebbe sembrare un film sull'educazione sentimentale e sui sentimenti, vira presto alle tinte del noir, con Franck che assiste allibito all'omicidio dell'amante di Michel, e con le indagini che ben presto lo vedono al centro dei sospetti.
Con questa sterzata, L'inconnu du lac rende ancora più tese le sue atmosfere, con l'incessante presenza dell'auto rossa nel parcheggio che apre ogni nuova giornata, con i dubbi e i timori che animano sia noi spettatori che Franck stesso, consapevole di essersi innamorato della persona sbagliata ma comunque incapace di frenare la sua passione.
La passione che ci viene mostrata senza filtri, così come la nudità totale dei vari attori, non distrae dall'elemento noir che è il fulcro del film, ma serve a descriverne il contesto, l'ambientazione e, diciamolo, anche a togliere un po' di stantii pregiudizi sull'amore gay e la sua rappresentazione cinematografica.
La solidità del film si regge benissimo, senza alcun bisogno di polemica né di esibizionismo, riuscendo a mostrare una passione e un amore che va' a scontrarsi con una realtà quasi irreale.
Irreale sembra anche il finale, spietato e sospeso che è forse una pecca, visto quanto finora costruito.
Sia a livello narrativo, infatti, che visivo (con la bellezza del lago e dei corpi sempre in primo piano), L'inconnu du lac aveva molti assi da giocare, ma finisce per lasciare straniti e perplessi, e anche un po' turbati.
Turbati lascia anche la decisione dei Cahiers du Cinema di eleggere proprio questa pellicola come la migliore dello scorso anno, riconoscendogli così meriti certamente dovuti ma tralasciando, forse, alcune sensazioni discordanti che continuano a pulsare a visione terminata.
Ormai il sesso, anche quello più esplicito, è sempre più presente al cinema.
E non parlo di Lars, che con il suo Nymphomaniac non ha fatto nulla di così sconvolgente dopo Shame o dopo La Vita di Adele, ma parlo di una tendenza generale del cinema di parlare propriamente del sesso, di storie che di questo parlano e che quindi, ovviamente, lo includono nelle scene.
Non c'è nulla di pruriginoso, quindi, né di pornografico, soprattutto quando quanto raccontato ha bisogno anche di questo aspetto della vita per mostrarsi.
E il sesso è essenziale nel film di Alain Guiraudie, che assieme a Kechiche ha acceso i bollori della Croisette durante lo scorso festival di Cannes.
E' essenziale perchè il suo protagonista questo cerca e questo la spiaggetta in cui quotidianamente va rappresenta: un mondo a parte riservato a gay e nudisti, che si ammirano sul bagnasciuga del lago per poi rincorrersi e scoprirsi nel boschetto adiacente.
In questo unico ambiente si muove e ci viene mostrato Franck, giovane aitante che si innamora al primo sguardo del misterioso Michel, stringendo nel frattempo amicizia con il meno bello ma certamente più profondo Henri, che ha iniziato da poco a frequentare la spiaggia e si tiene in disparte, ancora incapace di prendere le redini della sua vita dopo la rottura con la sua ragazza.
Ma quello che potrebbe sembrare un film sull'educazione sentimentale e sui sentimenti, vira presto alle tinte del noir, con Franck che assiste allibito all'omicidio dell'amante di Michel, e con le indagini che ben presto lo vedono al centro dei sospetti.
Con questa sterzata, L'inconnu du lac rende ancora più tese le sue atmosfere, con l'incessante presenza dell'auto rossa nel parcheggio che apre ogni nuova giornata, con i dubbi e i timori che animano sia noi spettatori che Franck stesso, consapevole di essersi innamorato della persona sbagliata ma comunque incapace di frenare la sua passione.
La passione che ci viene mostrata senza filtri, così come la nudità totale dei vari attori, non distrae dall'elemento noir che è il fulcro del film, ma serve a descriverne il contesto, l'ambientazione e, diciamolo, anche a togliere un po' di stantii pregiudizi sull'amore gay e la sua rappresentazione cinematografica.
La solidità del film si regge benissimo, senza alcun bisogno di polemica né di esibizionismo, riuscendo a mostrare una passione e un amore che va' a scontrarsi con una realtà quasi irreale.
Irreale sembra anche il finale, spietato e sospeso che è forse una pecca, visto quanto finora costruito.
Sia a livello narrativo, infatti, che visivo (con la bellezza del lago e dei corpi sempre in primo piano), L'inconnu du lac aveva molti assi da giocare, ma finisce per lasciare straniti e perplessi, e anche un po' turbati.
Turbati lascia anche la decisione dei Cahiers du Cinema di eleggere proprio questa pellicola come la migliore dello scorso anno, riconoscendogli così meriti certamente dovuti ma tralasciando, forse, alcune sensazioni discordanti che continuano a pulsare a visione terminata.
17 aprile 2014
Cannes 2014 - Il Programma
La croisette scalda i motori, e come sempre ruggiscono!
Questo il poster ufficiale della 67esima edizione, e visto che il nostro Marcello troneggia in tutto il suo fascino, un po' più di Italia c'era da aspettarsela e invece.. invece a portare alto il nostro tricolore solo la promettente Alice Rohrwacher in concorso e Asia Argento regista nella sezione un certain regard.
Molti, comunque, i nomi che fanno applaudire, dal Cronenberg che forse si farà perdonare dal suo Cosmopolis, agli inglesi Ken Loach e Mike Leight, dai francesi Assayas (Apres Mai a Venezia 2012) e Hazanavicius chiamato a bissare il successo di The Artist, ai festavalieri DOC giovani -Xavier Dolan- e vecchi -i fratelli Dardenne- più l'ancora in forma Godard.
Interesse anche attorno ai film fuori concorso, a partire dall'apertura riservata a Nicole Kidman fino all'esordio alla regia di Ryan Gosling e l'atteso sequel di Dragon Trainer della DreamWorks.
Insomma, nomi e film da tenere d'occhio, che calcheranno il red carpet a partire dal 14 maggio per poi giungere, si spera, anche nelle nostre sale.
Il programma completo:
FILM D’APERTURA
Grace of Monaco di Olivier Dahan
IN CONCORSO
Adieu au langage di Jean-Luc Godard
The Captive di Atom Egoyan
Clouds of Sils Maria di Olivier Assayas
Foxcatcher di Bennett Miller
The Homesman di Tommy Lee Jones
Jimmy’s Hall di Ken Loach
La Meraviglie di Alice Rohrwacher
Leviathan di Andrei Zvyagintsev
Maps to the Stars di David Cronenberg
Mommy di Xavier Dolan
Mr. Turner di Mike Leigh
Saint Laurent di Bertrand Bonello
The Search di Michel Hazanavicius
Still the Water di Naomi Kawase
Two Days, One Night di Jean-Pierre and Luc Dardenne
Wild Tales di Damian Szifron
Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan
FUORI CONCORSO
Coming Home di Zhang Yimou
How to Train Your Dragon 2 di Dean DeBlois
Les Gens du Monde di Yves Jeuland
UN CERTAIN REGARD
Amour fou di Jessica Hausner
Bird People di Pascale Ferran
The Blue Room di Mathieu Amalric
Charlie’s Country di Rolf de Heer
Dohee-ya di July Jung
Eleanor Rigby di Ned Benson
Fantasia di Wang Chao
Harcheck mi headro di Keren Yedaya
Hermosa juventud di Jaime Rosales
Incompresa di Asia Argento
Jauja di Lisandro Alonso
Lost River di Ryan Gosling
Party Girl di Marie Amachoukeli, Claire Burger and Samuel Theis
Run di Philippe Lacote
The Salt of the Earth di Wim Wenders and Juliano Ribeiro Salgado
Snow in Paradise di Andrew Hulme
Titli di Kanu Behl
Tourist di Ruben Ostlund
MIDNIGHT SCREENINGS
The Rover di David Michod
The Salvation di Kristian Levring
The Target di Yoon Hong-seung
SPECIAL SCREENINGS
The Bridges of Sarajevo - various directors
Eau argentee di Mohammed Ossama
Maidan di Sergei Loznitsa
Red Army di Polsky Gabe
Caricaturistes – Fantassins de la democratie di Stephanie Valloatto
Questo il poster ufficiale della 67esima edizione, e visto che il nostro Marcello troneggia in tutto il suo fascino, un po' più di Italia c'era da aspettarsela e invece.. invece a portare alto il nostro tricolore solo la promettente Alice Rohrwacher in concorso e Asia Argento regista nella sezione un certain regard.
Molti, comunque, i nomi che fanno applaudire, dal Cronenberg che forse si farà perdonare dal suo Cosmopolis, agli inglesi Ken Loach e Mike Leight, dai francesi Assayas (Apres Mai a Venezia 2012) e Hazanavicius chiamato a bissare il successo di The Artist, ai festavalieri DOC giovani -Xavier Dolan- e vecchi -i fratelli Dardenne- più l'ancora in forma Godard.
Interesse anche attorno ai film fuori concorso, a partire dall'apertura riservata a Nicole Kidman fino all'esordio alla regia di Ryan Gosling e l'atteso sequel di Dragon Trainer della DreamWorks.
Insomma, nomi e film da tenere d'occhio, che calcheranno il red carpet a partire dal 14 maggio per poi giungere, si spera, anche nelle nostre sale.
Il programma completo:
FILM D’APERTURA
Grace of Monaco di Olivier Dahan
IN CONCORSO
Adieu au langage di Jean-Luc Godard
The Captive di Atom Egoyan
Clouds of Sils Maria di Olivier Assayas
Foxcatcher di Bennett Miller
The Homesman di Tommy Lee Jones
Jimmy’s Hall di Ken Loach
La Meraviglie di Alice Rohrwacher
Leviathan di Andrei Zvyagintsev
Maps to the Stars di David Cronenberg
Mommy di Xavier Dolan
Mr. Turner di Mike Leigh
Saint Laurent di Bertrand Bonello
The Search di Michel Hazanavicius
Still the Water di Naomi Kawase
Two Days, One Night di Jean-Pierre and Luc Dardenne
Wild Tales di Damian Szifron
Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan
FUORI CONCORSO
Coming Home di Zhang Yimou
How to Train Your Dragon 2 di Dean DeBlois
Les Gens du Monde di Yves Jeuland
UN CERTAIN REGARD
Amour fou di Jessica Hausner
Bird People di Pascale Ferran
The Blue Room di Mathieu Amalric
Charlie’s Country di Rolf de Heer
Dohee-ya di July Jung
Eleanor Rigby di Ned Benson
Fantasia di Wang Chao
Harcheck mi headro di Keren Yedaya
Hermosa juventud di Jaime Rosales
Incompresa di Asia Argento
Jauja di Lisandro Alonso
Lost River di Ryan Gosling
Party Girl di Marie Amachoukeli, Claire Burger and Samuel Theis
Run di Philippe Lacote
The Salt of the Earth di Wim Wenders and Juliano Ribeiro Salgado
Snow in Paradise di Andrew Hulme
Titli di Kanu Behl
Tourist di Ruben Ostlund
MIDNIGHT SCREENINGS
The Rover di David Michod
The Salvation di Kristian Levring
The Target di Yoon Hong-seung
SPECIAL SCREENINGS
The Bridges of Sarajevo - various directors
Eau argentee di Mohammed Ossama
Maidan di Sergei Loznitsa
Red Army di Polsky Gabe
Caricaturistes – Fantassins de la democratie di Stephanie Valloatto
Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema
Dopo un paio di settimane con titoli di punta che hanno fatto tornare sulle poltroncine, nel weekend pasquale si tira un po' la cinghia. Niente di memorabile, sulla carta, molti tappabuchi, soprattutto sul fronte italico.
Ma se per digerire il vostro abbondante pranzo vorrete abbandonarvi al buio della sala, ecco qualche consiglio:
Gigolò per Caso
John Turturro e Woody Allen, amici di vecchia data, si uniscono in una commedia che ha tutte le caratteristiche di quelle del secondo. Umorismo sottile, ebraismo di sottofondo e molto non-sense, a cominciare dal lavoro del primo che è quello del gigolò per anziane signore. Tutto cambia, o vorrebbe cambiare, quando l'amore bussa alla porta sotto le vesti di una giovane vedova di un rabbino.
Una possibilità gliela si dà senza pensieri.
Trailer
Trascendence
Johnny Depp ultimamente non brilla certo per ruoli indimenticabili, anzi, la sua stella sembra essersi esaurita. Qui potrebbe in parte -il ragionevole dubbio è d'obbligo- riscattarsi, nelle vesti di un dottore all'avanguardia la cui coscienza una volta morto viene messa in un avanzato programma computeristico, prendendo vita e diventando via via sempre più potente. La moglie capirà l'errore fatto, mentre una frangia terroristica cercherà di fermare il tutto.
Ad affiancare Johnny, i bei volti di Paul Bettany, Rebecca Hall, Kate Mara e Cillian Murphy.
Trailer
Onirica - Field of Dogs
Dalla Polonia, Lech Majewski ci porta dentro la Divina Commedia dopo aver affrontato Il giardino delle delizie di Bosch e La salita al calvario di Pieter Bruegel il Vecchio nei suoi film precedenti.
Nessuna rivisitazione, ma l'opera di Dante è il modo che il giovane Adam ha di affrontare il lutto dell'amata Basia e del suo miglior amico, morti in un incidente stradale. Leggendo il libro, infatti, questo professore universitario immaginerà un mondo parallelo dove i suoi cari sono ancora in vita.
Altamente poetico, altamente radical-chic.
Trailer
Ti Sposo ma non Troppo
Immancabile commedia degli equivoci che ruota attorno a quattro personaggi che, ovviamente, pur di affrontare la verità di petto inventeranno mille stratagemmi per fingersi psicologhi o innamorati prossimi all'altare nonostante il vizio delle chat.
Come se non bastasse la mancanza di originalità del soggetto, il cast è composto dagli sconosciuti Gabriele Pignotta, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani, dalla televisiva Vanessa Incontrada e dall'insopportabile Chiara Francini.
Evitate.
Trailer
Song 'e Napule
Decisamente più originale il film dei Manetti Bros., che vede un'aspirante musicista impiegato in questura coinvolto in un'operazione di camorra, dove finisce infiltrato in una band neomelodica che suonerà al matrimonio del boss locale.
Applaudito a Roma.
Trailer
Alla Ricerca di Vivian Maier
Chi è Vivian Maier?
Una semplice tata di Chicago, scomparsa nel 2009.
In realtà, grazie alla fortuna e all'intuizione di John Maloof, che trovò una scatola di negativi da sviluppare, una fotografa dall'immenso talento, rimasta nascosta e ai margini per anni.
Il documentario ne racconterà la storia.
Trailer
Rio 2- Missione Amazzonia
Evitato e senza mai troppi rimpianti il primo capitolo, arriva già nelle sale il sequel delle avventure dell'uccello Blu che ora ha famiglia e figli al seguito. Insieme partiranno per un viaggio alla ricerca delle proprie origini dopo aver saputo che altri loro simili si nascondono nel cuore dell'Amazzonia.
Per i più piccoli, ovviamente.
Trailer
Ma se per digerire il vostro abbondante pranzo vorrete abbandonarvi al buio della sala, ecco qualche consiglio:
Gigolò per Caso
John Turturro e Woody Allen, amici di vecchia data, si uniscono in una commedia che ha tutte le caratteristiche di quelle del secondo. Umorismo sottile, ebraismo di sottofondo e molto non-sense, a cominciare dal lavoro del primo che è quello del gigolò per anziane signore. Tutto cambia, o vorrebbe cambiare, quando l'amore bussa alla porta sotto le vesti di una giovane vedova di un rabbino.
Una possibilità gliela si dà senza pensieri.
Trailer
Trascendence
Johnny Depp ultimamente non brilla certo per ruoli indimenticabili, anzi, la sua stella sembra essersi esaurita. Qui potrebbe in parte -il ragionevole dubbio è d'obbligo- riscattarsi, nelle vesti di un dottore all'avanguardia la cui coscienza una volta morto viene messa in un avanzato programma computeristico, prendendo vita e diventando via via sempre più potente. La moglie capirà l'errore fatto, mentre una frangia terroristica cercherà di fermare il tutto.
Ad affiancare Johnny, i bei volti di Paul Bettany, Rebecca Hall, Kate Mara e Cillian Murphy.
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Onirica - Field of Dogs
Dalla Polonia, Lech Majewski ci porta dentro la Divina Commedia dopo aver affrontato Il giardino delle delizie di Bosch e La salita al calvario di Pieter Bruegel il Vecchio nei suoi film precedenti.
Nessuna rivisitazione, ma l'opera di Dante è il modo che il giovane Adam ha di affrontare il lutto dell'amata Basia e del suo miglior amico, morti in un incidente stradale. Leggendo il libro, infatti, questo professore universitario immaginerà un mondo parallelo dove i suoi cari sono ancora in vita.
Altamente poetico, altamente radical-chic.
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Ti Sposo ma non Troppo
Immancabile commedia degli equivoci che ruota attorno a quattro personaggi che, ovviamente, pur di affrontare la verità di petto inventeranno mille stratagemmi per fingersi psicologhi o innamorati prossimi all'altare nonostante il vizio delle chat.
Come se non bastasse la mancanza di originalità del soggetto, il cast è composto dagli sconosciuti Gabriele Pignotta, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani, dalla televisiva Vanessa Incontrada e dall'insopportabile Chiara Francini.
Evitate.
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Song 'e Napule
Decisamente più originale il film dei Manetti Bros., che vede un'aspirante musicista impiegato in questura coinvolto in un'operazione di camorra, dove finisce infiltrato in una band neomelodica che suonerà al matrimonio del boss locale.
Applaudito a Roma.
Trailer
Alla Ricerca di Vivian Maier
Chi è Vivian Maier?
Una semplice tata di Chicago, scomparsa nel 2009.
In realtà, grazie alla fortuna e all'intuizione di John Maloof, che trovò una scatola di negativi da sviluppare, una fotografa dall'immenso talento, rimasta nascosta e ai margini per anni.
Il documentario ne racconterà la storia.
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Rio 2- Missione Amazzonia
Evitato e senza mai troppi rimpianti il primo capitolo, arriva già nelle sale il sequel delle avventure dell'uccello Blu che ora ha famiglia e figli al seguito. Insieme partiranno per un viaggio alla ricerca delle proprie origini dopo aver saputo che altri loro simili si nascondono nel cuore dell'Amazzonia.
Per i più piccoli, ovviamente.
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