Succede che a volte è più interessante la storia dietro un libro, del libro stesso.
Succede che la storia in questione ha colpi di scena, rivelazioni e scoperte, più sorprendenti e appassionanti del libro stesso.
È il caso, ovviamente, de L'isola in fondo al mare, secondo romanzo pubblicato da Margaret Mitchell, ma pubblicato a quasi 50 anni dalla sua morte.
Il primo, ovviamente, è quel Via col vento che le ha dato notorietà, fama e aspettative, improvvise.
Quel Via col vento diventato un classico, amato da generazioni di lettori.
Poi più niente.
Una devota astinenza dallo scrivere romanzi.
Poi l'incidente stradale che la portò prima al coma, poi alla morte, con le sue volontà che parlavano chiaro: bruciare tutto, tutto quanto, carteggi lettere, liste della spesa (se mai ce ne fossero state), idee e storie, tutto quello che aveva scritto e deciso di non pubblicare, andava messo al rogo.
Com'è allora che quest'Isola si è salvata?
Pagine
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30 aprile 2018
29 aprile 2018
La Domenica Scrivo - New York (il Prima)
Fa ancora un po' paura a dirlo: ma sono a New York.
O meglio, quando questo post si pubblicherà in modo automatico, sarò a New York.
Per il momento sono ancora qui, davanti a questa tastiera, in preda all'ansia e all'eccitazione per un viaggio improvviso, inizialmente non previsto, ma che si sta realizzando.
Non è mai stata la mia meta da sogno, se devo essere onesta. E lo dico nonostante l'idea che a breve In Central Perk sarà in Central Park mi manda in visibilio.
È sempre stata una meta che temevo, ma su cui negli ultimi tempi mi sono trovata a fantasticare più del dovuto.
Poi un'offerta aerea, poi gli amici che quell'offerta l'han presa letteralmente al volo, qualche discussione e qualche senso di colpa economico, e quel volo lo abbiamo preso anche noi, io e il giovine, con loro.
E poi, come sempre, non la leggerezza di avere un viaggio da sogno da vivere, ma una certa pesantezza che un'ansiosa come me non può evitare, per controlli diversi, per burocrazia diversa e complicata, per durata diversa, per Paese, continente, valuta e usanze, diverse.
Che ci posso fare, sono fatta così.
E già ne ho scritto QUI
O meglio, quando questo post si pubblicherà in modo automatico, sarò a New York.
Per il momento sono ancora qui, davanti a questa tastiera, in preda all'ansia e all'eccitazione per un viaggio improvviso, inizialmente non previsto, ma che si sta realizzando.
Non è mai stata la mia meta da sogno, se devo essere onesta. E lo dico nonostante l'idea che a breve In Central Perk sarà in Central Park mi manda in visibilio.
È sempre stata una meta che temevo, ma su cui negli ultimi tempi mi sono trovata a fantasticare più del dovuto.
Poi un'offerta aerea, poi gli amici che quell'offerta l'han presa letteralmente al volo, qualche discussione e qualche senso di colpa economico, e quel volo lo abbiamo preso anche noi, io e il giovine, con loro.
E poi, come sempre, non la leggerezza di avere un viaggio da sogno da vivere, ma una certa pesantezza che un'ansiosa come me non può evitare, per controlli diversi, per burocrazia diversa e complicata, per durata diversa, per Paese, continente, valuta e usanze, diverse.
Che ci posso fare, sono fatta così.
E già ne ho scritto QUI
28 aprile 2018
Ready Player One
Andiamo al Cinema
Premessa necessaria: ho aspettato il più a lungo possibile, sperando in un piccolo miracolo del mio cinema di fiducia, ovvero vedere Ready Player One in lingua originale e non nella versione già tanto bistrattata doppiata.
Ho aspettato fino all'ultimo, ma niente, gli si è preferito Tonya, perfino Wind River e ben venga per loro, meno per me.
Quindi, tra i troppi "zio", "sclerare" e altri neologismi per sembrare più ggiovani, il naso l'ho storto più del necessario, e il giudizio va da sé ne è stato influito.
Ed è un peccato, perchè Ready Player One è un giocattolone fantastico che ogni amante del cinema, o dei fumetti, o della cultura pop, non può che amare.
Premessa necessaria: ho aspettato il più a lungo possibile, sperando in un piccolo miracolo del mio cinema di fiducia, ovvero vedere Ready Player One in lingua originale e non nella versione già tanto bistrattata doppiata.
Ho aspettato fino all'ultimo, ma niente, gli si è preferito Tonya, perfino Wind River e ben venga per loro, meno per me.
Quindi, tra i troppi "zio", "sclerare" e altri neologismi per sembrare più ggiovani, il naso l'ho storto più del necessario, e il giudizio va da sé ne è stato influito.
Ed è un peccato, perchè Ready Player One è un giocattolone fantastico che ogni amante del cinema, o dei fumetti, o della cultura pop, non può che amare.
27 aprile 2018
A Quiet Place - Un Posto Tranquillo
Andiamo al Cinema
Gli horror sono ormai sdoganati da queste parti e così, armata di un giovine coraggioso al mio fianco, ho affrontato pure il tanto acclamato e silenzioso film di John Krasinski.
Shh.
Facciamo silenzio.
Non si parla, non si urla, si evita qualunque rumore.
Il perchè, lo si sa grazie a una trama fatta circolare, il perchè, lo vedremo quando un bimbo non capisce, non sa, se ne frega dei consigli e delle parole -silenziose- dei genitori, e giocherà, non resisterà alla tentazione di un giocattolo rumoroso, andandosene così in fretta, agguantato da una strana bestia, lasciando in un vortice di depressione e sensi di colpa l'intera famiglia.
Ma passano i giorni, i mesi, la situazione non cambia, sempre in silenzio si deve stare, sempre arrangiarsi come si può si deve. Soprattutto se in arrivo c'è un bambino, che potrebbe piangere, che potrebbe provocare dolore e quindi urla. Ci si prepara, si insegna la caccia, si insegnano trucchi per parlare, urlare, finalmente.
Mentre tutto tace.
Ma basta davvero poco, basta un niente, un oggetto che cade, le acque che si rompono, e la tensione torna, torna quella bestia, torna la paura di perdere una moglie, gli altri figli, rimasti separati, arrabbiati, colpevolizzati.
Gli horror sono ormai sdoganati da queste parti e così, armata di un giovine coraggioso al mio fianco, ho affrontato pure il tanto acclamato e silenzioso film di John Krasinski.
Shh.
Facciamo silenzio.
Non si parla, non si urla, si evita qualunque rumore.
Il perchè, lo si sa grazie a una trama fatta circolare, il perchè, lo vedremo quando un bimbo non capisce, non sa, se ne frega dei consigli e delle parole -silenziose- dei genitori, e giocherà, non resisterà alla tentazione di un giocattolo rumoroso, andandosene così in fretta, agguantato da una strana bestia, lasciando in un vortice di depressione e sensi di colpa l'intera famiglia.
Ma passano i giorni, i mesi, la situazione non cambia, sempre in silenzio si deve stare, sempre arrangiarsi come si può si deve. Soprattutto se in arrivo c'è un bambino, che potrebbe piangere, che potrebbe provocare dolore e quindi urla. Ci si prepara, si insegna la caccia, si insegnano trucchi per parlare, urlare, finalmente.
Mentre tutto tace.
Ma basta davvero poco, basta un niente, un oggetto che cade, le acque che si rompono, e la tensione torna, torna quella bestia, torna la paura di perdere una moglie, gli altri figli, rimasti separati, arrabbiati, colpevolizzati.
26 aprile 2018
Loro 1
Andiamo al Cinema
Volevo aspettare, come fatto per Nymphomaniac, di vedere il film intero, e non solo la sua prima parte.
Volevo aspettare, come giustamente si dovrebbe fare, senza dare giudizi, senza chiedere spiegazioni di sorta, con il quadro completo davanti, ma mi sono lasciata tentare, un viaggio è imminente, e meglio mettere su carta -o su blog- almeno queste prime impressioni, ben consapevole che saranno solo le prime, che non sono definitive e che ogni giudizio è sospeso.
Chiaro?
Possiamo evitare toni polemici?
Bene.
Anche perchè Sorrentino con me sfonda una porta aperta, sempre affascinata dal suo sguardo, dalla sua voce, dalle immagini di pura poesia che sa regalare anche se inquadrano un agnello sacrificale, o da dialoghi che in bocca ad altri, in mano ad altri, potrebbero risultare banali, scollegati, irreali.
Invece, lui può, lui sa, l'equilibrio viene raggiunto, questo è il suo stile.
Volevo aspettare, come fatto per Nymphomaniac, di vedere il film intero, e non solo la sua prima parte.
Volevo aspettare, come giustamente si dovrebbe fare, senza dare giudizi, senza chiedere spiegazioni di sorta, con il quadro completo davanti, ma mi sono lasciata tentare, un viaggio è imminente, e meglio mettere su carta -o su blog- almeno queste prime impressioni, ben consapevole che saranno solo le prime, che non sono definitive e che ogni giudizio è sospeso.
Chiaro?
Possiamo evitare toni polemici?
Bene.
Anche perchè Sorrentino con me sfonda una porta aperta, sempre affascinata dal suo sguardo, dalla sua voce, dalle immagini di pura poesia che sa regalare anche se inquadrano un agnello sacrificale, o da dialoghi che in bocca ad altri, in mano ad altri, potrebbero risultare banali, scollegati, irreali.
Invece, lui può, lui sa, l'equilibrio viene raggiunto, questo è il suo stile.
25 aprile 2018
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 25 (ma anche 24, 26 e 30) Aprile
Spalmati tra ieri, oggi, domani e pure lunedì, i nuovi film in uscita sono in realtà un contorno al vero scontro tra supereroi Marvel e un antieroe come il nostro Silvio visto da Sorrentino.
Chi vincerà?
Io, ovviamente, so già chi correre a vedere.
Loro 1
Il nuovo film di Sorrentino. Su Silvio Berusconi e i loro che gli stan attorno. Con Toni Servillo.
Insomma, ci si fionda al cinema. E se ne parlerà a breve.
Trailer
Avengers - Infinity War
Infinita è anche la mia guerra ai film Marvel in generale. Non cederò nemmeno questa volta, lasciando campo aperto ai fan.
Trailer
I fantasmi d'Ismael
Quel cinema francese dal gran cast (Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher) che racconta l'amore, la famiglia, il cinema stesso.
Insomma, gli si dà fiducia.
Trailer
Interroptution
Presentato 3 anni fa a Venezia, questo film greco è come dev'essere un film greco: disturbante e inquietante.
Ne ho parlato QUI
La Mélodie
Il solito professore in cerca di riscatto nella scuola dei bassifondi, il solito studente dotato ma con carenze familiari. Insomma, il solito film buonista che anche se francese non dice niente di nuovo.
Ne ho parlato QUI
Youtopia
Il sesso 2.0 con Matilda de Angelis, ovvero come pagare il mutuo via webcam, come realizzare le fantasie più perverse, e mettere all'asta la propria verginità. Riserve ne ho parecchie vista la pesantezza del Trailer
Tu mi nascondi qualcosa
Non nascondo che certo cinema usa e getta italiano, di commedie sempre degli equivoci e di attori sempre uguali, ha ormai stancato.
Trailer
Nato a Casal di Principe
Lo definiscono il Lato B di Gomorra, ovvero la storia raccontata dal punto di vista delle vittime, in questo caso un aspirante attore il cui fratello viene rapito dalla camorra.
Visto però che già Gomorra mi ha stancato, non credo concederò una chance al suo B side.
Trailer
Gli indesiderati d'Europa
Uno stesso sentiero, diverse persone in fuga dagli -ismi d'Europa, che siano spagnoli o tedesco.
Insomma, non certo la leggerezza che la stagione richiede.
Trailer
Io sono Nulla
Ci con voluti tre anni per far arrivare al cinema questo film amatorialissimo e non resta che chiedersi perchè?
Intendo, perchè non lo si poteva tenere in coma un altro po'.
Trailer
Chi vincerà?
Io, ovviamente, so già chi correre a vedere.
Loro 1
Il nuovo film di Sorrentino. Su Silvio Berusconi e i loro che gli stan attorno. Con Toni Servillo.
Insomma, ci si fionda al cinema. E se ne parlerà a breve.
Trailer
Avengers - Infinity War
Infinita è anche la mia guerra ai film Marvel in generale. Non cederò nemmeno questa volta, lasciando campo aperto ai fan.
Trailer
I fantasmi d'Ismael
Quel cinema francese dal gran cast (Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher) che racconta l'amore, la famiglia, il cinema stesso.
Insomma, gli si dà fiducia.
Trailer
Interroptution
Presentato 3 anni fa a Venezia, questo film greco è come dev'essere un film greco: disturbante e inquietante.
Ne ho parlato QUI
La Mélodie
Il solito professore in cerca di riscatto nella scuola dei bassifondi, il solito studente dotato ma con carenze familiari. Insomma, il solito film buonista che anche se francese non dice niente di nuovo.
Ne ho parlato QUI
Youtopia
Il sesso 2.0 con Matilda de Angelis, ovvero come pagare il mutuo via webcam, come realizzare le fantasie più perverse, e mettere all'asta la propria verginità. Riserve ne ho parecchie vista la pesantezza del Trailer
Tu mi nascondi qualcosa
Non nascondo che certo cinema usa e getta italiano, di commedie sempre degli equivoci e di attori sempre uguali, ha ormai stancato.
Trailer
Nato a Casal di Principe
Lo definiscono il Lato B di Gomorra, ovvero la storia raccontata dal punto di vista delle vittime, in questo caso un aspirante attore il cui fratello viene rapito dalla camorra.
Visto però che già Gomorra mi ha stancato, non credo concederò una chance al suo B side.
Trailer
Gli indesiderati d'Europa
Uno stesso sentiero, diverse persone in fuga dagli -ismi d'Europa, che siano spagnoli o tedesco.
Insomma, non certo la leggerezza che la stagione richiede.
Trailer
Io sono Nulla
Ci con voluti tre anni per far arrivare al cinema questo film amatorialissimo e non resta che chiedersi perchè?
Intendo, perchè non lo si poteva tenere in coma un altro po'.
Trailer
24 aprile 2018
Scandal - Stagione 7 (e Ultima)
Mondo Serial
Che fine scandalosa che ha fatto Scandal!
La battuta viene spontanea, ed è anche piuttosto brutta, come brutta è stata quest'ultima stagione in cui si dice addio ad Olivia Pope e soci. Non che le aspettative fossero alte, visto come già negli ultimi anni la serie guilty pleasure per eccellenza, era diventata sempre più guilty, sempre meno pleasure. Ma ci si aspettava di meglio, ci si meritava di meglio che non una sceneggiatura pasticciatissima, personaggi allo sbando, cambiamenti e morti non necessari.
Andiamo con ordine, perchè Shonda aveva carte ben importanti fra le sue mani. aveva due donne al potere, due donne come Olivia e la splendida Mellie unite a cambiare il mondo. Ma il potere, si sa, logora e dà alla testa, così ci si trasforma in spietate assassine o in burattine che nulla vedono, che cadono in un facile impeachment, neanche fossero sempre state così sceme.
La prima parte di questo lungo addio è quindi un mostrare la discesa negli inferi di una Bad Olivia nei panni di Commando, che dà ordini spietati, che condanna a morte anche chi gli è sempre stato vicino.
Un cambiamento evitabile?
Certo.
Morti annunciate, esplosioni prevedibili e risuscitamenti facilmente intuibili?
Pure.
Neanche fossimo ormai in Beautiful, con un gemello cattivo in agguato!
Che fine scandalosa che ha fatto Scandal!
La battuta viene spontanea, ed è anche piuttosto brutta, come brutta è stata quest'ultima stagione in cui si dice addio ad Olivia Pope e soci. Non che le aspettative fossero alte, visto come già negli ultimi anni la serie guilty pleasure per eccellenza, era diventata sempre più guilty, sempre meno pleasure. Ma ci si aspettava di meglio, ci si meritava di meglio che non una sceneggiatura pasticciatissima, personaggi allo sbando, cambiamenti e morti non necessari.
Andiamo con ordine, perchè Shonda aveva carte ben importanti fra le sue mani. aveva due donne al potere, due donne come Olivia e la splendida Mellie unite a cambiare il mondo. Ma il potere, si sa, logora e dà alla testa, così ci si trasforma in spietate assassine o in burattine che nulla vedono, che cadono in un facile impeachment, neanche fossero sempre state così sceme.
La prima parte di questo lungo addio è quindi un mostrare la discesa negli inferi di una Bad Olivia nei panni di Commando, che dà ordini spietati, che condanna a morte anche chi gli è sempre stato vicino.
Un cambiamento evitabile?
Certo.
Morti annunciate, esplosioni prevedibili e risuscitamenti facilmente intuibili?
Pure.
Neanche fossimo ormai in Beautiful, con un gemello cattivo in agguato!
23 aprile 2018
Il Lunedì Leggo - L'oceano in fondo al sentiero di Neil Gaiman
Di Neil Gaiman non avevo mai letto niente, ma avevo visto parecchio.
Uno di quegli autori che ti ritrovi ovunque, che scopri aver scritto questa o quella sceneggiatura, che scopri una serie, un film, un episodio, da lui scritto, da un suo libro, un suo fumetto, tratto.
Da Stardust passando per il più recente American Gods, da qualche episodio di Doctor Who a Coraline, mi chiedo perchè Gaiman su carta non sia entrato prima nel mio radar.
Leggerlo, era diventato obbligatorio, un po' meno riuscire a trovare in libreria un suo romanzo, che i fumetti -Sandman, parlo di te- sono ancora piuttosto proibitivi come costi.
La scelta, a malincuore e praticamente dovuta- è ricaduta su L'oceano in fondo al sentiero , il romanzo più recente scritto, un romanzo che parla ancora una volta di un bambino solitario, che si rifugia nei libri, che nei libri trova conforto, e dell'avventura che si ritrova a vivere, e poi a ricordare, in quell'oceano in fondo al sentiero che ha più l'aspetto di uno stagno.
Uno di quegli autori che ti ritrovi ovunque, che scopri aver scritto questa o quella sceneggiatura, che scopri una serie, un film, un episodio, da lui scritto, da un suo libro, un suo fumetto, tratto.
Da Stardust passando per il più recente American Gods, da qualche episodio di Doctor Who a Coraline, mi chiedo perchè Gaiman su carta non sia entrato prima nel mio radar.
Leggerlo, era diventato obbligatorio, un po' meno riuscire a trovare in libreria un suo romanzo, che i fumetti -Sandman, parlo di te- sono ancora piuttosto proibitivi come costi.
La scelta, a malincuore e praticamente dovuta- è ricaduta su L'oceano in fondo al sentiero , il romanzo più recente scritto, un romanzo che parla ancora una volta di un bambino solitario, che si rifugia nei libri, che nei libri trova conforto, e dell'avventura che si ritrova a vivere, e poi a ricordare, in quell'oceano in fondo al sentiero che ha più l'aspetto di uno stagno.
22 aprile 2018
La Domenica Scrivo - Di giardini, di lavori, di rimandi e di tempo
Volevo scrivere del giardinaggio, di quanto con le belle giornate, con la primavera finalmente iniziata, con i fiori che sbocciano e il mio verde che torna ad essere verde, il giardinaggio sia diventato una nuova passione rubata e affiancata al giovine.
Dovevo, ma i lavori da fare e da far fare in giardino sembrano così complicati (tono ironico, che si tratta di fare un muretto di confine e di "girare la terra" per fare l'orto) che i muratori li rimandano da almeno due mesi, e quindi, questa passione che mi tocca tenere a freno, tocca metterla da parte.
Dovevo, ma i lavori da fare e da far fare in giardino sembrano così complicati (tono ironico, che si tratta di fare un muretto di confine e di "girare la terra" per fare l'orto) che i muratori li rimandano da almeno due mesi, e quindi, questa passione che mi tocca tenere a freno, tocca metterla da parte.
21 aprile 2018
Rashomon
#LaPromessa2018
Sulla carta, era il film che più temevo della mia promessa.
Sarà per gli anni che si porta appresso, sarà il mio rapporto non certo felice con il cinema orientale, ma Kurosawa, un nome, una leggenda, lo temevo.
Temevo di trovare pesantezza, di perdermi nei silenzi, nei combattimenti, in una generale noia.
È successo che sia io che il giovine -compagno di visione più abituato di me a certi linguaggi- ci siamo persi in quei silenzi, in quei combattimenti, in una storia impregnata di retorica, di pesantezza, con gli occhi che spesso e volentieri si chiudevano e cedevano alla stanchezza.
Sulla carta, era il film che più temevo della mia promessa.
Sarà per gli anni che si porta appresso, sarà il mio rapporto non certo felice con il cinema orientale, ma Kurosawa, un nome, una leggenda, lo temevo.
Temevo di trovare pesantezza, di perdermi nei silenzi, nei combattimenti, in una generale noia.
È successo che sia io che il giovine -compagno di visione più abituato di me a certi linguaggi- ci siamo persi in quei silenzi, in quei combattimenti, in una storia impregnata di retorica, di pesantezza, con gli occhi che spesso e volentieri si chiudevano e cedevano alla stanchezza.
20 aprile 2018
Akira
Andiamo al Cinema
Sdoganato ormai il genere horror, con settimane a tema d'estate e un It che campeggia fiero come miglior film del 2017, pian piano ho deciso di sdoganare un'altra mia grossa croce: gli Anime.
Mai stata una fan delle Anime Night made in MTV, mai stata una fan dei cartoni giappo da piccola (Sailor Moon a parte, ma chi non è stato fan di Sailor Moon?) dei manga (Video Girl Ai su tutti) solo in tempi adolescenziali, ma è in tempi recenti, con la convivenza, che mi son vista soffrire in silenzio per le serate anime made in giovine, tra pirati, combattenti e combattimenti infiniti.
C'ho provato, con lui, qualche anno fa, inizialmente presa e ammaliata dalla storia di Death Note e di quel libro malefico, tranne poi perdermi, in una trama non più così avvincente, rimandando, posticipando, sostituendo. E quindi Death Note giace ancora lì, incompiuto, e con nessuna intenzione di cedere alla produzione Netflix.
C'ho riprovato ieri sera, con un Anime con la A maiuscola, non seriale, che nel 1988 ha cambiato il genere giapponese, infrangendo limiti e dogane.
Nell'anno che ci vede entrambi compiere 30 anni, ho conosciuto Akira, ed è stato amore?
In parte.
Sdoganato ormai il genere horror, con settimane a tema d'estate e un It che campeggia fiero come miglior film del 2017, pian piano ho deciso di sdoganare un'altra mia grossa croce: gli Anime.
Mai stata una fan delle Anime Night made in MTV, mai stata una fan dei cartoni giappo da piccola (Sailor Moon a parte, ma chi non è stato fan di Sailor Moon?) dei manga (Video Girl Ai su tutti) solo in tempi adolescenziali, ma è in tempi recenti, con la convivenza, che mi son vista soffrire in silenzio per le serate anime made in giovine, tra pirati, combattenti e combattimenti infiniti.
C'ho provato, con lui, qualche anno fa, inizialmente presa e ammaliata dalla storia di Death Note e di quel libro malefico, tranne poi perdermi, in una trama non più così avvincente, rimandando, posticipando, sostituendo. E quindi Death Note giace ancora lì, incompiuto, e con nessuna intenzione di cedere alla produzione Netflix.
C'ho riprovato ieri sera, con un Anime con la A maiuscola, non seriale, che nel 1988 ha cambiato il genere giapponese, infrangendo limiti e dogane.
Nell'anno che ci vede entrambi compiere 30 anni, ho conosciuto Akira, ed è stato amore?
In parte.
19 aprile 2018
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 19 Aprile
Lo so, lo so, le belle giornate sembrano arrivate e il cinema sembra aver chiuso i battenti.
E invece no, in un colpo solo, due/tre/quattro ottimi titoli arrivano e cercano di richiamare il pubblico già con la mente alle vacanza. Trovate tempo, almeno per Molly.
Molly's Game
L'esordio alla regia del mago delle parole Aaron Sorkin, che racconta la folle storia della donna regina del poker illegale e del giro di milioni che gestiva.
Se n'è parlato ieri, con entusiasmo, QUI
Ghost Stories
Nonostante quella locandina un po' così, a detta di molti è il miglior horror dell'anno.
L'inglesità del progetto e la presenza di Martin Freeman tentano pure me, brividi garantiti.
Trailer
Doppio Amore
Il nuovo, sensuale, psicologico, stranissimo Ozon. Che parla di gemelli, passione e psicoterapia.
Se n'è parlato, con non troppo entusiasmo, QUI
L'amore secondo Isabelle
Quel cinema francese più classico, più femminile, più per donne mature, che inquadra una 50enne alla ricerca dell'amore, quello vero.
Nì.
Trailer
Escobar - Il Fascino del Male
La versione bignami e orribilmente in inglese di Narcos.
Già stroncata a Venezia, nonostante Berdem e la Cruz.
Leggere QUI per credere.
Wajib - Invito al matrimonio
La preparazione di un matrimonio fa risalire a galla le tensioni fra padre e figlio.
Dalla Palestina, per radical chic d'essai.
Trailer
Il Tuttofare
La scalata al potere di un giovane alle prese con le umiliazioni da stagista/praticante avvocato.
Commedia che sembra spumeggiante, nonostante un cast composto dai per me antipatici Sergio Castellitto e Elena Sofia Ricci.
Trailer
Il mio nome è Thomas
Dirige e interpreta Terence Hill, in sella alla sua moto.
Basta, vero?
Trailer
Parlami di Lucy
... Ma non parlarmi di questi film italiani che vogliono fare i seri, inquadrare la crisi della famiglia, appesantendo il pubblico.
Trailer
E invece no, in un colpo solo, due/tre/quattro ottimi titoli arrivano e cercano di richiamare il pubblico già con la mente alle vacanza. Trovate tempo, almeno per Molly.
Molly's Game
L'esordio alla regia del mago delle parole Aaron Sorkin, che racconta la folle storia della donna regina del poker illegale e del giro di milioni che gestiva.
Se n'è parlato ieri, con entusiasmo, QUI
Ghost Stories
Nonostante quella locandina un po' così, a detta di molti è il miglior horror dell'anno.
L'inglesità del progetto e la presenza di Martin Freeman tentano pure me, brividi garantiti.
Trailer
Doppio Amore
Il nuovo, sensuale, psicologico, stranissimo Ozon. Che parla di gemelli, passione e psicoterapia.
Se n'è parlato, con non troppo entusiasmo, QUI
L'amore secondo Isabelle
Quel cinema francese più classico, più femminile, più per donne mature, che inquadra una 50enne alla ricerca dell'amore, quello vero.
Nì.
Trailer
Escobar - Il Fascino del Male
La versione bignami e orribilmente in inglese di Narcos.
Già stroncata a Venezia, nonostante Berdem e la Cruz.
Leggere QUI per credere.
Wajib - Invito al matrimonio
La preparazione di un matrimonio fa risalire a galla le tensioni fra padre e figlio.
Dalla Palestina, per radical chic d'essai.
Trailer
Il Tuttofare
La scalata al potere di un giovane alle prese con le umiliazioni da stagista/praticante avvocato.
Commedia che sembra spumeggiante, nonostante un cast composto dai per me antipatici Sergio Castellitto e Elena Sofia Ricci.
Trailer
Il mio nome è Thomas
Dirige e interpreta Terence Hill, in sella alla sua moto.
Basta, vero?
Trailer
Parlami di Lucy
... Ma non parlarmi di questi film italiani che vogliono fare i seri, inquadrare la crisi della famiglia, appesantendo il pubblico.
Trailer
18 aprile 2018
Molly's Game
Andiamo al Cinema
C'è Aaron Sorkin, e quindi ci sono parole e parole e parole ancora a costruire una sceneggiatura che non scivola mai, mai non sbava, perfettamente strutturata su quelle parole, sul loro ritmo, con aneddoti, esempi, battute, piene di intelligenza.
C'è Jessica Chastain, e quindi c'è una prova d'Attrice con la A maiuscola, calata in un ruolo non facile di una donna non facile e non particolarmente simpatica, con una sua morale pur lavorando nell'immoralità, aiutata in questo caso da aver vestito panni simili nell'altrettanto solido -ma più politico- Miss Sloane.
C'è una storia, quella di Molly Bloom, che sembra già un film, ed invece è vera. La storia di una campionessa di discesa libera che dopo un grave infortunio si prende una pausa dagli studi in cui eccelle, e diventa in poco tempo la regina delle bische clandestine.
C'è Aaron Sorkin, e quindi ci sono parole e parole e parole ancora a costruire una sceneggiatura che non scivola mai, mai non sbava, perfettamente strutturata su quelle parole, sul loro ritmo, con aneddoti, esempi, battute, piene di intelligenza.
C'è Jessica Chastain, e quindi c'è una prova d'Attrice con la A maiuscola, calata in un ruolo non facile di una donna non facile e non particolarmente simpatica, con una sua morale pur lavorando nell'immoralità, aiutata in questo caso da aver vestito panni simili nell'altrettanto solido -ma più politico- Miss Sloane.
C'è una storia, quella di Molly Bloom, che sembra già un film, ed invece è vera. La storia di una campionessa di discesa libera che dopo un grave infortunio si prende una pausa dagli studi in cui eccelle, e diventa in poco tempo la regina delle bische clandestine.
17 aprile 2018
La Casa di Carta
Mondo Serial
Premessa necessaria: La Casa di Carta che ho visto io era fatta di 15 episodi totali, della durata di un'ora circa l'uno, e con probabile montaggio diverso rispetto a Netflix.
Non credo, in ogni caso, che il succo cambi.
Metto le mani avanti, perchè sto per parlar male della serie del momento.
Che sia una serie fichissima, che abbia tutti gli ingredienti e le idee per essere amata, lo penso pienamente anch'io. E lo dico: l'ho amata, per molti spunti (Camerun, su tutti), per molti personaggi.
Ma devo anche essere sincera, e i tanti, tantissimi buchi di sceneggiatura si son presi la mia attenzione molto più che le scene cult (l'entrata in moto, il matriarcato), gli amori da shippare, i piani da seguire.
Quali buchi?
Premessa necessaria: La Casa di Carta che ho visto io era fatta di 15 episodi totali, della durata di un'ora circa l'uno, e con probabile montaggio diverso rispetto a Netflix.
Non credo, in ogni caso, che il succo cambi.
Metto le mani avanti, perchè sto per parlar male della serie del momento.
Che sia una serie fichissima, che abbia tutti gli ingredienti e le idee per essere amata, lo penso pienamente anch'io. E lo dico: l'ho amata, per molti spunti (Camerun, su tutti), per molti personaggi.
Ma devo anche essere sincera, e i tanti, tantissimi buchi di sceneggiatura si son presi la mia attenzione molto più che le scene cult (l'entrata in moto, il matriarcato), gli amori da shippare, i piani da seguire.
Quali buchi?
16 aprile 2018
Il Lunedì Leggo - Le Lettere di Berlicche di C. S. Lewis
Lo dico fin da subito: non mi è mica piaciuta questa corrispondenza.
Non che mi piacciono di per sé i romanzi epistolari, con le parole scritte da altri a cui manca la descrizione, la narrazione più pura e che quindi mettono una distanza.
Qui, poi, a scrivere è sempre lui, Berlicche, al nipote Malacoda di cui non sapremo mai le risposte, le giustificazioni, ma il destino sì.
Non che mi piacciono di per sé i romanzi epistolari, con le parole scritte da altri a cui manca la descrizione, la narrazione più pura e che quindi mettono una distanza.
Qui, poi, a scrivere è sempre lui, Berlicche, al nipote Malacoda di cui non sapremo mai le risposte, le giustificazioni, ma il destino sì.
15 aprile 2018
La Domenica Scrivo - Cassetti (dei sogni, delle storie, ma soprattutto delle cianfrusaglie)
Ci sono i cassetti che contengono i sogni, quelli di una vita, quelli che chissà quando si realizzeranno, o si troverà il coraggio di perseguire.
Ci sono i cassetti per le storie, i libri, mai pubblicati, cassetti che invidio, perchè al momento oltre a non averne di questo tipo (non avendo una scrivania che solitamente è il mobile di riferimento), non avrei neppure il materiale per riempirli.
Ci sono i cassetti utili, quelli che contengono le posate, le tovaglie, i calzini, l'intimo, i trucchi.
E poi ci sono loro, i miei preferiti, i cassetti delle cianfrusaglie.
Quei cassetti ricolmi di cose che mal si assortiscono, ma che sono i cassetti di salvataggio, che accolgono tutto quello che è senza fissa dimora, tutto quello che un posto specifico non ce l'ha.
Pure la casa più ordinata, più minimal, ha un cassetto delle cianfrusaglie, il reparto nascosto di un persona che potrebbe dire molto di quella stessa persona.
Ci sono i cassetti per le storie, i libri, mai pubblicati, cassetti che invidio, perchè al momento oltre a non averne di questo tipo (non avendo una scrivania che solitamente è il mobile di riferimento), non avrei neppure il materiale per riempirli.
Ci sono i cassetti utili, quelli che contengono le posate, le tovaglie, i calzini, l'intimo, i trucchi.
E poi ci sono loro, i miei preferiti, i cassetti delle cianfrusaglie.
Quei cassetti ricolmi di cose che mal si assortiscono, ma che sono i cassetti di salvataggio, che accolgono tutto quello che è senza fissa dimora, tutto quello che un posto specifico non ce l'ha.
Pure la casa più ordinata, più minimal, ha un cassetto delle cianfrusaglie, il reparto nascosto di un persona che potrebbe dire molto di quella stessa persona.
14 aprile 2018
Doppio Amore
Andiamo al Cinema
Sembra di essere tornati negli anni '90.
Non lo dico solo per quella moda fatta di ombelichi al vento, pantaloni incredibilmente a zampa e tute e jeans firmate che è forse il decennio di moda che meno avrei voluto veder tornare di moda, lo dico per certi film, patinati ed erotici, che ricordano quelli patinati ed erotici degli anni '90.
Visto in questo senso, Doppio Amore (traduzione del più significativo Doppio Amante francese) si pone in quel filone di pellicole patinate ed eleganti e francesi, che mettono alle strette la fragile eroina protagonista, portandoci con lei in un una strana follia di amanti, sì, e di sedute erotiche.
Visto però nel segno di un François Ozon che continua a sperimentare, a divertirsi, a far osare la bella Marine Vatch, non tutto torna.
Sembra di essere tornati negli anni '90.
Non lo dico solo per quella moda fatta di ombelichi al vento, pantaloni incredibilmente a zampa e tute e jeans firmate che è forse il decennio di moda che meno avrei voluto veder tornare di moda, lo dico per certi film, patinati ed erotici, che ricordano quelli patinati ed erotici degli anni '90.
Visto in questo senso, Doppio Amore (traduzione del più significativo Doppio Amante francese) si pone in quel filone di pellicole patinate ed eleganti e francesi, che mettono alle strette la fragile eroina protagonista, portandoci con lei in un una strana follia di amanti, sì, e di sedute erotiche.
Visto però nel segno di un François Ozon che continua a sperimentare, a divertirsi, a far osare la bella Marine Vatch, non tutto torna.
13 aprile 2018
Il Mio Godard
È già Ieri -2017-
Il mio Godard è quello che -nel buio di un'aula universitaria- mi folgorò con la bellezza ancora piena di modernità di Fino all'ultimo respiro.
Il Godard della critica di oggi, è quello che concorrerà anche quest'anno al Festival di Cannes, quello più sperimentatore e politico, quello che ha abbandonato una certa linearità, un certo piacere al pubblico, a favore dei suoi ideali.
Il Godard de Il mio Godard, è quello della moglie e musa Anne Wiazemsky, che lo conobbe giovanissima sul set de La cinese, che condivise gli anni del cambiamento -culturale, politico e personale-, gli anni delle proteste giovanili, il mese di maggio del '68.
Il suo Godard, è quello difficile da digerire e da sopportare tra le mura domestiche, lunatico, con un grande ego, con un grande risentimento dentro, incapace di godere del successo, di farselo bastare, di sentirsi amato ma pure odiato dal pubblico, dai giovani, dagli altri.
Il mio Godard è quello che -nel buio di un'aula universitaria- mi folgorò con la bellezza ancora piena di modernità di Fino all'ultimo respiro.
Il Godard della critica di oggi, è quello che concorrerà anche quest'anno al Festival di Cannes, quello più sperimentatore e politico, quello che ha abbandonato una certa linearità, un certo piacere al pubblico, a favore dei suoi ideali.
Il Godard de Il mio Godard, è quello della moglie e musa Anne Wiazemsky, che lo conobbe giovanissima sul set de La cinese, che condivise gli anni del cambiamento -culturale, politico e personale-, gli anni delle proteste giovanili, il mese di maggio del '68.
Il suo Godard, è quello difficile da digerire e da sopportare tra le mura domestiche, lunatico, con un grande ego, con un grande risentimento dentro, incapace di godere del successo, di farselo bastare, di sentirsi amato ma pure odiato dal pubblico, dai giovani, dagli altri.
12 aprile 2018
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 12 Aprile
Anche se la primavera arriva a singhiozzi, il cinema sembra aver tirato giù la serranda.
Tanti titoli che escono, nessuno davvero di punta. E tra i troppo film impegnati, quasi quasi mi viene da spezzare una lancia a favore delle commedie scacciapensieri... pensate voi come siam messi!
The Happy Prince
Torna dietro e davanti la macchina da presa Rupert Everett, a raccontare gli ultimi giorni felici di Oscar Wilde, uscito dal carcere debole e in crisi, ma con il suo amore ad aspettarlo.
Inglesità al 100%, ma che fa sempre piacere.
Cast di eccellenze, tra Colin Firth, Colin Morgan, Emily Watson e Tom Wilkinson.
Trailer
The Silent Man
Sull'onda lunga di The Post, gli avvicendamenti che portarono allo scoppiare del Watergate.
Peccato non ci sia Spielberg alla regia, e il cast sia giusto un po' minore, tra Diane Lane, Kate Walsh, Liam Neeson e Maika Monroe.
Seriosità garantita.
Trailer
Rampage - Furia Animale
Bestie enormi e feroci a spasso per il mondo, un manipolo di uomini e donne che tentano di fermarli, come dentro ad un videogioco.
Insomma, il classico film sparatutto e tutto azione da godere a neuroni spenti.
Con Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman e Jeffrey Dean Morgan.
Trailer
Il viaggio delle ragazze
Quelle commedie goliardiche e al femminile buone da vedere a neuroni spenti.
Con Jada Pinkett Smith, Queen Latifah, Regina Hall e Tiffany Haddish.
Che poi non si dica che non c'è la par condicio al cinema.
Trailer
La casa sul mare
Quel film da radical-chic agée, francese fino al midollo, ma che pur essendo francese non ha avuto il mio appoggio a Venezia.
Leggere QUI per credere.
Io sono tempesta
Trama già sentita: il ricco e potente che cade in disgrazia -o almeno, a cui tocca cadere in disgrazia- e ritrova se stesso facendo i servizi sociali.
Alla regia però c'è Daniele Luchetti, e nel cast Marco Giallini e Elio Germano, bastano per dare speranza.
Trailer
Transfert
Dramma psicologico ambientato da uno psicologo, che ha in cura due sorelle convinte entrambe che sia l'altra ad avere bisogno della terapia.
Peccato che tutto sappia di amatorialità e pesantezza.
Trailer
Il Cratere
Quei film italiani pesanti fin dal titolo, su quell'Italia dimenticata degli ultimi. Ma che, dopo il successo di Indivisibili, una minima chance potrebbe averla. Minima, però.
Trailer
Icaros: A Vision
Viaggiare nel cuore dell'Amazzonia per guarire da un tumore. Sento già i partiti medici schierarsi. E sento già la pesantezza che un finto documentario come questo può scatenare.
Trailer
Il Prigioniero coreano
L'ultimo film di Kim Ki-duk è apertamente politico, e vede al centro un pescatore che senza accorgersene sconfina nell'altro polo della Corea.
Impegnato, forse troppo per la stagione.
Trailer
Sherlock Gnomes
Il seguito di Gnomeo e Giulietta? E questa volta pure con Sherlock Gnomes e Watson?
I bambini non staranno nella pelle!
(leggere il tutto con ironia)
Trailer
Tanti titoli che escono, nessuno davvero di punta. E tra i troppo film impegnati, quasi quasi mi viene da spezzare una lancia a favore delle commedie scacciapensieri... pensate voi come siam messi!
The Happy Prince
Torna dietro e davanti la macchina da presa Rupert Everett, a raccontare gli ultimi giorni felici di Oscar Wilde, uscito dal carcere debole e in crisi, ma con il suo amore ad aspettarlo.
Inglesità al 100%, ma che fa sempre piacere.
Cast di eccellenze, tra Colin Firth, Colin Morgan, Emily Watson e Tom Wilkinson.
Trailer
The Silent Man
Sull'onda lunga di The Post, gli avvicendamenti che portarono allo scoppiare del Watergate.
Peccato non ci sia Spielberg alla regia, e il cast sia giusto un po' minore, tra Diane Lane, Kate Walsh, Liam Neeson e Maika Monroe.
Seriosità garantita.
Trailer
Rampage - Furia Animale
Bestie enormi e feroci a spasso per il mondo, un manipolo di uomini e donne che tentano di fermarli, come dentro ad un videogioco.
Insomma, il classico film sparatutto e tutto azione da godere a neuroni spenti.
Con Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Akerman e Jeffrey Dean Morgan.
Trailer
Il viaggio delle ragazze
Quelle commedie goliardiche e al femminile buone da vedere a neuroni spenti.
Con Jada Pinkett Smith, Queen Latifah, Regina Hall e Tiffany Haddish.
Che poi non si dica che non c'è la par condicio al cinema.
Trailer
La casa sul mare
Quel film da radical-chic agée, francese fino al midollo, ma che pur essendo francese non ha avuto il mio appoggio a Venezia.
Leggere QUI per credere.
Io sono tempesta
Trama già sentita: il ricco e potente che cade in disgrazia -o almeno, a cui tocca cadere in disgrazia- e ritrova se stesso facendo i servizi sociali.
Alla regia però c'è Daniele Luchetti, e nel cast Marco Giallini e Elio Germano, bastano per dare speranza.
Trailer
Transfert
Dramma psicologico ambientato da uno psicologo, che ha in cura due sorelle convinte entrambe che sia l'altra ad avere bisogno della terapia.
Peccato che tutto sappia di amatorialità e pesantezza.
Trailer
Il Cratere
Quei film italiani pesanti fin dal titolo, su quell'Italia dimenticata degli ultimi. Ma che, dopo il successo di Indivisibili, una minima chance potrebbe averla. Minima, però.
Trailer
Icaros: A Vision
Viaggiare nel cuore dell'Amazzonia per guarire da un tumore. Sento già i partiti medici schierarsi. E sento già la pesantezza che un finto documentario come questo può scatenare.
Trailer
Il Prigioniero coreano
L'ultimo film di Kim Ki-duk è apertamente politico, e vede al centro un pescatore che senza accorgersene sconfina nell'altro polo della Corea.
Impegnato, forse troppo per la stagione.
Trailer
Sherlock Gnomes
Il seguito di Gnomeo e Giulietta? E questa volta pure con Sherlock Gnomes e Watson?
I bambini non staranno nella pelle!
(leggere il tutto con ironia)
Trailer
11 aprile 2018
Quello che non so di Lei
Andiamo al Cinema
Quando non sai di cosa scrivere, scrivi che non sai di cosa scrivere.
Un metodo furbo, ma intelligente, per aggirare il blocco dello scrittore.
Ora, non so cosa scrivere di Quello che non so di lei, ultimo film di Polanski, che va a mettersi in fila agli altri suoi film che di artisti in crisi, senso di claustrofobia, di malessere, parlano.
Di lei, o meglio, di loro -le protagoniste Emmanuelle Seigner e Eva Green- so che sono bellissime, e so che incredibilmente si somigliano, e finiscono per assomigliarsi sempre di più con lo scorrere del film, che alla fine proprio su questa loro aderenza gioca.
So che la Green, di una bellezza che mozza sempre il fiato, sa anche essere inquietante al massimo, so che c'han giocato tanto i trailer, le locandine, le prime immagini, sullo strano rapporto che tra le due si crea, ma per non farvi perdere tempo e per non illudervi, vi dico che no, scene saffo non ce ne sono, approcci vagamente sessuali giusto un paio, ma castissimi.
Tensione, quella sì, una tensione che fa da subito intuire che "Lei" è una da tenere d'occhio, che il suo presentarsi in ogni dove, il suo insinuarsi lentamente (ma neanche troppo) nella vita dell'isolata e solitaria scrittrice in crisi Delphine qualcosa nasconde.
Ma è anche una tensione che presto svanisce, visto che SPOILER il gioco del doppio mentale non me lo si fa più FINE SPOILER, anche se questo gioco assume comunque altre vie, spostando sempre più in là il limite del crollo psicologico totale, e la penna di Assayas qua e là si fa sentire (sì, qualche pippone filosofico-culturale tipicamente francese bisogna sorbirselo).
Resta quindi una sfida di carattere psicologico, i tentativi di scrivere e di far pace con il proprio scrivere, con il proprio essere, cedendo agli inviti del proprio ego, alla voce dentro di sé.
Resta una sfida di bellezza femminile, con cui Polanski e la moglie Seigner chiaramente si divertono.
Ma resta anche un film patinato e quasi da camera -anche se le location sono diverse-, un film altamente chic e altamente francese, e psicoanalizzabile con facilità.
Riassunto piuttosto brevemente il tutto, riassunto pure quel significato nascosto che così nascosto non è, altro non ho da scrivere.
Il blocco si è ripresentato, e nemmeno una Eva Green seducente e diabolica riuscirebbe a farmi trovare nuova ispirazione.
O forse si?
Quando non sai di cosa scrivere, scrivi che non sai di cosa scrivere.
Un metodo furbo, ma intelligente, per aggirare il blocco dello scrittore.
Ora, non so cosa scrivere di Quello che non so di lei, ultimo film di Polanski, che va a mettersi in fila agli altri suoi film che di artisti in crisi, senso di claustrofobia, di malessere, parlano.
Di lei, o meglio, di loro -le protagoniste Emmanuelle Seigner e Eva Green- so che sono bellissime, e so che incredibilmente si somigliano, e finiscono per assomigliarsi sempre di più con lo scorrere del film, che alla fine proprio su questa loro aderenza gioca.
So che la Green, di una bellezza che mozza sempre il fiato, sa anche essere inquietante al massimo, so che c'han giocato tanto i trailer, le locandine, le prime immagini, sullo strano rapporto che tra le due si crea, ma per non farvi perdere tempo e per non illudervi, vi dico che no, scene saffo non ce ne sono, approcci vagamente sessuali giusto un paio, ma castissimi.
Tensione, quella sì, una tensione che fa da subito intuire che "Lei" è una da tenere d'occhio, che il suo presentarsi in ogni dove, il suo insinuarsi lentamente (ma neanche troppo) nella vita dell'isolata e solitaria scrittrice in crisi Delphine qualcosa nasconde.
Ma è anche una tensione che presto svanisce, visto che SPOILER il gioco del doppio mentale non me lo si fa più FINE SPOILER, anche se questo gioco assume comunque altre vie, spostando sempre più in là il limite del crollo psicologico totale, e la penna di Assayas qua e là si fa sentire (sì, qualche pippone filosofico-culturale tipicamente francese bisogna sorbirselo).
Resta quindi una sfida di carattere psicologico, i tentativi di scrivere e di far pace con il proprio scrivere, con il proprio essere, cedendo agli inviti del proprio ego, alla voce dentro di sé.
Resta una sfida di bellezza femminile, con cui Polanski e la moglie Seigner chiaramente si divertono.
Ma resta anche un film patinato e quasi da camera -anche se le location sono diverse-, un film altamente chic e altamente francese, e psicoanalizzabile con facilità.
Riassunto piuttosto brevemente il tutto, riassunto pure quel significato nascosto che così nascosto non è, altro non ho da scrivere.
Il blocco si è ripresentato, e nemmeno una Eva Green seducente e diabolica riuscirebbe a farmi trovare nuova ispirazione.
O forse si?
Regia Roman Polanski
Sceneggiatura Olivier Assayas, Roman Polanski
Cast Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Pèrez
Se ti è piaciuto guarda anche
Swimming Pool, Venere in Pelliccia, Misery non deve morire
Voto: ☕☕½/5
10 aprile 2018
Counterpart
Mondo Serial
Berlino, Guerra Fredda.
In uno di quegli esperimenti chimici-fisici segreti, qualcosa succede.
Uno scoppio, un boato silenzioso, e un altro mondo si crea.
Un'altra realtà, altre vite, parallele.
Una doppia Terra, una doppia Berlino, una doppia popolazione mondiale.
Uguale a noi, per ricordi ed esperienze fino ad allora, ma che prosegue in modo diverso, indipendente. Basta una scelta diversa, e diversa diventa la loro vita, basta un errore, un virus, e quel mondo cambia, resta indietro in alcuni punti, avanza in altri. Unico punto di contatto, quella sede di Berlino che nasconde a chiunque un unico passaggio per passare di qua o di là fra i due mondi, con la diplomazia di entrambe queste Terre a giocare sul filo del rasoio le loro operazioni.
Ma cosa succede se di tutto questo viene a conoscenza e viene coinvolto il più semplice dei manovali di quella sede? Il classico uomo buono e onesto, che per 30 anni ha lavorato a testa bassa senza fare domande?
E che succede se entra in gioco perchè la sua controparte, sì, il suo doppio, il suo altro molto più arrivista e arrivato, sa di un attentato che si vuole causare, sa di una vendetta ordita dagli "altri" e che deve essere fermata prendendo il suo posto, scambiandosi?
Berlino, Guerra Fredda.
In uno di quegli esperimenti chimici-fisici segreti, qualcosa succede.
Uno scoppio, un boato silenzioso, e un altro mondo si crea.
Un'altra realtà, altre vite, parallele.
Una doppia Terra, una doppia Berlino, una doppia popolazione mondiale.
Uguale a noi, per ricordi ed esperienze fino ad allora, ma che prosegue in modo diverso, indipendente. Basta una scelta diversa, e diversa diventa la loro vita, basta un errore, un virus, e quel mondo cambia, resta indietro in alcuni punti, avanza in altri. Unico punto di contatto, quella sede di Berlino che nasconde a chiunque un unico passaggio per passare di qua o di là fra i due mondi, con la diplomazia di entrambe queste Terre a giocare sul filo del rasoio le loro operazioni.
Ma cosa succede se di tutto questo viene a conoscenza e viene coinvolto il più semplice dei manovali di quella sede? Il classico uomo buono e onesto, che per 30 anni ha lavorato a testa bassa senza fare domande?
E che succede se entra in gioco perchè la sua controparte, sì, il suo doppio, il suo altro molto più arrivista e arrivato, sa di un attentato che si vuole causare, sa di una vendetta ordita dagli "altri" e che deve essere fermata prendendo il suo posto, scambiandosi?
9 aprile 2018
Il Lunedì Leggo - Il Professore va al Congresso di David Lodge
Lo avevo scoperto per caso, David Lodge.
Con un titolo (È crollato il British Museum) che non poteva che catturarmi, lì, nel mezzo del mercatino dell'usato, e una lettura poi che non poteva che conquistarmi.
L'ho ritrovato sempre lì, al mercatino dell'usato, come se Lodge fosse un autore di cui continuare a disfarsi. Perché mai?
L'ho ritrovato, dicevo, sempre immerso in quei mondi universitari, alle prese con ricercatori e professori, in dotti circoli del sapere di cui però si prende amabilmente gioco.
Ed è stata un'altra conquista.
Con un titolo (È crollato il British Museum) che non poteva che catturarmi, lì, nel mezzo del mercatino dell'usato, e una lettura poi che non poteva che conquistarmi.
L'ho ritrovato sempre lì, al mercatino dell'usato, come se Lodge fosse un autore di cui continuare a disfarsi. Perché mai?
L'ho ritrovato, dicevo, sempre immerso in quei mondi universitari, alle prese con ricercatori e professori, in dotti circoli del sapere di cui però si prende amabilmente gioco.
Ed è stata un'altra conquista.