Dopo la mezza delusione che è stato The Irishman, dovevo fare pace con Martin Scorsese.
E devo soprattutto far fronte a una Promessa ormai agli sgoccioli.
Per fortuna la scelta è stata azzeccata.
Non poteva non esserlo se di mezzo c'è il gioco d'azzardo, c'è la Las Vegas degli anni '70, c'è un pericoloso triangolo e bari, debitori, da punire.
Perché ovviamente c'è anche la mafia.
Quella mafia che Las Vegas l'ha costruita e l'ha sfruttata.
Pagine
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30 novembre 2019
29 novembre 2019
The Irishman
Andiamo al Cinema su Netflix
Sono arrivata alla fine, e ho sentito tutta la fatica dell'esserci arrivata.
Che 209 minuti non sono pochi, nemmeno in quest'oggi in cui la serialità ha allungato i tempi della narrazione.
La fatica, la si sente lungo queste tre ore e mezza di storia di mafia, di sangue e di ricordi. Dove si parla di vendette, di onore, di sindacati e di politica da controllare.
La fatica si è fatta doppia, nel ritrovarmi in un ambiente così simile a quello non solo dei primi film di Scorsese stesso, ma anche di quei Soprano che per LaPromessa sto recuperando solo ora.
Un mondo dove è difficile avere simpatie, dove i brutti ceffi si fanno odiosi.
Fatica, perché a differenza di altri suoi titoli, qui Scorsese non sembra dire chissà che di nuovo.
Fatica perché i Soprano certi temi sui rapporti tra mafiosi, tra la politica, li han trattati meglio, senza confusione.
Sono arrivata alla fine, e ho sentito tutta la fatica dell'esserci arrivata.
Che 209 minuti non sono pochi, nemmeno in quest'oggi in cui la serialità ha allungato i tempi della narrazione.
La fatica, la si sente lungo queste tre ore e mezza di storia di mafia, di sangue e di ricordi. Dove si parla di vendette, di onore, di sindacati e di politica da controllare.
La fatica si è fatta doppia, nel ritrovarmi in un ambiente così simile a quello non solo dei primi film di Scorsese stesso, ma anche di quei Soprano che per LaPromessa sto recuperando solo ora.
Un mondo dove è difficile avere simpatie, dove i brutti ceffi si fanno odiosi.
Fatica, perché a differenza di altri suoi titoli, qui Scorsese non sembra dire chissà che di nuovo.
Fatica perché i Soprano certi temi sui rapporti tra mafiosi, tra la politica, li han trattati meglio, senza confusione.
28 novembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 28 Novembre
La distribuzione lo sa, lo sa che Frozen piglierà tutto e alla faccia della tradizione dell'animazione natalizia arriva molto prima del Natale.
Ci prova solo Woody a dargli contro, come può.
Frozen II
Tutti pronti a tornare ad Arendelle? Il film Disney con più merchandising al mondo (forse) torna, e nonostante le urla dei bimbi e i genitori che arriveranno a frotte, una visione ad Anna e Elsa la si concede volentieri.
Trailer
Un giorno di pioggia a New York
Alla fine, è arrivato. Nonostante le polemiche e i boicottaggi, l'ultimo film di Woody Allen arriva al cinema, con un cast stellare che in parte l'ha rinnegato per salvare la faccia (Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber).
Al romanticismo alleniano qui non si sa resistere, e si andrà presto a scoprirlo.
Trailer
Midway
Patriottismo americano ne abbiamo?
Esplosioni e scene ad effetto pure?
Ecco servito il film storico di Roland Emmerich, in cui trovano spazio (perché?!?) pure Patrick Wilson, Woody Harrelson, Luke Evans e Mandy Moore.
Anche no.
Trailer
Il Peccato - Il furore di Michelangelo
Andrey Konchalovskiy l'ho conosciuto due volte a Venezia. E mi ha incantata. Ora, lo ritrovo alle prese con un biopic su Michelangelo, e la curiosità non può che esserci.
Trailer
Nati 2 Volte
Parlare di gender all'italiana. Ovvero, male.
Il cast parla da sé, con Fabio Troiano, Euridice Axen e Rosalinda Celentano.
Trailer
A Tor Bella Monica non piove mai
Marco Bocci adatta il suo romanzo, firmandone la regia.
Si tratta di quella periferia degli ultimi, non troppo invitante da scoprire.
O almeno, non così.
Trailer
Ci prova solo Woody a dargli contro, come può.
Frozen II
Tutti pronti a tornare ad Arendelle? Il film Disney con più merchandising al mondo (forse) torna, e nonostante le urla dei bimbi e i genitori che arriveranno a frotte, una visione ad Anna e Elsa la si concede volentieri.
Trailer
Un giorno di pioggia a New York
Alla fine, è arrivato. Nonostante le polemiche e i boicottaggi, l'ultimo film di Woody Allen arriva al cinema, con un cast stellare che in parte l'ha rinnegato per salvare la faccia (Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Jude Law, Diego Luna, Liev Schreiber).
Al romanticismo alleniano qui non si sa resistere, e si andrà presto a scoprirlo.
Trailer
Midway
Patriottismo americano ne abbiamo?
Esplosioni e scene ad effetto pure?
Ecco servito il film storico di Roland Emmerich, in cui trovano spazio (perché?!?) pure Patrick Wilson, Woody Harrelson, Luke Evans e Mandy Moore.
Anche no.
Trailer
Il Peccato - Il furore di Michelangelo
Andrey Konchalovskiy l'ho conosciuto due volte a Venezia. E mi ha incantata. Ora, lo ritrovo alle prese con un biopic su Michelangelo, e la curiosità non può che esserci.
Trailer
Nati 2 Volte
Parlare di gender all'italiana. Ovvero, male.
Il cast parla da sé, con Fabio Troiano, Euridice Axen e Rosalinda Celentano.
Trailer
A Tor Bella Monica non piove mai
Marco Bocci adatta il suo romanzo, firmandone la regia.
Si tratta di quella periferia degli ultimi, non troppo invitante da scoprire.
O almeno, non così.
Trailer
27 novembre 2019
Sorry for your loss - Stagione 2
Mondo Serial
L'avevo scoperta per caso, poco pubblicizzata dalla sua stessa piattaforma, poco chiacchierata nei soliti siti.
E mi aveva spezzato il cuore.
A più riprese.
Ridotta in lacrime ad ogni episodio.
Si racconta di un lutto impossibile da superare: un marito, un fratello e un collante, che forse è caduto, forse si è gettato in quel vuoto.
Si racconta di chi cerca di andare avanti, tornando a vivere con la madre, cercando l'equilibrio.
E si racconta anche di chi non c'è più, della sua convivenza con la depressione, della sua lotta per resistere.
L'avevo scoperta per caso, poco pubblicizzata dalla sua stessa piattaforma, poco chiacchierata nei soliti siti.
E mi aveva spezzato il cuore.
A più riprese.
Ridotta in lacrime ad ogni episodio.
Si racconta di un lutto impossibile da superare: un marito, un fratello e un collante, che forse è caduto, forse si è gettato in quel vuoto.
Si racconta di chi cerca di andare avanti, tornando a vivere con la madre, cercando l'equilibrio.
E si racconta anche di chi non c'è più, della sua convivenza con la depressione, della sua lotta per resistere.
26 novembre 2019
#LaPromessa2019 - Via Col Vento
Ci sono modi e modi per prepararsi a compiere gli anni.
Io, quest'anno, ne ho scelto uno molto particolare.
Invitare gli amici di sempre, armarci di tisane, biscotti, dolci e pizze e affrontare la lunga visione di Via col vento assieme.
La promessa l'avevo fatta io, il supporto me l'hanno dato loro.
Non così spontaneamente, c'è da dirlo.
Se il giovine ha fatto leva sui lavori della sua stanza/studio da mandare avanti, qualcuno ha detto di avere la febbre e qualcun altro era giustificato dal lavoro, ci siamo ritrovati in tre (più il cane Bloom) sul divano o sul tavolo della cucina a scoprire le gesta di Rossella O'Hara.
Perché, vien da chiedersi, l'ho inserito nella Promessa e l'ho voluto vedere nelle mie ultime ore da 30enne?
Perché a questo film sono legata da quando sono piccola.
C'erano modi e modi di passare i sabati sera quando rimanevo a dormire da mia nonna.
C'erano le vhs della Disney, c'era La Corrida in TV, ma il più delle volte io e mia sorella chiedevamo a gran voce Via col vento.
Ovviamente, non siamo mai riuscite a vederlo tutto, chissà quanto in realtà duravamo prima di crollare dal sonno.
Ci bastava sentire Mami sbuffare e rimproverare Rossella, ci bastava scorrere fino alla fine, fino a quel Francamente me ne infischio e quel Domani è un altro giorno per essere contente.
Insomma, arrivare a vederlo dall'inizio alla fine lo dovevo a quella me bambina ignara di quello che scorreva sullo schermo.
Scopro così solo oggi la presenza di ouverture, intermission e exit music.
Di una colonna sonora portante tristemente diventata jingle di Bruno Vespa.
Scopro che ci vogliono quasi 10 minuti prima che il film inizi, dopo titoli di testa infiniti si parte felici e gai tra balli e abiti pieni di pizzi, di amori da conquistare e un unico cuore a cui ambire.
No, Rossella è tutt'altro che l'eroina da amare e venerare.
È superficiale, viziata, vanitosa, si dà un sacco di arie. Flirta senza ritegno con gli uomini delle altre, desidera solo quello che non ci sta: Ashley.
Strano quindi che un uomo tutto d'un pezzo come Rhett Butler si invaghisca di lei... Ma così è, e con sullo sfondo la guerra di secessione americana, la caduta e la distruzione di Atlanta, il lento rialzarsi dell'economia dei sudisti, loro si cercano, si aiutano, bisticciano e si lasciano.
Lei fa in tempo a sposarsi due volte, e due volte rimanere vedova.
Salva la rivale in amore, salva la sua Tara, si spezza la schiena e le mani, si veste con delle tende e dopo aver conosciuto la fatica, l'onore, il sangue, torna ad essere una gran signora, seppur non così pura. Con la promessa di non patire mai più la fame a renderla ancora più viziata e senza scrupoli.
In quattro lunghe ore, succede di tutto.
E fa sorridere come nel giro di qualche minuto si passi da matrimoni a funerali, da morti improvvise e cambi di tenore di vita.
La costante per noi è Mami.
Che non invecchia, che è voce della coscienza e del giudizio, che non a caso quel gran pezzo di un Clark Gable tiene tanto in conto.
Il doppiaggio originale italiano è ben più razzista di quel che pensavo, ma è impossibile non voler bene a questa domestica dal cuore d'oro, non sorridere alle sue entrate in scena e ai suoi movimenti che catturano lo sguardo.
Per il resto, si resta sorpresi e impressionati al pensare che un film del 1939 sia ancora in grado di avvincere e conquistare così. Pur con tutti i limiti del caso, gli eccessi della recitazione, l'esasperante amore di Rossella per quello smidollato di Ashley, i fondali ben visibili.
Ma, arrivati alla fine, ci siamo davvero sentiti di aver vinto una sfida, affrontato una maratona.
Di quelle che danno soddisfazione, di quelle che ricorderemo anche domani, che è un altro giorno.
Nonostante un finale quanto mai aperto e sospeso, di cui francamente ce ne infischiamo.
Io, quest'anno, ne ho scelto uno molto particolare.
Invitare gli amici di sempre, armarci di tisane, biscotti, dolci e pizze e affrontare la lunga visione di Via col vento assieme.
La promessa l'avevo fatta io, il supporto me l'hanno dato loro.
Non così spontaneamente, c'è da dirlo.
Se il giovine ha fatto leva sui lavori della sua stanza/studio da mandare avanti, qualcuno ha detto di avere la febbre e qualcun altro era giustificato dal lavoro, ci siamo ritrovati in tre (più il cane Bloom) sul divano o sul tavolo della cucina a scoprire le gesta di Rossella O'Hara.
Perché, vien da chiedersi, l'ho inserito nella Promessa e l'ho voluto vedere nelle mie ultime ore da 30enne?
Perché a questo film sono legata da quando sono piccola.
C'erano modi e modi di passare i sabati sera quando rimanevo a dormire da mia nonna.
C'erano le vhs della Disney, c'era La Corrida in TV, ma il più delle volte io e mia sorella chiedevamo a gran voce Via col vento.
Ovviamente, non siamo mai riuscite a vederlo tutto, chissà quanto in realtà duravamo prima di crollare dal sonno.
Ci bastava sentire Mami sbuffare e rimproverare Rossella, ci bastava scorrere fino alla fine, fino a quel Francamente me ne infischio e quel Domani è un altro giorno per essere contente.
Insomma, arrivare a vederlo dall'inizio alla fine lo dovevo a quella me bambina ignara di quello che scorreva sullo schermo.
Scopro così solo oggi la presenza di ouverture, intermission e exit music.
Di una colonna sonora portante tristemente diventata jingle di Bruno Vespa.
Scopro che ci vogliono quasi 10 minuti prima che il film inizi, dopo titoli di testa infiniti si parte felici e gai tra balli e abiti pieni di pizzi, di amori da conquistare e un unico cuore a cui ambire.
No, Rossella è tutt'altro che l'eroina da amare e venerare.
È superficiale, viziata, vanitosa, si dà un sacco di arie. Flirta senza ritegno con gli uomini delle altre, desidera solo quello che non ci sta: Ashley.
Strano quindi che un uomo tutto d'un pezzo come Rhett Butler si invaghisca di lei... Ma così è, e con sullo sfondo la guerra di secessione americana, la caduta e la distruzione di Atlanta, il lento rialzarsi dell'economia dei sudisti, loro si cercano, si aiutano, bisticciano e si lasciano.
Lei fa in tempo a sposarsi due volte, e due volte rimanere vedova.
Salva la rivale in amore, salva la sua Tara, si spezza la schiena e le mani, si veste con delle tende e dopo aver conosciuto la fatica, l'onore, il sangue, torna ad essere una gran signora, seppur non così pura. Con la promessa di non patire mai più la fame a renderla ancora più viziata e senza scrupoli.
In quattro lunghe ore, succede di tutto.
E fa sorridere come nel giro di qualche minuto si passi da matrimoni a funerali, da morti improvvise e cambi di tenore di vita.
La costante per noi è Mami.
Che non invecchia, che è voce della coscienza e del giudizio, che non a caso quel gran pezzo di un Clark Gable tiene tanto in conto.
Il doppiaggio originale italiano è ben più razzista di quel che pensavo, ma è impossibile non voler bene a questa domestica dal cuore d'oro, non sorridere alle sue entrate in scena e ai suoi movimenti che catturano lo sguardo.
Per il resto, si resta sorpresi e impressionati al pensare che un film del 1939 sia ancora in grado di avvincere e conquistare così. Pur con tutti i limiti del caso, gli eccessi della recitazione, l'esasperante amore di Rossella per quello smidollato di Ashley, i fondali ben visibili.
Ma, arrivati alla fine, ci siamo davvero sentiti di aver vinto una sfida, affrontato una maratona.
Di quelle che danno soddisfazione, di quelle che ricorderemo anche domani, che è un altro giorno.
Nonostante un finale quanto mai aperto e sospeso, di cui francamente ce ne infischiamo.
25 novembre 2019
Il Lunedì... Scrivo - Avere 31 Anni
Avere 31 anni e faticare ancora a rispondere 30, quando chiedono quanti anni ho.
E pensare che ne avevo scritto lo scorso anno, dicendo che i 29 erano lì a constatare che ormai il cambio di decina era vicino e inevitabile, quel 9 una pura formalità.
Ma fa strano, e continua a fare paura.
Come se il tempo si fosse fermato lì una volta presa la laurea, lì una volta trovato un lavoro.
L'attesa è davvero finita?
Le novità esaurite?
No, ovviamente.
Certi pensieri grigi sono inevitabili in certe giornate uggiose di bilanci.
Ma ci sono dei ma che non sono dei ma.
Sono i punti fermi che fortunatamente sono tali.
Sono le rocce, i fiori perenni, il sole che si fa spazio.
Parlo di un giovine, ovviamente, che quelle giornate tutte uguali le sa rendere speciali.
Parlo di una casa che restituisce calore.
Parlo di un cane, che con i suoi danni quotidiani, con la sua poca eleganza, è riuscito a far superare un altro anno non certo facile per una gattara come me.
Parlo infine di viaggi che anche se brevi, anche se risicati in un'agenda e in un conto corrente non troppo florido, sono quella novità, quei diversivi, quella bellezza che sempre si cerca.
Ancora più speciali perché fuori dall'ordinario.
E pensare che ne avevo scritto lo scorso anno, dicendo che i 29 erano lì a constatare che ormai il cambio di decina era vicino e inevitabile, quel 9 una pura formalità.
Ma fa strano, e continua a fare paura.
Come se il tempo si fosse fermato lì una volta presa la laurea, lì una volta trovato un lavoro.
L'attesa è davvero finita?
Le novità esaurite?
No, ovviamente.
Certi pensieri grigi sono inevitabili in certe giornate uggiose di bilanci.
Ma ci sono dei ma che non sono dei ma.
Sono i punti fermi che fortunatamente sono tali.
Sono le rocce, i fiori perenni, il sole che si fa spazio.
Parlo di un giovine, ovviamente, che quelle giornate tutte uguali le sa rendere speciali.
Parlo di una casa che restituisce calore.
Parlo di un cane, che con i suoi danni quotidiani, con la sua poca eleganza, è riuscito a far superare un altro anno non certo facile per una gattara come me.
Parlo infine di viaggi che anche se brevi, anche se risicati in un'agenda e in un conto corrente non troppo florido, sono quella novità, quei diversivi, quella bellezza che sempre si cerca.
Ancora più speciali perché fuori dall'ordinario.
24 novembre 2019
La Domenica... Leggo - Tutto Cambia di Elizabeth Jane Howard
La mia cocciutaggine nel non voler mai sapere niente di quello che sto per leggere, a volte può giocare brutti scherzi.
Succede anche con la Saga dei Cazalet, iniziata sulla scia di un passaparola in cui mi ero limitata ad annotare "storia di una famiglia, attraverso gli anni".
Immaginavo chissà perché calde estati e la Francia.
Mi sono ritrovata mio malgrado, ma felicemente, immersa in estati tiepide ed inglesi, in anni di guerra dove il mare non lo si è visto più.
Mi sono ritrovata ad Home Place, leggendo con una voracità difficile da eguagliare, presa da coppie, crescite, matrimoni e innamoramenti. Salti di carriera, anni che passano, nuovi personaggi e evoluzioni inattese.
Fino ad arrivare al quarto capitolo, che si chiudeva in un modo così perfetto e conclusivo che mi ero chiesta perché Elizabeth Jane Howard avesse voluto andare avanti.
Succede anche con la Saga dei Cazalet, iniziata sulla scia di un passaparola in cui mi ero limitata ad annotare "storia di una famiglia, attraverso gli anni".
Immaginavo chissà perché calde estati e la Francia.
Mi sono ritrovata mio malgrado, ma felicemente, immersa in estati tiepide ed inglesi, in anni di guerra dove il mare non lo si è visto più.
Mi sono ritrovata ad Home Place, leggendo con una voracità difficile da eguagliare, presa da coppie, crescite, matrimoni e innamoramenti. Salti di carriera, anni che passano, nuovi personaggi e evoluzioni inattese.
Fino ad arrivare al quarto capitolo, che si chiudeva in un modo così perfetto e conclusivo che mi ero chiesta perché Elizabeth Jane Howard avesse voluto andare avanti.
23 novembre 2019
Brittany Runs a Marathon
Andiamo al Cinema su Prime Video
Brittany corre una maratona.
Ma prima, Brittany, deve fare i conti con la sua vita.
Brittany è una giovane aspirante pubblicitaria, meglio, aspirante creatrice di jingle.
Brittany lavora in un teatro ma poi come un colpo di fortuna finisce per fare la dog/house sitter.
Brittany divide un appartamento a New York con un'amica molto più magra di lei che vuole fare l'influencer.
Brittany beve, fa festa, mangia schifezze.
Finché Brittany non fa un controllo medico e le dicono che è grassa.
Non è un'offesa, non è un giudizio: è una constatazione.
Brittany ha uno stile di vita non sano, e rischia di andare incontro a serie malattie.
Così, Brittany inizia a correre.
Brittany corre una maratona.
Ma prima, Brittany, deve fare i conti con la sua vita.
Brittany è una giovane aspirante pubblicitaria, meglio, aspirante creatrice di jingle.
Brittany lavora in un teatro ma poi come un colpo di fortuna finisce per fare la dog/house sitter.
Brittany divide un appartamento a New York con un'amica molto più magra di lei che vuole fare l'influencer.
Brittany beve, fa festa, mangia schifezze.
Finché Brittany non fa un controllo medico e le dicono che è grassa.
Non è un'offesa, non è un giudizio: è una constatazione.
Brittany ha uno stile di vita non sano, e rischia di andare incontro a serie malattie.
Così, Brittany inizia a correre.
22 novembre 2019
Light of my life
Andiamo al Cinema
Siamo in un futuro imprecisato.
Un padre e una figlia si muovono per i boschi, guardinghi e in silenzio.
Lei si cruccia, si arrabbia, non lo ascolta.
Lui cerca di crescerla il più possibile protetta e istruita, in grado di cavarsela nel caso di fughe improvvise, piani B da mettere in atto.
Il bello sarebbe sapere solo questo del nuovo film di e con Casey Affleck, scoprire lentamente quello che è successo in quel futuro, farsi cullare dai racconti di un padre pieno di inventiva, di una figlia curiosa.
Siamo in un futuro imprecisato.
Un padre e una figlia si muovono per i boschi, guardinghi e in silenzio.
Lei si cruccia, si arrabbia, non lo ascolta.
Lui cerca di crescerla il più possibile protetta e istruita, in grado di cavarsela nel caso di fughe improvvise, piani B da mettere in atto.
Il bello sarebbe sapere solo questo del nuovo film di e con Casey Affleck, scoprire lentamente quello che è successo in quel futuro, farsi cullare dai racconti di un padre pieno di inventiva, di una figlia curiosa.
21 novembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 21 Novembre
Alla faccia del Natale che già preme e dei cinepanettoni che spuntano come funghi, sono due autori da tenere d'occhio e da correre a vedere: Polanski e Affleck, siete avvertiti.
L'Ufficiale e la Spia
Sì, è un film storico, un film che ricostruisce un caso diplomatico e di peso come l'Affare Dreyfus.
Ma non scappate, perché il signor Polanski ha ancora qualcosa da dire, lo sa dire un gran bene e riesce ad incollare allo schermo.
Ne ho parlato e ne potete trovare conferma QUI
Light of my life
Un futuro imprecisato in cui un padre e una figlia vagano per boschi rischiando la vita.
Meglio non sapere di più, meglio lasciarsi cullare dai racconti e dal racconto di Casey Affleck, che con un film che scrive e dirige sembra voler fare ammenda verso il genere femminile.
Se ne parlerà presto.
Trailer
Tutti i ricordi di Claire
Una donna decide di vendere e regalare tutti i suoi oggetti decisa a fare di quel giorno l'ultimo della sua vita.
Sarà un viaggio nella memoria e nel dolore, con l'inevitabile scontro con quella figlia verso cui serba rancore.
Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni e quel francesismo dei sentimenti fanno da garanzia.
Trailer
Cetto C'è Senzadubbiamente
Il ritorno al cinema di Cetto la Qualunque, il politico che purtroppo è diventato quasi più competente del nostro governo.
Trailer
Aspromonte - La terra degli ultimi
Un paesino di montagna rimasto fermo nel tempo, senza scuola e senza elettricità, un sindaco che privilegia la parte pianeggiante e una maestra che potrebbe cambiare le cose.
Sembra un romanzo neorealista, è un film dal sapore un filo troppo pesante per il momento.
Con Valeria Bruni Tedeschi e Marcello Fonte.
Trailer
Countdown
Anche gli horror devono stare al passo con i tempi, e un'app che ti dice quanti giorni (o ore?) mancano alla tua morte fa tanto Final Destination 2.0
Trailer
Ploi
Animazione dall'Islanda per i soliti genitori disperati che devono ingannare l'attesa a Frozen 2.
Trailer
L'Ufficiale e la Spia
Sì, è un film storico, un film che ricostruisce un caso diplomatico e di peso come l'Affare Dreyfus.
Ma non scappate, perché il signor Polanski ha ancora qualcosa da dire, lo sa dire un gran bene e riesce ad incollare allo schermo.
Ne ho parlato e ne potete trovare conferma QUI
Light of my life
Un futuro imprecisato in cui un padre e una figlia vagano per boschi rischiando la vita.
Meglio non sapere di più, meglio lasciarsi cullare dai racconti e dal racconto di Casey Affleck, che con un film che scrive e dirige sembra voler fare ammenda verso il genere femminile.
Se ne parlerà presto.
Trailer
Tutti i ricordi di Claire
Una donna decide di vendere e regalare tutti i suoi oggetti decisa a fare di quel giorno l'ultimo della sua vita.
Sarà un viaggio nella memoria e nel dolore, con l'inevitabile scontro con quella figlia verso cui serba rancore.
Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni e quel francesismo dei sentimenti fanno da garanzia.
Trailer
Cetto C'è Senzadubbiamente
Il ritorno al cinema di Cetto la Qualunque, il politico che purtroppo è diventato quasi più competente del nostro governo.
Trailer
Aspromonte - La terra degli ultimi
Un paesino di montagna rimasto fermo nel tempo, senza scuola e senza elettricità, un sindaco che privilegia la parte pianeggiante e una maestra che potrebbe cambiare le cose.
Sembra un romanzo neorealista, è un film dal sapore un filo troppo pesante per il momento.
Con Valeria Bruni Tedeschi e Marcello Fonte.
Trailer
Countdown
Anche gli horror devono stare al passo con i tempi, e un'app che ti dice quanti giorni (o ore?) mancano alla tua morte fa tanto Final Destination 2.0
Trailer
Ploi
Animazione dall'Islanda per i soliti genitori disperati che devono ingannare l'attesa a Frozen 2.
Trailer
20 novembre 2019
L'Uomo del Labirinto
Andiamo al Cinema
Come si inizia a scrivere di un film che non è proprio piaciuto?
Di cui non si salva niente, dico niente di niente?
Il maestro Ego direbbe che si inizierebbe facendosi una bella risata sarcastica ai danni -in questo caso- di Donato Carrisi, perché si sa che le stroncature sono le più facili da scrivere.
Ma questa volta provo a mettermi nei panni di un investigatore, andando a cercare di capire cosa mai è andato storto nel trasportare da carta a schermo L'uomo del labirinto.
Indizio 1
Un mondo che mondo non è.
Anche nelle interviste, Carrisi c'ha tenuto più volte a sottolineare che la storia investigativa in questione non è ambientata in un luogo preciso, né in un tempo. Potrebbe essere l'America, potrebbe essere il futuro.
Chi lo sa.
Sta di fatto che nel suo cercare di mandare fuori pista, ne viene meno la scenografia e la fanno da padrone effetti speciali posticci, con una città che mescola campagne e paludi di bifolchi a palazzoni e appartamenti futuristici, in un pastrocchio che disorienta in modo poco efficace, distogliendo l'attenzione a quanto succede.
Come si inizia a scrivere di un film che non è proprio piaciuto?
Di cui non si salva niente, dico niente di niente?
Il maestro Ego direbbe che si inizierebbe facendosi una bella risata sarcastica ai danni -in questo caso- di Donato Carrisi, perché si sa che le stroncature sono le più facili da scrivere.
Ma questa volta provo a mettermi nei panni di un investigatore, andando a cercare di capire cosa mai è andato storto nel trasportare da carta a schermo L'uomo del labirinto.
Indizio 1
Un mondo che mondo non è.
Anche nelle interviste, Carrisi c'ha tenuto più volte a sottolineare che la storia investigativa in questione non è ambientata in un luogo preciso, né in un tempo. Potrebbe essere l'America, potrebbe essere il futuro.
Chi lo sa.
Sta di fatto che nel suo cercare di mandare fuori pista, ne viene meno la scenografia e la fanno da padrone effetti speciali posticci, con una città che mescola campagne e paludi di bifolchi a palazzoni e appartamenti futuristici, in un pastrocchio che disorienta in modo poco efficace, distogliendo l'attenzione a quanto succede.
19 novembre 2019
Dramedy su Netflix: The end of the F***ing World S02 - Atypical S03 - Il Metodo Kominsky S02
Non solo risate.
Non solo lacrime.
Sono i dramedy, serie che mescolano dramma e commedia, che sono una gioia da seguire e aspettare.
Soprattutto se si tratta di tre titoli cult di Netflix.
Che succede: Succede che come sempre i fan l'hanno vinta sulla creatività. Che a gran voce si chiedeva il ritorno di James e Alyssa anche lì dove il finale -seppur aperto- era bellissimo. Tornano, sono passati due anni dalla loro fuga, e sono ancora in fuga. Da un matrimonio che forse non s'aveva da fare, da un lutto a sorpresa. Questa volta però a dargli la caccia non è la polizia, bensì un'amante abbandonata e tradita, che si vuole vendicare.
Com'è: È che come sempre inserire nuovi personaggi non porta bene. La storia di Bonnie appare fin troppo stiracchiata e onestamente ci importa poco dei suoi piani di sangue. Ci interessano loro, James e Alyssa, e il loro cercare di stare al mondo nonostante la depressione, l'asocialità che li contraddistingue.
I momenti migliori: Quelli in cui James cerca di non sorridere alle preoccupazioni, al possibile amore di Alyssa.
Non solo lacrime.
Sono i dramedy, serie che mescolano dramma e commedia, che sono una gioia da seguire e aspettare.
Soprattutto se si tratta di tre titoli cult di Netflix.
The end of the F***ing World - Stagione 02
Com'è: È che come sempre inserire nuovi personaggi non porta bene. La storia di Bonnie appare fin troppo stiracchiata e onestamente ci importa poco dei suoi piani di sangue. Ci interessano loro, James e Alyssa, e il loro cercare di stare al mondo nonostante la depressione, l'asocialità che li contraddistingue.
I momenti migliori: Quelli in cui James cerca di non sorridere alle preoccupazioni, al possibile amore di Alyssa.
18 novembre 2019
Il Lunedì Leggo - Allontanarsi di Elizabeth Jane Howard
La guerra è finita, ma le sue conseguenze si fanno ancora sentire.
Razionamenti, mancanza di lavoro, vite da rimettere in sesto.
Strappi da ricucire quindi, e case che case lo sono state per una famiglia allargata per anni, da abbandonare.
Home Place si svuota, Londra ormai chiama.
E ci si divide, in ogni modo possibile.
Tornano i Cazalet, con un quarto capitolo che vede quelle ragazze ormai adulte, pronte a cercare lavoro, un appartamento, un marito. E quei fratelli che si ritrovano e si perdono, e che sono alle prese con mancanze e nuovi amori.
Come fare?
Come può Edward continuare a dividere la sua vita in due: da una parte la fredda Villy, dall'altra la focosa Diana, che chiede e pretende di più?
E come può Hugh andare avanti senza Sybil cercando di non soffocare la sua Polly?
E Rachel che continua a badare ai genitori sempre più anziani, ora che si ritrova più vicina ma anche più lontana a Sid?
Come può Rupert giustificare il silenzio e il suo ritorno, e Zoe accoglierlo nonostante l'amore provato senza di lui?
Razionamenti, mancanza di lavoro, vite da rimettere in sesto.
Strappi da ricucire quindi, e case che case lo sono state per una famiglia allargata per anni, da abbandonare.
Home Place si svuota, Londra ormai chiama.
E ci si divide, in ogni modo possibile.
Tornano i Cazalet, con un quarto capitolo che vede quelle ragazze ormai adulte, pronte a cercare lavoro, un appartamento, un marito. E quei fratelli che si ritrovano e si perdono, e che sono alle prese con mancanze e nuovi amori.
Come fare?
Come può Edward continuare a dividere la sua vita in due: da una parte la fredda Villy, dall'altra la focosa Diana, che chiede e pretende di più?
E come può Hugh andare avanti senza Sybil cercando di non soffocare la sua Polly?
E Rachel che continua a badare ai genitori sempre più anziani, ora che si ritrova più vicina ma anche più lontana a Sid?
Come può Rupert giustificare il silenzio e il suo ritorno, e Zoe accoglierlo nonostante l'amore provato senza di lui?
16 novembre 2019
Benvenuti a Zombieland
È già Ieri -2009-
Regola n° 1
Se vuoi fare un film sugli zombie, cerca di essere originale.
Mettici gli zombie, certo, mettici i jumpscares, ma mettici anche qualcosa di diverso, la storia di base, la location, i protagonisti.
Regola n° 2
Se vuoi fare un film sugli zombie che faccia ridere, bada bene a te.
Che c'è un caposaldo come Shaun of the Dead con cui fare i conti.
E provaci tu a fare meglio di Edgar Wright!
Devi avere dei protagonisti tosti davvero, devi avere delle idee geniali, devi saper dosare il tuo umorismo.
Come, sei Ruben Fleischer e decidi di farlo questo film sugli zombie che faccia pure ridere, e decidi di farlo nel 2009, a 5 anni da Shaun?
Ok, a tuo rischio e pericolo.
Come, chiami a far parte del cast Woody Harrelson che fondamentalmente fa quello che da un Woody Harrelson in un'apocalisse zombie ci si aspetta? E chiami come loser di turno Jesse Eisenberg, come bella di turno Emma Stone, e come ragazzina cazzuta Abigail Breslin?
Direi che sei sulla buona strada.
Regola n° 1
Se vuoi fare un film sugli zombie, cerca di essere originale.
Mettici gli zombie, certo, mettici i jumpscares, ma mettici anche qualcosa di diverso, la storia di base, la location, i protagonisti.
Regola n° 2
Se vuoi fare un film sugli zombie che faccia ridere, bada bene a te.
Che c'è un caposaldo come Shaun of the Dead con cui fare i conti.
E provaci tu a fare meglio di Edgar Wright!
Devi avere dei protagonisti tosti davvero, devi avere delle idee geniali, devi saper dosare il tuo umorismo.
Come, sei Ruben Fleischer e decidi di farlo questo film sugli zombie che faccia pure ridere, e decidi di farlo nel 2009, a 5 anni da Shaun?
Ok, a tuo rischio e pericolo.
Come, chiami a far parte del cast Woody Harrelson che fondamentalmente fa quello che da un Woody Harrelson in un'apocalisse zombie ci si aspetta? E chiami come loser di turno Jesse Eisenberg, come bella di turno Emma Stone, e come ragazzina cazzuta Abigail Breslin?
Direi che sei sulla buona strada.
15 novembre 2019
L'età giovane
Andiamo al Cinema
Ci sono registi che non smettono di posare il loro sguardo sul mondo.
Che vogliono raccontarlo, e anche se il loro sguardo è vicino ai 70 anni, guardano ai quei giovani di oggi, confusi e soli.
Quelli di cui le TV e i giornali parlano, e cercano di capirli.
E così, di raccontarli.
Parlano di Ahmed, un giovane ragazzo islamico che nella sua religione finisce per trovare l'appoggio che gli manca. Gli manca un padre, gli manca una figura di riferimento, e forse anche del coraggio.
Così ammira quel cugino che si è reso martire, così ascolta le parole di un imam radicale, cercando attraverso la disciplina della religione il suo posto nel mondo.
Ci sono registi che non smettono di posare il loro sguardo sul mondo.
Che vogliono raccontarlo, e anche se il loro sguardo è vicino ai 70 anni, guardano ai quei giovani di oggi, confusi e soli.
Quelli di cui le TV e i giornali parlano, e cercano di capirli.
E così, di raccontarli.
Parlano di Ahmed, un giovane ragazzo islamico che nella sua religione finisce per trovare l'appoggio che gli manca. Gli manca un padre, gli manca una figura di riferimento, e forse anche del coraggio.
Così ammira quel cugino che si è reso martire, così ascolta le parole di un imam radicale, cercando attraverso la disciplina della religione il suo posto nel mondo.
14 novembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 14 Novembre
Pochi ma buoni. O meglio, pochi film in uscita, ma capaci a loro modo di incuriosire: fra pagine di storia, piccole storie e sequel interessanti.
Sì, c'è di che correre al cinema anche questa settimana!
Le Mans '66 - La Grande Sfida
Cinema e motori sono sempre un connubio interessante.
Qui si va a scoprire una pagina di storia che con il titolo originale è più immediata: Ford vs Ferrari, ovvero le due case automobilistiche in lotta per costruire l'auto migliore e più resistente.
Matt Damon e Christian Bale a fare da garanzia, anche se l'entusiasmo non sembra esagerato.
Trailer
Zombieland - Doppio Colpo
Un sequel a 10 anni dall'originale?
Perché no!
Recuperato solo ora (e se ne parlerà a breve) il film di Ruben Fleischer del 2009 era un classico instant-cult, con scene culto, guest star d'eccezione e una sceneggiatura scritta a puntino.
Sapere cosa ne è stato di Tallahassee, Columbus e Wichita in un mondo pieno di zombie stuzzica a sufficienza.
Trailer
The Bra
Una piccola storia che può però riservare sorprese.
Un reggiseno trovato su di un treno dall'autista, e le "indagini" per capire di chi sia, come mai è finito lì.
Dall'Azerbaidzhan, senza dialoghi, con curiosità.
Trailer
Sono Solo Fantasmi
Cristian De Sica acchiappafantasmi e pure regista?
Direi che basta per tenersene alla larga.
Avete ancora dubbi?
Eccovi il Trailer
Ailo - Un'avventura tra i ghiacci
Dopo i pinguini, le renne.
Un documentario di quelli emozionanti, raccontato però da Fabio Volo.
Trailer
Sì, c'è di che correre al cinema anche questa settimana!
Le Mans '66 - La Grande Sfida
Cinema e motori sono sempre un connubio interessante.
Qui si va a scoprire una pagina di storia che con il titolo originale è più immediata: Ford vs Ferrari, ovvero le due case automobilistiche in lotta per costruire l'auto migliore e più resistente.
Matt Damon e Christian Bale a fare da garanzia, anche se l'entusiasmo non sembra esagerato.
Trailer
Zombieland - Doppio Colpo
Un sequel a 10 anni dall'originale?
Perché no!
Recuperato solo ora (e se ne parlerà a breve) il film di Ruben Fleischer del 2009 era un classico instant-cult, con scene culto, guest star d'eccezione e una sceneggiatura scritta a puntino.
Sapere cosa ne è stato di Tallahassee, Columbus e Wichita in un mondo pieno di zombie stuzzica a sufficienza.
Trailer
The Bra
Una piccola storia che può però riservare sorprese.
Un reggiseno trovato su di un treno dall'autista, e le "indagini" per capire di chi sia, come mai è finito lì.
Dall'Azerbaidzhan, senza dialoghi, con curiosità.
Trailer
Sono Solo Fantasmi
Cristian De Sica acchiappafantasmi e pure regista?
Direi che basta per tenersene alla larga.
Avete ancora dubbi?
Eccovi il Trailer
Ailo - Un'avventura tra i ghiacci
Dopo i pinguini, le renne.
Un documentario di quelli emozionanti, raccontato però da Fabio Volo.
Trailer
13 novembre 2019
Grazie a Dio
Andiamo al Cinema
Potrei iniziare concentrandomi su François Ozon, un regista quanto mai prolifico, quanto mai eclettico.
Capace di passare dal melodramma in costume (Frantz) alle crisi di genere (Una nuova amica), dai thriller a tinte erotiche (Doppio Amore) ai sofisticati intrecci letterari (Nella Casa), dalla commedia politica (Potiche) al ritratto di una generazione che non si orienta (Giovane e Bella).
Arriva ora al film di denuncia, un film diverso dagli altri (proprio come gli altri sono diversi fra loro) in cui Ozon stesso si annienta.
La sua mano non si sente, si sente solo il suo sguardo capace di incorniciare la bellezza di chiese, interni e dei suoi protagonisti, ma lascia a loro la parola.
Anzi, lascia alle loro parole, la parola.
Potrei iniziare concentrandomi su François Ozon, un regista quanto mai prolifico, quanto mai eclettico.
Capace di passare dal melodramma in costume (Frantz) alle crisi di genere (Una nuova amica), dai thriller a tinte erotiche (Doppio Amore) ai sofisticati intrecci letterari (Nella Casa), dalla commedia politica (Potiche) al ritratto di una generazione che non si orienta (Giovane e Bella).
Arriva ora al film di denuncia, un film diverso dagli altri (proprio come gli altri sono diversi fra loro) in cui Ozon stesso si annienta.
La sua mano non si sente, si sente solo il suo sguardo capace di incorniciare la bellezza di chiese, interni e dei suoi protagonisti, ma lascia a loro la parola.
Anzi, lascia alle loro parole, la parola.
12 novembre 2019
Arrivare alla Quinta Stagione: Peaky Blinders - The Affair
Non sono poi tante le serie TV che arrivano alla quinta stagione.
E un motivo c'è: non è facile mantenere la stessa bellezza, la stessa densità di scrittura.
Qui ne abbiamo due esempi perfetti: partiti dalle stelle, finiti nelle stalle.
Peaky Blinders
Ero uscita allo scoperto senza troppi problemi lo scorso anno: per me Peaky Blinders significava tornare adolescente e avere una cotta molto problematica per Cillian Murphy, perdendomi dopo ogni episodio in ore e ore di ricerca di immagini, video, interviste. Per venerarlo.
Lo ammetto nuovamente: dopo essere uscita allo scoperto l'anno scorso, non ho certo aspettato la quinta stagione della serie per concedermi alla sua bellezza, sfogliando twitter e youtube ogni tanto qua e là lungo questi 12 mesi.
Forse per questo ritrovarlo è stato meno entusiasmante?
Forse per questo pure lui è sembrato meno coinvolto, meno incisivo del solito nelle vicende degli Shelby?
No.
Il problema è che arrivati alla quinta stagione i Peaky Blinders hanno perso di solidità.
E un motivo c'è: non è facile mantenere la stessa bellezza, la stessa densità di scrittura.
Qui ne abbiamo due esempi perfetti: partiti dalle stelle, finiti nelle stalle.
Peaky Blinders
Ero uscita allo scoperto senza troppi problemi lo scorso anno: per me Peaky Blinders significava tornare adolescente e avere una cotta molto problematica per Cillian Murphy, perdendomi dopo ogni episodio in ore e ore di ricerca di immagini, video, interviste. Per venerarlo.
Lo ammetto nuovamente: dopo essere uscita allo scoperto l'anno scorso, non ho certo aspettato la quinta stagione della serie per concedermi alla sua bellezza, sfogliando twitter e youtube ogni tanto qua e là lungo questi 12 mesi.
Forse per questo ritrovarlo è stato meno entusiasmante?
Forse per questo pure lui è sembrato meno coinvolto, meno incisivo del solito nelle vicende degli Shelby?
No.
Il problema è che arrivati alla quinta stagione i Peaky Blinders hanno perso di solidità.
11 novembre 2019
8 Anni di In Central Perk (e un quiz per esperti)
Sono la prima ad essere frastornata.
Otto anni che scrivo e sproloquio su queste pagine!
Tanti?
Decisamente!
Troppi?
No, non ancora.
Non finché ci sarà ancora voglia di condividere la bellezza, di consigliare e amare quello che si vede.
Certo, potrei dire che l'autunno mi sta dando il suo solito contraccolpo con poco entusiasmo, poco tempo e un certo grigiore diffuso nel dover ammettere che forse 8 anni fa speravo che il blog mi portasse a fare dell'altro, primo fra tutti a vivere di questo.
Ma non sono un'influencer, non capisco come stare sui social (la promessa dello scorso anno di aumentare i miei followers è andata a farsi benedire...), non ho voglia di pagare per capire come farlo o di dimezzare quello che scrivo per essere più visibile. E in fondo, mi accontento -no, sono felice!- di quello che ho: un lavoro che mi permette di stare comunque qui, una buona dose di belle visioni tra piccolo e grande schermo, e lettori affezionati che fanno sentire il loro affetto.
Se sono ancora qui, è sopratutto grazie a voi.
E certo, anche grazie a registi, attori, produttori che ci consegnano i loro sogni.
Bando ai sentimentalismi che sono il mio forte, torna un'usuale consuetudine per festeggiare a dovere, ovvero il QUIZ DEL BLOGGHEANNO!
Ci sono già stati altri quiz (potete rigiocarci QUI e QUI e QUI), e dopo aver rivelato vizi e virtù, segreti e dietro le quinte, mi sembrava giusto tornare a divertirsi assieme con una bella dose di citazioni random tratte dai miei film preferiti.
Sapete rispondere in modo corretto?
Fatemelo sapere, e intanto, di nuovo: tanti auguri a noi!
Otto anni che scrivo e sproloquio su queste pagine!
Tanti?
Decisamente!
Troppi?
No, non ancora.
Non finché ci sarà ancora voglia di condividere la bellezza, di consigliare e amare quello che si vede.
Certo, potrei dire che l'autunno mi sta dando il suo solito contraccolpo con poco entusiasmo, poco tempo e un certo grigiore diffuso nel dover ammettere che forse 8 anni fa speravo che il blog mi portasse a fare dell'altro, primo fra tutti a vivere di questo.
Ma non sono un'influencer, non capisco come stare sui social (la promessa dello scorso anno di aumentare i miei followers è andata a farsi benedire...), non ho voglia di pagare per capire come farlo o di dimezzare quello che scrivo per essere più visibile. E in fondo, mi accontento -no, sono felice!- di quello che ho: un lavoro che mi permette di stare comunque qui, una buona dose di belle visioni tra piccolo e grande schermo, e lettori affezionati che fanno sentire il loro affetto.
Se sono ancora qui, è sopratutto grazie a voi.
E certo, anche grazie a registi, attori, produttori che ci consegnano i loro sogni.
Bando ai sentimentalismi che sono il mio forte, torna un'usuale consuetudine per festeggiare a dovere, ovvero il QUIZ DEL BLOGGHEANNO!
Ci sono già stati altri quiz (potete rigiocarci QUI e QUI e QUI), e dopo aver rivelato vizi e virtù, segreti e dietro le quinte, mi sembrava giusto tornare a divertirsi assieme con una bella dose di citazioni random tratte dai miei film preferiti.
Sapete rispondere in modo corretto?
Fatemelo sapere, e intanto, di nuovo: tanti auguri a noi!
IL QUIZ DI IN CENTRAL PERK
10 novembre 2019
#LaPromessa2019 - Un Americano a Parigi
Ci sono ricascata anch'io.
Mercoledì sera, nonostante i tanti film da vedere, nonostante le tante serie TV con cui stare al passo, ho acceso la TV, mi sono sintonizzata su Rai1, e ho visto La La Land.
Rivisto, in realtà.
E a pezzi, va detto.
Con il doppiaggio non proprio amabile e il giovine a remarmi contro.
Ma sono stata fortunata, ho incrociato Mia e Sebastian alla loro prima uscita, al primo concerto jazz, alle prime note di City of Stars su quel molo al tramonto e poi tutto, tutto quel finale magico che mi ha portato ancora una volta alle lacrime.
Ci sono ricascata, ed è stato quasi un bene per farmi far pace con un genere e con un sentito omaggio che finalmente posso dire di aver colto: quello ad Un americano a Parigi.
Il finale lo riprende e lo cita, e io che ne devo colmare di lacune in quanto a grandi film di Hollywood, avevo giocato d'anticipo mettendolo ne #LaPromessa2019 e gustandolo qualche sera prima.
Ma lo dico subito, la visione di questo Americano che dipinge, che canta e che balla per le strade di Parigi, non è stata facile.
Non per me, nonostante la cotta con estremo ritardo nata nei confronti di Gene Kelly.
Non per il giovine, poco avvezzo a danze e balli.
Non per il migliore amico, che ha inveito a ripetizione sulla trama, o meglio, sulla sua mancanza di sostanza.
Perché in fondo questo musical a sorpresa vincitore di 6 premi Oscar tra cui quello per miglior film e per assurdo pure per la miglior sceneggiatura, sceneggiatura non ha.
O meglio, ha un triangolo/quadrato amoroso che vuole lo squattrinato pittore Jerry Mulligan venir sponsorizzato da una ricca ereditiera che vorrebbe entrare nelle sue grazie, ma lui è già invaghito di una giovane commessa parigina che a sua volta sta per sposare il suo protettore in tempo di guerra, star del cabaret. Di mezzo pure un altro squattrinato artista, pianista però.
Tutto bene, certo, se non fosse che come dicono i detrattori. qui davvero ci si mette a cantare e ballare in continuazione, facendo di una trama basilare uno stralcio per permettere di andare avanti, dimenticando senza troppi problemi i personaggi principali, lasciati a bere champagne, a festeggiare e sognare la gloria.
Resta il fatto che l'inizio con la voce fuori campo e ammiccante, è splendido, che Parigi è sempre Parigi anche quando ricostruita, e che la magia dei musical degli anni '50 tra scenografie, costumi e musica non invecchierà mai. E pure che Gene Kelly è un gran bel vedere e sentire (e ha fatto tornare la cotta pure per quella fisionomia alla Don Draprer che avevo archiviato), I Got Rhythm è una meraviglia e non si capisce perché il suo Mulligan non abbandoni le aspirazioni di pittore per quelle di ballerino.
Ma, comunque, si esagera.
Si esagera nella suite per pianoforte di Oscar Levant.
Si trova a dir poco fuori fase la giovane Leslie Caron, giustificata per essere ai suoi esordi e francese in un set tutto americano, ma nonostante l'impegno sembra davvero ridicola nei suoi gesti, nella sua recitazione spaesata.
Si esagera con i colpi di fulmine e si esagera in quel finale entrato nella storia del cinema che si fa però spossante e faticoso per i giorni nostri.
Diciassette minuti di danza, in cui cambiano gli scenari, i costumi, in cui si cercano di capire le varie metafore, i vari passaggi di stati d'animo.
Quei 17 minuti sono stati omaggiati da Damien Chazelle proprio nel finale del suo La La Land, riprendendo fondali, costumi, situazioni. Condensandoli e dandogli un senso, riscrivendo la storia di Mia e Sebastian, portandoci alle lacrime.
Un'altra storia quindi, altri tempi si dirà.
Ma se da una parte c'è stato un cuore che si spezzava, qui ci sono state risate nervose, segni di cedimento e incredulità collettiva.
Strano ma vero, l'oggi è meglio di ieri.
Quando si tratta di La La Land deve andare così.
Mercoledì sera, nonostante i tanti film da vedere, nonostante le tante serie TV con cui stare al passo, ho acceso la TV, mi sono sintonizzata su Rai1, e ho visto La La Land.
Rivisto, in realtà.
E a pezzi, va detto.
Con il doppiaggio non proprio amabile e il giovine a remarmi contro.
Ma sono stata fortunata, ho incrociato Mia e Sebastian alla loro prima uscita, al primo concerto jazz, alle prime note di City of Stars su quel molo al tramonto e poi tutto, tutto quel finale magico che mi ha portato ancora una volta alle lacrime.
Ci sono ricascata, ed è stato quasi un bene per farmi far pace con un genere e con un sentito omaggio che finalmente posso dire di aver colto: quello ad Un americano a Parigi.
Il finale lo riprende e lo cita, e io che ne devo colmare di lacune in quanto a grandi film di Hollywood, avevo giocato d'anticipo mettendolo ne #LaPromessa2019 e gustandolo qualche sera prima.
Ma lo dico subito, la visione di questo Americano che dipinge, che canta e che balla per le strade di Parigi, non è stata facile.
Non per me, nonostante la cotta con estremo ritardo nata nei confronti di Gene Kelly.
Non per il giovine, poco avvezzo a danze e balli.
Non per il migliore amico, che ha inveito a ripetizione sulla trama, o meglio, sulla sua mancanza di sostanza.
Perché in fondo questo musical a sorpresa vincitore di 6 premi Oscar tra cui quello per miglior film e per assurdo pure per la miglior sceneggiatura, sceneggiatura non ha.
O meglio, ha un triangolo/quadrato amoroso che vuole lo squattrinato pittore Jerry Mulligan venir sponsorizzato da una ricca ereditiera che vorrebbe entrare nelle sue grazie, ma lui è già invaghito di una giovane commessa parigina che a sua volta sta per sposare il suo protettore in tempo di guerra, star del cabaret. Di mezzo pure un altro squattrinato artista, pianista però.
Tutto bene, certo, se non fosse che come dicono i detrattori. qui davvero ci si mette a cantare e ballare in continuazione, facendo di una trama basilare uno stralcio per permettere di andare avanti, dimenticando senza troppi problemi i personaggi principali, lasciati a bere champagne, a festeggiare e sognare la gloria.
Resta il fatto che l'inizio con la voce fuori campo e ammiccante, è splendido, che Parigi è sempre Parigi anche quando ricostruita, e che la magia dei musical degli anni '50 tra scenografie, costumi e musica non invecchierà mai. E pure che Gene Kelly è un gran bel vedere e sentire (e ha fatto tornare la cotta pure per quella fisionomia alla Don Draprer che avevo archiviato), I Got Rhythm è una meraviglia e non si capisce perché il suo Mulligan non abbandoni le aspirazioni di pittore per quelle di ballerino.
Ma, comunque, si esagera.
Si esagera nella suite per pianoforte di Oscar Levant.
Si trova a dir poco fuori fase la giovane Leslie Caron, giustificata per essere ai suoi esordi e francese in un set tutto americano, ma nonostante l'impegno sembra davvero ridicola nei suoi gesti, nella sua recitazione spaesata.
Si esagera con i colpi di fulmine e si esagera in quel finale entrato nella storia del cinema che si fa però spossante e faticoso per i giorni nostri.
Diciassette minuti di danza, in cui cambiano gli scenari, i costumi, in cui si cercano di capire le varie metafore, i vari passaggi di stati d'animo.
Quei 17 minuti sono stati omaggiati da Damien Chazelle proprio nel finale del suo La La Land, riprendendo fondali, costumi, situazioni. Condensandoli e dandogli un senso, riscrivendo la storia di Mia e Sebastian, portandoci alle lacrime.
Un'altra storia quindi, altri tempi si dirà.
Ma se da una parte c'è stato un cuore che si spezzava, qui ci sono state risate nervose, segni di cedimento e incredulità collettiva.
Strano ma vero, l'oggi è meglio di ieri.
Quando si tratta di La La Land deve andare così.
9 novembre 2019
Parasite
Andiamo al Cinema
Parassita
/pa·ras·sì·ta/
aggettivo e sostantivo maschile
In biologia, qualsiasi organismo animale o vegetale che viva a spese di un altro; frequente come agg.
Chi è il parassita in Parasite?
È quella famiglia che lentamente, in modo intelligente, si infiltra nella vita e nella villa dei Park, sostituendosi a tutte le figure a cui si affidavano, mentendo sulla loro relazione e vivendo così a loro spese?
O c'è qualcun altro che questa definizione si merita?
Il bello, di Parasite sarebbe davvero entrare senza sapere niente del film e della trama, basandosi su poster ammiccanti che già invitano a prestare attenzione.
Si parla qui allora a chi il film l'ha già visto, si parla a chi ha apprezzato i diversi toni, a chi è stato innegabilmente avvinto dalla famiglia Ki-taek, che inizialmente non si sa se ammirare (per il genio all'opera) o compatire (per le truffe messe in atto) e che poi, quando gli arcani vengono svelati, le azioni compiute e le parole origliate, mettono ancora più in dubbio la loro morale, il nostro giudizio.
Parassita
/pa·ras·sì·ta/
aggettivo e sostantivo maschile
In biologia, qualsiasi organismo animale o vegetale che viva a spese di un altro; frequente come agg.
Chi è il parassita in Parasite?
È quella famiglia che lentamente, in modo intelligente, si infiltra nella vita e nella villa dei Park, sostituendosi a tutte le figure a cui si affidavano, mentendo sulla loro relazione e vivendo così a loro spese?
O c'è qualcun altro che questa definizione si merita?
Il bello, di Parasite sarebbe davvero entrare senza sapere niente del film e della trama, basandosi su poster ammiccanti che già invitano a prestare attenzione.
Si parla qui allora a chi il film l'ha già visto, si parla a chi ha apprezzato i diversi toni, a chi è stato innegabilmente avvinto dalla famiglia Ki-taek, che inizialmente non si sa se ammirare (per il genio all'opera) o compatire (per le truffe messe in atto) e che poi, quando gli arcani vengono svelati, le azioni compiute e le parole origliate, mettono ancora più in dubbio la loro morale, il nostro giudizio.
8 novembre 2019
L'Uomo Senza Gravità
Andiamo al Cinema su Netflix
I presupposti perché fosse un bel film c'erano.
C'era la produzione di Netflix, che con uno Scorsese in arrivo riacquista credibilità.
C'era Elio Germano, che i suoi ruoli li sceglie sempre con cura.
C'era una storia strana, non così originale se confrontata a livello internazionale, nuova nel nostro panorama nazionale: una bambino che nasce e non cede agli effetti della gravità.
Fluttua nell'aria, rischiando così di essere un fenomeno da baraccone in quel paesino in cui una madre non più giovane e una nonna decisamente restrittiva, vivono.
Oscar deve quindi sottostare ad altre leggi: chiuso in una casa dai soffitti foderati di coperte e cuscini, conosce il mondo solo attraverso la TV, immedesimandosi in Bruce Wayne con l'identità di Batman da tenere segreta.
Non può durare, però.
I presupposti perché fosse un bel film c'erano.
C'era la produzione di Netflix, che con uno Scorsese in arrivo riacquista credibilità.
C'era Elio Germano, che i suoi ruoli li sceglie sempre con cura.
C'era una storia strana, non così originale se confrontata a livello internazionale, nuova nel nostro panorama nazionale: una bambino che nasce e non cede agli effetti della gravità.
Fluttua nell'aria, rischiando così di essere un fenomeno da baraccone in quel paesino in cui una madre non più giovane e una nonna decisamente restrittiva, vivono.
Oscar deve quindi sottostare ad altre leggi: chiuso in una casa dai soffitti foderati di coperte e cuscini, conosce il mondo solo attraverso la TV, immedesimandosi in Bruce Wayne con l'identità di Batman da tenere segreta.
Non può durare, però.
7 novembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 7 Novembre
Settimana particolarmente ricca di titoli particolari. Palme d'oro, osannati dalla critica d'oltroceano e ritorni a sorpresa la fanno da padrone invitando ad abbonarsi al cinema.
Parasite
Palma d'oro a Cannes, da molti già giudicato come il miglior film dell'anno.
Attorno al film di Bong Joon-ho c'è parecchia attesa, non resta che scoprirlo senza cercare di saperne di più.
Se ne parlerà a breve.
Trailer
Motherless Brooklyn
Era sparito da un po' Edward Norton.
Torna con l'indagine su un omicidio nella New York degli anni '50, mettendosi pure dietro la macchina da presa.
Il progetto gli sta particolarmente a cuore, il rischio seriosità è alto ma gli si darà una chance.
Trailer
Le Ragazze di Wall Street
Un gruppo di ballerine/spogliarelliste si reinventa come banda di rapinatrici.
Il paragone con Ocean's Eleven è scontato, ma qui si parte da una storia vera e ci si mette di mezzo una Jennifer Lopez salutata con entusiasmo da tutta la critica americana. A ragione?
Lo si scoprirà.
Trailer
La Belle Èpoque
Ognuno di noi ha un periodo felice a cui guarda con nostalgia. Ora un'azienda permette riviverlo. Ci proverà anche il disilluso Daniel Auteuil, che torna alla sua spensierata giovinezza.
Spunto molto, molto interessante, con quella marcia in più che hanno i francesi.
Trailer
Attraverso i miei occhi
C'è un pilota di corse d'auto.
C'è un cane preso cucciolo e diventato centro della famiglia.
Lo sentite anche voi il dramma in arrivo? Le lacrime facili pronte a spuntare?
Non me ne voglia Milo Ventimiglia, ma io dai film con i cani sto a debita distanza.
Trailer
Gli Uomini D'Oro
Ennesimo tentativo di ripetere il successo di Smettere Quando Voglio. Stessi trentenni in crisi, stesa fotografia acida, quasi lo stesso cast (Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Giuseppe Ragone, Gianmarco Tognazzi).
Ma risultato già diverso dal Trailer.
La Famosa Invasione degli Orsi in Sicilia
Dall'omonimo racconto di Dino Buzzati, un film di animazione particolare: non a caso alla regia e all'animazione c'è un pittore come Lorenzo Mattotti.
Non solo per i più piccoli quindi.
Trailer
Deep - Un'avventura in fondo al mare
Per i più piccoli davvero, e per i genitori disperati, ecco l'animazione di serie B che scoppiazza qua e là, in una copruduzione internazionale senza parte.
Trailer
Parasite
Palma d'oro a Cannes, da molti già giudicato come il miglior film dell'anno.
Attorno al film di Bong Joon-ho c'è parecchia attesa, non resta che scoprirlo senza cercare di saperne di più.
Se ne parlerà a breve.
Trailer
Motherless Brooklyn
Era sparito da un po' Edward Norton.
Torna con l'indagine su un omicidio nella New York degli anni '50, mettendosi pure dietro la macchina da presa.
Il progetto gli sta particolarmente a cuore, il rischio seriosità è alto ma gli si darà una chance.
Trailer
Le Ragazze di Wall Street
Un gruppo di ballerine/spogliarelliste si reinventa come banda di rapinatrici.
Il paragone con Ocean's Eleven è scontato, ma qui si parte da una storia vera e ci si mette di mezzo una Jennifer Lopez salutata con entusiasmo da tutta la critica americana. A ragione?
Lo si scoprirà.
Trailer
La Belle Èpoque
Ognuno di noi ha un periodo felice a cui guarda con nostalgia. Ora un'azienda permette riviverlo. Ci proverà anche il disilluso Daniel Auteuil, che torna alla sua spensierata giovinezza.
Spunto molto, molto interessante, con quella marcia in più che hanno i francesi.
Trailer
Attraverso i miei occhi
C'è un pilota di corse d'auto.
C'è un cane preso cucciolo e diventato centro della famiglia.
Lo sentite anche voi il dramma in arrivo? Le lacrime facili pronte a spuntare?
Non me ne voglia Milo Ventimiglia, ma io dai film con i cani sto a debita distanza.
Trailer
Gli Uomini D'Oro
Ennesimo tentativo di ripetere il successo di Smettere Quando Voglio. Stessi trentenni in crisi, stesa fotografia acida, quasi lo stesso cast (Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Giuseppe Ragone, Gianmarco Tognazzi).
Ma risultato già diverso dal Trailer.
La Famosa Invasione degli Orsi in Sicilia
Dall'omonimo racconto di Dino Buzzati, un film di animazione particolare: non a caso alla regia e all'animazione c'è un pittore come Lorenzo Mattotti.
Non solo per i più piccoli quindi.
Trailer
Deep - Un'avventura in fondo al mare
Per i più piccoli davvero, e per i genitori disperati, ecco l'animazione di serie B che scoppiazza qua e là, in una copruduzione internazionale senza parte.
Trailer