Eleanor Oliphant sta benissimo.
Lavora senza interagire con i colleghi, segue una dieta risicata ma pratica, fa spesa da Tesco in modo misurato, e nel weekend si scola le sue bottiglie di vodka.
Eleanor Oliphant sta benissimo.
Non le interessano le prese in giro dei suoi colleghi per quella cicatrice vistosa che ha in viso, non le interessa partecipare a feste e regali, lei ha i suoi cruciverba, i suoi programmi radiofonici e la sua chiamata settimanale dal carcere con quella madre cattiva e altera che le trova sempre difetti.
Ma Eleanor Oliphant sta benissimo.
Ancor più quando, come un fulmine a ciel sereno, si innamora. Di lui, un cantante elegante, raffinato, che si esibisce in un pub.
Pagine
▼
30 settembre 2019
29 settembre 2019
#LaPromessa2019 - Metti 3 Serate con David Lynch
Erano una Promessa, e l'ho mantenuta.
Senza rendermene conto, in tre serate diverse, ho percorso altrettante strade scritte e immaginate da David Lynch. Strade strane soprattutto, nella Los Angeles più inquietante o nell'America più profonda. In compagnia o in solitaria.
Ecco com'è andata:
La prima serata - Una Storia Vera
Decido di partire con il semplice, di andare a rivedermi quel film che chissà ormai quanti anni fa si era preso un pezzetto di cuore.
Facile se sei una che i vecchietti li ama e li guarda con ammirazione, facile se i viaggi on the road, con le loro tappe, i piccoli gesti e i grandi incontri, ti stregano sempre.
Sono così risalita sul tosaerba John Deere assieme ad Alvin Straight (un cognome, una poesia), l'ho accompagnato per quei 500 chilometri che lo dividono dal fratello, cercando così di accorciare gli anni di silenzio, l'ostinato isolamento. Non importa ad Alvin di essere preso per matto, non gli importa dei pensieri che può causare a quella figlia speciale che è Rose. Lui va avanti, risolve intoppi, rifiuta offerte di passaggio, consapevole che la lentezza, l'impegno e il sacrificio sono quelli che si merita e si deve.
Senza rendermene conto, in tre serate diverse, ho percorso altrettante strade scritte e immaginate da David Lynch. Strade strane soprattutto, nella Los Angeles più inquietante o nell'America più profonda. In compagnia o in solitaria.
Ecco com'è andata:
La prima serata - Una Storia Vera
Decido di partire con il semplice, di andare a rivedermi quel film che chissà ormai quanti anni fa si era preso un pezzetto di cuore.
Facile se sei una che i vecchietti li ama e li guarda con ammirazione, facile se i viaggi on the road, con le loro tappe, i piccoli gesti e i grandi incontri, ti stregano sempre.
Sono così risalita sul tosaerba John Deere assieme ad Alvin Straight (un cognome, una poesia), l'ho accompagnato per quei 500 chilometri che lo dividono dal fratello, cercando così di accorciare gli anni di silenzio, l'ostinato isolamento. Non importa ad Alvin di essere preso per matto, non gli importa dei pensieri che può causare a quella figlia speciale che è Rose. Lui va avanti, risolve intoppi, rifiuta offerte di passaggio, consapevole che la lentezza, l'impegno e il sacrificio sono quelli che si merita e si deve.
28 settembre 2019
Professor Marston and the Wonder Women
Andiamo al Cinema su Netflix
Nome: Professor William Moulton Marston
Famoso per: aver inventato la Macchina della Verità e... Wonder Woman.
Come scusi? Sì, sono un professore di psicologia che ha capito come evidenziare le bugie attraverso la pressione sistolica del sangue e ho creato l'eroina femminista per antonomasia.
Ok... Biopic all'attivo: stranamente, questo è il primo, che si concentra non solo su di me, ma ovviamente anche su quella che è stata mia moglie e collega Elizabeth Holloway, e l'altra mia/nostra compagna Olive Byrne.
Come scusi? Sì, il film racconta il ménage à trois che è stato parte della mia vita. Con mia moglie che ha accettato e condiviso l'amore verso quella che era la mia allieva e assistente Olive, da cui ho avuto due figli, cresciuti tutti assieme, nella stessa casa.
Nome: Professor William Moulton Marston
Famoso per: aver inventato la Macchina della Verità e... Wonder Woman.
Come scusi? Sì, sono un professore di psicologia che ha capito come evidenziare le bugie attraverso la pressione sistolica del sangue e ho creato l'eroina femminista per antonomasia.
Ok... Biopic all'attivo: stranamente, questo è il primo, che si concentra non solo su di me, ma ovviamente anche su quella che è stata mia moglie e collega Elizabeth Holloway, e l'altra mia/nostra compagna Olive Byrne.
Come scusi? Sì, il film racconta il ménage à trois che è stato parte della mia vita. Con mia moglie che ha accettato e condiviso l'amore verso quella che era la mia allieva e assistente Olive, da cui ho avuto due figli, cresciuti tutti assieme, nella stessa casa.
27 settembre 2019
Edison - L'uomo che illuminò il mondo [The Current War]
È già Ieri -2017-
Nome: Thomas Edison
... e George Westinghouse.
Famoso per: per aver inventato l'energia elettrica e mille altre scoperte, compreso il registratore di suoni e l'antenato del cinematografo.
... aver reso accessibile la corrente elettrica.
Biopic all'attivo: ben due nel 1940 (Tom Edison giovane e Il romanzo di una vita) e poi stranamente nient'altro, fino a questo The Current War che non definirei propriamente un biopic, ma un racconto su una pagina di storia che mi vede protagonista.
... nessuno prima di questo. Forse il mio nome inizierà così ad essere più conosciuto.
Nome: Thomas Edison
... e George Westinghouse.
Famoso per: per aver inventato l'energia elettrica e mille altre scoperte, compreso il registratore di suoni e l'antenato del cinematografo.
... aver reso accessibile la corrente elettrica.
Biopic all'attivo: ben due nel 1940 (Tom Edison giovane e Il romanzo di una vita) e poi stranamente nient'altro, fino a questo The Current War che non definirei propriamente un biopic, ma un racconto su una pagina di storia che mi vede protagonista.
... nessuno prima di questo. Forse il mio nome inizierà così ad essere più conosciuto.
26 settembre 2019
Tolkien
Andiamo al Cinema
Nome: J. R. R. Tolkien
Famoso per: principalmente aver scritto Il Signore degli Anelli
Interpretato da: quel fusto di Nicholas Hoult, che né per altezza né per estetica mi assomiglia poi molto.
Biopic all'attivo: stranamente nessuno, Tolkien è il primo e nonostante la buona volontà del regista Dome Karukoski -che da orfano si sentiva legato alla mia figura- il suo è stato un flop notevole a livello mondiale. Forse doveva raccontarmi in modo e in anni diversi.
Nome: J. R. R. Tolkien
Famoso per: principalmente aver scritto Il Signore degli Anelli
Interpretato da: quel fusto di Nicholas Hoult, che né per altezza né per estetica mi assomiglia poi molto.
Biopic all'attivo: stranamente nessuno, Tolkien è il primo e nonostante la buona volontà del regista Dome Karukoski -che da orfano si sentiva legato alla mia figura- il suo è stato un flop notevole a livello mondiale. Forse doveva raccontarmi in modo e in anni diversi.
25 settembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 26 Settembre
Con un giorno di anticipo rispetto al solito arrivano i consigli sui film che escono in sala.
Quando non ci si riesce ad organizzare con le visioni succede anche questo, ma per fortuna al cinema ne vedremo delle belle!
Yesterday
Cosa succederebbe se dopo un blackout nessuno si ricordasse più dei Beatles e delle loro canzoni?
E cosa succederebbe se solo una persona -un musicista in erba- se le ricordasse?
Da questo spunto strano e poetico, parte il nuovo film di Danny Boyle, tra impegno a riportare la bellezza nel mondo e sfruttare certe conoscenze.
Con Himish Patel, Lily James e pure Ed Sheeran.
Trailer
Ad Astra
Un Brad Pitt in ottima forma finisce nello Spazio più profondo. Alla ricerca di sé e del padre ma anche contro pirati lunari e scimmie impazzite, il risultato non convince troppo.
Ne ho parlato QUI
Rambo - Last Blood
Per la gioia dei fan storici e inossidabili, torna l'eroe di Stallone al cinema per un quinto capitolo.
Io che mi riscopro più fan di Rocky, lascio spazio agli altri.
Trailer
Vivere
Un'Archibugi che sembra Muccino nel mostrare una famiglia sull'orlo di una crisi di nervi con Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte.
Evitato a Venezia, lo eviterò anche in sala.
Trailer
Drive Me Home
Due amici che si ritrovano dopo anni, un viaggio on the road per cercare di sanare le vecchie ferite.
Un Marco D'Amore con capelli improbabili e Vinicio Marchioni i protagonisti ma il risultato dal Trailer non convince.
Dora e la Città Perduta
Se la Disney trasforma in live-action ogni cosa, perché non farlo anche di un cartone irritante come Dora l'esploratrice?
La versione teenager di Indiana Jones è servita.
Trailer
Shaun the Sheep - Farmageddon
Ho un debole per Shaun, per la Aardman e per le loro creazioni in plastilina.
Quindi sì, potrei concedermi questa leggerezza con bambini.
Trailer
Quando non ci si riesce ad organizzare con le visioni succede anche questo, ma per fortuna al cinema ne vedremo delle belle!
Yesterday
Cosa succederebbe se dopo un blackout nessuno si ricordasse più dei Beatles e delle loro canzoni?
E cosa succederebbe se solo una persona -un musicista in erba- se le ricordasse?
Da questo spunto strano e poetico, parte il nuovo film di Danny Boyle, tra impegno a riportare la bellezza nel mondo e sfruttare certe conoscenze.
Con Himish Patel, Lily James e pure Ed Sheeran.
Trailer
Ad Astra
Un Brad Pitt in ottima forma finisce nello Spazio più profondo. Alla ricerca di sé e del padre ma anche contro pirati lunari e scimmie impazzite, il risultato non convince troppo.
Ne ho parlato QUI
Rambo - Last Blood
Per la gioia dei fan storici e inossidabili, torna l'eroe di Stallone al cinema per un quinto capitolo.
Io che mi riscopro più fan di Rocky, lascio spazio agli altri.
Trailer
Vivere
Un'Archibugi che sembra Muccino nel mostrare una famiglia sull'orlo di una crisi di nervi con Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte.
Evitato a Venezia, lo eviterò anche in sala.
Trailer
Drive Me Home
Due amici che si ritrovano dopo anni, un viaggio on the road per cercare di sanare le vecchie ferite.
Un Marco D'Amore con capelli improbabili e Vinicio Marchioni i protagonisti ma il risultato dal Trailer non convince.
Dora e la Città Perduta
Se la Disney trasforma in live-action ogni cosa, perché non farlo anche di un cartone irritante come Dora l'esploratrice?
La versione teenager di Indiana Jones è servita.
Trailer
Shaun the Sheep - Farmageddon
Ho un debole per Shaun, per la Aardman e per le loro creazioni in plastilina.
Quindi sì, potrei concedermi questa leggerezza con bambini.
Trailer
24 settembre 2019
Unbelievable
Mondo Serial
Si può accusare Netflix di tante cose: di produrre serie pensate appositamente per i fan, di cavalcare facili onde e mode, ma quando si tratta di miniserie, l'impegno è notevole.
Miniserie di denuncia, che fanno sorgere movimenti, riflessioni e impegno, soprattutto.
Ed è questo che, assieme a una buona dose di intrattenimento, chiedo a una serie TV.
Unbelievable fa arrabbiare.
Fa anche appassionare, sfruttando il genere investigativo a cui appartiene.
Ma non è tanto l'identità dello stupratore seriale che tiene desto l'interesse, né i metodi investigativi o le investigatrici stesse che lavorano sul caso.
È lo sguardo della vittima.
Una vittima che si ritrova a dover raccontare -e quindi rivivere- la sua esperienza in continuazione, per soddisfare i vari anelli della polizia e dell'ospedale, una vittima che non viene vista come tale, perché -chissà come mai- i pregiudizi sono duri a morire e si fatica a credere ad una denuncia di stupro.
Si può accusare Netflix di tante cose: di produrre serie pensate appositamente per i fan, di cavalcare facili onde e mode, ma quando si tratta di miniserie, l'impegno è notevole.
Miniserie di denuncia, che fanno sorgere movimenti, riflessioni e impegno, soprattutto.
Ed è questo che, assieme a una buona dose di intrattenimento, chiedo a una serie TV.
Unbelievable fa arrabbiare.
Fa anche appassionare, sfruttando il genere investigativo a cui appartiene.
Ma non è tanto l'identità dello stupratore seriale che tiene desto l'interesse, né i metodi investigativi o le investigatrici stesse che lavorano sul caso.
È lo sguardo della vittima.
Una vittima che si ritrova a dover raccontare -e quindi rivivere- la sua esperienza in continuazione, per soddisfare i vari anelli della polizia e dell'ospedale, una vittima che non viene vista come tale, perché -chissà come mai- i pregiudizi sono duri a morire e si fatica a credere ad una denuncia di stupro.
23 settembre 2019
Emmy Awards 2019 - Il Red Carpet
I vinti e vincitori li abbiamo visti e commentati.
Non resta che archiviare tutto, sperare in un'altra annata sorprendente a venire, ma soprattutto non resta che lasciarci andare alla leggerezza del red carpet.
Enzo Miccio, scatena la tua furia:
Non resta che archiviare tutto, sperare in un'altra annata sorprendente a venire, ma soprattutto non resta che lasciarci andare alla leggerezza del red carpet.
Enzo Miccio, scatena la tua furia:
I PEGGIORI
Gwendoline Christie come Gesù in Terra... ehm.
Emmy Awards 2019 - I Vincitori
Le sorprese alla fine, ci sono state.
Anche se Game of Thrones si porta a casa inspiegabilmente l'Emmy per la miglior serie drammatica, non è certo riuscita a fare incetta di angeli come si credeva. Anzi. Gabbata in quasi tutte le altre categorie (ad eccezione del miglior attore non protagonista) ha così lasciato spazio ad altri ben più meritevoli. Bene così.
Grandi soddisfazioni anche tra le comedy, con Fleabag a fare incetta e Mrs. Maisel a tallonare come può.
Quanto alla sezione più di qualità -quella delle miniserie- Chernobyl) ha primeggiato concedendo a Jharell Jerome di When They See Us il miglior attore, accolto da una standing ovation.
In una serata senza presentatori, e annunciata tristemente da Homer Simpson, il tutto ha funzionato grazie a siparietti veloci e innocenti da parte dei soliti comici, dando poi un doveroso saluto sia a GoT che a Veep, serie storiche concluse quest'anno.
Quanto ai discorsi più sentiti, come si vedrà nelle foto, Patricia Arquette (The Act), Alex Borstein e Billy Porter (Pose) hanno dato il meglio di sé. Next category is... I love you all!
In attesa di commentare in leggerezza il red carpet, eccovi la carrellata di tutti i vincitori:
Anche se Game of Thrones si porta a casa inspiegabilmente l'Emmy per la miglior serie drammatica, non è certo riuscita a fare incetta di angeli come si credeva. Anzi. Gabbata in quasi tutte le altre categorie (ad eccezione del miglior attore non protagonista) ha così lasciato spazio ad altri ben più meritevoli. Bene così.
Grandi soddisfazioni anche tra le comedy, con Fleabag a fare incetta e Mrs. Maisel a tallonare come può.
Quanto alla sezione più di qualità -quella delle miniserie- Chernobyl) ha primeggiato concedendo a Jharell Jerome di When They See Us il miglior attore, accolto da una standing ovation.
In una serata senza presentatori, e annunciata tristemente da Homer Simpson, il tutto ha funzionato grazie a siparietti veloci e innocenti da parte dei soliti comici, dando poi un doveroso saluto sia a GoT che a Veep, serie storiche concluse quest'anno.
Quanto ai discorsi più sentiti, come si vedrà nelle foto, Patricia Arquette (The Act), Alex Borstein e Billy Porter (Pose) hanno dato il meglio di sé. Next category is... I love you all!
In attesa di commentare in leggerezza il red carpet, eccovi la carrellata di tutti i vincitori:
22 settembre 2019
Emmy Awards 2019 - I Pronostici
La notte degli Emmy sta per arrivare, anche se sarebbe meglio chiamarla la notte di Game of Thrones .
Difficile da battere l'ultima stagione di uno show che colleziona il record di 32 nomination, ma ci si prova. Non che ci siano avversari degni di nota, l'attenzione e la qualità sembrano stare più dalle parti delle comedy (Fleabag e Mrs. Maisel le più quotate) e delle miniserie (con titoloni come Sharp Objects, The Act, When They See Us e Chernobyl).
Armandomi di pazienza, e di inevitabili brutte sorprese, mi lascio andare a qualche pronostico ricordandovi che domani si scopriranno vinti e vincitori, ma soprattutto si potrà commentare assieme il red carpet. Sarà questa l'unica gioia che ci aspetta?
Difficile da battere l'ultima stagione di uno show che colleziona il record di 32 nomination, ma ci si prova. Non che ci siano avversari degni di nota, l'attenzione e la qualità sembrano stare più dalle parti delle comedy (Fleabag e Mrs. Maisel le più quotate) e delle miniserie (con titoloni come Sharp Objects, The Act, When They See Us e Chernobyl).
Armandomi di pazienza, e di inevitabili brutte sorprese, mi lascio andare a qualche pronostico ricordandovi che domani si scopriranno vinti e vincitori, ma soprattutto si potrà commentare assieme il red carpet. Sarà questa l'unica gioia che ci aspetta?
21 settembre 2019
Summer / Leto
È già Ieri -2018-
Quale modo migliore per celebrare la fine dell'estate se non con un film che Estate s'intitola?
Oddio, di modi ce ne sarebbero di migliori, soprattutto perché Leto non è certo un film da spiaggia, un film solare, o semplicemente un film che d'estate parla.
Parla di musica, di una rock band e del movimento rock in Russia.
Il tutto in bianco e nero.
State pensando: ma come festeggia questa la fine dell'estate?
O anche solo: Russia e musica? Da lì cos'è uscito negli anni?
Le t.A.T.u.?!
Invece, nonostante la Guerra Fredda, il controllo politico e il KGB, negli anni '80 il rock influenzato dall'America e i suoi grandi cantautori, si faceva strada fra i giovani di Leningrado.
Quale modo migliore per celebrare la fine dell'estate se non con un film che Estate s'intitola?
Oddio, di modi ce ne sarebbero di migliori, soprattutto perché Leto non è certo un film da spiaggia, un film solare, o semplicemente un film che d'estate parla.
Parla di musica, di una rock band e del movimento rock in Russia.
Il tutto in bianco e nero.
State pensando: ma come festeggia questa la fine dell'estate?
O anche solo: Russia e musica? Da lì cos'è uscito negli anni?
Le t.A.T.u.?!
Invece, nonostante la Guerra Fredda, il controllo politico e il KGB, negli anni '80 il rock influenzato dall'America e i suoi grandi cantautori, si faceva strada fra i giovani di Leningrado.
20 settembre 2019
C'era una volta...a Hollywood
Andiamo al Cinema
Eccoci qui, a parlare dell'ultimo film di Quentin Tarantino.
Un film che ci porta nella Hollywood degli anni '60, quella appena uscita dalla Summer of Love e pronta a finire il suo sogno a Cielo Drive nella notte del 9 agosto 1969, la notte in cui Sharon Tate venne brutalmente uccisa assieme a 4 amici nella casa del marito Roman Polanski.
Il fantasma di Charles Manson aleggia su tutto il film.
E aleggia in realtà da tutta l'estate: a 50 anni dalle sue terribili gesta viene ricordato e fatto protagonista al cinema come nelle serie TV, dall'irritante Charlie Says -in realtà, dello scorso anno, ma uscito strategicamente in Italia prima di Tarantino e nell'agosto delle sue gesta- al ridimensionato carcerato di Mindhunter.
Nota a parte: è lo stesso attore Damon Herriman ad interpretare Manson sia nella serie Netflix che qui, per Tarantino. Anche se, bisogna dirlo, appare per appena un paio di minuti.
Altra nota a parte, nella sua Family fanno parte oltre a Lena Dunham, Maya Hawke, Dakota Fanning anche due giovanissime attrici che sempre più spesso si incontrano: Margaret Qualley (sì, vista in The Leftovers, e poi in Fosse/Verdon e infine in Seberg) e Sydney Sweeney (passata da Everything Sucks! a The Handmaid's Tale e infine in Euphoria).
Ma non divaghiamo.
Eccoci qui, a parlare dell'ultimo film di Quentin Tarantino.
Un film che ci porta nella Hollywood degli anni '60, quella appena uscita dalla Summer of Love e pronta a finire il suo sogno a Cielo Drive nella notte del 9 agosto 1969, la notte in cui Sharon Tate venne brutalmente uccisa assieme a 4 amici nella casa del marito Roman Polanski.
Il fantasma di Charles Manson aleggia su tutto il film.
E aleggia in realtà da tutta l'estate: a 50 anni dalle sue terribili gesta viene ricordato e fatto protagonista al cinema come nelle serie TV, dall'irritante Charlie Says -in realtà, dello scorso anno, ma uscito strategicamente in Italia prima di Tarantino e nell'agosto delle sue gesta- al ridimensionato carcerato di Mindhunter.
Nota a parte: è lo stesso attore Damon Herriman ad interpretare Manson sia nella serie Netflix che qui, per Tarantino. Anche se, bisogna dirlo, appare per appena un paio di minuti.
Altra nota a parte, nella sua Family fanno parte oltre a Lena Dunham, Maya Hawke, Dakota Fanning anche due giovanissime attrici che sempre più spesso si incontrano: Margaret Qualley (sì, vista in The Leftovers, e poi in Fosse/Verdon e infine in Seberg) e Sydney Sweeney (passata da Everything Sucks! a The Handmaid's Tale e infine in Euphoria).
Ma non divaghiamo.
19 settembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 19 Settembre
Arriva Tarantino e non ce n'è per nessuno.
Ma a ben guardare, data la precedenza a Tarantino c'è spazio anche per qualche altro titolo a sorpresa dalla Corea del Sud e dalla Francia.
C'era una volta a Hollywood
Il nuovo film di Tarantino con un cast spettacolare capitanato da Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie.
Non credo serva dire altro.
Qui se ne parlerà prestissimo.
Trailer
Burning
Film sud-coreano acclamato dalla critica e da Pensieri Cannibali, che me l'ha fatto recuperare quest'estate.
Esce a sorpresa nei cinema, e non mi resta che consigliarlo.
Ne ho scritto QUI
I migliori anni della nostra vita
Claude Lelouch torna 50 anni dopo ai suoi protagonisti di Un Uomo, Una Donna per raccontarceli in un terzo capitolo. Ritroviamo Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant e a me viene un gran voglia di scoprire questa trilogia francese sui sentimenti.
Trailer
Il Colpo del Cane
Il furto di un cane dà il via ad un'indagine raffazzonata e si fa pretesto per parlare di una generazione di precari.
Il Trailer non promette però il ritmo e la centratura adeguata.
Selfie di Famiglia
Dalla Francia, la classica commediola familiare. Si parla della Sindrome da nido vuoto, con una mamma che si prepara alla partenza della figlia filmando ogni loro incontro.
L'originalità non sembra di casa.
Trailer
Ma a ben guardare, data la precedenza a Tarantino c'è spazio anche per qualche altro titolo a sorpresa dalla Corea del Sud e dalla Francia.
C'era una volta a Hollywood
Il nuovo film di Tarantino con un cast spettacolare capitanato da Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie.
Non credo serva dire altro.
Qui se ne parlerà prestissimo.
Trailer
Burning
Film sud-coreano acclamato dalla critica e da Pensieri Cannibali, che me l'ha fatto recuperare quest'estate.
Esce a sorpresa nei cinema, e non mi resta che consigliarlo.
Ne ho scritto QUI
I migliori anni della nostra vita
Claude Lelouch torna 50 anni dopo ai suoi protagonisti di Un Uomo, Una Donna per raccontarceli in un terzo capitolo. Ritroviamo Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant e a me viene un gran voglia di scoprire questa trilogia francese sui sentimenti.
Trailer
Il Colpo del Cane
Il furto di un cane dà il via ad un'indagine raffazzonata e si fa pretesto per parlare di una generazione di precari.
Il Trailer non promette però il ritmo e la centratura adeguata.
Selfie di Famiglia
Dalla Francia, la classica commediola familiare. Si parla della Sindrome da nido vuoto, con una mamma che si prepara alla partenza della figlia filmando ogni loro incontro.
L'originalità non sembra di casa.
Trailer
18 settembre 2019
Blinded by the Light
Andiamo al Cinema
Da una parte un cantautore americano fino al midollo, da sempre rappresentante dei working class heroes, cresciuto nel profondo New Jersey, amato da generazioni.
Dall'altra, un giovane inglese di origini pakistane, aspirante scrittore.
Cosa può unirli?
Cosa può amare un giovane che scrive testi per una band che crede nei sintetizzatori, della musica del Boss?
La risposta è semplice: tutto.
Da una parte un cantautore americano fino al midollo, da sempre rappresentante dei working class heroes, cresciuto nel profondo New Jersey, amato da generazioni.
Dall'altra, un giovane inglese di origini pakistane, aspirante scrittore.
Cosa può unirli?
Cosa può amare un giovane che scrive testi per una band che crede nei sintetizzatori, della musica del Boss?
La risposta è semplice: tutto.
17 settembre 2019
In Breve su Netflix: Glow s03 | Dear White People s03 | Dead to Me
Un martedì seriale al risparmio, in cui si passano in rassegna terze stagioni ed esordi così così passati su Netflix
Glow - Stagione 3
In breve: Le Gorgeous Ladies of Wrestling sono in pianta stabile a Las Vegas. I pro sono un hotel equipaggiato a disposizione, i contro la poca creatività che ripetere sera dopo sera lo stesso identico spettacolo comporta. Metti che quell'hotel inizia a sembrare una prigione, senza fidanzati e senza figli, e il rischio crollo è alto.
Meglio o Peggio? Meglio. Si spazia e si dà spazio a tutte le protagoniste, con episodi volutamente a sé e Ruth che si mette da parte. Ma il gruppo è unito, l'obiettivo di riscatto -nella carriera, in amore, nella propria identità- è forte.
Il punto forte: la new entry Benny e il suo ballo, il finale natalizio che non ti aspetti in pieno agosto ma che è nostalgico il giusto.
Glow - Stagione 3
In breve: Le Gorgeous Ladies of Wrestling sono in pianta stabile a Las Vegas. I pro sono un hotel equipaggiato a disposizione, i contro la poca creatività che ripetere sera dopo sera lo stesso identico spettacolo comporta. Metti che quell'hotel inizia a sembrare una prigione, senza fidanzati e senza figli, e il rischio crollo è alto.
Meglio o Peggio? Meglio. Si spazia e si dà spazio a tutte le protagoniste, con episodi volutamente a sé e Ruth che si mette da parte. Ma il gruppo è unito, l'obiettivo di riscatto -nella carriera, in amore, nella propria identità- è forte.
Il punto forte: la new entry Benny e il suo ballo, il finale natalizio che non ti aspetti in pieno agosto ma che è nostalgico il giusto.
16 settembre 2019
Il Lunedì Leggo - La Simmetria dei Desideri di Eshkol Nevo
Ci sono 4 amici davanti a una partita di pallone.
Decidono di giocare anche loro.
Di scrivere tre desideri ciascuno, di tenerli segreti tutti a parte uno, e di condividerli poi di lì a 4 anni, davanti a un'altra partita di pallone, davanti a un Mondiale diverso in cui chissà, Israele potrebbe qualificarsi, i loro sogni avverarsi.
Inizia così il racconto di un'amicizia che va avanti in realtà da sempre. Dai banchi di scuola nella polverosa Haifa, passando per gli anni nell'esercito fino alle piccole e grandi conquiste della caotica Tel Aviv.
Sono Churchill, Amichai, Ofir e Yuval.
Decidono di giocare anche loro.
Di scrivere tre desideri ciascuno, di tenerli segreti tutti a parte uno, e di condividerli poi di lì a 4 anni, davanti a un'altra partita di pallone, davanti a un Mondiale diverso in cui chissà, Israele potrebbe qualificarsi, i loro sogni avverarsi.
Inizia così il racconto di un'amicizia che va avanti in realtà da sempre. Dai banchi di scuola nella polverosa Haifa, passando per gli anni nell'esercito fino alle piccole e grandi conquiste della caotica Tel Aviv.
Sono Churchill, Amichai, Ofir e Yuval.
15 settembre 2019
La Domenica Scrivo - La Traviata (un'altra serata all'Opera)
Metti un'altra sera all'Opera.
C'ho preso gusto, ne ho fatto una tradizione, e ora una volta all'anno all'Opera ci voglio andare.
Almeno finché il giovine lo permetterà e si dimenticherà di quanto caldo fa tra i gradoni dell'Arena di Verona.
Ma, dopo l'esodio in questo mondo che aveva colpito ed emozionato entrambi, non ho faticato troppo a convincerlo, un po' di più a decidere che cosa andare a vedere.
Tre titoli tra cui scegliere, una sola data a cui limitarci.
E per impegni vari, meteo avverso, la scelta si è fatta costretta: nemmeno quest'anno è il turno della Carmen. Tocca a La Traviata, libretto di Francesco Maria Piave, regia sempre di Franco Zeffirelli.
C'ho preso gusto, ne ho fatto una tradizione, e ora una volta all'anno all'Opera ci voglio andare.
Almeno finché il giovine lo permetterà e si dimenticherà di quanto caldo fa tra i gradoni dell'Arena di Verona.
Ma, dopo l'esodio in questo mondo che aveva colpito ed emozionato entrambi, non ho faticato troppo a convincerlo, un po' di più a decidere che cosa andare a vedere.
Tre titoli tra cui scegliere, una sola data a cui limitarci.
E per impegni vari, meteo avverso, la scelta si è fatta costretta: nemmeno quest'anno è il turno della Carmen. Tocca a La Traviata, libretto di Francesco Maria Piave, regia sempre di Franco Zeffirelli.
14 settembre 2019
Teen Spirit
Andiamo al Cinema
- Buongiorno, si presenti:
- Sono Elle Fanning, faccio l'attrice da quando sono una bambina e scelgo sempre bene i progetti a cui partecipare.
- Ci faccia qualche esempio?
- Da Somewhere di Sofia Coppola a The Neon Demon di Refn o i piccoli 20th Century Woman e How to talk to girls at partys...
- Bene, abbiamo capito. Oggi che cosa ci propone?
- Oggi sono qui a propormi come cantante. O meglio, come aspirante cantante, che deve superare audizioni e provini per farcela.
- Provi a convincerci.
- Buongiorno, si presenti:
- Sono Elle Fanning, faccio l'attrice da quando sono una bambina e scelgo sempre bene i progetti a cui partecipare.
- Ci faccia qualche esempio?
- Da Somewhere di Sofia Coppola a The Neon Demon di Refn o i piccoli 20th Century Woman e How to talk to girls at partys...
- Bene, abbiamo capito. Oggi che cosa ci propone?
- Oggi sono qui a propormi come cantante. O meglio, come aspirante cantante, che deve superare audizioni e provini per farcela.
- Provi a convincerci.
13 settembre 2019
E Poi C'è Katherine - Late Night
Andiamo al Cinema
- Forza, sforzatevi un po', ci servono nuove idee per un buon show.
- Show?
- Ok, film. Ci servono buone idee per un buon film.
- Bé un buon film deve parlare di quello che succede oggi, dei temi caldi che scaldano il pubblico.
- Tipo?
- #MeToo, femminismo, scandali, diversità, integrazione...
- Ok, siamo qui per fare un film non un comizio politico.
- Giusto.
Potremmo vederlo in chiave comica, no? Farne una commedia.
- Mi piace, potrebbe trattare di una donna diversa -età, etnia...-
Sì, una protagonista diversa. Diversa anche nella voce, capace di imporsi in un mondo di maschi.
- Già visto.
- Ok, un mondo di maschi capitanato da un'altra donna però...
- Il suo opposto! Potremmo farne una indiana e giovane, l'altra inglesissima e di mezza età.
- Perfetto!
Sto pensando a Il Diavolo Veste Prada...
- Forza, sforzatevi un po', ci servono nuove idee per un buon show.
- Show?
- Ok, film. Ci servono buone idee per un buon film.
- Bé un buon film deve parlare di quello che succede oggi, dei temi caldi che scaldano il pubblico.
- Tipo?
- #MeToo, femminismo, scandali, diversità, integrazione...
- Ok, siamo qui per fare un film non un comizio politico.
- Giusto.
Potremmo vederlo in chiave comica, no? Farne una commedia.
- Mi piace, potrebbe trattare di una donna diversa -età, etnia...-
Sì, una protagonista diversa. Diversa anche nella voce, capace di imporsi in un mondo di maschi.
- Già visto.
- Ok, un mondo di maschi capitanato da un'altra donna però...
- Il suo opposto! Potremmo farne una indiana e giovane, l'altra inglesissima e di mezza età.
- Perfetto!
Sto pensando a Il Diavolo Veste Prada...
12 settembre 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 12 Settembre
Sì, la stagione cinematografica è tornata a sfornare titoli interessanti.
Qualcuno in ritardo clamoroso, qualche altro sa suscitare curiosità.
Commentiamoli e vediamoli (quasi) tutti.
Vox Lux
A più di un anno dalla sua presentazione a Venezia, arriva nei cinema italiani lo strano film di Brady Corbet che mostra ombre e luci della vita di una pop star.
Con una Natalie Portman fenomenale, se n'è parlato QUI
Tolkien
La storia dietro l'uomo che inventò la Terra di Mezzo, ovvero quello che portò uno scrittore a concepire Il Signore degli Anelli.
Con Nicholas Hoult e Lily Collins, biopic classico per fan ma non solo.
Trailer
La mafia non è più quella di una volta
Direttamente da Venezia -in cui si è aggiudicato il Premio della Giuria- il pungente documentario di Franco Maresco che si interroga su cosa è rimasto e su come vengono celebrati Falcone e Borsellino oggi.
Consigliatissimo, leggete QUI
E poi c'è Katherine
A Mindy Kaling voglio un gran bene grazie a The Office. Qui scrive, produce e interpreta il ruolo adatto a lei: la nuova assistente di una leggenda della TV, dispotica e costretta a fare i conti con il calo di ascolti.
Ricorda vagamente Il diavolo veste Prada, ma il duetto con Emma Thompson fa prevedere scintille.
Trailer
Good Boys
Commedia goliardica con ragazzini ma non per ragazzini. Produce il duo Rogen-Goldberg che sono una garanzia in quanto a risate spensierate.
Trailer
Grandi Bugie tra Amici
Seguito del piccolo cult Piccole Bugie tra Amici, con la stessa combriccola, la stessa casa al mare e lo stesso cast ben assortito (Guillame Canet, François Cluzet, Marion Cotillard, Gilles Lellouche).
Forse è il caso di vedere entrambi.
Trailer
Strange But True
Fidanzatini perfetti, passano insieme la notte del ballo scolastico ma hanno un incidente in cui lui perde la vita.
Cinque anni dopo, lei, si presenta dai genitori ancora in lutto e annuncia di essere incinta.
Strano, ma un po' ispira.
Trailer
La Vita Invisibile di Euridice Gusmao
Due sorelle divise dalla fuga di una di loro e da un padre che decide di eliminarla dalla memoria della famiglia. Gli anni passano e la lontananza si fa strappo da riparare.
Dal Brasile, con qualche ombra di pesantezza.
Trailer
Tutta un'altra vita
Una commedia con Enrico Brignano?
La classica commedia sul povero che improvvisamente può fingersi ricco?
Anche basta.
Trailer
Angry Birds 2
Il giochino degli uccelli-proiettile è ancora di moda?
Non lo so.
Di certo non credevo necessario un secondo film a loro dedicato.
Per i più piccoli.
Trailer
Qualcuno in ritardo clamoroso, qualche altro sa suscitare curiosità.
Commentiamoli e vediamoli (quasi) tutti.
Vox Lux
A più di un anno dalla sua presentazione a Venezia, arriva nei cinema italiani lo strano film di Brady Corbet che mostra ombre e luci della vita di una pop star.
Con una Natalie Portman fenomenale, se n'è parlato QUI
Tolkien
La storia dietro l'uomo che inventò la Terra di Mezzo, ovvero quello che portò uno scrittore a concepire Il Signore degli Anelli.
Con Nicholas Hoult e Lily Collins, biopic classico per fan ma non solo.
Trailer
La mafia non è più quella di una volta
Direttamente da Venezia -in cui si è aggiudicato il Premio della Giuria- il pungente documentario di Franco Maresco che si interroga su cosa è rimasto e su come vengono celebrati Falcone e Borsellino oggi.
Consigliatissimo, leggete QUI
E poi c'è Katherine
A Mindy Kaling voglio un gran bene grazie a The Office. Qui scrive, produce e interpreta il ruolo adatto a lei: la nuova assistente di una leggenda della TV, dispotica e costretta a fare i conti con il calo di ascolti.
Ricorda vagamente Il diavolo veste Prada, ma il duetto con Emma Thompson fa prevedere scintille.
Trailer
Good Boys
Commedia goliardica con ragazzini ma non per ragazzini. Produce il duo Rogen-Goldberg che sono una garanzia in quanto a risate spensierate.
Trailer
Grandi Bugie tra Amici
Seguito del piccolo cult Piccole Bugie tra Amici, con la stessa combriccola, la stessa casa al mare e lo stesso cast ben assortito (Guillame Canet, François Cluzet, Marion Cotillard, Gilles Lellouche).
Forse è il caso di vedere entrambi.
Trailer
Strange But True
Fidanzatini perfetti, passano insieme la notte del ballo scolastico ma hanno un incidente in cui lui perde la vita.
Cinque anni dopo, lei, si presenta dai genitori ancora in lutto e annuncia di essere incinta.
Strano, ma un po' ispira.
Trailer
La Vita Invisibile di Euridice Gusmao
Due sorelle divise dalla fuga di una di loro e da un padre che decide di eliminarla dalla memoria della famiglia. Gli anni passano e la lontananza si fa strappo da riparare.
Dal Brasile, con qualche ombra di pesantezza.
Trailer
Tutta un'altra vita
Una commedia con Enrico Brignano?
La classica commedia sul povero che improvvisamente può fingersi ricco?
Anche basta.
Trailer
Angry Birds 2
Il giochino degli uccelli-proiettile è ancora di moda?
Non lo so.
Di certo non credevo necessario un secondo film a loro dedicato.
Per i più piccoli.
Trailer
11 settembre 2019
IT - Capitolo 2
Andiamo al Cinema
La paura di affrontare il primo horror al cinema viene messa da parte rispetto alla paura di dover vedere un seguito forse non all'altezza del suo primo capitolo.
La paura di dover affrontare un trauma infantile a forma di pagliaccio è mitigata, non tanto perché ci si è fatti più coraggiosi, ma perché Bill Skarsgård ha un fascino tutto suo, e l'uso della voce mette brividi di piacere soprattutto.
Ma la paura, ovviamente, c'è.
C'è ed è cresciuta, evitando come sempre teaser, trailer, recensioni altrui. Evitando di scoprire altro rispetto a quel romanzo mai letto, a quel primo adattamento che ha segnato una generazione e che per fortuna ho dimenticato.
I perdenti sono cresciuti, e io con loro.
La paura di affrontare il primo horror al cinema viene messa da parte rispetto alla paura di dover vedere un seguito forse non all'altezza del suo primo capitolo.
La paura di dover affrontare un trauma infantile a forma di pagliaccio è mitigata, non tanto perché ci si è fatti più coraggiosi, ma perché Bill Skarsgård ha un fascino tutto suo, e l'uso della voce mette brividi di piacere soprattutto.
Ma la paura, ovviamente, c'è.
C'è ed è cresciuta, evitando come sempre teaser, trailer, recensioni altrui. Evitando di scoprire altro rispetto a quel romanzo mai letto, a quel primo adattamento che ha segnato una generazione e che per fortuna ho dimenticato.
I perdenti sono cresciuti, e io con loro.
10 settembre 2019
The Handmaid's Tale - Stagione 3
Mondo Serial
Benvenuti a lezione di serie TV.
Oggi analizziamo un fenomeno tristemente diffuso: la caduta dei miti.
Ovvero come una serie TV stagione dopo stagione perde di logica, di rigore, finendo per scontentare quei fan che ne chiedevano il rinnovo continuo.
Insomma, un bel paradosso, non trovate?
Ci sono esempi famosi e citati ovunque, da Lost a Dexter, che c'hanno però messo qualche stagione ad arrivare al crollo.
Ci sono poi casi particolari, quasi unici e rari.
Titoli che dopo un esordio sbalorditivo, capace di convincere tutti, dal pubblico alla critica a chi assegna Emmy e Golden Globe, hanno fatto un tonfo inaudito.
È il caso di The Handmaid's Tale.
Li ricordate gli elogi, i "pugni allo stomaco", gli applausi e le lacrime per la trasposizione di un romanzo distopico tristemente capace di prevedere/mostrare un futuro/presente non certo felice per le donne?
Ricordate le frasi ad effetto, gli sguardi e i monologhi di June e come il fenomeno si sia allargato diventando iconico nelle proteste femministe?
L'anno seguente, tutto questo è stato guardato con più sospetto.
Benvenuti a lezione di serie TV.
Oggi analizziamo un fenomeno tristemente diffuso: la caduta dei miti.
Ovvero come una serie TV stagione dopo stagione perde di logica, di rigore, finendo per scontentare quei fan che ne chiedevano il rinnovo continuo.
Insomma, un bel paradosso, non trovate?
Ci sono esempi famosi e citati ovunque, da Lost a Dexter, che c'hanno però messo qualche stagione ad arrivare al crollo.
Ci sono poi casi particolari, quasi unici e rari.
Titoli che dopo un esordio sbalorditivo, capace di convincere tutti, dal pubblico alla critica a chi assegna Emmy e Golden Globe, hanno fatto un tonfo inaudito.
È il caso di The Handmaid's Tale.
Li ricordate gli elogi, i "pugni allo stomaco", gli applausi e le lacrime per la trasposizione di un romanzo distopico tristemente capace di prevedere/mostrare un futuro/presente non certo felice per le donne?
Ricordate le frasi ad effetto, gli sguardi e i monologhi di June e come il fenomeno si sia allargato diventando iconico nelle proteste femministe?
L'anno seguente, tutto questo è stato guardato con più sospetto.
9 settembre 2019
Il Lunedì Leggo - Lo Stesso Mare di Amos Oz
Un libro che è quasi una poesia.
Capitoli brevi, fatti più di bianco che di parole.
Frasi che sembrano immagini.
A raccontare di più personaggi, di padri e di figli, di amori difficili da spiegare, di solitudini.
E della ricerca di un posto nel mondo.
C'è Albert, rimasto vedovo, in pensione, che non sa come occupare le sue giornate.
C'è Bettin, vedova pure lei, meno sola, che sa consolarsi.
E c'è Rico, figlio di lui, che da quella perdita improvvisa è scappato, cercando se stesso e il proprio dolore in Tibet, fra montagne e rifugi, fra le braccia di una donna più grande che cerca calore fra i corpi dei giovani.
E c'è Dita, che stava e forse sta con Rico, che l'ha lasciato andare, che cerca di vendere la sua sceneggiatura ma non se stessa, che trova così aiuto e protezione da Albert, finendo per essere sua figlia, ma, con quel corpo sempre scoperto, sempre attraente, anche il suo sogno erotico.
Creando tensioni, imbarazzi, aiutando effusioni.
Poi c'è il mare, che tutto sta a guardare.
Capitoli brevi, fatti più di bianco che di parole.
Frasi che sembrano immagini.
A raccontare di più personaggi, di padri e di figli, di amori difficili da spiegare, di solitudini.
E della ricerca di un posto nel mondo.
C'è Albert, rimasto vedovo, in pensione, che non sa come occupare le sue giornate.
C'è Bettin, vedova pure lei, meno sola, che sa consolarsi.
E c'è Rico, figlio di lui, che da quella perdita improvvisa è scappato, cercando se stesso e il proprio dolore in Tibet, fra montagne e rifugi, fra le braccia di una donna più grande che cerca calore fra i corpi dei giovani.
E c'è Dita, che stava e forse sta con Rico, che l'ha lasciato andare, che cerca di vendere la sua sceneggiatura ma non se stessa, che trova così aiuto e protezione da Albert, finendo per essere sua figlia, ma, con quel corpo sempre scoperto, sempre attraente, anche il suo sogno erotico.
Creando tensioni, imbarazzi, aiutando effusioni.
Poi c'è il mare, che tutto sta a guardare.
8 settembre 2019
Venezia 76 - Conclusioni e Red Carpet
Il Leone di Caffè è stato consegnato, i premi ufficiali pure.
Una nuova pagina del cinema a detta di molti è stata scritta, dando ai cinecomics un riconoscimento importante come il Leone d'Oro. Anche se, ufficialmente, Joker un cinecomics non è.
Resta l'amaro per lo splendido Marriage Story che si meritava almeno il premio per la sceneggiatura (andato invece ad un sorpreso Yonfan, da sempre additato per non saper scrivere), ma questa edizione possiamo archiviarla.
Meno ricca rispetto allo scorso anno, ancor meno rispetto all'inarrivabile edizione 74, con un calo notevole nella seconda parte che si è fatto sentire.
Io mi porto a casa un bel raffreddore, un po' di nuove amicizie e soprattutto tanti tanti film, in una scorpacciata che resta difficile da digerire e che ho provato a condividere fra queste pagine.
Ma salutiamo Venezia 76 con un tocco di leggerezza necessario, andando a commentare e classificare i look più belli e improbabili passati sul red carpet.
Una nuova pagina del cinema a detta di molti è stata scritta, dando ai cinecomics un riconoscimento importante come il Leone d'Oro. Anche se, ufficialmente, Joker un cinecomics non è.
Resta l'amaro per lo splendido Marriage Story che si meritava almeno il premio per la sceneggiatura (andato invece ad un sorpreso Yonfan, da sempre additato per non saper scrivere), ma questa edizione possiamo archiviarla.
Meno ricca rispetto allo scorso anno, ancor meno rispetto all'inarrivabile edizione 74, con un calo notevole nella seconda parte che si è fatto sentire.
Io mi porto a casa un bel raffreddore, un po' di nuove amicizie e soprattutto tanti tanti film, in una scorpacciata che resta difficile da digerire e che ho provato a condividere fra queste pagine.
Ma salutiamo Venezia 76 con un tocco di leggerezza necessario, andando a commentare e classificare i look più belli e improbabili passati sul red carpet.
Alessandra Mastronardi, una madrina incantevole
7 settembre 2019
Venezia 76 - I Vincitori
Alla fine Marriage Story si dovrà accontentare del mio Leone di Caffè.
Nemmeno un premio per lui, nemmeno quello alla sceneggiatura. In compenso scelte molto discutibili, su film minori e non certo abbaglianti.
Marinelli si fa perdonare con un discorso politico emozionante e sentito.
La giuria si fa perdonare solo con i premi più importanti, riconoscendo la bravura di Polanski e consegnando il Leone d'Oro nientemeno che a Joker. Chi lo poteva dire!
Soddisfatta?
A metà.
Resta dell'amaro in bocca, ma guardiamo il lato positivo, e facciamoci una risata assieme ad Arthur Fleck.
Di seguito, tutti -o quasi- i premi, a domani per qualche altra considerazione e uno spiraglio di leggerezza.
Nemmeno un premio per lui, nemmeno quello alla sceneggiatura. In compenso scelte molto discutibili, su film minori e non certo abbaglianti.
Marinelli si fa perdonare con un discorso politico emozionante e sentito.
La giuria si fa perdonare solo con i premi più importanti, riconoscendo la bravura di Polanski e consegnando il Leone d'Oro nientemeno che a Joker. Chi lo poteva dire!
Soddisfatta?
A metà.
Resta dell'amaro in bocca, ma guardiamo il lato positivo, e facciamoci una risata assieme ad Arthur Fleck.
Di seguito, tutti -o quasi- i premi, a domani per qualche altra considerazione e uno spiraglio di leggerezza.
Venezia 76 - Il Leone di Caffè di In Central Perk
Il grande momento è arrivato.
Con il nuovo record di 41 film visti in totale, fare un po' di ordine e dare i numeri è necessario.
Ancor più assegnare l'ambito Leone di Caffè.
Chi andrà a sedersi al fianco degli scorsi vincitori La moglie del poliziotto, The Look of Silence, Anomalisa, La La Land, Mektoub My Love e The Nightingale?
Prima di scoprirlo, però, partiamo con un po' di premi per categoria:
Con il nuovo record di 41 film visti in totale, fare un po' di ordine e dare i numeri è necessario.
Ancor più assegnare l'ambito Leone di Caffè.
Chi andrà a sedersi al fianco degli scorsi vincitori La moglie del poliziotto, The Look of Silence, Anomalisa, La La Land, Mektoub My Love e The Nightingale?
Prima di scoprirlo, però, partiamo con un po' di premi per categoria:
6 settembre 2019
Venezia 76 - Waiting for the Barbarians | La mafia non è più quella di una volta | Tutto il Mio Folle Amore
Ultimissima carrellata di film da Venezia 76.
Il tempo di scoprire i miei preferiti e il vincitore del Leone di Caffè è sempre più vicino.
Waiting for the Barbarians
Ce l'hanno venduto come il film con Johnny Depp e Robert Pattinson.
In verità e meglio dirlo subito: i due si vedono per qualche manciata di minuti nelle lunghe due ore del film. Il protagonista assoluto è Mark Rylance di stanza in una città-fortezza nel mezzo del deserto in attesa dell'attacco non dei tartari, ma dei barbari. Finisce che i veri barbari -come già insegna la Storia- sono i colonizzatori, che con la scusa di estorcere confessioni torturano, imprigionano e uccidono. Il buon Magistrato non ci sta, e salva una giovane barbara cercando si riportarla alla sua famiglia, finendo per essere lui stesso dichiarato colpevole e punito.
Lo dico: l'assopimento è quasi inevitabile.
Succede poco, i dialoghi sono rarefatti, le immagini sonnolente.
Johnny di cui si grida il grande ritorno, resta esteticamente imprigionato nel personaggio eccentrico (guardateli, quegli improbabili occhialini) perdendone in bellezza, con una prova troppo breve e didascalica per meritare un effettivo giudizio.
Pattinson, come già in The King, fa il beone sadico.
Rylance si riduce al buonismo e porta a casa il risultato.
Ma per essere l'ultimo film visto a questa edizione, l'ultimo in concorso poi, resta l'amaro in bocca e la sensazione che le cartucce migliori Venezia 76 se l'è giocate nei primi giorni.
La mafia non è più quella di una volta
Devo confessarlo: di Franco Maresco non avevo mai visto un film.
No, nemmeno Belluscone.
Recupero doverosamente con questo documentario sagace e ironico che si interroga su cosa è rimasto e come vengono ricordati Falcone e Borsellino.
Mettendo a nudo le ipocrisie di manifestazioni fin troppo gioiose e l'indifferenza di tanti parlemitani.
Maresco lo fa seguendo l'amica fotografa Letizia Battaglia e, soprattutto, cercando di capire la strana figura di Ciccio Mirra.
Organizzatore di feste, PR di "talenti" neomelodici, simpatizzante della mafia ma ora disposto a sostenere serate a favore dei due giudici e pure di Mattarella. Le contraddizioni non mancano, sottolineate con uno humour quasi involontario, quasi toccante per quanto genuino. Le riflessioni non mancano, come le risate che hanno un risvolto amaro per come mostrano una situazione di ignoranza e omertà quasi fuori dal tempo, che pare incredibile nella Sicilia, nell'Italia di oggi.
Di certo il film/documentario è il migliore tra gli italiani di questo concorso, di certo è una sorpresa che mi invita a scoprirlo di più, il signor Maresco.
Tutto il Mio Folle Amore
Che succede a Gabriele Salvatores?
Sono anni ormai che si diverte a fare il piacione, a non osare.
Lo fa inevitabilmente anche qui, in un on the road con protagonisti un figlio autistico e quel padre cantante (il Modugno della Dalmazia) che non l'ha mai conosciuto.
Che scappano e fanno un accordo direzione Croazia.
Alle loro calcagna una Golino, madre insoddisfatta sempre sull'orlo di una crisi di nervi, e il patrigno che con l'ironia tipica di Abatantuono spezza la tensione.
Buonista come ci si aspetta, il film non sarebbe male nei suoi intenti se non forzasse in continuazione la sceneggiatura, inserendo incidenti, arrabbiature e personaggi per poter andare avanti attraverso nuove sfide.
Non da meno è la musica, degna di una playlist di Spotify sui pezzi più faciloni per un film (da Ben Harper a Gary Jules) che essendo già famosi e apprezzati finiscono per stonare e far intuire la superficiale ricerca nel campo.
Il tris di attori capitanati da un divertente e divertito Claudio Santamaria è da applaudire, così come il giovane esordiente Giulio Pranno che no, non è davvero autistico.
Ma a ben guardare è la sostanza a mancare, la profondità.
Il tempo di scoprire i miei preferiti e il vincitore del Leone di Caffè è sempre più vicino.
Waiting for the Barbarians
Ce l'hanno venduto come il film con Johnny Depp e Robert Pattinson.
In verità e meglio dirlo subito: i due si vedono per qualche manciata di minuti nelle lunghe due ore del film. Il protagonista assoluto è Mark Rylance di stanza in una città-fortezza nel mezzo del deserto in attesa dell'attacco non dei tartari, ma dei barbari. Finisce che i veri barbari -come già insegna la Storia- sono i colonizzatori, che con la scusa di estorcere confessioni torturano, imprigionano e uccidono. Il buon Magistrato non ci sta, e salva una giovane barbara cercando si riportarla alla sua famiglia, finendo per essere lui stesso dichiarato colpevole e punito.
Lo dico: l'assopimento è quasi inevitabile.
Succede poco, i dialoghi sono rarefatti, le immagini sonnolente.
Johnny di cui si grida il grande ritorno, resta esteticamente imprigionato nel personaggio eccentrico (guardateli, quegli improbabili occhialini) perdendone in bellezza, con una prova troppo breve e didascalica per meritare un effettivo giudizio.
Pattinson, come già in The King, fa il beone sadico.
Rylance si riduce al buonismo e porta a casa il risultato.
Ma per essere l'ultimo film visto a questa edizione, l'ultimo in concorso poi, resta l'amaro in bocca e la sensazione che le cartucce migliori Venezia 76 se l'è giocate nei primi giorni.
La mafia non è più quella di una volta
Devo confessarlo: di Franco Maresco non avevo mai visto un film.
No, nemmeno Belluscone.
Recupero doverosamente con questo documentario sagace e ironico che si interroga su cosa è rimasto e come vengono ricordati Falcone e Borsellino.
Mettendo a nudo le ipocrisie di manifestazioni fin troppo gioiose e l'indifferenza di tanti parlemitani.
Maresco lo fa seguendo l'amica fotografa Letizia Battaglia e, soprattutto, cercando di capire la strana figura di Ciccio Mirra.
Organizzatore di feste, PR di "talenti" neomelodici, simpatizzante della mafia ma ora disposto a sostenere serate a favore dei due giudici e pure di Mattarella. Le contraddizioni non mancano, sottolineate con uno humour quasi involontario, quasi toccante per quanto genuino. Le riflessioni non mancano, come le risate che hanno un risvolto amaro per come mostrano una situazione di ignoranza e omertà quasi fuori dal tempo, che pare incredibile nella Sicilia, nell'Italia di oggi.
Di certo il film/documentario è il migliore tra gli italiani di questo concorso, di certo è una sorpresa che mi invita a scoprirlo di più, il signor Maresco.
Tutto il Mio Folle Amore
Che succede a Gabriele Salvatores?
Sono anni ormai che si diverte a fare il piacione, a non osare.
Lo fa inevitabilmente anche qui, in un on the road con protagonisti un figlio autistico e quel padre cantante (il Modugno della Dalmazia) che non l'ha mai conosciuto.
Che scappano e fanno un accordo direzione Croazia.
Alle loro calcagna una Golino, madre insoddisfatta sempre sull'orlo di una crisi di nervi, e il patrigno che con l'ironia tipica di Abatantuono spezza la tensione.
Buonista come ci si aspetta, il film non sarebbe male nei suoi intenti se non forzasse in continuazione la sceneggiatura, inserendo incidenti, arrabbiature e personaggi per poter andare avanti attraverso nuove sfide.
Non da meno è la musica, degna di una playlist di Spotify sui pezzi più faciloni per un film (da Ben Harper a Gary Jules) che essendo già famosi e apprezzati finiscono per stonare e far intuire la superficiale ricerca nel campo.
Il tris di attori capitanati da un divertente e divertito Claudio Santamaria è da applaudire, così come il giovane esordiente Giulio Pranno che no, non è davvero autistico.
Ma a ben guardare è la sostanza a mancare, la profondità.
Venezia 76 - Gloria Mundi | The Domain
Gloria Mundi
Nei suoi tentativi di scrittore accusavano Martin Eden di essere troppo pessimista, di rappresentare la cruda realtà dei poveri non permettendogli più di sognare,di svagarsi. Questo fa anche Robert Guédiguian in un ritratto di famiglia degli ultimi, chiamati a lavorare, sacrificarsi, stringere la cinghia nella Marsiglia di oggi. Ci sono un padre che esce di prigione dopo 20 anni con una pensione minima, c'è una madre che non può scioperare, c'è un patrigno che rischia il lavoro per una telefonata e ci sono dei nuovi genitori, che il lavoro faticano a trovarlo e mantenerlo mentre la sorellastra che ruba agli altri in un negozio dell'usato ha successo.
Nei suoi tentativi di scrittore accusavano Martin Eden di essere troppo pessimista, di rappresentare la cruda realtà dei poveri non permettendogli più di sognare,di svagarsi. Questo fa anche Robert Guédiguian in un ritratto di famiglia degli ultimi, chiamati a lavorare, sacrificarsi, stringere la cinghia nella Marsiglia di oggi. Ci sono un padre che esce di prigione dopo 20 anni con una pensione minima, c'è una madre che non può scioperare, c'è un patrigno che rischia il lavoro per una telefonata e ci sono dei nuovi genitori, che il lavoro faticano a trovarlo e mantenerlo mentre la sorellastra che ruba agli altri in un negozio dell'usato ha successo.
5 settembre 2019
Venezia 76 - Un Divano a Tunisi | Blanco en Blanco | Psycosia | Saturday Fiction
Anche oggi si va di carrellata in breve di quanto visto in questi ultimi giorni di Festival. Tra inaspettata leggerezza e qualche confusione di troppo.
Un Divano a Tunisi
Le commedie faticano sempre a trovare spazio alla Mostra. Da qualche anno si batte per questa causa La Giornata degli Autori, con il suo direttore consapevole che leggerezza non significa certo superficialità. La prova sta tutta in questo Divano a Tunisi.
Un Divano a Tunisi
Le commedie faticano sempre a trovare spazio alla Mostra. Da qualche anno si batte per questa causa La Giornata degli Autori, con il suo direttore consapevole che leggerezza non significa certo superficialità. La prova sta tutta in questo Divano a Tunisi.